di Mirco Trombini
In questi tempi l’Euro risulta essere una moneta che si ama o si odia; anche in àmbito numismatico questo inizia a farsi sentire, seppure non esattamente per gli stessi motivi, complici alcune problematiche che scoraggiano il collezionista medio. La rarità di un pezzo, oltre alla tiratura, sembra più consistere in altro. In questo articolo si cerca di sintetizzare quanto si è detto sul Forum LaMoneta.it al riguardo, cercando di abbozzare possibili soluzioni per vivere il collezionismo dopo aver delineato un quadro della situazione attuale.
Spesso, sul nostro Forum e precisamente nella sezione Euro, intervengono utenti che esprimono il loro pieno disappunto e tutta la loro frustrazione sul collezionismo di questa moneta corrente.
Si tratta di ogni sorta di collezionisti: chi ha iniziato agli albori della monetazione e chi magari solamente da qualche anno. Tutti sono però concordi nell’indicare i motivi che addirittura li spingerebbero ad abbandonare il tutto, quasi come andassero ad aggiungersi a chi scredita a prescindere questa moneta europea, visto il periodo attuale di crisi economica.
Innanzi tutto il collezionista medio (qui inteso nel senso della persona che colleziona con possibilità economiche medie) è frustrato dalla speculazione, che non avviene principalmente da parte di rivenditori secondari ma spesso già alla fonte, da parte cioè di quegli Enti direttamente connessi allo Stato emittente che si occupano di vendere monete. Sovente questi organi applicano prezzi di vendita diretta che superano esponenzialmente il valore nominale delle monete messe in commercio (si arriva a superare decine di volte il valore facciale, nei casi più estremi!) e, di conseguenza, lo stesso articolo venduto in seguito da un commerciante acquisisce sul mercato un prezzo ancora più elevato, che potrà aumentare sempre maggiormente con le successive alienazioni. In questo modo si creano monete che diventano irraggiungibili ai più; ne è un noto emblema la moneta commemorativa da 2 Euro del Principato di Monaco del 2007, attualmente venduta ad un prezzo di mercato che si aggira attorno al migliaio di Euro.
Sempre gli stessi Enti, a volte, distribuiscono le nuove emissioni tramite canali non agevoli da parte dei collezionisti (es. liste clienti ad accesso limitato, vendite unicamente effettuate di persona presso manifestazioni e/o Convegni ecc.) oppure emettono confezioni o abbinamenti particolari di moneta e supporto in tiratura limitata, dal prezzo talvolta ingiustificato, nonostante la minima differenza rispetto agli esemplari sfusi o presenti in altre forme; tant’è che si leggono tra gli utenti del nostro spazio virtuale frasi come: noi collezioniamo monete, non i loro contenitori!
Da non molto tempo, poi, è stata permessa dalla legislazione in materia per gli Stati membri la possibilità di emettere, oltre alle eventuali emissioni comuni (alle quali aderiscono tutti i Paesi che hanno adottato l’Euro), due monete “nazionali” da 2 Euro commemorativo ogni anno, invece della limitazione al solo esemplare coniato in precedenza. Possibilità che alcuni Stati hanno colto fin da subito e che quindi porta i collezionisti di questa tipologia a spendere il doppio di quanto spendevano in passato.
La speculazione è ancora motivo di frustrazione quando poi scompare; monete e serie divisionali acquistate infatti a prezzi molto elevati (specie nei primi momenti dopo l’uscita, quando sono alte la richiesta e il desiderio) scendono poi repentinamente nel corso dei mesi successivi, arrivando quasi ad attestarsi al prezzo di emissione; questo provoca una perdita a chi non sa saputo aspettare e avrebbe potuto spendere meno e meglio il proprio denaro. Ovviamente chi pensa di rivendere quanto acquistato, magari esemplari doppi allo scopo di comprare qualche pezzo mancante, per disinteresse successivo o per cambio di monetazione collezionata, rischia seriamente di non veder soddisfatta appieno la propria richiesta.
Tutte queste criticità altro non fanno che scoraggiare il collezionista medio, che può nutrire sulla propria passione vari tipi di speranza (dalla più pura a quella magari non “eticamente” condivisa da chi pratica il tutto con passione e senza interesse economico secondario); la sensazione di aver speso male il proprio denaro provoca sempre una sensazione di esser stati presi in giro.
Come ovviare a tutto questo? Come evitare di essere delusi da questo sistema infarcito di politiche spesso discutibili? La risposta, o meglio le risposte, spesso ripetute sul nostro Forum, sono tanto semplici quanto difficili: in primo luogo, collezionare solo per la passione. Farlo per il gusto di possedere quei piccoli pezzi di Storia contemporanea che sono le monete in Euro, con i loro pregi e i loro difetti.
In secondo luogo, non temere troppo i “buchi” in collezione; è inevitabile averne, vista la mole di tipologie emesse da ogni Stato. La monetazione in Euro è ancora giovane ma il tempo passa, quindi ci saranno rarità e monete più comuni, come è sempre successo in qualsiasi periodo storico della Numismatica.
In terzo luogo, comprare emissioni accessibili in base alla propria disponibilità economica; in molti casi è bene attendere qualche mese, prima di acquistare una tanto amata moneta. A volte, infatti, il prezzo di vendita può scendere quando cala la spasmodica ricerca di esso da parte della collettività dei collezionisti.
Quando possibile, è bene valutare se conviene acquistare alla fonte (da parte cioè degli Enti già citati); il prezzo che lì si paga è quasi sempre il più basso.
L’Euro è ancora giovane per dire con certezza se al suo interno avrà monete su cui poter fare investimento economico. Sicuramente ci saranno ma, allo stato attuale, la soluzione in linea di massima è la vera passione. L’acquisto perché semplicemente si è appagati da un determinato oggetto da collezione ripaga sempre; poi, il sapere che magari “è stato fatto un affare” è successivo e, se si verifica, può essere un secondario motivo di felicità.