STORIA DI UNA PASSIONE
Nome del’autore momentaneamente oscurato
Le grandi passioni della vita ci coinvolgono appena le conosciamo, appena entriamo in contatto con loro. Sono grandi amori a prima vista, fulmini a ciel sereno che, da un momento all’altro, portano a lunghi viaggi, piccole follie, sacrifici anche grandi. Poiché la moneta è qualcosa che tutti i bambini, dai sei anni in su, maneggiano giornalmente, questa è l’età in cui, più spesso, nascono le grandi, piccole passioni numismatiche. La prima moneta che ho collezionato è un 200 lire commemorative della Guardia di Finanza. Ricordo benissimo, nonostante siano passati diversi anni, quando la trovai sul piano da lavoro in garage, e chiesi a mia madre come mai fosse diversa dalle altre “200 lire”; la spiegazione non fu molto eloquente, ma bastò per affascinarmi. Da li a poco iniziai a mettere da parte tutte le monete che trovavo e collezionare i nuovi euro: a scuola avevamo un libro con degli orsetti in cui si imparava a spenderli, ed in cui si poteva disegnare quello che riuscivamo a comprare con le monetine; mi feci regalare una teca per tenerli in ordine e presto riuscii a mettere in collezione quasi tutti i paesi.
Non mi ero mai posto la questione di cosa si nascondesse nella storia di quell’oggetto che io giornalmente usavo per le figurine, il gelato o il panino; di come un tempo si spendessero, di che forma avessero nel passato; pensavo fossero oggetti da museo, tutte molto costose e rare, che si potessero vedere solo sotto la luce radente delle teche espositive, come i quadri d’epoca che vedevo in mostra nelle gallerie di Firenze, e quindi, terminata la serie degli euro, quasi mi dimenticai che esistessero.
Nel 2010 era l’anno della seconda superiore. Rovistando tra i cassetti dei nonni trovai alcune vecchie lire, tra cui alcuni pezzi del regno; condizionato dall’idea di valore che io annettevo alla moneta antica, e io ritenevo antica ogni moneta più vecchia di cento anni, cercai un catalogo; un signore del mio paese mi prestò il suo Gigante: era un volume del 2008 nuovo fiammante e mai consultato, cercai le mie monete e le trovai; una di queste, un 10 lire del ’28, era anche molto rara, ma altrettanto malmessa.
Decisi di tenerle, e decisi che avrei cercato su internet il significato di quei segni: “BB, MB, B, Spl, R, R5…”.
Mi imbattei in diversi siti e scaricai tutto, leggendo con grande curiosità; comprai su e-bay una buona quantità di monetine dei secoli XIX e XX e poco dopo mi imbattei in Lamoneta.it: fu l’inizio di una grande avventura.
Trascorrevo ore in chat; li incontravo grandi collezionisti e cultori, con cui ho mantenuto grandi rapporti d’amicizia; tra questi, però, devo ancora ringraziare enormemente Ghera: sentir parlare di grandi monete dagli altri utenti, mi procurava grande interesse, ma sentire la sua testimonianza diretta, ovvero quella di un giovanissimo collezionista e studioso che trattava le monete medievali, mi convinse che quello di cui si parlava non era un mondo distante, riservato ai ricchi o ai contrabbandieri, ma era un mondo per tutti, e quindi anche per me.
Nel 2011 partecipai al mio primo Veronafil di primavera, fu il mio primo convegno: raccontai a mia mamma che sarei salito con un amico del circolo, mi feci accompagnare a Pisa e presi un autobus che faceva il giro dei circoli filatelici toscani. Per me fu l’apertura di un mondo nuovo. Da un paio di mesi non facevo colazione a scuola per racimolare i soldi necessari all’acquisto di un grosso volterrano e lo comprai. fu la mia prima moneta medievale, e ancora oggi la ritengo la “numero uno” della mia collezione.
Solo le grandi passioni portano le persone a rinunciare, a dedicare tempo e attenzioni, a sacrificare altro, sempre col sorriso, e con volontà. A lavoro li chiamiamo obiettivi, cioè quelle cose pensando alle quali si lavora meglio: “lavoro per comprare la macchina nuova”, “lavoro per fare un bel regalo alla fidanzata”, “lavoro per comprarmi quella bella moneta”: sono obiettivi che non fanno pensare allo sforzo necessario a raggiungerli, che meritano impegno e per i quali non si sente la fatica, non solo nel lavoro, ma nella vita in generale.
La mia giovane età mi permise presto di conoscere tanti amici collezionisti, professionisti e studiosi da cui tanto ho potuto imparare e tanto altro potrò ancora ricevere. Con gli stessi sacrifici della prima volta, e con tanta dedizione ho comprato i libri, porta d’ingresso per il grande palazzo che è questa disciplina, ed ho proseguito la mia collezione: strumento necessario per lo studio, oltre che stimolo di curiosità per eccellenza.
Dalle monete si può imparare tanto: oltre che delle imprese dei grandi imperatori, delle effigi di uomini e santi, degli stemmi signorili, esse sono portatrici della storia di chi le ha toccate, e questo conferisce loro un valore particolare, molto più significativo di quello che si puo attribuire ad un quadro o ad una statua; esse sono storia pura, macchine del tempo; come scrissi una volta sul forum, portatrici di emozioni.
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Secondo testo
Nome del’autore momentaneamente oscurato
Ricordo ancora quel pomeriggio d’autunno in cui rientrai a casa da scuola. La frenesia dell’infanzia, la voglia di imparare, le mani sudate e tremanti dall’emozione. La maestra di geografia ci aveva introdotto il programma sul mondo, affidandoci come compito quello di portare in classe un oggetto che rappresentasse un paese diverso dal nostro. Subito pensai a quel cassetto, dove ero sicuro ci fossero le foto delle vacanze all’estero dei miei genitori.
“Ogni cassetto è un potenziale tesoro. Non sai mai quello che ci puoi trovare, né la faccia stupita che può lasciarti dopo averlo aperto” è una delle espressioni preferite di un mio carissimo amico. E come dargli torto?
In quel mobile c’era un cofanetto e, al suo interno, un tesoro inestimabile per un bambino sognante come me. Monete greche, egiziane e turche, spiccioli per lo più, con le quali già allora non si riusciva a pagarsi un caffè. Monete provenienti da paesi per me esotici, con i loro disegni arzigogolati, passate di mano in mano e arrivate fin lì, in quel cassetto. Non so dire esattamente quanto tempo trascorse, ma ricordo che le passai tra le mani una per una, dalla prima all’ultima e dall’ultima alla prima, più e più volte, fino a quando corsi da mia madre chiedendole se potevo tenerle.
Fu allora che nacque in me la Passione per la numismatica mondiale, per monete che spesso hanno viaggiato e vissuto più di me. Monete che in anni bui e grigi hanno permesso di tenere unite famiglie sull’orlo del baratro, in anni in cui anche i centesimi facevano la differenza. Monete nate come segno di protesta, come input per rivoluzioni e guerre inneggianti libertà e diritti troppo spesso violati. E così, ancora oggi, mi trovo a continuare questa collezione infinita che tante soddisfazioni e gioie mi sta dando e che ancora continuerà a darmi. A volte mi fermo e penso, se la moneta che sto girando e rigirando tra le dita potesse parlarmi, quale storia potrebbe raccontarmi.
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Terzo testo
Nome del’autore momentaneamente oscurato
Proprio qualche notte fa mi trovavo a casa e non riuscivo a dormire.
Era molto tardi e non sapevo come prendere sonno; a volte la notte ripenso ai fatti di tutti i giorni, ma anche alle mie passioni, alle cose che mi rendono più felice. Nella penombra ho lanciato un’occhiata al mobile vicino al letto: un libro. Il libro che l’amico del Forum Dabbene mi ha gentilmente donato qualche tempo fa, che raccoglie tutti i suoi migliori interventi on-line.
Forse non collezioniamo le stesse tipologie di monete, ma condivido con lui lo spirito di collezionista quasi filosofico, improntato sulla vera passione, sulla divulgazione, sullo studio e l’apprendimento ma anche sull’autoironia e lo scherzoso.
Me lo sono riletto, ed ha cominciato quasi a scorrere nella mente la mia storia di modesto collezionista, quando nel 2008 iniziai, vedendo per caso un negozietto di Numismatica nella mia città, a domandarmi quanto potessero essere interessanti e valere alcune monete raccolte negli anni da mio nonno materno.
Le delusioni non tardarono ad arrivare, come per tutti quelli che intraprendono una strada sconosciuta: molte monete che avevano sui cataloghi altissime quotazioni erano delle riproduzioni, nella collezione di mio nonno. In più, il venditore (a cui portai alcune monete da esaminare) non mi motivò più di tanto il perché di questa non genuinità dei pezzi.
Vidi la Numismatica come un mondo ostile, elitario e quindi pensai quasi di lasciar perdere.
Fortunatamente, cercando in Internet, trovai questo fantastico Forum, pieno di persone competenti e che accolgono bene i neofiti come lo ero io. O lo sono ancora? Penso ci sia sempre qualcosa da imparare ed è anche questo il bello.
Finalmente potevo parlare di monete di ogni tipo e imparare al meglio.
Nonostante collezioni in prevalenza Euro, amo anche monete della Repubblica in Lire, del Regno e preunitarie. Possiedo anche alcuni modestissimi pezzi di queste tipologie, che mi rendono felice perché pieni di Storia.
Già, la Storia… molti tendono a dimenticare che anche il contemporaneo lo sia… a volte devo “difendere” la monetazione in Euro, così maltrattata dai tempi attuali e da alcuni collezionisti. Ognuno ha le proprie idee, ma il corso degli eventi è un dato di fatto.
Il mio inizio da collezionista fu scoraggiante, è vero, ma il seguito mi rese davvero affascinato: era (ed è per me ancora) quasi “magico” andare ai mercatini e acquistare quei piccoli pezzi di Storia contemporanea e non e portarseli a casa, osservarli ed averli tra le mani.
Il collezionismo numismatico unisce un qualcosa di materiale come il possedere il pezzo con un qualcosa di elevato come l’ammirarlo, il sognare e la conoscenza. È un qualcosa di veramente completo, che non ha mancato di aiutarmi pure in momenti molto difficili.
Ho avuto anche occasione di divulgare l’argomento in un ambito istituzionale: nel 2013 ho svolto il Servizio Civile in una Biblioteca Comunale, nel quale erano previsti incontri di carattere culturale presso strutture che ospitavano persone anziane e/o disabili.
Ogni volontario sceglieva l’argomento del giorno, da spiegare anche con l’ausilio di libri e presentazioni con supporto informatico. Due di queste giornate le ho dedicate alla Numismatica: dapprima mostrando le monete in Euro, con tutti i disegni delle facce comuni e nazionali (portando anche alcuni esemplari da circolazione per chi, a causa della disabilità, non avesse mai avuto contatto fisico con essi) e nella seconda giornata, piaciuta molto agli anziani, ho ripercorso le varie emissioni della Lira nel Regno d’Italia.
Amo collezionare, cercare le monete. Ancora di più amo sapere di possederne alcune, conoscerle ed imparare; ho pure coinvolto la mia ragazza, che collezionava anni fa e che aveva smesso, riprendendo soltanto dopo aver fatto la mia conoscenza. Alcune belle cose sono contagiose. Spesso è lei a propormi di andare insieme a Convegni o mercatini.
Aspirazioni? Il continuare con questa fantastica attività, il non perdere mai la capacità di emozionarmi, di tenere sempre vivi il desiderio e la curiosità. Aspettative? Nessuna in particolare, se non quella di rilassare, divertire e accrescere la mente propria e di chi si vuole avvicinare al collezionismo. Poi, se davvero quella sarà la mia strada, altre soddisfazioni arriveranno.
Con questi concetti, che ho pensato pure in quella notte, finalmente il sonno è arrivato; non certo per noia, quanto per tranquillità, soddisfazione e voglia di intraprendere un nuovo giorno, fatto di impegni, sì, ma anche di Numismatica e passione.
Una mia immagine durante l’incontro culturale dedicato alla Monetazione in Euro.
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Quarto testo
Nome del’autore momentaneamente oscurato
Tutto iniziò una mattina, un giorno di scuola, non ricordo bene l’anno, forse il 2001 (avevo quindi una decina d’anni) e sicuramente era il triennio delle scuole medie. Quella mattina, come tutte le mattine, mamma mi diede i soldi per comprarmi qualcosa a scuola nel caso ne avessi bisogno. Quella mattina, come tutte le mattine, misi la 500 lire in tasca ma quella 500 lire era diversa: non vi era raffigurata nessuna piazza e nessuna statua, c’era solo lo stemma della polizia e me ne innamorai!
La 500 lire di quel giorno era la chiave di volta che mi ha spinto al collezionismo fino ad oggi: marzo duemilaquattordici –circa 13 anni- poi chi sa fino a quando continuerà.
La 500 lire è stata la mia prima moneta da collezione, ero entusiasta di averla trovata ma presto mi accorsi che non era l’unica moneta “strana” presente a casa mia, quel “strano” che poi successivamente ha assunto il nome di “commemorativa”. Ebbene sì, la mia prima moneta era una 500 lire commemorativa del 1997, ma dubito di averla trovata in quell’anno.
Quella 500 lire non la spesi a scuola, la portai dunque a casa e la feci vedere a mia madre. Mamma mi raccontò che anche lei collezionava in passato; io non ho fatto null’altro che proseguire la sua passione. È un caso insolito che il figlio abbia la stessa passione del genitore; a me è capitato e ne sono felice.
Incuriosito da questa nuova moneta ne approfondii la storia. Sicuramente devo molto ai miei genitori e ai miei zii, che mi supportarono fin da subito; ricordo ancora oggi che un giorno mio padre cacciò fuori dallo sgabuzzino tutti gli album di monete di mia madre; gli album erano sei e contenevano prevalentemente le lire e diverse monete mondiali.
Vidi le monete una ad una, erano ordinate per anno, soprattutto le 5,10 e 20 lire che riempivano un album intero. Oggi devo ammettere che la conservazione delle monete non è molto buona, nessuna può essere catalogata come un “fior di conio”. A me questo non importa, per me ogni volta che vedo quelle monete vi trovo lo stesso stupore della prima volta, e le trovo ancora eccezionali, quelle monete sono anni di storia: testimonianza di una vita passata tra gioie e dolori ed hanno molto da raccontarci.
Riordinai gli album di mia madre per nazione ed annata, la passione era tanta e quindi non mi pesò molto. Ero curioso di scoprire di che nazionalità erano tutte quelle monete estere; mi ritrovai in mano monete di ogni provenienza: Belgio, Croazia, Cuba, Jugoslavia, Tailandia e molte altre ancora.
Inizialmente la mia passione era focalizzata soprattutto sullo studio del materiale che già avevo in possesso, solo successivamente ebbi la libertà di studiare qualcosa che dovevo ancora possedere. Non so quanto tempo impiegai per studiare quei sei album, la lira è stata per me fonte di studio e crescita nel collezionismo.
Considero quei sei album come la prima macchina per un neopatentato, la macchina vecchia del padre che serve per farti fare le ossa. Io studiando quegli album mi sono fatto le ossa nel campo del collezionismo: catalogazione e studio approfondito. Queste devono essere le radici per diventare un buon collezionista. Ancora oggi preferisco parlare di collezionismo e non di numismatica, sebbene lo studio della moneta porti a qualificarsi come numismatico e non come collezionista.
Il 2001 era l’anno della svolta, iniziai a collezionare ma la lira era ormai destinata a cedere il suo posto all’euro.
Il primo ricordo che ho riguardo agli euro è di quando aprii il mio primo e ultimo starter kit. Subito lo aprii incuriosito, ripensandoci lo conserverei. È stato un errore aprire il mio.
La mai passione per gli euro è molto diversa da quella delle lire, la lira è stata il mio primo amore, l’euro invece è costantemente in crescita, una collezione in costante cambiamento. Inizialmente non capii nulla, mi ritrovai a collezionare monete di dodici nazioni contemporaneamente, ancora non ero in grado di distinguere una nazione dall’altra, le inserivo tutte in un album senza un ordine preciso, senza molta cura. In quel periodo in cui erano in circolazione sia le lire sia gli euro ci fu in me una gran confusione. Tenevo ancora in prima linea le lire ma poi l’euro entrò con forza nelle nostre case e anche nella mia collezione.
Con l’avvento dell’euro tutto cambiò: studiai approfonditamente ogni moneta, ogni taglio di ogni nazione, imparai a memoria 96 monete diverse.
«se solo dedicassi lo stesso tempo alla scuola, saresti andato sicuramente meglio». Questa frase me la ripeteva familiari, zii e amici e lo penso anche io, ma torniamo all’euro.
Il primo anno fu tutto facile ma con l’avanzare degli anni avanzarono pure i problemi. C’erano da aggiungere ogni anno 96 pezzi diversi, gioie e timori: pezzi introvabili, errori di conio, varianti di conio. Ero leggermente preoccupato su che fine avrebbe fatto la mia collezione. Non nego che ho pensato di mollare tutto, era un qualcosa di troppo grande per me e, ancora oggi, non so se sono pronto.
Nel proseguire questo racconto non posso che pensare al fatto di aver già scritto, in documenti privati, gli avvenimenti importanti che ogni collezionista ha vissuto.
Una nota di questi documenti fa riferimento all’estate del 2009: la mia tesina per la maturità riguardava appunto il mondo della numismatica. Sempre al 2009 risale il mio primo convegno (Riccione, bellissima esperienza, ma non vorrei dilungarmi troppo). Una nota più tecnica risale al luglio del 2010 quando ri-catalogai tutte le euro-monete suddividendole per anno e non per nazione. Risale infine al 2013 la mia iscrizione ad un abbonamento di rivista numismatica (donato da “Quelli del Cordusio”) e la pubblicazione di un mio articolo nella rivista “Il Tondello” redatta dal Circolo Giovani Numismatici.
Oggi, a distanza di anni, ricordo ancora con piacere l’inizio di questa lunga storia d’amore e apprezzo ogni iniziativa volta a divulgare il lato più umano di ogni collezionista.
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Quinto testo
Nome del’autore momentaneamente oscurato
Ho cominciato il mio percorso numismatico nel 2011, anno a cui è legata la mia prima moneta.
Vivo in un paesino tra Marche, Toscana e Umbria.
Ho sempre avuto un grande interesse per la storia, in particolare per l’impero romano, Alessandro il Grande, l’epoca napoleonica e tutte le guerre del Novecento; nella numismatica ho trovato un “veicolo” di questa mia prima passione.
Urbino, Fano, San Marino, Città di Castello, Assisi, Arezzo e Cortona sono alcuni degli ambienti che hanno stimolato in me una certa sensibilità per il bello legata indissolubilmente alla mia sfera estetica e culturale, una sensibilità che ha bisogno di essere appagata e questo penso sia il secondo motivo per cui colleziono monete.
Ma tutto questo è venuto dopo.
Mi trovavo in una fiera quando mi sono ritrovato tra le mani, come resto, un pezzo da due euro commemorativo per i 150 anni dell’unità d’Italia, era in buono stato e fu la sua lucentezza ad attirare, per la prima volta, la mia attenzione prolungata su una moneta; mi affacciai all’improvviso con una certa curiosità e simpatia al mondo della numismatica.
Non so cosa sia scattato, all’inizio collezionavo spiccioli senza una ragione precisa; un giorno ho fatto un salto in soffitta e ne ho ricavato una scatola piena di vecchie lire , un palancone stra-consumato e poche monete straniere frutto di qualche viaggio; da li in poi la mia storia è comune a quella del 90% dei collezionisti, nel giro di tre anni mi sono appassionato in particolare alla monetazione di San Marino ,Regno d’Italia, euro e quella sudamericana dell’Ottocento.
Certamente ci sono state delle difficoltà che permangono parzialmente ancora oggi e sono spesso inovviabili , come la scarsità di luoghi dove trovare commercianti ,altri collezionisti con cui conversare e la a volte difficile reperibilità di informazioni.
In questo ambito il forum lamoneta è stato molto importante per la possibilità di vedere decine di monete ogni giorno, valutazioni , sondaggi e di imparare tante cose tramite la condivisione della propria conoscenza con gli altri che è d’altronde il cuore stesso di internet.
Oltre al forum acquisto riviste , compro qualche libro , giro più convegni possibile e bazzico in qualche fiera antiquaria anche se a volte non è così semplice, spesso si è impossibilitati a partecipare a questi eventi con una certa frequenza per la loro stessa mancanza o per cause personali.
Una cosa che invece mi ha entusiasmato e lo fa tutt’ora, è la passione che lega tutti i numismatici (venditori compresi)
, la semplicità con cui si fa conoscenza ed il piacere che si ha ad incontrare qualcuno con il proprio stesso interesse per poterne parlare e condividerne i vari aspetti.
Finisce qui il mio racconto, nulla di particolarmente esotico o entusiasmante, ci tengo però a dire che questa iniziativa mi ha fatto molto piacere e sono davvero curioso di leggere gli scritti degli altri.
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Sesto testo
Nome del’autore momentaneamente oscurato
“Nonno, mi fai vedere la scatola delle monete?”.
La domenica il pranzo dai nonni materni era ormai abitudine.
“Ma te ha vista anca domenega passada!”, lo sguardo dolce rivolto al nipote, “va ciorla, te sa in che caset che a è”.
Il bambino corre, come solo loro possono fare negli spazi di una casa. Torna trionfante, la scatoletta pesante di tanti tondelli metallici nelle mani. La appoggia sul tavolo, e comincia a tirarne fuori una alla volta.
“Il nonno se le faceva dare o le teneva quando andava all’estero per lavoro, sai?”.
“Si mamma, me lo dici sempre!”, ma lo sguardo era rapito dalle scritte che non poteva capire e dai disegni, così affascinanti agli occhi di un bambino.
Gli anni passavano, insieme a loro il bambino cresceva, e il nonno non invecchiava, ma cresceva con lui. E il bambino ormai aveva smesso da tempo di guardare dentro alla scatola, abbandonata ormai nel cassetto.
Poi un pomeriggio, il nonno aspettava il nipote, ormai ragazzo, seduto al tavolo della cucina, la scatoletta poggiata davanti: “prendila te, me ricorde che e te piasea, a mi no a me serve pi”.
Al ragazzo tornarono in mente in un baleno le domeniche, e l’emozione per quel regalo era grande.
Il nonno poco dopo venne a mancare. Il ragazzo riprese in mano la scatoletta che nel frattempo era stata appogiata su un ripiano della libreria, e che gli avrebbe per sempre ricordato quel nonno che per lui era stato il padre che gli era venuto a mancare.
E ora riusciva a leggerle quelle scritte che prima gli erano apparse incapibili, a parte alcune incise in lingue così strane e con lettere che non appartenevano al suo alfabeto.
La risposta alle domande le cercava sulla rete: ma che moneta è? In che periodi veniva usata?
Poi la mamma gli disse che in centro città c’era un piccolo negozio di numismatica: cosi si chiamava quella materia.
E il ragazzo portò la scatoletta nel negozio, e ricevette aiuto e risposte alle sue domande.
La rete nel frattempo gli aveva riservato una sorpresa: un forum pieno di persone diverse, provenienti da posti diversi, ognuno con la sua storia diversa, ma che avevano in comune tutte una stessa passione.
Il ragazzo venne accolto in questa grande famiglia, e si innamorò di questi freddi tondelli metallici: e più monete conosceva, e più aveva voglia di conoscere.
E le monete del Regno d’Italia lo rapirono, piccoli quadri ritratti sul metallo. Una due lire quadriga briosa del 14 faceva poco dopo parte della sua collezione, la prima ma non l’ultima, e guardandola il ragazzo pensava fosse bellissima.
Poi la terra lo chiamò, l’orgoglio che ognuno di noi prova per il posto da cui proviene, per la sua terra natale, e per il ragazzo questa coincideva con una repubblica tra le più importanti e durature della nostra penisola: la Serenissima Repubblica di Venezia.
Come poteva non sperare che nella sua futura collezione, al momento ancora agli albori, non figurassero monete a testimonianza di ciò?
E se nel Regno l’abilità incisioria e stilistica lo rapivano, in Venezia trovava campo aperto allo studio, alle varianti, all’immergersi in una monetazione del tutto differente, per periodo, per valori, per motivazioni, per situazione socio-economica, per mentalità di approccio.
“Ma come faccio a portare avanti due collezioni così diverse, sono all’inizio e già penso troppo in grande, forse”, si chiedeva il ragazzo.
Il problema non sussisteva, e il ragazzo lo capì benchè fosse all’inizio, perchè il tutto era legato, le due collezioni che aveva in testa lo erano, la numismatica lo era: una cosa sola, così semplice ma al tempo stesso così profonda e inspiegabile le rendeva unite, la passione.
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Settimo testo
Nome del’autore momentaneamente oscurato
Non e’ facile scrivere perche’ spesso non si sa’ da dove partire. Almeno per me e’ cosi’.
Continuare sull’onda delle emozioni che si creano e’ facile, il difficile e’ l’inizio quando ci si deve ancora ”sciogliere”.
E’ un po’ come nella numismatica, e’ un qualcosa che hai nascosto e che, quando viene invogliato, a volte esce e prende il sopravvento. Da quel momento non senti altro.
Ho scoperto di amare le monete, molto. E se penso a come ci son tornato mi viene da ridere; Si, ho detto tornato, ho riscoperto, infatti, assieme a mio padre, che sono tornato nel mondo delle monete, dove ero gia’ stato e sempre rimasto, la passione si era solo addormentata, si stava riposando.
Mio padre mi ha chiesto di rimettere a posto alcuni scatoloni in casa, ed io ho acconsentito per fargli un favore, spesso nel fine settimana ti annoi ed a volte le ”faccende” di casa non si possono rimandare.
Be’, in quell’occasione ho scoperto che, il favore, l’ho ricevuto io.
Sono passati pochi anni, circa 3 e mezzo per essere precisi.
Dentro agli scatoloni, fra cd e vecchie carabattole, c’era una scatolina sporca e sgualcita negli angoli, sembrava da scarpe, macchiata con quello che, a tutti gli effetti era del buon lucido nero.
Aperta la scatola,dentro, vedo un’ altra scatola, stavolta piu’ piccola, di particolare fattura, rossa di pelle e trapuntata di lavorazione. Sopra un piccolo marchio di carte, sembrava una scatolina da poker, solo che, non ne avevo mai viste con la chiave.
Frugo un po’ in giro e trovo la chiave, sono sinceramente eccitato, curioso. Una scatola cosi’ carina, se chiusa, qualcosa doveva contenere.
L’ho aperta e riaperta.
Ho riaperto un mondo.
E’ come quando, dopo anni, rivedi la tua prima fidanzata, certo, fai l’uomo, ma sotto sotto qualcosa senti; Si, l’emozione e’ simile, ti si scaldano le guance e gli occhi si abbassano da soli. E’ bello ricordare cosa hai fatto per tempo e da tempo, tanto tempo.
Dentro c’erano delle taschine in plastica, ormai ingiallite e sgualcite, con delle monete, anzi, no, dei bel monetoni, perche’ era cosi’ che li chiamavo! Papa’ mi dice che li chiamavo i monetoni antichi. Aprendo la scatola sono tornato indietro. Un attimo e’ sembrato durare come un sogno e mi sono ricordato di tante cose, tante tante;
– I momenti passati con papa’ quando ero piu’ piccolo, mentre giravamo per mercatini in cerca dell’affare, o, come dice lui, eravamo a ”caccia”.
In quei momenti ero davvero felice, ricordo che non perdevo la vista di un solo banco e guardavo le mani dei commercianti. Spesso le mani facevano capire tanto. Se un signore aveva le mani pulite, non callose, unghie fini e orologio buono, era un commerciante esperto, quello era il suo lavoro, l’affare non l’avresti fatto mai, o, al limite lo avresti fatto fare a lui. La caccia non era questo. Per cacciare dovevi trovare quelli con le mani grandi, logore di lavoro, con unghie scheggiate e, perche’ no, anche un po’ sporche. Di quelle laboriose che, in cerca di spazio e soldi, ribaltan cantine e credenze, bauli e soffitte. Erano quelli, i mercanti arrangiati, da cacciare.
Una volta identificato il giusto banco, c’era un altra selezione, spesso piu’ importante e difficile della prima, era qui’ che babbo dava manforte.
La seconda caccia era proibitiva alla mia tacita esperienza. Qui’ entrava in ballo babbo.
C’era da riconoscere gli oggetti.
L’identificazione veniva fatta alla ”zitta”. Non si doveva chiedere al mercante cosa fosse un oggetto, dovevamo dare l’idea di sapere, esattamente, cosa fosse.
Mai prendere, infatti, qualcosa che non sai cosa sia. I soldi non si buttano.
C’era da stabilire una differenza fra i vari oggetti.
Lui ha sempre detto e, tutt’ora sostiene, nel giusto, che gli oggetti si differenziano in due categorie.
Gli oggetti vecchi, da isolare, buttare via ed eliminare e, gli oggetti antichi.
Si, c’e’ differenza. La differenza e’ che, una sedia vecchia, non si ripara, non si lascia in casa, si deve buttare. Una antica, la puoi restaurare, valorizzare e puoi investirci voglia e tempo per farla tornare come era.
Gli oggetti ”vecchi” erano identificati come un qualcosa da buttare, quindi, mentre quelli ”antichi” ,erano un po’ quel tesoro nascosto che cercavamo.
Tutto poteva essere ”antico”, da una lampada a olio ad una cassettina di legno. Bastava capire, con esperienza e pazienza, la differenza. Mica uno scherzo.
Un ragazzino che cerca un tesoro impazzisce quando suo padre compra qualcosa che lui stesso ha indicato. Ve lo immaginate? Ho trovato un tesoro e mio padre lo ha comprato confermandomelo.
Una volta comprammo un cipollone. Almeno, cosi’ papa’ lo chiamava. Io so’ solo che era un orologio da taschino, o come dicevo io, un orologio da film. C’erano sempre questi orologi, infatti, nei vecchi film di sparatorie.
Arrivati a casa ho voluto mettere subito il nostro nuovo tesoro a posto, nella cassettiera. Babbo mi ha detto, pero’ che gli oggetti di cosi’ tanto valore, dovevano stare in altri posti e mi ha giudato ad un armadietto, in legno, nel suo studio.
Aperta la porta ho visto un libretto verde e rosso. Non era polveroso, si vede che babbo lo usava e lo teneva di conto come le cose sante.
Dentro c’erano delle strane monete, di figure, mai viste, no no, mai viste ne usate. Lo sfogliai. Che belle! .
a mia curiosita’, unita allo spirito di osservazione che papa’ mi aveva insegnato, fece cadere, il mio rapace occhietto, su delle croci. Strane e tutte uguali, fatte a penna.
Io scrivevo sempre a lapis, cosi’ se sbagliavo cancellavo, ma se babbo usa la penna e’ sicuro di quello che fa’.
Corsi da lui.
Mi disse che erano monete antiche, non vecchie, mi disse che le raccoglieva e le metteva da parte. Ma per farlo bene, aveva usato un libro dove appuntava, con delle ”X” quelle che erano gia’ in suo possesso.
Quella e’ stata la prima volta che ho visto una mancolista.
Mi venne da chiedere, se, potessimo cacciare quelle mancanti. Lui sorrise. Un nuovo me, era nato.
Ho passato una settimana a studiarmi il libro, per ricordare quelle che, ancora, babbo non aveva.
Il primo mercatino fu’ deludente e rabbioso. Non ricordavo, pressoche’, nulla. Era come a scuola, quando ti blocchi davanti al professore e non sai dire nulla.
Non ricordavo nulla.
E’ qui’ che il mio genio, ebbe un piccolo lampo.
Visto che i libri sono sacri e non possono venire con noi, mi bastera’ ricopiare la monete che papa’ aveva, su un bel quadernone, che portandolo con noi, mi assicurera’ di non sbagliare.
Mi basta scrivere quello che gia’ abbiamo! Il resto e’ fatto.
E’ stata dura e ho dovuto chiedere una mano a Edo, mio fratello, per farmi fare i disegni sul quaderno, di alcune monete, difficili da ricordare e disegnare. Ma alla fine cel’ho fatta.
Al primo mercatino, fu’ un successo! Ci accostammo al primo commerciante con una ciotola e, seduto su una panca, mi sbirciai tutto.
Feci finta di non essere interessato, fingendo di vederle appena, ma, in relata’, le guardai. C’e’ differenza fra vedere e guardare.
Il mercante mi indico’ una moneta che, nella mia lista o, come disse lui, nella mia ”mancolista” non era descritta.
Era una moneta da una lira, con una ”nonnina a sedere”. Ci mancava, babbo la prese.
Ero davvero gasato, soddisfatto e pieno di me.
L’ho fatta a tutti! A casa vidi che il valore era piu’ alto di quello che era costata!!! Il catalogo diceva cosi’.
Avevo trovato la mia prima moneta antica, tutto da me. Io e la mia mancolista!
Il vero stupore, poi, e’ venuto fuori quando babbo, a casa, mi ha detto, vai a metterla a posto, nell’armadio, di sinistra.
Aperta una porta.
Aperto un mondo.
C’erano le monete segnate dalle crocette! .
C’erano dei cataloghini di bolaffi, quelli che venivano mandati ai clienti per promuovere monete e francobolli.
I mercatini si susseguirono, fino a che, un po’ cresciuto, ho iniziato a correr dietro alle donne.
Quei momenti e, sopratutto, quelle sensazioni, sono tornate in me, con me.
Spesso una cosa che hai, si, vissuto, ma non rivissuto da tempo, ti fa’ scordare il suo sapore, seppur, forte.
La scatola rossa era solo un scatolina, bella, ma una scatolina.
Dentro, insieme al suo odore di antico, si e’ aperta la visione di alcune monete, anzi, dei monetoni comprati con babbo.
Si, erano dei veri monetoni, ricordo che quando li presi non mi stavano in mano.
Dovetti rovistare per tirarle fuori, anni fa’, con babbo.
Gia’…
Con babbo….
Mi alzai, e andai da lui, che, sorridendo ai monetoni, mi disse;
– ”Ti ricordi? Questi li abbiamo comprati insieme ”
– ”Si, come non potrei ricordare”, risposi di sorriso.
– ”Ma le hai trovate su’, di sopra, negli scatoloni? Queste e? Mi sembra ce ne siano altre, ne comprammo tante insieme, ricordi? ”.
Questa fu’ la sfida che mi lancio’. Si, era una sfida. Il suo sguardo mi chiedeva che le trovassi, le riscoprissi, rivangare il passato non e’, a volte brutto. Sentivo caldo alle guance. Sudavo nelle mani. La caccia era ripartita. Passarono secondi in una vita ed una vita di secondi. I ricordi tornarono in me, mentre scavano negli scatoloni. Scatoline di banconote, di monete, di tutte le zone, di tutti gli anni, di ogni materiale, valore e tipo, affiorarono ai miei occhi come parti di una storia, la mia, e di una passione, la nostra, della caccia.
Non era come prima, non c’era l’appagamento. Anche perche’ il catalogo che, di fianco mi guardava, non voleva parlare e, dentro di se, solo tante crocette in mezzo ad inutili numeri, vomitati li’ a casaccio. O no?
E’ qui’ che mi son posto un domanda.
Ma, che monete sono, di dove vengono, il catalogo cosa mi spiega? Se han fatto un catalogo per queste, cose vuol dire che qualcosa valgono, sono antiche.
La prima cosa che feci e’ farle vedere a lui, babbo.
Le vedemmo, insieme, tutte.
Prese in mano una moneta, consumata, bella che piu’ non si poteva. Era in argento, comprata da un commerciante professionista.
” La pagai tanto, come da catalogo era indicato, ma mi piaceva e ci mancava.” Disse lui, fiero.
La moneta era bella, di bella fattura, vissuta e fiera. Parlava di una storia che non avevo vissuto ma che potevo vedere, toccare.
Se una, cosi’ piccola, moneta, era cosi’ grande, cosa potevo dire e cosa avrebbero potuto dirmi i monetoni?
La prima cosa che feci e’ andare su internet.
Passo’ poco tempo per fra l’inizio della ricerca e la fine.
Avevo delle monete che, potevano esser un tesoro.
Un sito si distinse per partecipazione rispetto agli altri, la popolosa gente che c’era, non solo rispondeva alle domande, ma lo faceva con il sorriso.. Merce rara per chi, come me, non era stato abituato a sognare. Nessuno fa’ nulla per nulla. Ma, in questo caso, non avevo capito che lo si faceva, per passione.
Feci due foto dopo un po’ di giorni che giravo sul forum, anonimo e silenzioso, infatti girovagavo per i vari post, cercando di capirci qualcosa;
– Questa e’ vera,
– Questa e’ falsa,
– E’ una vile riproduzione,
– Il cassetto del nonno, non vuol significare che la moneta e’ genuina,
– Non sono monete che trovi in giro cosi, a casaccio..
Questi sono i commenti che leggevo e che, ogni giorni traspiravano dai vari post.
Passarono giorni prima che mi decidessi di postare una moneta anche io. Era un po’ la curiosita’, mista alla paura, a fermarmi. Forse le monetone non erano cosi’, ”antiche” ?
– ”Ma dai, cosa ho da perdere…” mi dissi, ridendomi addosso. Forse era la paura di perdere qualcosa che mi ostinavo a tener di conto come un prezioso ricordo.
Le guance scaldavano il mio silenzio, ho passato una buona mezz’ora sul tasto invia messaggio, che era pesante, ma cosi’ pesante da essere duro da schiacciare.
Click. Andato.
Buona notte, mi dissi.
Domani guardo cosa mi rispondono e, se mi rispondono.
Quel solito giorno, aprii il forum 5 o 6 volte per vedere le risposte, che, tardavano ad arrivare come una donna al primo incontro. Il caldo che avevo, pesante, era molto simile ad un appuntamento.
Arrivo’ un post, di un utente storico del forum, che mi stronco’, netto.
Erano false. Tutte. Stop. Non c’era ma, non c’era se. Mi fu’ detto che eran ”Pat-H” . Io ancora ci rido quando lo vedo scritto sul forum.
Un utente mi scrisse che, erano false ma che potevano servirmi.
Mi arrivo’ un messaggio privato, sul forum. Dove una faccina sorridente mi scriveva di cercare di capire, come mai erano false, di investigare e capire dove erano differenti.
Lo feci.
Davvero.
Dovetti comprare un calibro, un catalogo nuovo ed aggiornato, una bilancina al centesimo di grammo. Armato di tempo e precisione, voglia e pazienza, lo feci.
Passai due giorni a capire di cosa stessi parlando. I dati vennero fuori, chiari e appaganti.
Come anni fa’, presi in mano un piccolo schedario, ci inserii le monete e le catalogai.
Avevano ragione, non valevano i soldi che credevo.
Ma, in fin dei conti, avevo sempre caldo, e non potevo chiudere la porta dello studio.
Pensavo.
Mio padre, passando da li’ mi chiese:
” Che fai, reggi la porta? Mica cade e’ ”
Lo guardai, mi usci’ una frase, piccola, stretta;
– ” Sono false, tutte ”
E lui;
” Ok, ma non ti vedo affranto, anzi… ”
Le monete, anche se non antiche, erano mie e di babbo, erano il nostro tesoro, erano la nostra caccia. Nostra. Noi due. Lo capii, subito.
Mi sorrisi.
Il caldo scemo’, chiusi la porta e andai a preparare qualcosa da metter sotto i denti.
Mi sentivo bene, ormai era successo. Era fatta.
La ”Malattia” era in me.
Da quel momento ho iniziato a seguire sempre piu’ il forum, a cercare di informarmi e di capire cosa fossero le monete, non solo quanto valessero, da dove venissero. Diciamo che ho cercato di raffinare la ”Caccia”.
Poco dopo ho scoperto che la mia citta’, Siena, e’ stata grande battitrice di moneta. Con le monete si parla di numerose storie, leggende e guerre disputate.
Ho iniziato a guardare la citta’ ed i paesi circostanti con aria diversa.
Anche le mura della citta’, ora, sembravano antiche e non piu’ vecchie. Portavano con se, infatti, la polvere di storia che cercavo. Spesso la storia si apre davanti a chi non vuol esser cieco. E lo sono stato a lungo.
Comprando e leggendo testi di ogni genere, sempre in ambito Senese, ho iniziato a capire da dove la citta’ venisse, come si e’ evolta nel tempo, come mai, ancora oggi, certe usanze restano vive.
Da questo punto, all’acquisto della mia prima moneta Senese, il passo e’ stato breve. La mia numero 1°. Una moneta non rara, piena di croste verde e tante cose da raccontarmi.
Dopo aver fatto 4 interventi di restauro per deturpare quella corrosione, ora mi guarda li’, fiera delle sue storia che mi fa’ sognare.
Ho comprato la seconda.
Con quella in mano sono andato nella mia citta’ e fiero, l’ho mostrata a quella parte di mura che piu’ la rispecchiavano, sentendo d’immaginazione, quello che avrebbe voluto dirmi. Con guance calde e mani sudate son tornato a casa. I giorni sono passati e le monete sono arrivate, ancora, fiere.
Piu’ passano i giorni, piu’ sei cannibale.
Basta anche un veloce consulto sul forum, a volte, per saziare modesto, la voglia di monete che arde in me, di storia e storie.
Il forum, con i Suoi utenti, poi, mi ha colpito ancora. Ho iniziato a leggere ed informarmi piu’ forte. Monete del Regno d’Italia di donde veniva nonno, della Repubblica, dell’epoca mie e di babbo. Leggo di quelle Preunitarie, sto’ curiosando fra le Romane, nobili quanto le sorti degli imperatori che la accompagnano, e poi, chissa’ dove capitero’ ancora.
Il sogno non lo dico, non ho solo un sogno numismatico. Diciamo che un sogno, in questa passione, e’ un limite, che in questo momento non mi voglio fissare.
Un obbiettivo, ecco, possiamo chiamarlo cosi’, e’ l’ientificazione di una armetta Senese, tutt’oggi sconosciuta.
Ho avuto alcuni flash sulla possibile provenienza. Mi sto’ informando, ma piu’ che scavo, e piu’ trovo terreno fertile, vasto, ma sordo. E’ difficile pensare a come poter venire fuori da una situazione simile, sopratutto quando un ragazzo va’ in giro a dire che vuole identificare una moneta di 700 anni fa’.
Ma il progetto c’e’, sta’ andando avanti e… questa e’ un’altra storia.
Grazie per l’occasione che ho avuto a scrivere queste righe, ringrazio chi le leggera’, magari sorridendo e, sopratutto, grazie a ”Quelli del Cordusio” che danno a tutti la possibilita’, reale, di esprimersi, spingendo spesso i giovani, oltre a dove credono di saper arrivare.
” Crescit Amor Nummi, Quantum Ipsa Pecunia Crevit ”
Tutte le sere, prima di andar incontro a Morfeo, lo ripeto.
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Ottavo testo
Nome del’autore momentaneamente oscurato
Non è mai semplice parlare di una passione. Si tratta di una cosa intima. Di quelle che spesso non sai come sono nate. Perché passione è emozione. Puoi sentirla, averla dalla nascita o meno, ma non ha mai un giorno. Non hai una data per farne una ricorrenza sul calendario, eppure è sempre con te e ti dona quotidiane gioie. Più facile allora descrivere i luoghi dei ricordi.
Il mio è un luogo del cuore. Non sempre pieno di luce, anzi. Lo studio di mio nonno era spesso in penombra. La luce distrae, perciò ne bastava poca per concentrarsi. La stanza era grande ed io ci passavo volentieri i miei pomeriggi, insieme a lui. Immancabile troneggiava dietro la sua scrivania a prendere appunti con la stilografica. Io preferivo il tappeto ed una gamba del tavolo per appoggiare la schiena. I libri sono da sempre stati miei cari compagni di gioco. Ma un giorno non furono più i soli.
Si mosse, come sempre, i gesti erano gli stessi. Dalla scrivania attraversò la stanza per arrivare alla libreria. Scostò la giacca per prendere dal gilet la chiave dell’anta. Stavolta non era la solita. La curiosità è donna ma soprattutto bambino, allora lo seguii con lo sguardo.
Diverse volte avevo visto quella cassetta in noce. Mai mi ero posto il problema di cosa contenesse. Fra centinaia di libri pensavo ci fossero carte private, ricordi fra ricordi.
Tirò fuori la cassetta dall’anta e la pose sulla scrivania.
Nel frattempo ero già in piedi. Era il mio momento, non lo sapevo ma lo sentivo. Si sedette e mi chiese di mettermi accanto a lui. Seppur affabile e scherzoso, non è mai stato di grandi parole. Il suo ed il mio era un impegno, mi disse. Non capivo ma restai in silenzio. Custodire ricordi della propria famiglia è un grande impegno, aggiunse. Ancora di più lo è custodire i ricordi della nostra storia. L’emozione non fu forte all’inizio. Non si comprende a pieno e subito l’importanza di una collezione. Sembrava il forziere di uno dei tanti pirati che coloravano le pagine dei fumetti, ma già sentivo il profumo di un amore. Un amore di cui mio nonno si era fatto custode e che sapeva già non appartenergli. Forse non gli era mai appartenuto.
Spesso immagino che, a sua volta, le abbia ricevute con lo stesso rito. Con gli stessi gesti carichi di impegno e responsabilità.
Tutti abbiamo un motto nella vita, una frase ricorrente che ci piace usare per far luce a molte cose che non comprendiamo. La mia è quella incisa a forza nella prima moneta che presi. “Previdenza dell’ottimo principe”, un motto che necessariamente si lega al compito premuroso del custode di emozioni. Un compito silenzioso e nascosto, come il motto sul taglio delle monete borboniche. Un compito che si porta avanti con passione ed impegno, nella penombra di uno studio, ma che vede affacciarsi il mondo ogni volta che sfiora una moneta.
Mi ha visto in silenzio al suo posto, dietro la scrivania, rigirare le monete ad una ad una.
Mi ha visto leggere di numismatica, studiare di numismatica. Catalogare con pochi mezzi e tanto entusiasmo. L’ho riordinata quella collezione. L’ho amata e la amo, con lo stesso amore che i miei antenati vi hanno infuso. Ho ritagliato e scritto i cartellini ad uno ad uno con la calligrafia delle grandi occasioni. L’ho ampliata con criteri nuovi, non più la mera ricerca del bello, del selettivo unicum, ma con la scientificità della numismatica. Con la ricerca della completezza.
Sono trascorsi quattordici anni. Lui non c’è più. Ma spero, dal più profondo del mio cuore, che oggi sarebbe fiero di ciò che ho fatto e delle nuove strade che ho iniziato ad intraprendere.
Che sarebbe orgoglioso di ciò che scrivo e di ciò che racconto parlando di numismatica.
Avrei tanto desiderato scorgerti fra la folla di quella sala piena. Parlare non solo di medaglie, della nostra terra e dei nostri uomini dimenticati. Ma anche di te, del bene che mi hai voluto e della grande passione che mi hai lasciato.
Dedicato a Marco
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Nono testo
Nome del’autore momentaneamente oscurato
“L’Historia si può veramente deffinire una guerra illustre contro il Tempo, perché togliendoli di mano gl’anni suoi prigionieri, anzi già fatti cadaueri, li richiama in vita, li passa in rassegna, e li schiera di nuovo in battaglia. […]”
Con queste parole si apre uno dei capolavori assoluti della letteratura italiana, I Promessi Sposi, di Alessandro Manzoni, il quale, utilizzando un espediente, finge di aver trovato, per caso, un manoscritto seicentesco di cui ne trascrive la prima parte.
Anche per me l’avventura numismatica è iniziata in questo modo, ovvero, per così dire, a causa di uno “scherzo” del destino, o per chi non vi crede, per un gioco del caso e la Storia, la creatura prediletta della Musa Clio, ebbe un ruolo da protagonista nel determinarlo.
Ero, allora, uno studente delle elementari di nove anni e tra le materie preferite vi era per l’appunto, lo studio degli avvenimenti del passato, complice mio nonno che mi raccontava della sua infanzia, trascorsa in un passato che per me suonava come qualcosa di remoto e sconosciuto e per questo, ricco di fascino: il mondo e l’Italia, organizzata in Regno, in particolare, infatti, allora erano profondamente diversi da quelli che conoscevo.
In particolare, nel periodo in cui mi avvicinai alle monete, stavo studiando il Risorgimento, quel periodo storico in cui il Regno di Sardegna e il suo Re, Vittorio Emanuele II, con l’aiuto indispensabile di Cavour e della Francia, annettendo i territori governati dagli stati preunitari, diedero origine al Regno d’Italia: sul Sussidiario campeggiava un ritratto del primo Re d’Italia, con i suoi lunghi baffi e la barba, in divisa da generale e che, per sottolineare la continuità con il passato, rifiutò di cambiare il numerale, rimanendo “secondo”.
Affascinato dalla storia di quel periodo e di quel Re, ne parlai con mio nonno, il quale prese una scatola dove era accuratamente riposta una decina di monete: tra queste, ancora prima che mi venisse mostrata in mano, mi colpì una grande moneta d’argento sulla quale campeggiava su una faccia un grande stemma -di rosso alla croce d’argento-che poi venni a sapere che era quello di Savoia e dall’altra il ritratto di Vittorio Emanuele II, riconoscibilissimo, seppur di profilo. Abituato come ero alle monete repubblicane, piccole e di metallo povero, rimasi stupito del fatto che, ancorché nel passato, potessero aver circolato nelle tasche degli italiani delle monete di quelle dimensioni, e per giunta d’argento (allora non conoscevo la legge di Gresham, ma questa è un’altra storia!).
Oltre allo scudo, erano presenti, tra le altre, una moneta da 5 lire aquilino, regalo di una zia a mio nonno e qualche altra lira d’argento dei primi due sovrani d’Italia, Vittorio Emanuele II e Umberto I; non mancavano, inoltre, gli spezzati in rame, bronzital e acmonital che, a dire il vero, risultavano meno appariscenti. Si trattava, quindi, di un piccolo nucleo omogeneo di pezzi del Regno raccolti, dalle serie circolanti o come donativo di parenti, da mio nonno in giovane età, senza, comunque, nessun progetto (che distingue, a mio parere, chi colleziona da chi semplicemente raccoglie monete).
Il primo contatto con le monete non circolanti, quindi fuori corso, fu, come si può osservare a posteriori, assai superficiale, basato principalmente sull’estetica, ovvero sull’appagamento dell’occhio alla vista delle monete, cosa che, comunque, permane tutt’ora seppur siano maturati ed affinati i parametri con cui valutare la bellezza delle monete.
Visto l’interesse che mostrai per le monete, poco tempo dopo, in occasione dell’acquisto di un regalo per la cresima, mio nonno mi portò in un negozio di numismatica. Ricordo ancora il “profumo” di antico che vi si respirava, mentre guardavo meravigliato, nel mentre in cui la proprietaria del negozio apriva la cassaforte, le vetrine interne piene di monete e medaglie di numerosi paesi del mondo. Mi furono messi davanti un paio di vassoi di monete del Regno e qualche album che presi subito a sfogliare e risfogliare (ed in questo non è cambiato molto: l’indecisione prima dell’acquisto di una moneta è la regola!), mentre la mia attenzione ricadeva ogni volta, vieppiù, su un’altra moneta di grande modulo, il 5 lire di Umberto I del 1879. Dopo una buona mezz’ora di attenta analisi dei pezzi, la mia scelta fu proprio questo nominale che costituì la numero uno della mia raccolta, la moneta verso la quale sono più legato, il primo tassello di quel progetto alla base del quale vengono tessuti la trama e l’ordito delle collezioni. La gentile signora, vedendo la mia passione mi regalò, inoltre, un catalogo-prezziario di monete che, neanche a dirlo, fu il mio fedele compagno per i numerosi giorni a seguire.
Gli anni passarono e la collezione aumentò: ad ogni ricorrenza ed occasione propizia mi recavo puntualmente al negozio per comprare una moneta; si palesava, quindi, già allora, quello che è, a mio parere, un altro aspetto importante del collezionismo, ovvero il ricordo che ci lega agli oggetti che collezioniamo: ciascuna moneta, rimanda a un’occasione, una persona o, anche semplicemente, allo stato d’animo del momento dell’acquisto.
Sempre il caso volle che, nel dicembre del 2002, passando nei pressi di un’edicola, vidi un giornale con in bella mostra delle monete (erano disegnate ma la forma circolare non inganna) con sullo sfondo la cupola di San Pietro. Mi fermai e lessi il titolo: Cronaca Numismatica. Era incredibile, ai miei occhi, che esistesse un giornale dedicato alla mia passione, che pareva aver contagiato solo me e nessun altro che io conoscessi. La acquistai senza pensarci troppo su e, impaziente, tornai a casa per sfogliarla.
Il susseguirsi delle uscite di questo mensile, sulle cui pagine si esercitava la mirabile penna dell’allora Direttore, Mario Traina operò una piccola rivoluzione copernicana sul mio modo di vedere e di intendere la numismatica e il suo oggetto principale di studio: l’attenzione si spostò da me, in quanto persona che sceglie, acquista e studia le monete, alle monete stesse.
In primo luogo, da colui che non esito a definire il mio Maestro di Numismatica, di cui, però, non ho mai avuto il piacere di fare la conoscenza, appresi che le monete oltre ad essere dei tondelli di metallo in grado di rispondere alle esigenze per così dire estetiche, hanno un lato storico (che fino ad allora avevo solo intravisto, ma non compreso in pieno nelle potenzialità), ovvero delle piccole opere d’arte, testimoni del volgere dei secoli (come appariva nel motto del suo ex libris); perfettamente rispondenti a questa visione sono le parole di Cassiodoro che ammoniva così Odoacre:” Monetamque facis de nostris temporibus futura specula commonere” ovvero “ Fa’ che la moneta sia da monito e ricordo dei nostri tempi ai secoli futuri”. In altre parole, le monete parlano un loro linguaggio che è comprensibile solo a chi si pone in religiosa attenzione. Ovviamente, occorre comprendere la sintassi e il lessico di questo linguaggio e per fare ciò occorreva approfondire numerose materie tra cui, sicuramente, un posto di rilievo occupa la conoscenza del passato; in particolare la storia e la numismatica sono legate da un vincolo indissolubile e reciproco: la prima permette di conoscere il contesto e gli avvenimenti in cui sono nate le monete e queste ultime rappresentano una testimonianza, che consente lo studio della storia stessa. Oltre a questa disciplina, l’approfondimento doveva rivolgersi anche alla geografia, ma all’araldica, all’economia, alle conoscenze di natura tecnica riguardante il procedimento di fabbricazione delle monete e allo studio dei falsi d’epoca.
Accanto a questa presa di coscienza, e intimamente collegata ad essa, vi fu la considerazione dell’importanza della bibliografia numismatica, ovvero dei libri, che appunto consentono l’approfondimento richiesto. Nasce in questo modo, con buona pace dello spazio di casa, l’altra mia grande passione, ovvero i libri di numismatica (questi ultimo, a dire il vero, presentano in comune con le monete la loro capacità di trasmettere conoscenza, da una generazione all’altra).
Ovviamente, questo processo non fu così lineare in quanto i libri di numismatica sono a bassa tiratura, quindi difficili da reperire, soprattutto in una città piccola come la mia e non propriamente alla portata delle tasche di un giovane, salvo talune rare eccezioni, e, poiché sottraevano risorse alle monete, tale decisione fu ben meditata.
Un’altra tappa fondamentale del mio “cursus honorum” numismatico è stata sicuramente l’approdo al porto di La moneta.it: fino ad allora il mio rapporto con gli altri collezionisti era stato del tutto assente, configurandosi la numismatica come un hobby del prettamente solitario.
Era il 31 dicembre del 2009, l’ultimo del primo decennio del secondo millennio, quando per caso trovai questo sito, effettuando una ricerca su internet: fino ad allora, sinceramente, ero sempre stato diffidente riguardo la rete, in quanto, si tratta, comunque, di un grande contenitore di informazioni, senza nessun controllo di qualità delle stesse. Dopo le prime difficoltà logistiche nell’uso del forum, capii presto, tuttavia, di trovarmi di fronte a una comunità di appassionati con cui condividere informazioni e consigli numismatici, insomma, con cui parlare di monete, vicariando, seppur in maniera imperfetta, in quanto solo virtualmente, la funzione dei circoli numismatici che, purtroppo, non ho mai avuto il piacere di frequentare.
L’altra funzione fondamentale del forum è stata quella di farmi comprendere che la strada che avevo intrapreso era quella giusta, in quanto il confronto con utenti esperti fece da sprone ad ampliare le conoscenze.
Peraltro, non è da sottovalutare che, con l’accesso al forum mi è stata data la possibilità di venire a conoscenza di altre monetazioni a cui in seguito mi sono appassionato e, in particolare, quella più antica, come quella medievale, che, magari, a una prima, frettolosa occhiata può sembrare meno affascinante perché meno appariscente; raramente, infatti, questi tipi monetari rappresentano il primo approccio al collezionismo, ed è un peccato, in quanto a interesse storico, non temono confronti.
Ed è proprio, infine, grazie la forum, e, in particolare per l’interessamento di un suo utente che ho conosciuto la Società Numismatica Italiana, fondata nel 1892 e di cui hanno fatto parte, fin dall’inizio, i più grandi numismatici italiani.
Per ultimo, ma non per ordine di importanza, l’aspetto umano del forum: ho potuto, infatti, conoscere direttamente delle grandi persone, che valeva la pena veramente di incontrare (e qui mi fermo perché non vorrei essere tacciato di piaggeria, in quanto è la pura verità).
Attualmente, cerco di proseguire il cammino intrapreso, conciliando l’aspetto collezionistico con quello di studio: in particolare le mie attenzioni si sono rivolte alle imitazioni, contraffazioni e ai ritrovamenti monetari in quanto strumenti di primaria conoscenza insieme ai documenti ufficiali dell’epoca che stabiliscono le battiture e il corso delle monete,delle aree monetarie che garantiscono un approfondimento sulla circolazione dei nummi e quindi una visione, per così dire orizzontale, in quanto emergono i rapporti tra i vari sistemi monetari e degli stati che li hanno emessi: è un cammino tutto in salita, in quanto non esistono pubblicazioni sistematiche e i documenti d’epoca sono molto difficili da consultare, comunque, la pazienza non mi manca e spero, prima o poi di venirne a capo!
In conclusione, quindi, la numismatica, come molti altri tipi di collezionismo, rappresenta per me un valido passatempo (non molto economico, a dir la verità, ma la perfezione non è di questo mondo), in quanto permette di soddisfare quel desiderio di conoscere che connota la natura umana, facendomi venire in contatto diretto con la storia e i suoi protagonisti ovvero gli uomini del passato nelle cui mani sono transitate le monete.
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Decimo partecipante
Nome del’autore momentaneamente oscurato
Eccomi qui ragazzi… abbandoniamo un attimo i compiti e dedichiamoci a questa bella iniziativa..
La mia passione per le monete è iniziata fin da piccolo, la prima moneta che misi in collezione fu 1 Lira Cornucopia del 1954 regalatami da mio nonno assieme ad un 20 Centesimi Impero.. monete che per me erano vecchissime, e che guardavo con stupore pensando che gente prima di me le aveva toccate, le aveva spese e che ora si trovavano in mano a me, un giovane appassionato. Erano come un piccolo tesoro!
La passione ogni giorno era sempre maggiore, parlavo solo di quello in casa, i miei genitori credevo mi avessero sfrattato prima o poi, e ad ogni persona che conoscevo chiedevo se avessero delle monete per la mia collezione. Un giorno trovai una moneta in spiaggia, un falso di una moneta Americana, un 10 dollari Liberty se non sbaglio e la passione schizzò alle stelle, ero felicissimo anche se era un falso. Da lì iniziai a frequentare mercatini dell’antiquariato per avere nuove monete in collezione.. ed eccomi qui.
Ora, dopo aver collezionato di tutto..dai francobolli, alle borracce, agli autografi, alle figurine..colleziono monete del Regno d’Italia, della Repubblica e vorrei iniziare una piccola collezione di monete medievali.. Ogni giorno le guardo, le tocco e immagino la loro storia, proprio come facevo anni fa con l’espressione di un bambino che voleva scoprire la ‘vita’ di quel tondello metallico.
Mi immagino il martello che picchia sulla pila e sul torsello ed imprime i caratteri alla moneta, mi immagino la fatica del coniatore, mi immagino quella moneta che esce dall’officina e finisce nelle mani dei civili, i mercanti che l’hanno utilizzata per chissà quanti scambi, i posti in cui è stata, le esclamazioni di chi l’ha ricevuta, dove è stata trovata, chi l’ha toccata e come è arrivata a me.. insomma, mi faccio spesso e volentieri viaggi mentali per ritornare almeno con la mente al passato, al tempo della moneta che ho in mano.
Vado per i 17 e devo dire che di questa passione non me ne sono mai vergognato, e mai lo farò. Inoltre, piuttosto che spendere soldi in alcolici, in sostanze stupefacenti, in vestiti firmati o quant’altro, preferisco comprare una bella moneta che arricchisca la mia collezione.
Spero di non avervi annoiato con la mia storia;
Nome autore
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Undicesimo testo
Nome del’autore momentaneamente oscurato
La mia storia con la numismatica inizia ormai diversi anni fa, nell’estate del 2009, con un episodio che forse accomuna tanti appassionati: il ritrovamento di vecchie monete in soffitta. Un piccolo album di vecchie lire, repubblicane e risalenti al periodo del regno, e di svariate monete da tutto il mondo . Agli occhi di un ragazzino quei tondelli sono stati oggetto di tanta curiosità e non solo! Ho riscritto le descrizioni, ho modificato l’ordine, le ho tenute in mano così tante volte. E, da bambino, qualsiasi cosa diventa un gioco, e quindi le monete avevano un nome, una storia, una personalità. Su di loro governava l’austero profilo di Vittorio Emanuele II in un consumato scudo d’argento, di gran lunga la mia monete preferita tra le tante. Dai giochi infantili la mia passione numismatica è sempre cresciuta, ed importante è stato l’approdo al forum lamoneta.it dove ho scoperto ed imparato così tante cose. Ho iniziato ad interessarmi di euro, e poi ho continuato con il Regno d’Italia e la Repubblica. Ho appreso i termini tecnici e specifici, e comprato del libri di base. Un altro passo fondamentale è stato conoscere il Circolo dei Giovani Numismatici (CGN), che più che un’associazione è un gruppo di amici. E mentre crescevo ‘numismaticamente’ crescevano le amicizie che hanno sempre accompagnato la mia passione, eravamo tutti ragazzi e abbiamo sempre trovato il modo di vederci, da una parte all’altra dell’Italia, per un Veronafil o semplicemente per il piacere di stare insieme. L’ultimo grande passo è stato il passaggio alle monete medievali. Per un amante della monetazione del regno, in particolare del ‘Re numismatico’ l’approccio fu quasi scioccante. Precise datazioni erano sostituite da ipotesi che variavano tra loro anche considerevolmente, dettagliati resoconti di zecca da trattati di metrica da interpretare, e tirature certe da ricostruzioni di circolazione sulla base dei ritrovamenti archeologici. Non solo, nuove varianti venivano scoperte continuamente e spesso trovavano spazio ampi dibattiti sull’attribuzione di una moneta ad un re piuttosto che ad un altro, ragionamenti impensabili per un cultore di monete moderne, dove molte informazioni sono chiaramente e precisamente dettagliate nel tondello. Scoperto ciò, non potevo non innamorarmi della monetazione medievale. E’ una scoperta continua, un infinito apprendere, una scienza dove il minimo particolare è degno di nota, perché può fare la differenza.
Questa è la storia della nascita della mia passione, non ho mai trovato delle difficoltà, anzi, la numismatica è sempre stato un momento di svago, di scoperta e di crescita. Grazie a lei ho riscoperto il valore della storia e stretto amicizie e collaborazioni. Un grazie è d’obbligo al forum, al circolo e ai miei amici.
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Dodicesimo testo
Nome del’autore momentaneamente oscurato
Spesso si tenta di imitare le orme dei genitori: quando uno di essi ha qualche passione particolare si cerca con curiosità di capirne di più, di vedere cosa attrae così tanto quella persona vicina a noi.
Mio padre colleziona francobolli.
Da piccolo gli andavo vicino quando, sdraiato a pancia in giù sul lettone, poggiava il raccoglitore a terra, sul tappeto, e si metteva a sfogliarlo. Non si chiudeva in uno studio a coltivare gelosamente la sua passione: era lì, pronto a dirti tutto, qualsiasi cosa, dal dove aveva comprato quel francobollo, al perché era stato emesso, cosa commemorava; ogni tanto intervallava anche termini tecnici, parlando di dentellatura, linguella: ti faceva partecipe e ti insegnava. Un insegnante paziente. Bastava stargli intorno.
Giorno dopo giorno crescevo con lui e i suoi francobolli. Ma non erano soli, c’era dell’altro. un collezionista spazia e raccoglie anche altri oggetti che che lo colpiscono particolarmente, ha in sé uno spirito che lo porta ad accumulare oggetti belli e significativi, con una storia particolare.
In una scatola di latta c’era anche qualche moneta. In un sacchettino di velluto blu si trovavano alcuni 10 franchi francesi, messi da parte durante il viaggio di nozze. Ogni tanto ricompariva, tra le mani del babbo o della mamma, quel sacchetto e qualche altra moneta; più raramente rispetto ai raccoglitori dei francobolli.
Probabilmente è stata quella la scintilla. Quegli oggetti misteriosi mi affascinavano. E poi si sa, la curiosità è una delle virtù dei collezionisti. E la curiosità di girare e tenere tra le mani quei tondelli mi ha conquistato. A sei anni ho deciso di collezionare qualcosa anch’io, “come il papà”: le mie monete, partendo proprio da quella serie di 10 franchi. Ormai questa passione mi accompagna da quindici anni e spero non smetta mai di farlo. Grazie a Lei ho girato l’Italia, ho conosciuto persone che hanno lasciato un segno indelebile, amici quasi parenti; ho preso fregature e ho imparato, mi ha aiutato a crescere e continua a farlo.
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Tredicesimo testo
Nome del’autore momentaneamente oscurato
Spesso mi ritrovo – strano a dirsi per un ragazzo! – a perdermi in interminabili meditazioni… dopo scuola, dopo cena, quando mi annoio o quando sproloquia un professore, mentre passeggio col cane o mi accapiglio per una versione… e sempre ripenso, ripercorro nuovamente quanto elaborato dalla mia mente. Ricerco quanto possa realmente significare per me una moneta… una moneta! Sì, un semplice pezzo di metallo, scurito dal tempo, dai secoli, dalle persone che l’hanno usato, dalla terra che l’ha celato, dalla neve che l’ha coperto. E perché perdo tempo a ragionarci sopra? Forse sottraendo tempo ad altre attività apparentemente più divertenti? Penso sia di estrema difficoltà trovare una risposta a quest’altro quesito…
Forse occorre arrendersi una buona volta al proprio vicino di banco, o alla vecchietta che la domenica mattina s’intrufola fra i banchetti dell’antiquariato. E tutti, giovani e vecchi, ti guardano dubbiosi, indecisi, stupiti, lo leggi nei loro occhi, nella loro espressione, nelle loro domande. Sono sorpresi a vedere un ragazzo spendere quei pochi soldi che raccoglie al mese… per dei pezzi di metallo! Forse non c’è una spiegazione a questo (ir)razionale comportamento… . Alcuni, di rado, ne sono positivamente colpiti, quasi affascinati… forse si riconoscono, anni e anni più tardi, in quel ragazzo che è solito peregrinare lungo i banchetti domenicali. Altri non comprendono, e qui si assiste alle più disparate interpretazioni…
Un pezzo di metallo… domenica, a volte, mi fa alzare alle 6.30 di mattina per prendere il primo treno per Milano… quel pezzo…. che a volte mi fa girare per le strade della mia città, solo e pensoso, avvolto dalla nebbia ad aspettare il suo arrivo. Un pezzo che però, per quanto si possa dire, ha sempre mosso il mondo, nel bene o nel male… chi a vendere, chi a scambiare, chi a combattere, chi a comperare… chi a collezionare!
Io colleziono pezzi di metallo. Vecchi. Vissuti. Spesso rovinatissimi e praticamente illeggibili. Pensare all’origine di questa passione significa tornare ai miei primi anni di vita. Son da sempre un collezionista. Non iniziai con le sole monete, mi feci catturare anche da altri mondi come quello dell’antiquariato (libri in primis), della paleontologia, delle buste, delle lettere manoscritte più o meno vecchie… ma c’è una costante in questa mia storia: il passato! Sì esatto, passato, questa la parola chiave per comprendere le mie passioni. Di solito un ragazzo è attratto da quanto è presente, anzi, meglio da quanto è futuro! Io no invece. Penso che il presente non sia altro che una variabile dipendente in funzione di quei tempi ormai passati… ma anch’essi in un certo senso saranno sempre presente. Il passato ci è guida, e la storia, quell’austera magistra a volte imperscrutabile, altre così chiara!, inevitabilmente ci accompagna, non possiamo farne a meno. Essa ci è vicina più di quanto in genere si possa pensare… e cosa meglio di una moneta ci è sempre stata legata?? La moneta è un’appendice dell’uomo. Forse è questo che mi ha spinto ad iniziare a collezionare monete… governare quella storia che è insita in ciascuno di noi, ma che stenta spesso ad apparire, ad essere conosciuta. La numismatica è questo, conoscenza di noi stessi attraverso ciò che ci ha preceduto…
Iniziai così a raccogliere questi pezzi di metallo, pensando di potervi scorgere dentro spunti interessanti per conoscere il passato… per conoscere noi stessi. La numismatica fu una vera e propria rivelazione! Riuscii a trovare qualcosa che raccogliesse in sé un fascino multiforme… era storia, sì, ma anche vissuto quotidiano, pure qualcosa di oscuro e ancora da scoprire. Celava in sé misteri o semplici fatti destinati a rimanere insoluti e dimenticati… trame e complotti, baratti e scambi di merci, lusso e sfarzo… congiure, accordi, paci, guerre, morte e banchetti. Insomma, la moneta s’identifica con lo stesso agire umano in tutte le sue multiformi e molteplici espressioni.
Le monete mi accompagnano ormai da almeno sette o otto anni. Per quanto possa scavare nella mia memoria, non trovo una data precisa, un fatto particolare cui rimandare l’inizio di questa terribile passione. Inizialmente era più un passatempo, poi col tempo è diventa quasi una materia di studio. Ma uno studio diverso da quello scolastico, molto diverso! Qui, seduto alla scrivania, scopro il vero piacere del sapere, una disinteressata ricerca che scaturisce da un naturale e genuino interesse. Qui, tenendo in mano monete di tempi passati, non ho preoccupazioni, consegne da rispettare, ordini cui ubbidire, professori un po’ pedanti. Qui, estraniato da quel mondo caotico che sta là fuori – dal quale mi separo a volte volente, altre nolente – ho modo di rigenerarmi, lascio libero spazio alla fantasia, ai miei interessi altrove ignorati o misconosciuti.
Se la ricerca nasce da una curiosità, da un desiderio di conoscenza che non può e non deve in alcun modo essere impartito – errore, ahimè, dell’infelice scuola italiana -, così pure passa inevitabilmente dalla “pratica”, mai dalla sola e pura speculazione teorica. È grazie a questo che, ne son sicuro, oggi scopro il vero piacere nelle letture numismatiche. Se in passato non avessi speso, nel limite consentito e accettabile, per quei pezzi di metallo che altro non sono se non il nostro “pane quotidiano”… oggi che numismatico sarei? Ciò per dire quanto sia stato importante avere sotto mano, agli albori di questo hobby, la materia stessa di cui ci occupiamo. Ricordo ancora le prime monetine alle quali devo quest’odierno interesse, le prime che mi hanno avvicinato al mondo della numismatica, che hanno infuso in me l’interesse e la curiosità, che mi hanno spinto poi a leggere, a documentarmi, ad approfondire argomenti prima sconosciuti. Tenerle in mano m’infondeva la cultura nelle vene, una sensazione altra, unica nel suo genere… . E quanto devo, poi, a questo grande forum! Lamoneta, IL punto di riferimento per la mia cultura numismatica, e, suppongo, per gran parte di noi giovani appassionati; ma anche l’origine, forse per alcuni, di questo interesse. Nel mio caso, non avendo spinte in famiglia, ho ritrovato nel forum un grande mezzo con cui ampliare esponenzialmente le mie conoscenze. Una scelta indispensabile che ha inevitabilmente ed irreversibilmente modificato il mio apprendimento numismatico. Gliene sono grato, anche perché quante altre occasioni simili potrei avere per parlare quotidianamente di monete? Dubbi e incertezze ne ho avuti e ne ho ancora parecchi, per questo son qui! Il forum sarà sempre fonte di risposte e chiarimenti, luogo d’incontri e confronti, piattaforma multimediale per lo scambio reciproco d’informazioni… . È così che ho conosciuto gli amici del Cordusio, guide insostituibili ed indispensabili in tale cammino. Questo è stato per me il forum, e lo sarà ancora a lungo! Sì, a lungo… perché la numismatica ormai fa parte del mio quotidiano da troppo tempo per essere accantonata in un angolo; e anche quando il dovere mi chiama – ormai sempre più spesso – la mia assenza non è mai dovuta ad una mancanza d’interesse. All’entusiasmo iniziale del ragazzetto, estasiato davanti a una moneta antica, ora vi sostituisco un approccio più rigoroso… più dotto oserei dire…
Ma quante incertezze ancora… quanti dubbi sempre!… e non parlo della fatidica questione “vero o falso”. Mi riferisco piuttosto a quelle meditazioni con cui ho aperto questo pensiero libero… quella esasperata ricerca di punti stabili e sicuri a cui aggrapparsi in un mondo numismatico tanto travagliato… quel tentativo di dare un nobile significato a questa passione… a questo pezzo di metallo… a questo tascabile pezzo di storia….
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Quartordicesimo testo
Nome del’autore momentaneamente oscurato
Tutto nasce da qui, una borsa della spesa semidistrutta trovata in garage tra i ricordi di mio nonno paterno mai conosciuto che conteneva alcune medaglie, monete e falsi di monete del Regno d’Italia. Era l’estate del 2001, avevo 10 anni, e ancora non sapevo che cosa avevo trovato. Ma la curiosità era forte. Così approfittando anche degli argomenti trattati di storia in quinta elementare, inerenti a ciò che era appartenuto a mio nonno, scoccò la scintilla che portò ad appassionarmi a questo magnifico mondo chiamato numismatica.
I primi oggetti messi in collezione
La riproduzione del 20 lire elmetto
Nella primavera del 2002 comprai il mio primo raccoglitore per monete, che iniziai a riempire con i ricordi di mio nonno e altre monete di rame come le api o le spighe che nel frattempo avevo iniziato a raccogliere girando per mercatini insieme ai miei genitori.
Prima della fine delle elementari portai a scuola le monete che avevo, per farle vedere ai miei compagni e per fare sentire più vicino il periodo storico che avevamo appena studiato in classe. Nel mio piccolo, fu una soddisfazione incredibile. In quello stesso periodo, inoltre, mio nonno materno mi regalò una lira quadriga del 1916 che avevamo visto in vetrina in una numismatica della mia città e un catalogo per vedere quante e quali monete erano state realizzate durante il Regno d’Italia. Mi appassionai così tanto che per il Natale di quell’anno, chiesi ai miei genitori, per regalo, una moneta che mi aveva impressionato sfogliando il catalogo, il 2 lire del Cinquantenario. Vorrei poter tornare indietro nel tempo e vedere la faccia di quel numismatico, quando vide entrare nel suo negozio un ragazzino di 11 anni che con aria spavalda chiese ” Scusi, tra le monete di Vittorio Emanuele, avete un 2 lire del cinquantenario?
Il 2 lire del 1911 che comprai
per il S.Natale 2002.
Così misi in collezione la prima moneta che oltre ad avere un valore affettivo aveva anche un seppur molto piccolo valore economico, e da quel giorno non mi sono più fermato.
Ad oggi ho in collezione 2000-2500 monete tra straniere,italiane ed Euro. La sezione principale di mio interesse rimane senza dubbio il Regno d’Italia, in particolare Vittorio Emanuele III, ma trovo affascinante qualsiasi oggetto,libri e documenti storici legati alla numismatica. . Negli ultimi mesi ho iniziato a partecipare ad aste, sia on-line sia fisiche, per comprare monete di mio interesse e ho realizzato un quadro contenente le monete in lire della Repubblica, in attesa di realizzare un quadro per ciascun regnante della nostra penisola.
Inoltre penso che la mia passione sia contagiosa, perchè da tempo anche mio fratello minore e la mia fidanzata hanno iniziato a collezionare monete, sono entrati in questo mondo, e mi accompagnano nei mercatini domenicali, come al Cordusio, in caccia di nuovi esemplari da ritirare nei propri album.
Nella foto, l’ultima mia realizzazione, un quadro contenente le monete della Repubblica ,per tipologia, circolate dal 1946-2001
Quindicesimo testo
Nome del’autore momentaneamente oscurato
C’era una volta un ragazzo drogato di videogiochi ed allenamenti di basket ( non di certo di scuola :-)) che un giorno del 2006, allora 14enne,quasi per caso ricevette da uno zio uno “scudone” di Vittorio Emanuele II…una moneta che rasentava a stento il bb ( ora posso dirlo…quel giorno nemmeno sapevo cosa significassero i termini bb,spl,fdc); i primi commenti sulla moneta furono tutt’altro che positivi:” beh, bell’oggetto, ma che me ne faccio?”. Mio zio mi disse “Conservala, l’ho trovata in cantina, magari un giorno varrà qualcosa”.
Nei mesi successivi quella moneta finì nel dimenticatoio fin quando lo stesso zio ricevette come resto un 2 euro “diverso” dal solito rappresentante il volto di Dante: vi era un uomo con un discobolo; lo portai a casa e siccome dovevo trovare ogni modo per non studiare cercai su internet cos’era. Trovai che era un 2 euro commemorativo, il primo emesso per commemorare le olimpiadi di Atene del 2004. In quel momento qualcosa in me scattò, il classico colpo di fulmine non per una ragazza stavolta, ma bensì per la numismatica (in quel periodo solo per il campo dell’ euro)!
Da qui parti’ tutto: il primo gigante degli euro per iniziare in punta di piedi ad entrare in questo mondo irto di ostacoli, dove all’inizio ti chiedi…ma che sto facendo? Che penseranno i compagni? Cosa penseranno i miei genitori?
Queste paure finirono quando trovai un ragazzo al liceo con la mia stessa passione, scoprii che amava anche lui le monete quasi per caso parlando un giorno per 2 minuti in gita all’Isola d’Elba.
Iniziammo a cercare su internet dove poter comprare gli euro commemorativi già emessi (solo quelli che costavano poco…. San marino, Vaticano e Finlandia erano pure utopie per le nostre tasche!) e alla fine decidemmo di andare in un negozietto della nostra città dove ne comprammo alcuni, insieme ad un piccolo album con una copertina verde (era terribile!).
Arrivammo a casa e penso possiate immaginare la reazione dei genitori…una strage! (meno male che in pochi mesi capirono e mi aiutarono ad estendere la mia collezione).
I mesi passarono velocemente ed ormai la numismatica entro’ in tutto e per tutto nella mia vita. Dopo alcuni lavoretti fatti per racimolare qualcosa, passai dall’album al cofanetto Leuchtturm dove inserire le monete in capsula; le monete incominciarono ad essere molte essendoci anche le 2 serie comuni già in circolazione (2007 e 2009).
Passai il 2011 e 2012 a comprare le nuove monete appena uscite e iniziai a mettere in collezione anche qualche 2 euro un po’ più raro e costoso.
Eccoci arrivati al 2013……anzi non ancora!! Prima c’è un’altra data essenziale che ha cambiato per
sempre in me la concezione della numismatica e l’interesse verso questa materia; nel 2012 in un freddo giorno di gennaio mi iscrissi a un forum, forum chiamato “la moneta”, dove mi presentai e subito dal primo giorno tutti si resero disponibili verso un ragazzo ancora acerbo e neofita in questo vastissimo campo dove credevo esistessero solo gli euro e poco altro…ma ben presto mi ricredetti! Lessi numerose discussioni oltre che sugli euro anche su monete romane, classiche medievali, rinascimentali, napoleoniche ecc. ecc.
Mi ritrovai spiazzato, cos’era tutto questo macello?!
Pian piano entrai in contatto con alcuni utenti del forum piu’ grandi di me, ma sempre aperti al dialogo, questi utenti erano soprattutto 3: gabrimen, danieles1981 e lindap!
Utenti che collezionavano quasi esclusivamente monete del Regno d’Italia (soprattutto Vittorio Emanuele III) che distruggevano metaforicamente le mie idee ogni volta che parlavo della sezione euro…mi dicevano:”quelle non sono monete storiche…convertiti al regno, monete bellissime e ricche di storia!”
All’inizio io mi arrabbiavo, ma pian piano che mi mostravano le loro monete, dentro di me qualcosa cambiava ( anche se la sezione euro restava per me la parte centrale della mia collezione).
Erano monete veramente spettacolari!
Verso Marzo comprai le mie prime monete in bassa conservazione ( i soldi erano terminati per completare la sezione dei 2 euro commemorativi); mi piacquero all’istante fino a decidere di fare nel giro di un mese, la tesina di maturità liceale sul regno di Vittorio Emanuele III attraverso le monete, una scelta rischiosa ( ma si sa…senza rischio la vita non vale 1 cent!)
Iniziai a cercare materiale sul web ma trovai ben poco e soprattutto cose banali che sapevano tutti; chiesi allora sul forum, sicuro della loro esperienza e subito mi si diede aiuto con documenti inediti e molto specifici.
Iniziai a mettere tutto insieme con l’aiuto della mia ragazza e a fotografare le monete che avevo in giro e dopo pochi mesi avevo una tesina molto interessante ( a scuola fecero finta di non apprezzare ma chissà come mai quando sono andato a ritirare il cartaceo a settembre mancava la mia tesina, ma questa è un’altra storia!).
Finito il liceo, inizio’ un altro percorso totalmente diverso che mi sta dando ad oggi molte più soddisfazioni l’università!
Nel mese di novembre conobbi un numismatico professionista poco più grande di me (Sebastiano Mazzarino) che mi aiutò ad iniziare, e continuare ancora adesso, la collezione di Vittorio Emanuele III in alta conservazione.
Oltre gli euro e Vittorio Emanuele III c’è anche un altro settore che mi piace molto della numismatica…ovvero andare qualche domenica, al Cordusio o per antiquari, a cercare monetine o medaglie
a basso costo e poi mettermi da solo in camera nelle giornate di pioggia a catalogarle tutte…non sono monete di gran valore…ma si sa la numismatica è un amore che accomuna sia gente benestante che gente meno benestante! La bellezza di questa passione non ha limiti.
Sperando di non aver stancato nessuno, saluto tutti sperando di conoscere sempre più gente che ama questa nobile materia!
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Sedicesimo testo
Nome del’autore momentaneamente oscurato
Nell’estate del 2012 andai in vacanza in Polonia. Come di consueto andai a trovare mio nonno.. Pochi mesi prima avevo cominciato a mettere da parte tutti gli euro “strani” che trovavo in circolazione, monetine che circolavano normalmente in tutti gli Stati ma a me sembravano cosi rari e preziosi… 50 cent Finlandia… 1 euro Monaco… Li ritenevo i “pezzi forti” della mia raccolta che custodivo in una vecchia scatola ricoperta di pelle appartenuta al mio bisnonno. Appena mia madre disse al nonno «Sai, Dorian ha cominciato a collezionare monete…» a questi gli si “rizzarono subito le orecchie”, gli è spuntato subito un sorriso sulla faccia, mi guardò e mi disse: «Vieni un attimo con me…». Io mi alzai dal tavolo e lo seguii. All’improvviso mi portò in una stanza in cui non ero mai entrato, tutte volte che, da piccolo, chiedevo perche non potevo entrarci i nonni mi dicevano sempre che avevano perso la chiave tanti anni prima… Era una stanza non molto grande, lunga e stretta. Sulla sinistra, lungo tutto il muro, c’erano tanti scaffali in ferro, sulla destra tanti armadi. All’inizio non mi accorsi che gli scaffali erano pieni di monete, probabilmente perché ero completamente assuefatto dall’idea di essere entrato in quella stanza misteriosa per la prima volta… Il nonno arrivò in fondo alla stanza, aprì un grande armadio pieno di tanti scaffali sui quali erano riposte tante scatole e scatoline. Io ancora non avevo capito niente… All’improvviso tirò fuori una di quelle scatolina e sparse sul tavolo tanti strani rotolini che erano in essa contenuti. Cominciò ad aprirli uno ad uno, io osservavo in silenzio. Di colpo vidi spuntare dal primo rotolino un piccolo tondello luccicante che mio nonno mi mise in mano… «Con questa da piccolo ci compravo un bel gelato, ricordo ancora, il mio sapore preferito era quello alla fragola…» Da qui si dilungò in un lungo discorso sulla sua infanzia e su cosa potesse comprare con quei piccoli tondelli metallici. Io ascoltavo attentamente e in silenzio dato che ritenevo, e ritengo tutt’ora, mio nonno un uomo molto saggio che può insegnarmi tante cose. Mi diede quella moneta, quel 50 groszy del 1923, che è ancora nella mia collezione e vi rimmarrà fino alla fine, e cosi “mi ammalai”. Il giorno dopo andammo al negozio di numismatica di fiducia di mio nonno e comprammo il mio primo album. I miei genitori volevano andare al mare e io gli ho detto «Voi andate che io e il nonno abbiamo da fare…». Cosi rimasi per un mese con mio nonno e ogni giorno ci chiudevamo in quella stanza “magica”, dove il tempo si fermava e la povera nonna rimaneva sempre sola… Ogni giorno mettevo un paio di monetine nuove nel mio album, tutte provenienti da rotolini della zecca anche di novanta, cento anni fa… Mi faceva vedere tutti i suoi vassoi, monete polacche antiche, moderne, commemorative in argento, ghetto di Lodz, argenti, ori, di tutto e di più… (E’ fornito quasi come il museo della zecca :D). Tutto cominciò quell’estate, quell’estate che cambiò la mia vita… Negli occhi di mio nonno si vedeva una soddisfazione infinita, penso che fosse contentissimo di aver trovato qualcuno che in futuro si sarebbe preso cura delle sue “bambine”, come le chiama lui… Perché secondo me è questo il più grande timore di ogni collezionista: che fine faranno quando io non ci sarò più? Chi si prendera cura delle mie piccole?
Dopo quell’estate cominciai ad interessarmi sempre di più alle monete ed è diventata quasi una malattia. Ora non passa giorno che non guardi una moneta ma non me ne pento. Ho cominciato a girare per mercatini di tutta Italia e, da poco, anche per i convegni. Tutte le estati, quando vado in Polonia, giriamo per tutti i maggiori mercati e convegni di tutta la nazione e, quando lui qualche giorno è occupato, io vado a dare una mano nel negozio del suo amico che, oggi, mi considera un secondo nipote.
Penso che sia una cosa genetica, il collezionismo ce l’ho nel sangue… Mia nonna colleziona francobolli, mio nonno colleziona monete, il fratello del nonno colleziona monete…
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Diciassettesimo testo
Nome del’autore momentaneamente oscurato
Succede spesso che il perdurare di impegni di studio o di lavoro faccia sì che si trascurino certe faccende e sì, per faccende intendo proprio le impellenze domestiche, ma più nello specifico succede che talvolta in alcuni angoli di casa “compaiano” stratificazioni di oggetti depositati e dimenticati che la polvere, così democratica nel suo apparire, copre con un velo pietoso ed uniforme. E così il sabato, giorno che sarebbe di riposo, assurge ad estrema ratio, ad ultimo baluardo contro il caos imperante, giorno ufficiale del “mettere in ordine”. Ma ordinare significa spesso e volentieri riportare alla mente cose del passato, cose che la polvere sembrerebbe avere già confinato nel dimenticatoio, ma che sono lì da sempre, solo un po’ coperte dalla stratificazione quotidiana e celate ad uno sguardo superficiale.
E così, forse per caso o forse no, immerso nella mia quasi settimanale battaglia del sabato mattina, ritrovai un certo cento lire di Papa Giovanni XXIII. All’apparenza una moneta comune, come tante, così simile al cento lire acmonital detto “Minerva” di uso quotidiano fino a non molto tempo fa, ma per me quella moneta era molto speciale, veramente unica. Prendendo in mano la moneta non potei fare a meno di sedermi, iniziai a viaggiare e cogli occhi della mente ben attivi, entrai nella dimensione del ricordo.
E mi rividi bambino, era una fredda serata invernale, con mia nonna ci addentrammo in una cartoleria e col fare risoluto di chi ha preso una decisione perentoria, chiedemmo un album per monete: uno di quelli semplici che hanno un po’ dappertutto, con taschine di plastica e copertina semi-morbida. Quanto alle volte un atto banale, comunissimo, può imprimersi nell’animo delle persone e tingersi di una vernice indelebile che neppure il tempo può intaccare. E così, tornati a casa, iniziammo a riempirlo con delle monete estere, doni forse nemmeno così spontanei di amici e parenti a mia nonna. Ed ogni pezzo un’emozione: come era bella questa o quella faccia di un comunissimo spicciolo di chissà quale Paese della vecchia Europa. Da quel giorno, ogni volta, avrei ricevuto da lei delle monetine che sarebbero andate a riempire quel famigerato album. Ma non solo, ricordo l’assillo che davo a parenti ed amici riguardo la ricerca di monete, ed in particolare ci fu una signora che me ne portò alcuni sacchettini che lei aveva avuto cura di raccogliere negli anni. Ma fra tutte le monete ce n’era una: “il Papa Giovanni”, che forse chiamarla moneta sarebbe riduttivo, era di più, era il simbolo di una grande devozione che legava mia nonna all’oramai Santo Papa. Custodita come una reliquia, il cento lire in questione mi sarebbe stato “passato” solo anni ed anni dopo e quanti patemi ogni volta che, mimetizzandosi alle cento lire coeve, si celava al nostro sguardo e quanta gioia quando, dopo una disperata ricerca, si rivelava ai nostri occhi.
Ma un altro oggetto, un altro per così dire “cimelio”, rapì la mia attenzione in quella che ormai era una tarda mattinata: un catalogo “Montenegro 1998”. Lo aprii: le pagine con appunti segnati a matita, prezzi e quanto altro. E così la mia mente tornò ad un assolato pomeriggio estivo: avevo appena terminato gli esami di quinta elementare. Ero grande. L’anno successivo sarei andato alle scuole medie, ma c’era quell’estate dei Mondiali di calcio in Francia a separarmi dal futuro. E così, capitato in una libreria per puro caso, fra i vari libri scorsi questo catalogo delle monete italiane con prezzi, gradi di conservazione e gradi di rarità. Mio padre me lo volle regalare per la promozione e così in quell’estate in cui il rigore sparato da Di Biagio contro la traversa vide crollare le mie aspettative di gloria calcistica, iniziò un viaggio nella lettura di questo catalogo. E non fu semplice all’inizio capire cosa significassero quelle sigle: MB, BB, etc., ebbi il mio da fare.
Insomma, gli inizi furono quelli che furono. Feci del mio meglio per cercare di apprendere il più possibile, stressai oltremodo i miei familiari per farmi accompagnare ai vari mercatini e fiere. Ma quello che più mi ha segnato sono state le persone. Ogni persona ha una sua concezione di cosa siano le monete e di cosa sia il collezionismo. Io, adesso, a distanza di anni, non ho ancora maturato una mia concezione, ma del resto chi raccoglie monete spesso e volentieri è così: alla ricerca di qualche cosa che nemmeno lui sa cosa sia. Lungi da me il voler prodursi in ragionamenti fini a se stessi, ma quando mi si chiede che senso ci sia nel collezionare monete e devo dire che mi è capitato varie volte, io rispondo: “Faccio la raccolta delle monete perché mi piace.” Mentre nel collezionare intravedo un certo finalismo, nel raccogliere non v’è nulla di finalistico, inoltre mi piace pensare che ci sia una certa casualità nella ricerca dei tondelli. Io raccolgo storie, raccolgo emozioni, raccolgo monete per un desiderio di tornare a scoprire qualche cosa che non c’è più, raccolgo monete perché la passione per i tanto decantati tondelli è un qualcosa di innato, è una malattia: chi ne è colpito non può far nulla per sopirla. Non per immobilismo, non per attaccamento al passato, ma per una ricerca costante di un rapporto originario che si è perso nella fumosità dei tempi.
Ma un altro incontro importante fu quello che avvenne ad un mercatino. Mi avvicinai ad un banchetto chiedendo i prezzi un po’ di tutto e poi mi misi a rovistare in quello che era il mio vero campo di battaglia: la bacinella. Dopo un po’ che rigiravo le malcapitate monete, il proprietario mi disse senza mezzi termini che i marenghi da lì dentro erano già stati tirati fuori. E quella frase fu la nascita di una grande amicizia che sarebbe durata molti anni.
E così oramai da diversi anni vado avanti in questa mia passione: passione, va bene chiamarla così? Non lo so. Quello che è certo è che come in tanti altri campi della vita le monete hanno portato amicizie, momenti di felicità, studio, attimi di riflessione e perché no, anche delle delusioni, ma affrontate col sorriso di chi sa che questo hobby la vita la deve allietare e pertanto ogni moneta è per me, prima di tutto, una grande gioia.
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