BUSTO A DESTRA DEL PROFESSOR GIOVAN BATTISTA DI VICO
Descrizione del rovescio
L’ ITALIA TURRITA SEDUTA E APPOGGIATA AD UNO SCUDO SU CUI SI RILEVA L’ ITALIA E LE ISOLE PERCORSE COME DA UN FIME (DELLA SCIENZA) ; IN MANO LA FIACCOLA DELLA CONOSCENZA, DI FRONTE UNA STELE SULLA QUALE POGGIANO LA SFERA TERRESTRE, UNA PERGAMENA E UNO SPECCHIO. IN FONDO SCORCIO DELLA RADA DI NAPOLI ED IL VESUVIO IN ERUZIONE
Descrizione del taglio
Liscio.
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
D’AURIA (IL MEDAGLIERE) N.208
CONIATA A NAPOLI ED EMESSA PER IL CONGRESSO DEGLI SCIENZIATI ITALIANI IN NAPOLI (OPUS : VINCENZO CATENACCI E LUIGI ARNAUD) ; TIRATURA : 80 PZ
Provenienza : COLLEZIONE PRIVATA
LA RELIGIONE A SINISTRA ; IL SARCOFAGO SUL QUALE POGGIA LA CORONA REALE E POCO PIU’ IN BASSO IL TEMPIO DI SAN FRANCESCO DI PAOLA AL CENTRO ; DONNA E BAMBINI CHE PIANGONO A DESTRA
Descrizione del taglio
Liscio.
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
D’AURIA (IL MEDAGLIERE) N.143
CONIATA A NAPOLI ED EMESSA PER LA MORTE DEL RE FERDINANDO I DI BORBONE (OPUS : VINCENZO CATENACCI)
busto corazzato a dx. di Pierluigi Farnese P. LOYSIUS. F. PARM. ET. PLAC. DUX. I
sotto .F. PARM
Descrizione del rovescio
prospetto della difesa militare della città di Piacenza .AD. CIVITAT. DITIONISQ. TUTEL. MUNIM. EXTRACTUM.
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Armand I - 222 _ 6
Autore; Gianfederico Bonzagni.
Coniata nel 1546 circa per la costruzione della cittadella militare di Piacenza da parte del duca PIERLUIGI FARNESE, che la elesse sua dimora principale, inizio dei lavori 11 novembre 1545 su disegno di Domenico Giannelli con la consulenza di Antonio San Gallo e di Michelangelo.
FERDINAN. IV D: G. SICILIAR. ET HIE REX. Effigie del Re, a destra, in parrucca, lorica,
manto reale ed ordini cavallereschi. In basso: G . H. K. (Conrad Heinrich Kuchler).
Descrizione del rovescio
Veduta di Napoli con Castel S. Elmo illuminato a destra dal sole. Sul mare vascello inglese navigante. In primo piano due gruppi di persone, a sinistra le milizie della Santa Sede, capitanate dal Cardinale Ruffo, che inseguono i repubblicani sgominati. In alto un angelo suonante la tromba e sostenente il ritratto dell'ammiraglio Nelson.
All'esergo: PER MEZZO DELLA DIVINA PROVVIDENZA DELLE | DI LUI VIRTÙ DELLA FEDE & ENERGIA DEL SUO POPOLO | DEL VALORE DE' SUOI ALLEATI ED IN | PARTICOLARE GL'INGLESI CLORIOSTE | RISTABILITO SUL TRONO. | LI 10 LUGLIO 1799. Intorno al ritratto di Nelson: HOR. NELSON DUCA BRONTI.
Medaglia - Inghilterra da la Costituzione alle isole Ioniche 1817
Re Giorgio III d'Inghilterra
Lega di rame
1817
Gr. 38,835
mm 40,97
Il dritto della medaglia
Il rovescio della medaglia
Descrizione del dritto
op. -, Albione seduta a sinistra con le tavole della Costituzione, dietro statua di Nettuno su piedistallo, in alto. MDCCCXVII; in esergo, ENGLAND GIVES A / CONTITUTION TO
Descrizione del rovescio
op. Depaulis, girotondo delle sette grazie (Isole Ionche) attorno a penone con la bandiera della Gran Bretagna al vento. Nel giro, a destra, DEPAULIS F•. In esergo, THE IONIANNS ISLANDS /MUDIE D•
CAROLUS . X. REX . CHRISTIANISSIMUS . Busto del Re, in mantello di ermellino, con collare di Gran Maestro dell'Ordine dello Spirito Santo, volto a sinistra. Sotto il busto CAUNOIS F.(ECIT).
Descrizione del rovescio
CAROLUS . X. GALLIAE . CORONAM . ACCIPIENS . Carlo X, inginocchiato, viene incoronato dall'Arcivescovo di Reims, in presenza di dodici persone. All'esergo, su quattro linee "ADSTANTIBUS.DELPHINO. REGIIS.NURIBUS. // REGNI.PROCERIBUS. // REMIS. XXIX. MAII. //MDCCCXXV.
Descrizione del taglio
liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Sb. 90
Figlio del Delfino Luigi Ferdinando e di Maria Giuseppina di Sassonia, Carlo X, fu fratello di Luigi XVI e di Luigi XVIII. Nel 1773 sposò Maria Teresa di Savoia dalla quale ebbe 4 figli.
Nel 1824, succedendo al fratello Luigi XVIII, divenne Re di Francia e di Navarra con il nome di Carlo X. L'incoronazione avvenne a Reims il 29 maggio 1825 a Reims,seguendo il cerimoniale in uso sotto l'Ancien Régime (seppure con alcune varianti). Ben presto si alienò la simpatia dell'opinione pubblica, emanando provvedimenti impopolari, come la legge sul sacrilegio, lo scioglimento della guardia nazionale e il ripristino della censura, spinto dal partito ultra-realista, guidato da Joseph conte di Villèle. Le tensioni raggiunsero il culmine il 25 luglio 1830, quando emanò le cosiddette Ordinanze di Saint-Cloud, che prevedevano lo scioglimento della camera dei deputati, una nuova legge elettorale e l'inasprimento della censura che provocarono una sollevazione popolare a Parigi (Trois Glorieuses o rivoluzione di luglio) il 27, 28 e il 29 luglio). Il Re fu costretto ad abdicare (2 agosto) a favore del nipote Enrico, conte di Chambord, sotto la tutela del cugino Luigi Filippo d'Orleans. La successione non venne riconosciuta e lo stesso Luigi FIlippo assunse la corona di Re dei francesi. Carlo X, trasferì inizialmente la corte in esilio a Praga e morì, di colera, nel 1836 a a Gorizia, a Palazzo Coronini. È sepolto, nella cripta del monastero francescano di Kostanjevica, attualmente in Slovenia.
Il volto del Sommo Pontefice Francesco in posa frontale, benedicente, con zucchetto e stola intorno la scritta FRANCISCUS PONT. MAX. AN.I A a destra sigla dell' artista
Descrizione del rovescio
VIDIT ERGO LESUS PUBLICANUM ET QUIA MISERANDO ATQUE ELIGENDO VIDIT, AIT ILLI SEQUERE ME ( senza l'errore significherebbe:Gesù guardò il pubblicano e avendone pietà gli disse Seguimi)
Descrizione del taglio
CIVITATE VATICANA 2046/4000
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente.
Refuso a posto di Jesus è stata incisa la parola Lesus
Accademia delle scienze ,arti e letteratura di Besançon.
rame
1848
gm. 85,00
mm. 55,00
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
Testa femminile laureata . ACAD. DES SCIENC. ARTS BELL. LETTR. DE BESANCON
Descrizione del rovescio
Corona d'alloro attorno alla quale PRIX DECERNE EN SCIENCE PUBLIQUE LE 24 AOUT 1867
Al centro HISTOIRE M. J. CH. GAUTHIER
in esergo ANNA D A PRES J.P. MATRE 1848
Testa del Re a sx, entro FRANCESCO II RE DELLE DVE SICILIE *, ed una corona di fronde di quercia e di alloro chiusa in basso con un nastro.
Descrizione del rovescio
CAMPAGNA DI SETT. OTT. 1860, entro corona di quercia ed alloro chiusa in basso con un nastro. Nel campo tre Gigli Borbonici. Sotto, TRIFRISCO / CAIAZZO / S.MARIA / S.ANGELO / GARIGLIANO / *.
IV CONGRESSO NAZIONALE DEL TIRO A SEGNO = + ROMA 1904 + Testa a sx
Descrizione del rovescio
UNIONE • TIRATORI • ITALIANI • Aquila coronata, su nastro in basso: figura femminile seduta a sx scrive sul nastro AL MERITO e regge rami di palma , sullo sfondo il Campidoglio raggiante In esergo: JOHNSON
Medaglia di Restituzione realizzata nella seconda metà del XVI secolo
Stato Pontificio
fusione in Bronzo
Non presente
gr. 17,66
39 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
ZACCHARIAS .I . P . M . - busto a sin. con piviale
Descrizione del rovescio
stemma vuoto su chiavi decussate e coronato da triregno
Descrizione del taglio
liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Modesti CNORP I-91-5
San Zaccaria fu Sommo Pontefice dal 10 dicembre 741 al 15 marzo 752, di famiglia greca era residente in Calabria dove nacque intorno all'anno 700, morì a Roma e fu sepolto in San Pietro ma oggi la sua tomba è andata perduta. Arginò la veemenza dell'invasione longobarda, indicò ai Franchi quale fosse il giusto governo e legittimò la nuova dinastia carolingia in Francia, dotò di chiese i popoli germanici e tenne salda l'unione con la Chiesa d'Oriente, governando la Chiesa di Dio con accortezza e prudenza. E' stato il 91° Vescovo di Roma.
Cabral Antunes, famoso incisore Portoghese contemporaneo, ha lavorato anche per il Vaticano
bronzo
Non presente
436 gr.
99 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
In alto la scritta "Pedro ed Ines", sottostanti le due figure dei sovrani in un abbraccio affettuoso che fa intuire l'amore che li legava.
Descrizione del rovescio
In basso la scritta "Imortais do amor" (amore immortale), sopra vi è la firma dell'incisore. La scena si svolge nella Sala del Trono dove Alfonso IV decise di far uccidere la bella Ines
Descrizione del taglio
taglio- liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente.
La leggenda di Pedro I ed Ines di Castro
dal sito "Mammagiramondoblogspot.it
Nel 1340 il principe ereditario Pedro si innamorò della bella Ines di Castro, una "semplice" dama di compagnia. Alfonso IV, suo padre vietò in modo assoluto al figlio di sposarla e temendo che il legame con la donna, imparentata con la corona di Castiglia, potesse pregiudicare l'autonomia del Portogallo, la bandì dal palazzo.
Pedro, troppo innamorato di Ines per dare ascolto al padre, sposò la sua bella, nascondendola poi in una tenuta di campagna nei pressi di Coimbra.
Il sovrano purtroppo scoprì il sotterfugio e convinto dai consiglieri di corte, fece uccidere la povera sposa.
Il dolore per la perdita di Ines rese Pedro folle e, una volta salito al trono, fece strappare il cuore ai responsabili dell'assassinio dell'amata. Poi, riesumatone il corpo, incoronò come sua Regina il cadavere nel Monastero di Santa Cruz ed obbligò i cortigiani a baciare la sua mano che era ormai in un evidente stato di decomposizione.
Oggi Ines e Pedro riposano vicini, nelle splendide tombe del Monastero di Alcobaca...
Medaglia per l'assunzione al trono del Regno delle Due Sicilie di Ferdinando II di Borbone
Ferdinando II re del Regno delle Due Sicilie
Argento
1830
175,00 Grammi.
63,5 mm.
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
FERDINANDVS II . REGNI VTRIVSQVE SICILIAE ET HIERVS REX. Testa (imberbe) a destra del Re, sotto, DE ROSA M.P. In basso, nel giro, F.REGA DIR. V.CATENACCI F.
Descrizione del rovescio
PIETATE AC IVSTITIA COMITE INIVIT IMPERIVM (Aveva iniziato l'impero insieme alla religione e alla giustizia). Il Re stante, all’eroica, con spada nella destra; la Religione e la Giustizia gli sono ai lati; all’esergo, ANN.CID I CCCXXX. In basso, F.REGA INV. ET DIR. M.LAUDICINA SCULP. DE ROSA M.P.
Opus: Vincenzo Catenacci per il dritto, Michele Laudicina per il rovescio.
Grado di rarità: RRRR - Medaglia apparsa sul mercato numismatico in soli due esemplari: un'analogo esemplare in asta Christie's dell'aprile 1992, ed uno nell'asta Varesi 49 (Utriusque Sicilie, Le medaglie) dell'aprile 2007. Un altro esemplare è riportato in D'Auria 2006, pagina 222. L'esemplare in allegato è il quarto esemplare.
Stato di conservazione: q.FDC con fondi lucenti e intensa patina da medagliere.
Da documento originale che recita come di seguito: " ........ Napoli, 29 novembre 1830.
Eccellenza
Dall'antecessore dell'E.V. mi viene comunicato il Real Rescritto col quale mi viene ordinato di far formare i bozzi, tanto dei conii delle monete coll'effigie di S.M. D.G., quanto di quelli delle due medaglie, una cioè per l'infausto avvenimento della morte di S.M. Francesco I e l'altra per l'innalzamento al trono di S.M. il Re Nostro Augusto Signore. In pronto adempimento degli ordini sovrani ho già disposto i disegni delle due medaglie e subito che saranno terminate mi farò un dovere di presentarle a S.M. secondo V.E. si è compiaciuta di incaricarmi e dietro la sovrana approvazione non mancherò di tutto rassegnare all'E.V. per l'occorrente di risulta.
Riguardo poi ai conii delle nuove monete mi permetto di farle presente che io sarei di avviso che in questa occasione si formasse il rovescio dov'è impresso lo stemma reale, più semplice e uniforme al disegno che mi do l'onore di acchiuderle.
Con ciò si verrebbero a togliere i reali ordini cavallereschi che attualmente nello stemma sono pendenti ed anche le foglie di olivo che circondano lo stemma.
L'esperienza ha fatto conoscere che questi ornati formano una confusione nell'incisione, e tale che l'impressione non viene così sicura e precisa come sono quasi tutte le monete straniere; la maggior parte delle quali sono tutte semplici senza ornamenti e decorazioni.
Anche nel nostro regno così si è sempre praticato fino all'anno 1805, nè questa semplicità che io propongo si oppone punto alla legge monetaria de' 20 aprile 1818 tuttavia in vigore mentre in essa si prescrive che la moneta debba contenere nel rovescio le semplici Reali Armi e non altro.
Ad ogni modo V.E. si potrà compiacere di rassegnare il tutto alla Maestà del Re nostro Augusto Padrone, acciò degnarsi di uniformarsi a questa mia idea ed approvando il modello possa io per la mia parte darvi piena esecuzione.
Il Reggente del Banco
A S.E. il Ministro delle Finanze Direttore G.le dell'Amm.ne delle monete.
GREGORIO . P . M . AN . S . VIII - - Al centro, in ghirlanda di quercia lo stemma del comune di Roma coronato, all'interno dalla sigla S.P.Q.R.
Descrizione del rovescio
OB - MVSEVM . CAPITOL . - S . P . Q . R . - COMMENDATVM - A . V . - MMDLXXXVII
Nel campo: A. SAVORELLI - F. DE CINQVE . QVINTILI - S. MALATESTA - COSS - F. GURAVD. C.R.P.
Descrizione del taglio
Modanato
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Patrignani 53 - Boccia 103
Medaglia coniata straordinariamente, anno VIII, per la custodia dei Musei Capitolini presso la Magistratura Romana. L'anno riportato alla fine della legenda corrisponde alla datazione romana dalla fondazione di Roma.
Medaglia premio per la Esposizione Italiana del 1861 in Firenze. Esemplare n. 855
Regno d’Italia – Vittorio Emanuele II
AE
1861
96,5 grammi
55 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
Testa nuda del re a sx. Intorno: VITTORIO EMANUELE II RE D’ITALIA. Sotto il collo del re il nome dell’incisore: G. FERRARIS
Descrizione del rovescio
Allegoria della Vittoria, stante, con la mano destra che porge un serto o ghirlanda e la sinistra poggiata su un’ara con la scritta AL MERITO; in esergo il numero progressivo stampigliato in un ovale (in questo caso n. 855). Nel giro, in senso orario: ESPOSIZIONE ITALIANA DEL 1861 IN FIRENZE. Completano il giro, in piccolo, le scritte G. PUNTONI INV. (in basso a sx in senso antiorario) e F. VAGNETTI INC. (in basso a dx, in senso orario).
Descrizione del taglio
liscio, spessore 5 mm
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Nel marzo del 1861, come noto, fu raggiunta l’Unità d’Italia, anche se ancora mancavano al processo di unificazione il Triveneto e, soprattutto, Roma.
Ben conscia dell’importanza che poteva avere, anche politicamente, una mostra “nazionale” delle arti e manifatture, l’amministrazione sabauda si dette da fare per organizzarne una pochi mesi dopo l’unificazione del Paese. Non avendo ancora conquistato Roma, fu stabilito che il luogo ideale per ospitarla, sia per posizione geografica che per tradizione culturale, sarebbe stata la città di Firenze:
L’idea di una mostra nazionale doveva naturalmente scaturire dalla circostanza che l’Italia componevasi a nazione; affinché imparassero gli italiani delle varie provincie e delle varie regioni a conoscere e ad apprezzare mutuamente le produzioni della natura e dell’industria nei paesi dai quali per sì lungo tempo erano stati disgiunti per errore della fortuna o per la forza degli avvenimenti. […] Era dunque naturale che prima il governo toscano il quale trovavasi a capo di una illustre regione italiana, dove la solerzia e la gentilezza hanno da secoli la loro sede, e, dopo di esso, il governo nazionale si adoperassero perché in una città centrale e residenza d’ogni cosa bella si favorisse l’effettuazione di una mostra artistica ed industriale (Fonte: Cronaca della Guerra d’Italia, 7 voll., Roma, Tipografia Tiberina [poi] Rieti, Tipografia Trinchi, 1859-1866. Vol. 5.: 1861-1862, Rieti, Tipografia Trinchi, 1863, p. 151).
Fu predisposto un catalogo ufficiale, di 266 pagine, per aiutare i visitatori, integrato successivamente da un’altra edizione, più corposa e completa, realizzata al termine della rassegna. Questa fonte è preziosa per conoscere i nomi di tutti i partecipanti, dei prodotti esposti, e l’elenco dei vincitori premiati con la medaglia qui illustrata.
Il volume è il seguente: Esposizione italiana agraria, industriale e artistica tenuta in Firenze nel 1861. Catalogo officiale pubblicato per ordine della Commissione reale. Seconda edizione interamente rifatta e completata con l’aggiunta di tutti i premiati sì espositori che operai e l’indice generale dei nomi, Firenze, Tipografia Barbèra, 1862.
Può essere curioso sapere che furono presentate (nell’ambito della Classe VII, Lavorazione dei metalli) anche monete e medaglie (sez. IV della classe), come si vede dall’immagine allegata (scansione della pagina 173), anche ad opera delle zecche di Bologna, Firenze e Torino.
Altra curiosità: tra i concorrenti c'era anche Francesco Vagnetti, incisore della medaglia-premio per l'Esposizione (anche se non concorse con essa). Se fosse stato premiato, comunque, avrebbe ricevuto... la sua medaglia.Un altro volume, sempre connesso alla Esposizione del 1861, fu pubblicato nel 1865 e conteneva le Relazioni dei giurati che attribuirono i premi. Da questa fonte si può appurare che furono premiate, sempre con la medaglia qui illustrata, le tre zecche citate in precedenza. In vista della chiusura della zecca di Firenze, i giurati raccomandarono al Governo di continuare comunque a servirsi, per commissioni future, del Direttore Benvenuti…
Fonte: Esposizione Italiana tenuta in Firenze nel 1861, 3 voll., Firenze, Tipografia Barbèra, 1865-1867. Volume 2: Relazioni dei giurati: classi I a XII, Firenze, Tipografia Barbèra, 1865.
ditta solari (emissione privata Nuovo Banco Mercantile Milano)
Alluminio
Non presente
1,4 gr
32 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
francobollo di V.E.III da 25 cent incapsulato
Descrizione del rovescio
al centro nave mercantile a remi, sotto un cartiglio con scritto NUOVO BANCO MERCANTILE MILANO, sul giro in alto . NAVIGARE NECESSE EST . , sul giro sotto FYP . BREV. SOLARI - MILANO
Descrizione del taglio
Liscio.
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Gamberini (R3)
questi gettoni vennero emessi nel primo dopoguerra (1919-1920) per sopperire alla mancanza di moneta spicciola, si tratta quindi di una monetazione di emergenza. I primi gettoni vennero realizzati dalla ditta Solari di Milano (specializzata in liquori) ed ebbero così successo che poi li brevettò. Questi gettoni avevano anche finalità pubblicitaria in quanto da un lato del gettone (al R/) era riportata la pubblicità di un'azienda mentre al D/ era incapsulato un francobollo di vari tagli a seconda del valore che veniva attribuito (esistono con tagli da 5-10-25-40-50 cent). La scritta in basso FYP è l'acronimo di Fallait y penser (ci dovevi pensare).
Provenienza:dalla mia collezione privata, scambiato in Danimarca con un'amico collezionista
GETTONE DI NUREMBERG (Norimberga) – (1586 – 1635). Mastro Laufer
Bronzo
Non presente
gr. 1,3
mm. 21
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
Uomo selvaggio che tiene nella mano destra un elemento floreale e nella sinistra una mazza; decoro costituito da fiori e anellini.
Descrizione del rovescio
Corona sormontata dalle lettere T ed A, accostata a due fiori e sormontata da altri quattro.
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Prodotto in grande serie dai Krauwinckel, dai Laufer e dagli Schultes, ed imitato dagli altri produttori più piccoli. E' un tipo estremamente comune ritrovato in scavi in tutta Europa, rappresenta da solo probabilmente la metà di tutta la produzione di Nürnberg (Norimberga). I Rechenpfennig sono tessere o gettoni (non monete, anche se spesso possono sembrare tali) che venivano utilizzati per contare col metodo del "rechnen auf Linien", una specie di abaco "fatto sul momento" in cui una riga valeva per le unità, un'altra per le decine, un'altra per le centinaia e così via. Si potevano fare addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni, divisioni senza usare numeri, ma utilizzando queste tessere, i Rechenpfennig, che quindi non avevano un valore fisso, ma assumevano valore diverso a seconda della posizione che avevano nell'abaco. E' stato utilizzato anche in "Campania".
Angelo festante, due cuori legati assieme al centro di una ghirlanda matrimoniale tra le mani, con rose e petali sparsi nel campo.
Descrizione del rovescio
Alla sommità presenti due stemmi di casate nobiliari legati assieme da fronde di ulivo, in uno scudo è raffigurata la tipica Aquila stemma della casata di Francoforte, nell'altro scudo vi è presente un Orso. Sotto elencati i nomi dei due Sposi, IENN MANER // WILLN KOPPEL. Sotto frase in tedesco GETRAUT ZU FRANKFURT // A/M. Nel giro in basso AM 26. DEZEMBER 1900
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Gettone realizzato di iniziativa privata per celebrare il matrimonio tra due nobili casate di Francoforte, nel 1900.
Libro di Galeno, coppa e serpente con fascia a Z con la scritta “FARMACIA ZAMBELETTI MILANO”; in esergo SJ (Stefano Johnson)
Descrizione del rovescio
Stemma con sopra un elmo, contornato da fronde e in basso da un nastro con la scritta ZAMBELETTI; sul bordo IN . FERRI . ARSENIATO . SANITA
Descrizione del taglio: Liscio
Descrizione del taglio
Liscio.
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Medaglia pubblicitaria della famosa farmacia milanese che dai primi anni del XX sec. aveva la propria insegna lungo corso Vittorio Emanuele, all’altezza di piazza S. Carlo. Il farmaco pubblicizzato, l’arseniato di ferro solubile, era impiegato nella cura della pellagra, malattia causata da carenza alimentare di acido nicotinico (o Vitamina PP) e di triptofano e caratterizzata da disturbi a carico dell’apparato digerente, da disturbi nervosi e psichici e soprattutto da lesioni cutanee (eritemi pellagrosi). Lo stemma credo sia quello della famiglia Zambeletti.
Regalatami da mia madre inizio 2013 e ricevuta dal nipote avv. Maurizio Ulrich-Bansa ai tempi.
Si tratta del padre del noto numismatico, professore e studioso Barone Oscar Ulrich poi Bansa (Bansa è stato aggiunto in seguito e viene da una discendenza tedesca). Trattasi di medaglia di accesso alle strutture dell'Ippodromo di San Siro, in metallo dorato e smalto prodotto dalla Gioielleria Giacomo Ravasco
orafo d'origine genovese dal 1873 a Milano con un proprio laboratorio, poi seguita dal figlio Alfredo che frequenta i corsi serali della Scuola per Artefici dell’Accademia Di Brera a Milano e quindi la bottega orafa del milanese Eugenio Bellosio.
Data al 1906 la sua prima partecipazione a un’esposizione pubblica, quella tenutasi a Milano per il traforo del Sempione. Alfredo Ravasco fu presenza costante e di rilievo all’interno delle principali esposizioni orafe e d’arte decorativa sia nazionali sia internazionali, delle quali fu spesso promotore. In contatto con letterati e artisti diversi (incluso Giò Ponti, con il quale condivise idee e poetiche) gravitanti durante il primo Novecento a Milano, perno indiscusso dei movimenti intellettuali e artistici italiani, già con le opere esposte nel 1919 alla “Prima Mostra di Arte Decorativa” (Milano) manifesta, oltre a un deciso allontanamento dagli schemi attardati in cui versava buona parte dell’oreficeria italiana, la sua propensione a una semplificazione formale, confermata in seguito. Muore nel 1958 a Ghiffa (VB)
Note storiche :
Società Lombarda per le corse dei cavalli - fondata nel 1883 - decide di costruire un ippodromo più vicino a Milano, perché il pubblico possa accedervi senza disagi e perdita di tempo, scegliendo la località di San Siro fuori Porta Magenta. Il progetto viene affidato all'architetto Giulio Valerio che concepisce tutti gli impianti (tribune, "Casino" della direzione con portico per il pèsage, sala caffè, spazi di servizio per i fantini, infermeria, scuderie ecc.) rispondenti a criteri di semplicità e di economia, con carattere di costruzioni "leggere", quasi effimere, come si addice a uno sport essenzialmente stagionale.
L'ippodromo del galoppo viene inaugurato nel 1888 e l'ippica diventa sempre più importante nella vita sociale milanese.
Anche lo spettacolo del ritorno dalle corse attira una folla sempre più numerosa: le carrozze che occupano il "prato" dell'ippodromo come tante piccole tribune, tornano in città sfilando in doppia fila, dirigendosi verso il nuovo Parco (attualmente parco Sempione) dove compiono un giro finale prima di disperdersi. Il modello adottato dall'ippica italiana e dagli altri impianti sportivi ricalca lo stile inglese del XIX e XX secolo e le "seasons" saranno scandite dal calendario degli ippodromi. E' questo l'ambiente che conosce Ernest Hemingway quando si reca a Milano all'inizio del XX secolo e che racconta nel suo libro "Addio alle armi".Anno dopo anno l'ippica aumenta i suoi bisogni e diventano necessarie e imprescindibili nuovi impianti e continui ampliamenti. (dal sito di Italia Nostra).
Famiglia Bansa:
Oscar Ulrich-Bansa ( 11.3.1892 - 5.6.1982) discende da una famiglia di banchieri di origine danese (attuale banca Vonwiller a Milano), trasferiti a Milano. Ufficiale di artiglieria, il 29.10.1942 diventa Generale di Brigata sino alla fine della guerra, e nel 1946 si congeda dall'esercito. Ha sposato una nipote di Carlo Gavazzi, il più noto ed importante dei collezionisti numismatico d'Italia, la Signora Pia Gavazzi e per lunga parte della Sua vita ha vissuto, studiato, scritto e collezionato a Besana Brianza, alla villa il Lorino. Nel 1948 gli viene assegnata la cattedra di numismatica all'Università di Padova. Io non sono certo il Suo biografo ma non mi pare avesse il titolo accademico per l'insegnamento, ma grande conoscenza della numismatica. Sicuramente nel 1948 trovare professori non doveva essere semplice. Rimane all'insegnamento sino al 1962. Pubblica Moneta Mediolanensis al primo anno di insegnamento (Verona, 1949), e non è certo il lavoro di un anno, ma 30 anni da collezionista. Nel periodo 1952-1956 e 1962-1966 dirige la S.N.I., ma grande riconoscimento è la medaglia della Royal Numismatic Society nel 1960 (succede a P. Grierson).
"Un Salone d'Argento" " Buono per L. 2.000 ." - Al centro una figura quadrilobata contenente un'automobile inizi secolo 1900/fine 1800
Descrizione del rovescio
In legenda "54° Salone Internazionale dell'Automobile" "1972 Torino"aut. Intendenza di Finanza di Torino n. 26188 23/10/1972.Al centro il Palazzo delle Esposizioni, ex Palazzo della Moda
Croce Rossa Smaltata su fondo bianco in forma ottagonale, un festone orizzontale recante in incuso la scritta Croce Rossa Italiana in alto la data 3 novembre 1918. Sullo Sfondo un campo di cereali e arbusti, sulla linea dell'orizzonte il sole.
Descrizione del rovescio
La pace trionfante rappresentata allegoricamente da una donna con una veste che accarezza le forme, si erge su sfondo di guerra, tra trincee cannoni detriti, motori d'aerei , un nastro riporta in alto la scritta "Pace Vittoriosa" dietro, campane rintoccanti.
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Tale gettone insieme ai tagli in argento e oro vennereo emessi per raccogliere dei fondi con costo di 10, 25 e 200 lire rispettivamente.
Due teste femminili in cerchio, coronate di foglie, simboleggianti l'Agricoltura, cornici di foglie, fiori e frutti. Cerchio bianco al centro, da cui traspare la filigrana. Il valore, in cifre e lettere, inciso in blu chiaro.
Descrizione del rovescio
Allegorie del Lavoro e del Commercio. A sinistra, un fabbro, sullo sfondo una fabbrica in attività. A destra, Mercurio, dio del Commercio e dei viaggiatori, sullo sfondo navi mercantili. Cerchio bianco al centro, da cui traspare la filigrana (testa di donna coronata di fiori).
Descrizione del taglio
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Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
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Provenienza: Banconota acquista nel novembre 2013 a Veronafil
Istituto d'emissione degli Stati di Cambogia, Laos e
Vietnam (Indocina Francese)
Carta
1954
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Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
Paesaggio con alberi. In alto dicitura "INSTITUT D'ÉMISSION DES ÉTATS DU CAMBODGE, DU LAOS ET DU VIETNAM", in basso "UNE PIASTRE".
Descrizione del rovescio
Statuetta Vietnamita rappresentante un Dragone
Filigrana
Testa di Leone
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
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Nel 1953 l'Institut d'Emission des Etats du
Cambodge, du Laos et du Vietnam divenne il responsabile per l'emissione della
carta-moneta. Una banconota da 1 piastra fu emessa in questo anno a nome di tutti e tre gli stati. Inoltre tra il 1952 ed il 1954 furono introdotte banconote ed in una
delle tre nuove valute che erano state create: riel cambogiano, kip laotiano e dong
sudvietnamita.
1000 Lire "Regine del Mare" (Fascio) l'Aquila, dette anche Capranesi.
Banca d'Italia, Officine dell'Aquila.
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1943
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Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
Due figure femminili sedute in basso al centro, entrambe col bastone del comando, poggiano sugli stemmi di due città che esse rappresentano, Venezia e Genova.
Descrizione del rovescio
Rovescio: Medaglione raffigurante un gruppo scultoreo che un tempo ornava la facciata del Palazzo Kock, sede della Banca d'Italia a Roma, esse rappresentano le allegorie dell'Agricoltura, l'Industria e il Commercio.
Descrizione del taglio
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Filigrana
Note storiche e numismatiche
Nel medaglione a destra la testa di Cristoforo Colombo, nel medaglione sinistro testa dell'Italia Turrita.
Realizzatori: G. Capranesi INV. e DIS., A. Bianchi INC.
Alla sinistra lo stemma nazionale a destra l' eroe nazionale Lempira del XVI secolo, che aveva guidato senza successo la resistenza contro i conquistadores spagnoli.
Descrizione del rovescio
Descrizione del rovescio : Rappresentazione del sito archeologico di Coban, con inserita stele Maya rappresentante uno dei governatori della città.
Figura seduta di Pallade in chiaroscuro, con ramo di ulivo nella mano destra e scudo imbracciato nella sinistra.
A sinistra l'ovale per la filigrana è circondato da rami di ulivo. Chiude il tutto un festone cromatico di foglie e frutta di arancio.
Descrizione del rovescio
l campo centrale è occupato da una scena agricola in chiaroscuro, rappresentata da due buoi con aratro condotti da un contadino. Una cornice esterna di colore arancio circonda l'intera composizione. Negli angoli, all'interno di quattro rosoni, compaiono la cifra "50" e un'aquila reale recante nel petto lo stemma dei Savoia.
In alto, festoni di fiori e frutta. In un medaglione è rappresentato in filigrana il profilo di Dante Alighieri con la corona di alloro.
ritratto di Kosciuszko, valore nominale, tysiac marek polskich, panstwo polskie bierze na siebie odpowiedzialnosc na wymiane niniejszego biletu na przyszla walute polska wedlug stosunku, ktory dla marek polskich uchwali sejm ustawodawczy. Warszawa dnia 23 sierpnia 1919 roku (trad. lo stato polacco si prende la responsabilita di cambiare questo biglietto con la prossima valuta polacca secondo il cambio deciso per i marchi polacchi dal senato. Varsavia 23 agosto 1919)
Descrizione del rovescio
polska krajowa kasa oszednosciowa, kto podrabia lub falszuje bilety polskiej kasy oszczednosciowej albo puszcza w obieg lub usiluje puscic w obieg podrobione lub falszowane bilety podlega karze ciezkiego wiezienia (trad. chi falsifica i biglietti della cassa di risparmio polacca o le mette in circolazione o ne ha l'intenzione sara punito col carcere pesante)
Arco in stile architettonico classico. Valore 5 ripetuto due volte. Indicazione valuta EURO EYP(OMEGA) EBPO
In alto sulla sinistra bandiera comunità europea con sottoriportata firma del presidente BCE Mario Draghi.
Descrizione del rovescio
Acquedotto in stile architettonico classico. Cartina dell'Europa.
in alto a sinistra indicazione valuta €
in basso a destra indicazione nominale "5" e valuta EURO EYP(OMEGA) EBPO
Descrizione del taglio
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Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Dimensioni: 120 x 62 mm
Colori prevalenti : verde - grigio
colore principale rosso, a sinistra raffigurazione del monte Everest, al centro raffigurazione di una pagoda e a destra filigrana, in alto scritte in caratteri nepalesi ed in basso numeri di serie del biglietto
Descrizione del rovescio
colore principale rosso, raffigurazione di una coppia di Yak con sullo sfondo l'Himalaya ed il monte Everest, in basso scritto in caratteri nepalesi ed in inglese RUPEES FIVE
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente.
Incastonato tra cina ed india, il nepal è una repubblica democratica di circa 150.000 Kmq che vanta una popolazione di 30.000.000 di abitanti. L'etimologia del nome della nazione è sanscrita è significa "Paese sorvegliato da Ne". Nella cultura nepalese, Ne fu un saggio hindu che, in tempi antichi, elesse la valle di Kathmandu a propria residenza. Da Ne vengono anche fatti discendere molti degli usi e dei costumi che caratterizzano tutt'ora il Nepal o le rendono un crogiolo unico di differenti tradizioni ed etnie.
Provenienza: regalo di un'amico di ritorno da un viaggio
D N PLA VALENTI NIANVS P F AVG Busto a destra diademato corazzato e drappeggiato.
Descrizione del rovescio
VICTORIA AVGGG esergo COMOB in campo R V L’Imperatore stante di fronte regge lunga croce con la d. e vittoria che lo incorona con la s. e poggia il piede d. su un serpente dal volto umano.
Descrizione del taglio
liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
RIC 2010
Flavio Placido Valentiniano III, fu imperatore romano d'Occidente dal 425 alla sua morte.
Divenne imperatore dopo la morte di Onorio regnando per trent'anni. Dal 425, Valentiniano III divenuto ufficialmente augusto all'età di sei anni, riuscì a governare con l'aiuto dello zio Ezio. Nel 437 sposò la figlia di Teodosio II ,Licinia Eudossia, ma il potere rimase ancora nelle mani dello zio.
Per difendere la Gallia da Burgundi e Bagaudi Ezio chiese l’aiuto degli Unni ai quali dovette cedere la Pannonia. I Visigoti si insediarono in Aquitania e di lì invasero la Spagna.
La figura di Ezio si indebolì e Valentiniano lo accusò di tradimento e lo fece uccidere. La carica di Magister Militum gli venne chiesta dal Senatore Petronio Massimo, cui l’imperatore aveva insidiato la moglie, ma Valentiniano rifiutò. Petronio Massimo decise di farlo uccidere e il 16 marzo 455 due sciti che avevano combattuto con Ezio e ora facevano parte della scorta lo pugnalarono al Campo Marzio.
Con la morte di Ezio era scomparso l'uomo forte che avrebbe potuto difendere l'impero dai pericoli esterni (pochi mesi dopo i Vandali misero a saccco Roma). Ventun’anni dopo si dissolse l’Impero d’Occidente.
Busti di Costantino V barbuto e di Leone IV imberbe, di fronte. Ambedue coronati, in clamide. in alto tra le due teste
una crocetta.
Descrizione del rovescio
Busto coronato e trabeato di Leone III, che tiene con la destra una lunga croce.
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
durante il regno di Costanto V la zecca di Siracusa fu molto attiva, tuttavia i coni non sono molto curati, raramente sono leggibili le legende
complete. Le figure degli Augusti sono stilizzate, prive dell'effettivo ritratto.
Impero di Nicea, Giovanni III Ducas Vatatzes (1221-1254), zecca di Magnesia.
AU
Non presente
g. 4,38
mm 28
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
Cristo in trono, nel campo IC – XC, a destra ed a sinistra del trono +
Descrizione del rovescio
L’imperatore in piedi a s.con labaro e anexikakia, incoronato dalla Vergine, ΙѠ ΔЄСПОТН ТѠ ПОРФѴРОГЄΝΝΗΤѠ ΜΡ ΘѴ
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
M.F. Hendy DOC vol.4, John III (Magn.), Second coinage (1232-54 ?) Type A: « early style ».
a seguito della caduta di Costantinopoli nelle mani dei crociati guidati da Enrico Dandolo e da Baldovino di Fiandra, i Bizantini costituirono la loro ultima linea di resistenza a Nicea, sulle coste settentrionali della Turchia. In meno di sessantanni riuscirono a ricostruire una forza tale da riuscire a sloggiare i crociati e riprendere il controllo di Costantinopoli (o di quanto ne rimaneva...).
DN HONORIVS P F AVG, Busto diademato, corazzato e paludato a destra.
Descrizione del rovescio
VICTORIA AVGGG/ R-V, L’Imperatore in abiti militari che tiene labaro e globo niceforo, calpesta un prigioniero.
Descrizione del taglio
liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
RIC 1287, Cohen 44
Questa moneta, coniata tra il 402-403/405-406 d.C., fa parte di una delle prime serie coniata a Ravenna, dopo che la città venne scelta come capitale nel 402 d.C.
MN ACILIVS III VIR VALETV La Salute stante di fronte volta a sinistra si appoggia a una colonna e regge con la destra un serpente.
Descrizione del taglio
Liscio.
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
SYD 922 Babelon Acilia 8
Manius Acilius Glabrio , triumviro monetario, combattè a fianco di Cesare nella guerra civile (48 a.C.), quando era governatore d’Epiro. Nel 46 a.C. è pro-pretore in Sicilia , e nel 44 a.C. viene nominato governatore d’Acaja. Infine nel 33 a.C. è console.
La rappresentazione della Salus e della Valetudo ( sinonimi) si riferisce alla leggenda secondo la quale la gens Acilia introdusse l’Arte della medicina a Roma.
Imperatore Ottaviano Augusto - Zecca di Brindisi/Roma, 29-26 a.C.
Argento
Non presente
1,67g
15mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
CAESAR IMP VII; Testa di Ottaviano (Augusto) rivolta verso destra.
Descrizione del rovescio
ASIA RECEPTA; Una Vittoria, drappeggiata, in piedi rivolta verso sinistra su di una cista mistica circondata da due serpenti. Nella mano destra tiene una ghirlanda, nella sinistra un ramo di palma.
Ho comprato questa moneta perché appartenente alla serie di Augusto da me preferita. Quella, appunto, della zecca pugliese a seguito della vittoria ad Azio. Con la vittoria su Marco Antonio e Cleopatra, Augusto, sancì il suo potere in tutto quello che di lì a breve sarebbe stato chiamato Impero. Al centro del rovescio si può vedere una Cista Mistica, simbolo utilizzato pochi anni prima nel rovescio di un Cistoforo coniato per circolare in Asia, di...indovinate chi? Marco Antonio con Ottavia (sorella di Augusto, sposa di Antonio).
L SEPT SEV AVG IMP XI PART MAX, Busto laureato a destra.
Descrizione del rovescio
PROFECT AVGG FEL, L’Imperatore in abiti militari su cavallo
rampante a destra, tiene una lancia
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
RIC 138, Cohen 576
Questa tipologia venne coniata su aurei e denari tra il 198 e il 200 d.C. per annunciare il viaggio della famiglia imperiale in Siria ed Egitto, a seguito delle vittorie riportate contro in Parti da Settimio Severo.
quadriga che dirige verso sinistra, Nike in volo incorona i cavalli
Descrizione del rovescio
profilo della ninfa Arethusa
Descrizione del taglio
tondeggiante, regolare
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Boehringer Series VIa, 76 (V36/R51); HGC 2, 1306; SNG ANS 19; Bement 456; Jameson 747; Pozzi 561 (stessa coppia di conii)
moneta molto rara in questa accoppiata di conii e con pedigree importantissimo (fondamentale per questo tipo di emissioni molto falsificate). Daniel Koppersmith Collection. Ex Rockefeller University/Dr. Alfred E. Mirsky Collection (Gemini VII, 9 January 2011), lot 149; Dr. George Henry Abbott Collection (Glendining & Co., 10 October 1951), lot 168.
Relativamente agli aspetti stilistici di questa tetra mi sono appassionato in particolare alla modernità del gusto con cui l'incisore ha realizzato i conii, entrambi. L'artigiano-artista qui supera il modello arcaico del kouros e anticipa già dei dettagli plastici e anatomici che saranno poi pienamente assorbiti solo verso gli anni 20 del V secolo aC. La muscolatura tesa del braccio dell'auriga, il profilo slanciato e sinuoso del corpo della Nike, il dettaglio delle labbra e del naso di Aretusa, il ciuffo quasi sbarazzino che scende sulla fronte sono raffinatezze di un incisore che non solo era aggiornato sulle più importanti novità artistiche del suo tempo, ma che guardava già avanti.
Provenienza: Acquistata all'asta CNG di settembre.
Repubblica romana - C. Mamilius Limetanus. 82 a.C. della Gens Mamilia - triumviro monetalis
Argento
Non presente
gr 4,1
mm 20
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
Busto di Mercurio a destra. Dietro, caduceo.
Descrizione del rovescio
C. MAMIL. LIMETAN. Ulisse che cammina a destra, riconosciuto dal proprio cane Argo
Descrizione del taglio
Frastagliato
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
La gens Mamilia era in origine una delle famiglie più illustri di Tusculum, e anzi di tutto il Lazio. Ottenne la cittadinanza romana nel 5 ° secolo a C. Alcuni dei suoi membri successivamente si stabilirono a Roma, dove Lucius Mamilius Vitulus fu il primo console della famiglia nel 265 a C, l'anno prima della prima guerra punica.
Giovane cavaliere nudo a dx, che cavalca senza sella, tenendo nella sinistra le redini e nella destra un lungo ramo di palma posto tra il suo corpo e l’incollatura del cavallo, che supera in altezza la testa del cavallo; il cavallo avanza a dx su una linea del terreno, la gamba anteriore sinistra alzata, con un’andatura da parata; al di sopra del cavaliere, ΦIΛIΠ, davanti al cavallo ΠOΥ. Sotto la pancia del cavallo una grossa spiga.
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Le Rider p. 24, 163; tav. 7, 163 d.
Zecca di Pella, capitale del Regno di Macedonia (348/7 - 343/2 a. C.)
Tribù celtiche della Gallia Cisalpina o della Provenza (IV o III sec. a.C.)
AR
Non presente
g. 3,82
mm 17
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
Testa di Artemide a d.
Descrizione del rovescio
Leone a d., sopra ΜΣΣA
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Pautasso 1966 Massa α (variante), Arslan 1992 tipo I (variante)
é incerto se queste prime imitazioni della dracma pesante di Marsiglia siano state emesse in Gallia Cisalpina o nella bassa valle del Rodano. La stessa datazione é incerta, dato che é ovviamente legata alla datazione del prototipo massaliota, rispetto alla quale sussistono grandi divergenze tra gli studiosi.
Di questo tipo se ne discute qui
Alessandro Magno (Alessandro III di Macedonia). Coniata tra il 323 e il 320 a.C.
argento
Non presente
17,12 grammi
26 mm.
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
Profilo volto a destra di Eracle (l'Ercole romano) con sulla testa un copricapo di leone ( il leone Nemeo ucciso nella prima delle 12 fatiche di Ercole).
Descrizione del rovescio
al centro Zeus, signore dell'Olimpo seduto sul trono, mentre con la sinistra tiene lo scettro. Sulla sua destra si trova appoggiata un'aquila, uccello protettore e sacro di Zeus, che seguiva sempre Alessandro nei suoi spostamenti e in battaglia. Sulla sinistra del campo trovate parte delle armi di Eracle: l'arco e la faretra con le frecce.
Descrizione del taglio
bordo sia al dritto che al rovescio perlinato e irregolare.
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Price 110 C. La catalogazione come Price 110 di tipo C viene dal fatto che nella moneta al rovescio la scritta circolare riporta "Alexandrou Basileos" ossa tradotto, " moneta di Alessandro Re" . Negli esemplare più comuni, sempre Price 110 ma non di tipo C, viene invece riportata la scritta invertita "Basileos Alexandrou" ossia "moneta del Re Alessandro".
Zecca di Anfipoli (antica Tracia, attuale nord est della Grecia, nella provincia di Macedonia) Conquistata nel 357 a.C. da Filippo II di Macedonia, Re e padre di Alessandro Magno, rappresentò una delle principali zecche attive durante la vita di Alessandro. La moneta è stata acquistata nel 2013 nel negozio Vcoins di Aphrodite Gallery
riproduzione di uno scudo dell'esercito macedone. Al centro (episema) la Gorgone per intimorire l'avversario
Descrizione del rovescio
elmo macedone con pennacchio al centro. Ai lati le iniziali B (basileos = del Re) e A (alexandrou = di Alessandro). In basso sulla sinistra l'ascia bipenne a due lame e a destra l'iniziale K
Descrizione del taglio
liscio irregolare.
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Price - n. 2065
Zecca di Mileto costa sud ovest dell'odierna Turchia. La moneta
Provenienza:proviene dall'asta HD Rauch di Vienna di fine giugno 2013
Licinio Padre, Flavius Valerius Licinianus Licinius 307 - 323
AES
Non presente
gr. 5,9
23/24 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
IMP C LIC LICINNVS P F AVG busto laureato a destra
Descrizione del rovescio
GENIO IMP - ERATORIS Genio in piedi a sinstra, Medio in testa, nudo con Clamide su spalla sinistra che cade fino a terra, nella mano destra Patera da cui scorre liquore, altare con fiamme, nella mano sinistra cornucopia, Epsilon (5a officina); in esergo ANT di Antiochia
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
RIC VI Antiochia 119b
Doppia N in Licinnus, usura del conio ad ore 2 su S e F di Licinnus P F. Battuta tra il 309 e il 310 anni in cui, dopo essere stato nominato Augusto alla conferenza di Carnuntum a seguito della collaborazione in campo militare con Galerio, si fidanzò con Costanza, sorella di Costantino per placarne le proteste scaturite dalla sua promozione. Il nominativo di Valerius Licinianus Licinius deriva dall'assunzione del titolo di "Giovio" concessogli da Diocleziano che fino a quel momento aveva tenuto per sé.
(da sinistra): IMP C GAL VAL MAXIMINVS P F AVG; Testa laureata a destra
Descrizione del rovescio
IOVI CONSERVATORI. Jupiter, stante a sinistra, tiene Vittoria che lo incorona
Descrizione del taglio
liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Not in RIC
Gaius Valerius Galerius Maximinus Daia, più semplicemente noto come Massimino II, nacque in Dacia probabilmente nel 270 da una sorella di Galerio Massimiano. Nel 308 costrinse suo zio Galerio a conferirgli la nomina ad augusto insieme a Costantino. Massimino II Daia, il cui potere era esteso alla Cilicia, all’Isauria, alla Siria e all’Egitto, ci viene descritto come osservatore della fede pagana, riorganizzatore dei sacerdoti, restauratori dei templi, ed ancora superstizioso, credulo dei maghi divinatori e degli oracoli, nonché incoraggiatore della apologetica pagana. Nel 308 d.C. venne a conoscenza del fatto che Galerio aveva insignito Licinio del titolo di Augusto. Massimino dovette accettare forzatamente questa decisione e diede nuovamente inizio alla persecuzione dei cristiani con molta più ferocia rispetto al passato. Massimino fu rivale di Massenzio e acerrimo nemico sia di Licinio sia di Costantino. Fu proprio contro Licinio che Massimino II combatté nel 313 la sua ultima battaglia, durante la quale coniò la moneta in questione.
La scritta ben leggibile “SM” nell’esergo porterebbe a considerare la moneta proposta come appartenente alla serie di follis coniati da Licinio ad Eraclea, ma gli elementi e la legenda del R/ risultano in tal caso fuori luogo. La monetazione di Licinio, infatti, si distingue per l’aquila e la corona di fiori in vista, commemorando i suoi 5 anni di anniversario. Gli elementi e la struttura del R/, come anche lo stile (in particolar modo quello della toga), corrispondono esattamente a quelli della serie di Massimino coniata a Nicomedia (RIC VI Nic 79). Pertanto si potrebbe ipotizzare che la presente serie sia stata coniata ad Eraclea dopo che Massimino II ebbe preso il controllo della zecca. Infatti nel 313 Licinio sfidò in guerra Massimino II spinto dall’alleanza con Costantino. Per un breve periodo la zecca fu controllata da Massimino II, il quale coniò monete con il R/ su imitazione di quelli di Nicomedia. Il RIC riporta tre tipologie monetali coniate da Massimino dopo aver preso il controllo della zecca: “GENIO AVGVSTI”, “HERCVLI VICTORI” e “SOLI INVICTO” (RIC 76-78). La “IOVI CONSERVATORI” era la quarta serie più coniata da Massimino a Nicomedia, e pertanto non risulterebbe insolito trovare la stessa riproposta anche ad Eraclea come testimonia la moneta che vi propongo. In tal modo gli aspetti della serie di Eraclea si abbinano nello stesso tempo a quelli di Nicomedia.
In breve tempo, tuttavia, vinta la battaglia da Licinio, la zecca tornò a coniare le sue normali serie. Massimino II infatti, sconfitto da quest'ultimo nella battaglia di Tzirallum, si ritirò a Tarso dandosi la morte avvelenandosi o strangolandosi con le sue stesse mani.
CAES DIVI VESP F DOMITIANO COS VII busto laureato a destra
Descrizione del rovescio
S C in mezzo Minerva in piedi rivolta a sinistra, tiene fulmine nella mano destra e nella sinistra una lancia, ai piedi uno scudo
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
RIC II Roma 169a
Battuta nel 80 – 81 nella zecca di Roma da Tito a nome del fratello minore Domiziano ( Tito Flavio Domiziano) 81 – 96, secondogenito di Vespasiano e Flavia Domitilla, nacque nel 51. Mentre in Oriente suo padre si sollevava contro Vitellio nell’estate del 69, egli si trovava a Roma con lo zio Flavio Sabino il prefetto della città. Quando il Campidoglio venne occupato dai sostenitori di Vitellio, Domiziano al contrario di Sabino riuscì a fuggire. Dopo l’uccisione di Vitellio fu proclamato Cesare dalle truppe di Primo che aveva combattuto a sostegno di Vespasiano. Durante il regno del padre Domiziano ebbe numerosi privilegi esteriori, compresi quelli del Consolato e del titolo di Principe della Gioventù ( principes iuventutis ). Eppure dal padre non ricevette mai cariche importanti; dal momento che Tito non aveva prole, si comprese rapidamente che il trono sarebbe passato da fratello a fratello. Ampie attestazioni si ritrovano sulle monetae, ed in particolare sulla mia la proclamazione a Cesare e la nominazione a Console, COS VII che corrisponde al’ 80 d.C.
FOCA (602-610 d.C.), Imperatore romano d’Oriente non dinastico
Bronzo
Non presente
gr. 6,3
mm. 20
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
Busto barbato e diademato
Descrizione del rovescio
Croce con lettere FOCA
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
MIBE 97; SB 685
Foca (greco: Φωκάς, Focàs); Tracia, 547 – Costantinopoli, 5 ottobre 610). Era un centurione bizantino. Prese il potere, mettendosi a capo degli eserciti bizantini dei Balcani spodestando l’imperatore Maurizio (lo uccise e lo smembrò) e si proclamò imperatore; per questo motivo è considerato imperatore non dinastico. Il regno di Foca si dimostrò come il più feroce regno del terrore che tutta la storia bizantina abbia mai conosciuto. Il 5 ottobre 610 fu decapitato da Eraclio I nuovo imperatore (575-641).
FLAVIUS IULIUS CONSTANS (320/323 - 350 dC) Imperatore, meglio conosciuto come Costante I -
Bronzo
Non presente
gr. 1,3
mm. 15
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
Busto diademato a d. – CONSTANS- S PF AVG .
Descrizione del rovescio
Due soldati affrontati con una lancia ciascuno; fra di loro, uno stendardo – GLOR-IA EXERC- ITUS - SMKB
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Flavius Iulius Constans, terzo ed ultimo figlio di Costantino il Grande e di Fausta. Dopo la morte del loro padre, il 22 Maggio 337 Costante incontrò due suoi fratelli (Costantino II e Costanzo II) nel Settembre del 337 in Pannonia, dove furono acclamati Augusti dalle truppe, per dividersi l'impero. Costante ebbe il controllo di Italia, Africa, Illiria, Macedonia, ed Achea.
Quando Magnenzio, uno dei suoi generali usurpò il titolo imperiale venendo acclamato in Gallia nel 350, Costante fu catturato ed ucciso da una banda di assassini supportata dallo stesso Magnenzio (si dice che fu costretto a suicidarsi).
Busto di Traiano laureato paludato e corazzato a destra.
Descrizione del rovescio
La Vittoria andante a destra, con ramo di palma tenuto con la mano sinistra e appoggiato sulla stessa spalla e corona di alloro nella mano destra tesa.
Descrizione del taglio
liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
RIC 675 v Busto
Particolare la L di POPVLVSQUE è stata incisa per errore come una T rovesciata.
CLAUDIVS FLAVIVS IVLIVS CONSTANTIVS GALLVS 351/354 d. C
Rame
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2,60 g.
18 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
busto drappeggiato a dex- a testa nuda legenda D.N. CONSTANTIVS IVN. NOB. C.
Descrizione del rovescio
Soldato elmato a sin- che colpisce con la sua lancia un nemico caduto da cavallo che tende la mano supplicante , a terra uno scudo.
Descrizione del taglio
liscio ma irregolare.
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Cohen 14
Costanzo Gallo nasce nel 324 o 25 a Massa Marittima ( Veternensis). Nel 337 alla morte di Costantino scampa alle purghe promosse dai figli dell'imperatore assieme al cugino Giuliano (l'apostata) e nel 351 viene nominato Cesare per l'Oriente da Costanzo II, impegnato a risolvere questioni in altri territori dell'Impero. Nel 354 però viene fatto assassinare a Pola dal medesimo Costanzo II che riteneva che dopo un inizio di buon governo fosse diventato un tiranno sanguinario, cosi come ribadisce lo storico contemporaneo Ammiano Marcellino, Questa moneta è molto comune,comunque la ritengo apprezzabile per la chiarezza di lettura dal rovescio. La legenda del medesimo FEL(ICIORVM) TEMP(ORVM) REPARATIO Il ritorno dei tempi felici, è un chiaro messaggio propagandistico teso ad evindenziare che gli imperatori costantiniani riuscivano a mantenere anche grazie all'esercito lo splendore dei secoli precedenti.
FL IVL CONSTANTIVS NOB C; busto laureato, drappeggiato e corrazzato rivolto a destra.
Descrizione del rovescio
FL IVL CONSTANTIVS NOB C; busto laureato, drappeggiato e corrazzato rivolto a destra.
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
RIC VII 127 Aquileia
La moneta è entrata a far parte della mia raccolta di simboli cristiani sulle monete romane imperiali. I simboli più noti e ricorrenti sono il Chi-rho e il monogramma IX. Talvolta appaiono anche delle croci; ma non tutte hanno un inequivocabile riferimento al cristianesimo. Per quel che riguarda la croce in questa moneta, riporto quanto spiegato dall'utente Flavio in questa discussione (http://www.lamoneta.it/topic/106375-simbolo-cristiano-su-gloria-exercitus-di-aquileia/)
"La croce particolare (di forma inconsueta, nota come croce di Aquileia od anche croce particolare di Aquleia) tra i labari, che trova posto esclusivamente in conii della zecca adriatica, venne successivamente rimpiazzata da una F, poi sparì anche questa lettera.
La croce, per il RIC posta per differenziare le emissioni, fu interpretata diversamente.
Monsignor Cavedoni (sacerdote modenese) la avvicinò alla croce egizia, ossia alessandrina (croce ansata egiziana), attribuendo la presenza di tale segno al fatto che Aquileia (emporio marittimo di primo piano) aveva continue comunicazioni con l'Egitto (ed Aquileia aveva sempre svolto un ruolo di mediazione e diffusione di culti provenienti dall'Egitto), e che in città risiedavano numerose famiglie egizie.
I cristiani di Alessandria, secondo Cavedoni, adottarono la geroglifica croce ansata (ankh), assimilandolo alla croce della Redenzione.
L'ipotesi del Cavedoni fu accolta da diversi numismatici, fra i quali il Maurice ed il Bruun.
Il gesuita Raffaele Garrucci, viceversa, vide nel simbolo una semplice Croce Latina (e nel capo ridondato della Croce il capo di Cristo).
Su quest'ipotesi concordò F.W. Madden, osservando l'assenza di croci alesandrine su monumenti aquileiesi e le diverse forme con cui questa croce si presenterebbe sugli stessi conii aquileiesi.
Ancora : M. Sulzberger non esclude che il bottoncino che sormonta la croce derivi dalla forma della croce ansata, ma annota che le monete di Aquileia, già dieci anni prima, avevano portato impresso il monogramma (chi-ro) sormontato dal globetto e che questo rigonfiamento potrebbe essersi trasmesso alla croce semplice".
Alessandro III, il Grande, re di Macedonia (336-323 a. C.)
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2013
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Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
Testa di Eracle con copricapo in pelle di leone, a dx
Descrizione del rovescio
AΛEΞANΔΡ.Υ, clava sopra arco e faretra, sotto E
Descrizione del taglio
Liscio irregolare
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Price 304
Moneta coniata da una zecca incerta della Macedonia regnante Alessandro Magno (336/323 a. C.). Notare sul rovescio il punto al posto della omicron nel nome del sovrano per ragioni di spazio.
Provenienza: Künker 23 (30 ottobre 2013), lotto n. 7
Provenienza: ex ArtAncient Ltd, ex collezione inglese, ex Hollingbourne Hoard
Documentazione: documentazione fiscale di acquisto, cartellino precedente collezione, licenza di esportazione in quanto trattasi di Treasure Trove.
Testa laureata di Zeus a destra. Dietro, due stelle
Descrizione del rovescio
Artemide su biga al galoppo a destra. Sopra, due stelle. In esergo, KAΠU. Rara
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
SNG ANS 206.
riprendo parte di una pubblicazione che sto cercando di completare attinente a Capua ed alle altre zecche del territorio compreso nell'odierna provincia di Terra di Lavoro del IV° - II° sec. A.C.:
"Misteriosa e leggendaria è la fondazione della città di Capua.
La sua origine è molto dibattuta tra gli Storici di ogni tempo; in ogni caso, il mito- storia di Capua, quindi, è strettamente intrecciato con quella di Roma,
Secondo alcuni fu fondata dal Troiano Capys, cugino di Enea, ivi giunto dopo la distruzione di Troia; altri ritengono che fosse stata fondata da Capi Silvio, Re di Alba Longa,
Lo storico Luigi Pedroni sottolinea che le peregrinazioni di Enea e di Capys si intrecciassero, tant’è che i Troiani avevano numerosi legami mitici con la Campania, dove si narrava avessero fondato diverse città; in particolare Dionigi di Alicarnasso indicava in Rhomos, figlio di Enea, il fondatore della città di Capua
Lo scrittore romano Livio afferma che il fondatore fosse Capie, famoso Capitano dei Sanniti. Il Pedroni ricorda che, nell’antichità, si diffuse la leggenda secondo il fondatore di Capua fosse Telephus, nato in Arcadia da Ercole e dalla sacerdotessa Auge, esposto sul monte Parthenos dove fu allattato da una cerva ed educato dal Re Corito. In ogni caso, ciò che si deve evidenziare è che Capua, nell’antichità, veniva considerata una città di pari importanza di Roma. Ciò è dimostrato anche dalle simili leggende riguardanti la fondazione delle città.
Mentre Romolo fondatore di Roma, infatti, si salvò grazie alla lupa che lo nutrì, Telephus, fondatore di Capua, fu salvato perché allattato da una cerva.Tali leggende sottolineano, in tal modo, la dicotomia e la rivalità tra Roma e Capua mediante il riferimento a due animali in perenne guerra quale il lupo ed il cervo. Alleata di Roma sin alle guerre contro i Sanniti, a seguito della sconfitta subita dai Romani a Canne, si alleò con Annibale aprendo le proprie porte ai Cartaginesi, come ricordato dall'episodio degli ozi di Annibale, ma questa è un'altra storia e, soprattutto, altre monete.
Roma, vinto Annibale, non perdonò Capua che, a differenza delle città sue alleate quali Cales, Teanum e Suessa, fu messa a ferro e fuoco, ridotta a semplice Prefettura e ne proibì la coniazione di monete. La biunx postata, pertanto, è rara in quanto la coniazione di monete a Capua si ebbe solo negli anni 216 - 211 a.c.. Tale riporta il nome di Capua in osco in esergo, al diritto Giove, mentre al rovescio Artemide/Diana in biga. Diana è la dea che affascinò anche i Borboni che la celebrarono con la costruzione, nella Reggia di Caserta, della Fontana di Diana ed Atteone che ne riproponeva il mito greco del cacciatore tramutato in cervo per aver osato guadare la Dea nuda mentre faceva il bagno.
2/3 Follis (16 denari comuni, sistema duodecimale)
Costantino I
Bronzo
Non presente
gr.3,66
Non presente
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
FL VAL CONSTANTINUS AVG
Descrizione del rovescio
VIRT EXERCIT GALL con numerale XVI
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Ric VI 360, Cohen 660
Zecca Roma.
Coniato da Costantino I quando prese il controllo della zecca di Roma dopo aver sconfitto Massenzio e circolò per un tempo molto limitato solo a Roma e dintorni
Busto laureato e drappeggiato di Galba a destra. Legenda: IMP SER GALBA AUG TR P
Descrizione del rovescio
La Vittoria andante a destra con corona d'alloro e ramo di palma.
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
RIC 251-3 Var.
E' un sesterzio di ampio modulo e con rilievi elevati che riesce a trasmettere tutta la potenza e l'autorita' dell'impero romano nel primo secolo d.C. . Il ritratto di Galba ha uno stile per me molto bello e grazie alla forza e precisione della battuta il metallo riesce a trasmettere tutta l'autorevolezza e la nobilta' d'animo dello sfortunato condottiero romano.
Provenienza: Asta Stack's, NY 11 January 2013, lotto 6082, ex Robert O.Ebert Collection
CALISTVS PP : TERTIVS Entro quadrilobo stemma sormontato da triregno e chiavi decussate.
Descrizione del rovescio
MODICE FIDEI QVARE DVBITATIS San Pietro nella navicella regge una lunga croce.
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
CNI 1. Muntoni 2. Berman 347. Friedberg 7.
"Modice fidei quare dubitasti?”
(Perché hai dubitato, uomo di poca fede?)
Modicae fidei quare dubitasti quia ego tecum sum, dicit dominus Mt. 14,31).
Callisto III, nato Alfons de Borja y Cabanilles, Xativa (Valencia) 31/12/1378-Roma 6/8/1458 - 209°Papa (8 aprile 1455 fino alla morte)
Studiò e professò diritto all'università di Lerida; esperto giurista rimase molti anni a fianco di Alfonso d'Aragona in qualità di segretario e di consigliere. In quel periodo persuase l'antipapa Clemente VIII a rinunciare alla tiara (1429) e riconciliò re Alfonso con Eugenio IV. La Santa Sede per ringraziarlo lo fece vescovo di Valencia nel 1429, poi cardinale il 2 maggio 1444, chiamandolo a vivere alla corte papale. Eletto Papa l'8 aprile 1455, poichè odiava gli infedeli sognò fino alla morte, di cacciare i Turchi e di riconquistare Costantinopoli. Alle sue ripetute esortazioni, gli stati cristiani risposero con molta freddezza. Delle due sole notevoli vittorie, l'una, la liberazione di Belgrado dall'assedio di Mohammed (14-21 luglio 1456), fu dovuta al valore di Giovanni Hunyady,reggente il trono d’Ungheria; l'altra, la liberazione dell'Albania (battaglia della Tomornizza, 2 settembre 1457), a Giorgio Castriota Scanderbeg, oggi eroe nazionale albanese.
Dotto, affabile, di rette intenzioni, personalmente onesto, offuscò la sua fama coi favori elargiti a congiunti e connazionali indegni. Nominò cardinali due suoi nipoti, uno dei quali, Rodrigo Borgia, diverrà in seguito Papa Alessandro VI, Morì il 6 agosto 1458.
SICARDO (832-838), principe longobardo, principe di Benevento dall'832.
Oro (a basso tenore)
Non presente
gr. 3,1
mm. 21
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
SIC ARDV- Busto di Sicardo coronato, di fronte, con globo crucigero nella d., nel campo a d.; cerchio di perline.
Descrizione del rovescio
VICTOR+PRINCI, sotto CONO B, nel campo a s. S e a d. I ai lati della croce potenziata su tre gradini; cerchio di perline.
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
M. Cagiati, La zecca di Benevento, in RIN 1916, pp. 335-366; CNI XVIII, p. 173, n. 2 (ma elettro); Arslan 1990, p. 175, IV.44° (var.); Grierson-Blackburn, p. 576, n. 1109; Oddy, p. 107, n. 476, pl. 10
Sicardo fu il figlio e successore di Sicone, principe della stirpe di Spoleto. Fu l'ultimo sovrano del principato beneventano nel suo assetto unitario, che copriva buona parte del Mezzogiorno (cosiddetta Langobardia Minor). Alla sua morte, il principato cadde in una guerra civile che ne determinò la definitiva separazione dal dominio di Salerno.
Dominazione Sveva della Sicilia - Manfredi re di Sicilia 1258-1266
AU
Non presente
0.79 gr.
nd
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
Leggenda pseudo cufica (non visibile) intorno a cerchio lineare; all’interno, aquila di fronte, ad ali spiegate e volta a d.; ai lati della testa, T – O.
Descrizione del rovescio
Leggenda pseudo-cufica (non visibile) intorno a cerchio lineare; all’interno, IC – XC / NI – KA / o / o ai lati di lunga croce
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Spahr 180; MEC XIV, 600; MIR 133
Manfredi, figlio naturale di Federico II di Svevia (Hoenstaufen), ebbe una vita ricchissima di avvenimenti in un periodo tra i piu' turbolenti della storia medieovale siciliana
fu tra l'altro fondatore della città di Manfredonia, da lui costruita tra il 1256 e il 1263. Ebbe due mogli, Beatrice di Savoia e successivamente Helena Angelina Doukaina, figlia di Manuel Komnenus Doukas, sovrano del Despotato dell'Epiro. Di carattere nobile e magnanimo fu lodato e ricordato per la sua bellezza e vigore sia fisico che intellettuale.
Questo minuscolo Tari' ha il pregio di mostrarci un'immagine dell'aquila di rara forza espressiva per i pochi millimetri a disposizione nel minuscolo tondello, un simbolo nobile e regale che caratterizza perfettamente il periodo medioevale cui l'emissione si riferisce
Provenienza: NAC, auction 76, 10 dicembre 2013 lot 109
Genovino I° tipo o, come lo chiamavano allora, Fiorino genovino.
Repubblica di Genova
Au 1000/1000
Non presente
3,51 gr.
20 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
+ ° I °A ° N ° V ° A gran trifoglio ritto - con 5 punti all'interno del castello/imago civitas
Descrizione del rovescio
+ ° CVNRADVS ° REX °
Descrizione del taglio
liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Lunardi 9, Varesi 5, Friedberg 351, CNI -vol III-pag 24: n. 62 e 63
Gandolfi, De Simoni, Astengo, Pesce e Ricci ritenevano che la data di coniazione fosse precedente di circa 30 anni rispetto al 1252 (data nella quale fissavano la coniazione del genovino di II° tipo: Civitas Ianva). Roberto S. Lopez e i più recenti articoli di Monica Baldassarri ritengono invece che questo I° tipo sia stato coniato nell'anno 1252 e il II° tipo tra il 1280/85 e il 1290
Il Re coronato seduto frontalmente, tra due protome di leoni con scettro gigliato e globo crucifero. Legenda: + ROBERTVS • DEI • GRA • IERL • ET • SICIL • REX
Descrizione del rovescio
Croce gigliata cantonata da quattro gigli. Legenda: + hONOR • REGIS • IUDICIU • DILIGIT
Descrizione del taglio
Liscio.
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Pannuti-Riccio 1; MIR 28
Moneta che per via della buona qualità dell'argento con cui era coniata fu imitata da diverse zecche in Europa ed in Oriente. Fu continuata a coniare anche dopo la morte di Roberto d'Angiò (1343) sempre a suo nome dalla zecca di Napoli, ma questi esemplari sono di stile più rozzo, di modulo più largo e di peso calante. Il mio esemplare rientra tra i coevi al suo regno i quali sono meno comuni di quelli postumi.
Provenienza:Da collezione privata, acquistata nel mese di Marzo 2013
Repubblica di Venezia - Doge Francesco Foscari (1423-1457)
Argento
Non presente
gr. 3,03
mm. 26
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
FRANCISCVS • FOSCARI DVX; il doge in piedi, rivolto a sinistra, tiene con le mani l'asta del vessillo, rivolto a destra; il tutto in un cerchio di perline.
Descrizione del rovescio
+ •SANCTVS • MARCVS • VENETI • ; busto di San Marco frontale con aureola; tine nella sinistra il Vangelo e con la destra benedice; il tutto in un cerchio di perline.
Galeazzo Maria Sforza ( 1466 - 1476 ) - Zecca Milano
Argento
Non presente
9, 61 gr.
28, 3 mm.
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
testina GALEAZ M SF VICECO DVX MLI QIT busto del Duca corazzato, borchia dietro la testa
Descrizione del rovescio
PP ANGLE Q3 CO AC IANVE D scudetto con la biscia coronata, sormontato da elmo coronato e cimiero ornato da drago crestato, ai lati tizzoni ardenti con le secchie e le iniziali G3 - M
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Crippa 6/B, MIR 201/3, CNI 72 - 73
Il testone è una delle monete più rappresentative e ritengo simboliche della monetazione milanese.
Si distingue per l'innovazione della tipologia monetaria e per l'iconografia di grande impatto e realismo, di fatto tra le antesignane dei ritratti rinascimentali.
Moneta che avevo nella versione più comune, ma che in questo caso si distingue per rarità e per la particolarità che la biscia sia coronata.
Segue diritto, rovescio e particolare della biscia coronata.
Enrico VII di Lussemburgo – Imperatore e Re d’Italia (1300 – 1310) Monetazione con il titolo di Imperatore (1312-1313)
Argento titolo 964 da Gnecchi.
Non presente
4,051 gr.
27,37 mm.
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
° •S•PROTASI• ° - ° : S GERVASI• in verticale hNRICIPAT San Gervasio e San Protasio stanti al centro e divisi dalla legenda verticale.
Descrizione del rovescio
Descrizione del rovescio: •S•AHBROSI’• - HEDIOLANVH• Sant’Ambrogio benedicente, in trono, con il pastorale nella sinistra. Le lettere M al rovescio utilizzano i punzoni di una H.
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Toffanin MIR Milano 100, 76; CNI V 61, cfr. 5; Gnecchi 28, 1 (Tav. IV, n. 10); Biaggi 261, 1431; coll. Verri/BCI 59, 91 (grosso da due soldi imperiali), coll. (V.D.) asta Nummorum Auctiones IV Lugano 16 giugno 1979 n. 125 e 126; coll. (Strada) asta Kunst und Muenzen XXVI Lugano 13 maggio 1988 n. 1136.
Emissione sul tenore del “grosso tornese” di Francia per Filippo IV ( Fontainbleu 1268 - 29 novembre 1314) detto il Bello; al peso di 4,22 per pari lega d’argento e valutato 18 denari nel 1310 e successivamente 28 denari con editto del 18 aprile 1315 (da Toffanin MIR Milano 2013, Bellesia / PN marzo 2008). In precedenza classificato come Grosso da due soldi.
Provenienza: Nomisma 48, RSM ottobre 2013, n. 573.
Gianfrancesco Gonzaga, I marchese di Mantova (1407-1444)
Argento
Non presente
gr. 2,45
24,5/25 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
IOh'S FRACISC' •MARChIO •MANtVE 3 C'; Stemma inquartato alle quattro aquile, caricato da scudetto Gonzaga, inquartato ai leoni boemi e alle fasce.
Descrizione del rovescio
•MANtVA •FVLSIStI •PCIOSO :SAGVINE •XI (Mantova, rifulgesti per il prezioso sangue di Cristo); Veduta della città di Mantova, con edifici, torri merlate e ponti, col lago in primo piano e il reliquiario del Preziosissimo Sangue al centro.
Descrizione del taglio
liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Bignotti 1, CNI 11/18
Gianfrancesco Gonzaga, dal 1407 quinto signore e Capitano del Popolo di Mantova, nel 1433 acquisì per sè e tutta la propria discendenza il titolo di primo marchese di Mantova, privilegio concessogli (dietro l'esborso di 12.000 fiorini) dall'imperatore Sigismondo. Questa moneta è la prima emessione che presenta le titolature di marchese di Mantova.
. SENA VETUS (E tonda ed S coricata), nel campo Grande :S: di forma Arcaica entro cerchio liscato
Descrizione del rovescio
+ Alfa et ω , nel campo croce patente entro cerchio liscato.
Descrizione del taglio
rigato
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
M.I.R Toscana Zecche Minori n°479.
Grosso Primitivo o Grosso da 12 Denari, questo esemplare e' classificato come della III° serie su V° esistenti per questa moneta. Si differenzia dalle altre serie per la :S: ben centrata nel campo del D/, per i globetti che accostano la :S: nel campo piu' piccoli e ben disposti alle estremita' e perche' la lettera ''A'' ha un cappello leggermente arrotondato che ricorda una mezza luna.
'' ... Il Grosso Senese compare per la prima volta in un documento del 1237 ma la lettura di un pagamento del 1211, espresso in ''denari nuovi piccoli'', fa' presupporre l'esistenza di una moneta Senese piu' pesante, cioe' il grosso, gia' esistente in quel periodo (montagano 2006) ... ''(Cit. Mir)
bellesia 1 pag.100,mir 131,c.n.i. 13 pag.81,tavola V 17
su questo grosso ci sono due scuole di pensiero, la prima riportata sul corpus propende per la coniazione sotto la signoria pisana (1342-1369), la seconda presa dal bellesia( grazie al documento citato dal banti) sicuramente quella piu' attendibile, invece propone la coniazione nel 1319 , sotto la signoria di castuccio castrcani,questi era in quel periodo uno degli esponenti piu' importanti del partito ghibellino in toscana, l'aquila sopra il monogramma ottoniano quindi non rappresenta pisa ( infatti i simboli di pisa sono la madonna e la croce di tolosa), ma l'aderenza al partito ghibellino filo imperiale in lotta contro il partito avverso dei guelfi,
Ferdinando I d'Aragona (fu re di Napoli dal 1458 al 1494)
Argento
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3,9 g
26 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
FERRANDVS:D:G: R. SICILIE; busto di Ferdinando I coronato volto a destra, con rosetta sulla spalla destra, dietro la testa lettera T, entro cerchio di perline. Gian Carlo Tramontano, maestro di zecca.
Descrizione del rovescio
IVSTA° TVENDA; l’Arcangelo Michele, nimbato, in armi, di prospetto con scudo arotella e croce astile nella mano destra, stante di fronte trafigge il drago ai suoi piedi, intorno cerchio di perline.
Descrizione del taglio
Liscio.
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Alfonso I prima di morire fece in modo che il suo figlio, Ferrante, diventasse suo successore ed i notabili giurarono fedeltà a quest’ultimo. Alla morte di Alfonso, il pontefice Callisto III si rifiutò però di riconoscere il nuovo sovrano, e questa fu la miccia che fece scoppiare una serie di rivolte; Ferrante riuscì comunque a farsi incoronare il 14 Febbraio 1459 a Barletta dal cardinale Orsini, un legato del nuovo pontefice Pio II; in ricordo di quell’avvenimento fu coniata una nuova moneta su tondelli d’argento di ottima lega, il Coronato. Il suo governo oppressivo portò nel 1485 a un tentativo di rivolta (la congiura dei baroni) da parte dei nobili. L'insurrezione fu stroncata e molti nobili, ingannati con la promessa di Ferdinando di un'amnistia generale, furono in seguito brutalmente assassinati per sua precisa volontà. Dopo questa data fu coniatala moneta con l'Arcangelo Gabriele che sconfigge il drago. [Note numismatiche] (P.R. 6° tipo) Il peso ufficiale era di grammi 4 contro i 3,6 del Carlino, valeva infatti 22 Tornesi contro i 20 del Carlino; la sigla del maestro di zecca è abbreviata in modi e forme diverse formando decine e decine di varianti riguardanti la punteggiatura, le abbreviazioni, le diverse sigle dei maestri di zecca e i vari simboli presenti fra le lettere, oltre alle varianti riportate nelle varie opere come ad esempio il monumentale Pannuti-Riccio. Il Pannuti-Riccio, elenca diverse tipologie o classi di queste monete con diversi numeri progressivi a secondo delle diverse sigle dei maestri di zecca e delle varie posizioni di queste ultime. Fonte: www.ilportaledelsud.org. “Francesco Di Rauso”.
Serenissima Repubblica Di Venezia Doge Pietro Ziani
Argento
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2.17 g
20 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
San marco che porge il vessillo al doge. Leg: +P ZIANI DVX S.M.VENET
Descrizione del rovescio
Redentore sul trono. Legenda: anaepigrafe Nel Campo: ICXC
Descrizione del taglio
Liscio.
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Imitava la monetazione Bizantina della quale riprende alcuni stili, il nome Matapan deriva dal Cristo in trono raffigurato al R/ Fù coniata per la prima volta dal doge Enrico Dandolo (1192-1205) prima della IV crociata . Matapan probabilmente deriva dal arabo Mautabān che significa “Cristo Seduto”.
Repubblica di Lucca – A nome di Ottone IV - Seconda metà del secolo XIII
Argento
Non presente
2.38 g
21 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
D/ OTTO • REX • in caratteri gotici, nel campo monogramma di Ottone IV formato da due T fogliate ed ornate, con una barra orizzontale perlinata che le unisce trasformandole in H. Sopra la barra un globetto.
Descrizione del rovescio
ᵴ. VVLT’. D. LVCA ✜, busto con paludamento del Volto Santo per un terzo a sinistra con corona aperta a tre fioroni.
Descrizione del taglio
liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
CNI 9; Bellesia 11/A, MIR-123/2.
Il CNI colloca questa moneta nella prima metà del XIV secolo (Monete al nome di Ottone IV ma battute sotto Federico II), ma l’orientamento più recente la attribuisce alla seconda metà del XIII secolo, al pari delle prime emissioni di grossi da 2 soldi delle altre zecche toscane.
Il Volto Santo di profilo a sinistra per un terzo, che sulle monete d’argento lucchesi fa la sua apparizione per la prima volta proprio sui grossi da 2 soldi (con una rappresentazione di grande impatto, a mio parere, che conferisce a queste monete un fascino particolare), sarà una costante nella produzione di questa zecca fino al XVII secolo.
Provenienza: Asta Stack’s Bowers Agosto 2013 (Chicago ANA World Fair of Money) - lotto 34960.
segnalata per la prima volta dal Cudazzo sul MIR al numero 97 e poi il Traina sugli Speciali di Cronaca Numismatica al numero 26
moneta di ancora dubbia attribuzione, non si sa se attribuirla ad Amedeo VI o VII, di dimensioni veramente minute, di grande rarità e appunto conosciuta solo da pochi anni...
Attribuzione molto incerta: Ruggero II – Re Normanno (1135-1154) Gaeta? oppure da Roberto il Guiscardo a Ruggero Borsa (1059-1111) Salerno, Principato.
Bronzo
Non presente
gr. 3,5
mm. 23
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
Figura coronata, indossa abito militare, con manto e con la spada sguainata nella destra, a destra nel campo croce latina, a sinistra palma.
Descrizione del rovescio
RV CA–TA - Veste di Cristo o della Madre di Dio o veduta del porto di Gaeta con le fortificazioni retrostanti (meno probabile).
Questa rarissima moneta normanna (denominata “RV CA-TA” per la presenza di queste lettere) è stata fonte di numerosissimi dibattiti, in merito alla sua attribuzione. Il primo articolo fu pubblicato dal barone Nicolas Damas Marchant (1767-1833) nel 1818. Da allora sono state formulate numerose ipotesi, ma ancora oggi non è possibile una attribuzione certa in mancanza di fonti letterarie dell’epoca.
FERRANDVS REX – Busto del re con corona radiata a dx
Descrizione del rovescio
EQVITAS REGNI - Cavallo al passo verso dx sormontato da rosone; all’esergo, °* S *° (zecchiere Nicolò Spinelli).
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
C.N.I. 1038 P/R n° 53b - D'Andrea/Andreani
La particolarità di questa moneta consiste nel peso che è molto superiore a quello standard, ma sopratutto nel numero delle punte della corona; in questa sono solo quattro, mentre in tutti gli altri Cavalli, sia con peso “normale” che con peso superiore, sono cinque. Particolare è anche il colore e lucentezza della moneta che la fa somigliare ad un sigillo in cera lacca.
Federico III d'Aragona (1496/1501), Regno di Napoli
Rame
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1,36 gr
19 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
FEDERICVS°°° REX, Testa del re radiata volta a dx
Descrizione del rovescio
*EQVITAS° REGNI°, Cavallo gradiente a dx sormontato da una stella, in esergo, tra due stelle, la lettera "L", simbolo del coniatore.
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Pannuti-Riccio 17; MIR110/5
Esemplare ribattuto su un cavallo di Carlo VIII, si può notare l'incongruenza di alcune lettere in legenda che corrispondono invece alle legende dei cavalli di quest'ultimo sovrano. Le lettere che si notano sul Dritto potrebbero essere una sottoimpressione di una moneta di Carlo VIII .
Sul Rovescio le lettere potrebbero essere quelle impresse di
FL IVL CONSTANTIVS NOB C; busto laureato, drappeggiato e corrazzato rivolto a destra.
Descrizione del rovescio
FL IVL CONSTANTIVS NOB C; busto laureato, drappeggiato e corrazzato rivolto a destra.
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
RIC VII 127 Aquileia
La moneta è entrata a far parte della mia raccolta di simboli cristiani sulle monete romane imperiali. I simboli più noti e ricorrenti sono il Chi-rho e il monogramma IX. Talvolta appaiono anche delle croci; ma non tutte hanno un inequivocabile riferimento al cristianesimo. Per quel che riguarda la croce in questa moneta, riporto quanto spiegato dall'utente Flavio in questa discussione (http://www.lamoneta.it/topic/106375-simbolo-cristiano-su-gloria-exercitus-di-aquileia/)
"La croce particolare (di forma inconsueta, nota come croce di Aquileia od anche croce particolare di Aquleia) tra i labari, che trova posto esclusivamente in conii della zecca adriatica, venne successivamente rimpiazzata da una F, poi sparì anche questa lettera.
La croce, per il RIC posta per differenziare le emissioni, fu interpretata diversamente.
Monsignor Cavedoni (sacerdote modenese) la avvicinò alla croce egizia, ossia alessandrina (croce ansata egiziana), attribuendo la presenza di tale segno al fatto che Aquileia (emporio marittimo di primo piano) aveva continue comunicazioni con l'Egitto (ed Aquileia aveva sempre svolto un ruolo di mediazione e diffusione di culti provenienti dall'Egitto), e che in città risiedavano numerose famiglie egizie.
I cristiani di Alessandria, secondo Cavedoni, adottarono la geroglifica croce ansata (ankh), assimilandolo alla croce della Redenzione.
L'ipotesi del Cavedoni fu accolta da diversi numismatici, fra i quali il Maurice ed il Bruun.
Il gesuita Raffaele Garrucci, viceversa, vide nel simbolo una semplice Croce Latina (e nel capo ridondato della Croce il capo di Cristo).
Su quest'ipotesi concordò F.W. Madden, osservando l'assenza di croci alesandrine su monumenti aquileiesi e le diverse forme con cui questa croce si presenterebbe sugli stessi conii aquileiesi.
Ancora : M. Sulzberger non esclude che il bottoncino che sormonta la croce derivi dalla forma della croce ansata, ma annota che le monete di Aquileia, già dieci anni prima, avevano portato impresso il monogramma (chi-ro) sormontato dal globetto e che questo rigonfiamento potrebbe essersi trasmesso alla croce semplice".
Imperatore in piedi con stemma, divitision e clamide, con spada nella mano destra e globo crucigero nella sinistra, ΔЄСΠΟΤΗС ΜΑΝΟѴΗΛ
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
M.F. Hendy DOC vol.4, The Latin States, Type B (variante con conio di rovescio di piccolo modulo)
La caduta di Costantinopoli nelle mani dei crociati nel 1204 é da più parti considerata una delle più grandi catastrofi della storia dell’umanità (quanto meno da un punto di vista culturale). L’alleanza tra i cavalieri francesi ed i veneziani fu in grado, oltre che ad abbattere l’Impero Bizantino, di distruggere e dissipare in pochissimi anni quanto era stato accumulato in più di un millennio di storia, in una città ricchissima che ancora conservava gran parte della propria eredità romana. Cronache contemporanee descrivono la scena delle statue ellenistiche in bronzo che vengono prelevate dall’ippodromo e da altri luoghi della città al fine di essere fuse per fare moneta. Bene, questa é una di quelle. Scimmiotta i pezzi bizantini, recando l’improbabile legenda Despotes Manuel… Ne valeva proprio la pena. Al ritorno dei Bizantini, nel 1261, altre cronache riportano che nel palazzo imperiale l’imperatore « latino », dopo aver dissipato tutto il dissipabile, era ridotto a bruciare le porte per scaldarsi.
Gian Galeazzo Visconti Conte di Virtù e Signore di Milano ( 1385 - 1395 )
Mistura
Non presente
0,78 gr.
15 mm.
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
+ D. MEDIOLANI. 3 C al centro iniziali G 3 con sopra ornamento
Descrizione del rovescio
+ In incuso la legenda del D al centro in incuso iniziali G 3 con sopra ornamento
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
La moneta ha la caratteristica di avere, al rovescio, il conio in incuso del D. Questo è successo perchè la moneta precendente è rimasta attaccata al conio.
Valore Nominale in grande al centro, Legenda lungo la circonferenza "Deutsches Reich 1932 . Reichspfennig ." Incisore R. Kullrich.
Descrizione del rovescio
nel campo in alto faretra e arco. Un simbolo tipo una sorta di "ciliegine" subito sotto la faretra. Nel campo in basso la clava. Arco, clava e faretra erano le armi tipiche di Eracle (l'Ercole romano) spesso rappresentate sulle monete di Alessandro Magno. Ancora più in basso in esergo una bella spiga di grano in cui si intravedono persino in chicchi.
Descrizione del taglio
bordo perlinato al dritto. Liscio al rovescio. Irregolare nel complesso.
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Price 2071 (variante)
Zecca di Mileto o Mylasa (entrambe città costiere dell'antica Caria.
Provenienza: negozio on-line della Casa d'Aste tedesca Munzen & Medaillen GmbH.
Compagnia delle Indie Orientali (East India Company) Madras Presidency
AU
Non presente
gr. 3,44
mm 11/13
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
Figura di fronte del Venerabile (swami) Venkateswara che ha ai lati le sue due Venerabili mogli Sridevi e Bhudevi.
Descrizione del rovescio
Granuloso
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Pridmore 3b KM 304 SAC 421 MNI 1799
A)La Compagnia delle Indie Orientali (East India Company) si costituì il 31 dicembre 1600 e le fu concesso dal governo britannico il monopolio del commercio con le Indie. Inviò inizialmente le sue navi a Giava dove il commercio si dimostrò molto redditizio. Successivamente fu all’India che guardò con maggior interesse.
Il primo ufficio commerciale indiano fu fondato a Masulipatam, sulla costa sud-orientale nel 1611.
Nel 1659 alla Compagnia fu concesso dal Raja di Chandragiri di stabilirsi a Madras (oggi Chennai) dove costruì il Forte di San Giorgio e Madras sostituì Masulipatam come sede della Compagnia sulla costa del Coromandel.
Insieme alla concessione ricevette anche il diritto di coniare moneta per pagare al Raja una percentuale dell’uno e mezzo % sull’importo delle transazioni commerciali.
Le prime monete Britanniche coniate in India furono le “Pagode” d’oro.
B) Venkateswara è venerato nel tempio Vedico di Tirumala, città collinare del distretto di Chittoor nello Stato dell’ Andhra Pradesh. La collina di Tirumala (853 m.) è una delle sette colline che si trovano nell’area e secondo la leggenda rappresentano le sette teste del mitico serpente Adisesha, che intrecciandosi forma il giaciglio di Vishnu. Venkateswara è ritenuto una delle incarnazioni di Vishnu. Il tempio è il luogo sacro più visitato al mondo. Ospita tra 50 e 100 mila pellegrini ogni giorno e oltre 500.000 in occasioni speciali.
Scudo d'oro del sole (tipologia senza il sole al diritto)
Ducato di Milano Filippo II di Spagna (1556-1598)
Oro
Non presente
6,551 gr.
27,17 mm.
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
(s) PHILIPPVS • REX • ETC' • in cerchio lineare: testa barbuta e radiata a sinistra.
Descrizione del rovescio
(d) MEDIO - LANI • D• in cerchio lineare: stemma ovale inquartato, con le aquile e le bisce non coronate, sormontato da corona, da cui escono due rami di palma di olivo.
Descrizione del taglio
liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Crippa cfr 8 diritto e Crippa cfr 7 rovescio. MIR Milano 305 D/ 304 R (descrizione incompleta)
Zecca di Milano.
Variante inedita, al diritto dello scudo d’oro senza il sole è associato il rovescio del tipo con il sole, cioè con le aquile non coronate.
Nota personale: mia soddisfazione poter aggiungere un tassello alla storia numismatica della propria città. Ho scelto questa moneta, acquistata quest'anno, ne per la conservazione, ne per l'ipotetico valore commerciale piuttosto che per la rarità, ma unicamente per il contributo numismatico che può dare allo studio relativo agli accoppiamenti dei coni tra le due tipologie dello scudo d'oro con il sole.
Guglielmo Gonzaga, III duca di Mantova, I duca di Monferrato (1550-1587)
Oro
Non presente
gr. 3,26
22,5/23 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
GVL •D •G •DVX •MANT •III •ET •MONT •FERAT •PR; Stemma inquartato alle quattro aquile, entro cartella ornata con cartocci e volute, caricato dallo scudetto del Monferrato ai nove quarti, e sormontato da un piccolo monte Olimpo e da una corona.
Descrizione del rovescio
+ QVI •NON •COLIGIT •MECVM •DISPERGIT (chi non si unisce a me sarà escluso); Croce filettata e ripiegata, ornata con foglie alle estremità, accantonata da G V G V.
Descrizione del taglio
liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Bignotti 11 var., CNI 50, manca senza data
Secondo gli studi più recenti, tutti gli scudi d'oro con la croce ritorta, in precedenza assegnati a volte alla zecca di Mantova, a volte a quella di Casale, sono tutti opera della zecca monferrina. Le emissioni che presentano al dritto lo stemma gonzaghesco alle aquile caricato dallo stemma ai nove quarti del Monferrato e la titolatura di duca di Mantova e Monferrato, sono da considerarsi estremamente più rari rispetto alle emissioni che presentano al centro il vecchio stemma gonzaghesco ai leoni boemi e alle fasce e la titolatura di duca di Mantova e marchese del Monferrato. L'esemplare presente, non datato, si presenta poi del tutto inedito, perchè tutti gli scudi finora conosciuti presentavano la data 1578. Questo esemplare presenta tutte le caratteristiche di una prima emissione ibrida emessa subito dopo l'acquisizione del titolo di duca di Monferrato (avvenuta nel 1575), confezionata al R/ con i vecchi conii non datati dello scudo del primo periodo, e con un nuovo conio di D/ preparato per l'occasione con le nuove titolature.
Provenienza: Asta Nomisma 47 del 14/4/2013, lotto 802
SEDE ∙VACA NTE∙ AN∙1555∙ , stemma del Camerlengo Ascanio Sforza di Santa Flora sormontato da padiglione e chiavi decussate.
Descrizione del rovescio
ALMA ∙ ROMA ∙ (testa del santo) S ∙ PETRVS ∙ S. Pietro stante di fronte con chiavi e libro in mano, il segno di zecca è per Gerolamo Ceuli.
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Muntoni 1, CNI 1, A.G. Berman 1029
Il 1555 é stato un anno durante il quale sono ricorse ben due Sedi Vacanti entrambe presiedute dal Cardinale Camerlengo Guido Ascanio Sforza; la 1° dal 23 Marzo al 9 Aprile e la 2° dal 1 Maggio al 23 Maggio. Tutti i testi di riferimento non distiguono e quindi attribuiscono le emissioni differenziate tra le due Vacanze Pontificie.
Le note che descrivono l’esemplare apparso in asta XXI della K&M 1980 al lotto N° 256 evidenziano oltre alla notevole valutazione Friedberg del ’70 di 16.000 dollari la grande rarità di questa moneta mancante anche nella collezione Ruchat e in tutte le prestigiose collezioni papali del passato; dalla bibliografia in mio possesso non mi risultano altri passaggi in asta
Provenienza: Asta CHRISTIE’S del 29 e 30 Novembre 2011, lotto N° 80.
ET * REGE * EOS * 1748 . O . M * * * La Santa Vergine Regina di Genova sulle nubi con il Bambino in grembo e lo scettro in mano.
Descrizione del rovescio
+ DVX * ET * GVB * REIP * GENV - Croce ornata e fogliata accantonata da quattro crocette
Descrizione del taglio
liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
L'episodio di Balilla del 5 dicembre 1746 con la rivolta e la cacciata degli austriaci da Genova hanno vasta eco nell'arte letteraria; un aristocratico, Steva De Franchi, scrive in versi la Lezzendia dro retomo dro morta, un gesuita genovese, Girolamo Maria Doria, scrive il poemetto epico Genova Liberata; anche la Repubblica, che con il trattato di Acquisgrana del 1748 potè tirare un sospiro di sollievo dopo i momenti tragici dell'occupazione austriaca, volle essere riconoscente con i cittadini che l'avevano sostenuta e li premiò iscrivendo nel libro d'oro: Giambattista Celesia, Giuseppe Calvi, Giuseppe Aspirati, Giambattista Carrogio, Giorgio Torelli, Giuseppe Lagomarsino e Agostino Maggiore, infine tributò solenni ringraziamenti al doge Gio. Francesco II Brignole Sale.
CAR EM D G DV X SAB P P -Busto completo del Duca corazzato, rivolto a destra, con mano destra sul guardastanca del petto della corazza , e mano sinistra impugnante la spada
Descrizione del rovescio
EXPECTA DM VIRILIT AGR - Scudo sabaudo con corona di cinque fioroni , con attorno il collare ; in alto 1629
Cosimo III dè Medici ( 1670 - 1723 ) - Monetazione per Livorno coniata nella Zecca di Firenze
Argento
1683
gr. 13,49
38 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
COSMVS . III . D . G . MAG . DVX . ETRVRIAE . VI , busto coronato, in esergo nel giro .1683 .
Descrizione del rovescio
PRAESIDIVM . ET . DECVS , galera che naviga, in esergo LIBVRNI con sotto . 1683 .
Descrizione del taglio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
MIR 75, CNI 20, GAL. L, 1, RMM.17
Una galera che naviga, i rostri, le vele, un mare tempestoso..., una immagine che fa sognare, il vascello e il mare, dove andrà e cosa porterà ? Commerci, traffici internazionali, il Levante....emozioni e sogni che portano una moneta.
Ferdinando II de' Medici (Granduca 1621-1670) Granducato di Toscana monetazione per Livorno
argento
1662
1,78/2,25 gr
19/20 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
testa del Granduca rivolta a dx con corona dentata e capelli lunghi, sul giro FERDINAND . II . MA . D . E . V .
Descrizione del rovescio
scudo con 3 gigli dentro un cerchio e sormontato da una corona, tra le punte della corona . 1662 . , sul giro SOLIDEOVITR . HON .ETG
N.b.: esistono numerosissime varianti di legenda sia al D/ che al R/
Descrizione del taglio
Liscio.
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
MIR 60/5 (NC)
questa moneta fu coniata dalla zecca di Firenze per Livorno sulla falsa riga del luigino francese e utilizzata nei mercati del Levante. Il Luigino arrivò nell'impero ottomano ed ebbe un successo particolare in Turchia dove era pratica comune delle donne utilizzare questi tondelli per bracciali orecchini collane e qualsiasi tipo di ornamento. Aumento a tal punto la richiesta che questa moneta divento una vera e propria merce e molti signorotti iniziarono a coniare privatamente contraffazioni del luigino con titolatura più bassa presso zecche minori per poi portarli in Turchia dove venivano pagati più del loro valore monetale, tutto ciò creò un vero e proprio squilibrio monetario tanto che fu smessa la coniazione del luigino.
Molto interessante a tal proposito è anche questa discussione sul nostro forum http://www.lamoneta.it/topic/106212-luigino-per-livorno/
Capitolo Cattedrale di Bamberg - Sede Vacante- 1693
Argento
1693
29,43 gr
41/42 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
CAPITVL BAMBERG TEMPORE INTERREGNI Busto di fronte di Enrico II che regge globo crucigero e scettro, assiso in trono gotico.
Descrizione del rovescio
INSIGNIA PRINCIPATVS BAMBERGENSIS Leone rampante a sinistra attraversato da fascia diagonale. In basso 1693 e sotto G F N.
Descrizione del taglio
Liscio.
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Zepernick 63
Dopo la morte di Marquard Sebastian Schenk von Stauffenberg (1683-1693)
Nato nel 1644 fu arciprete a Bamberg, Augsburg e Würzburg. Fu eletto vescovo di Bamberg nel 1683 per volere di Papa Innocenzo XI e dell’Imperatore Leopoldo I. La consacrazione ebbe luogo solo 4 anni dopo. e la nomina ad Arcivescovo di Lothar Franz von Schonborn (1693-1729) nato a Steinheim am Main nel 1655, nipote di Johann Philip von Schonborn, arcivescovo di Magonza dal 1647 al 1673 e pronipote di Georg Friedrich von Greiffenclau, arcivescovo di Magonza nel 1629.
Nel 1693 fu eletto Vescovo di Bamberg e nel 1694 venne eletto arcivescovo di Magonza su proposta dell'imperatore.
Repubblica di Venezia - Doge Paolo Renier (1779-1789)
Argento
Non presente
27,87 gr.
42 mm.
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
✿ S ✹ M ✹ V ✹ PAVL ✹ RAINERIVS ✹ DVX ✹; a sinistra il leone di San Marco andante a destra con il vangelo aperto; a destra il Doge genuflesso tiene lo stendardo sormontato da una croce; tutto in un cerchio di perline; all'esergo sigle del massaro (Benetto Capello) tra stelline divise dal punto ✹ B • C ✹
Descrizione del rovescio
MEMOR ✹ ERO ✹ TVI ✹ IVSTINA ✹ VIRGO; Santa Giustina in piedi frontale con veste e manto, tiene con la destra la palma del martirio e nella sinistra un libro; ha il petto trafitto da un pugnale; tutto in cerchio di perline; sullo sfondo il mare con due galere in navigazione e monti all'orizzonte; sotto il valore ✿ 124 ✿
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
CNI VIII, p. 519, 44; Paolucci 22; Dav. 1565; Montenegro 1875; Gamberini 1836.
La raffigurazione della martire padovana Santa Giustina venne fatta eseguire per la prima volta dal doge Alvise I Mocenigo nell'anno 1572, per il primo anniversario della vittoria di Lepanto contro i turchi.
Gian Francesco Trivulzio 1526-1549 - Zecca di Roveredo (Valle Mesolcina)
Argento
Non presente
Grammi 5,50
mm 31 ca
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
"FRANCISC TRIVL M VIGLET C" Stemma sormontato da cimiero, svolazzi e sfinge.
Descrizione del rovescio
"SANCTV GEORGIV" San Giorgio a cavallo che trafigge un drago.
Descrizione del taglio
liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
CNI 7/23 MIR (Lombardia) 1008
Gian Francesco Trivulzio successe allo zio Gian Giacomo Trivulzio morto nel 1518, senza eredi (suo figlio Nicolò era morto nel 1512). Non si sà molto di questo personaggio. Di seguito, ripreso dalla enciclopedia Treccani:
Trivùlzio, Gian Francesco. - Generale milanese (n. 1504 - m. 1573), nipote ed erede di Gian Giacomo il Magno; generale di cavalleria di Francesco I di Francia. Inviso agli Sforza, fu accusato di tentato veneficio ai danni di Francesco II Sforza e subì la confisca dei beni. Salvato da Carlo V (1543), dovette scampare con la fuga a una nuova condanna a morte. Finì ad Avignone, generale della cavalleria pontificia. Aveva ceduto (1549) i suoi diritti su Mesocco ai valligiani, donde una serie di rivendicazioni e processi, da parte soprattutto di suo figlio Niccolò (m. 1599)
Repubblica di Venezia - Doge Alvise Mocenigo II (1700-1709)
Argento
Non presente
gr. 3,63
mm. 27
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
ALOYSIVS • MOCENICO • DVX • VE • ; croce formata da foglie di cardo con una rosa al centro accantonata da quattro foglie di vite; il tutto in un cerchio di perline.
Descrizione del rovescio
SANCT • MARCVS • VENET• ; leone in soldo in uno scudo ornato di foglie; il tutto in un cerchio di perline;
All'esergo ✹ 17 • ½ ✹ (con evidente salto di conio)
COSMVS. III. D. G. M. DVX. ETRVRIAE. Stemma poligonale in cartella ad intagli e volute, sormontato da corona con giglio in mezzo.
In esergo data 1718
Descrizione del rovescio
RATIA OBVIA VLTIO QUAESITA (la benevolenza è spontanea la punizione è ricercata) Due piante di rose fiorite,intrecciate. In esergo + LIBVRNI +
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
C.N.I. 102 - MIR 66/13
Note bibliografiche da " IL LINGUAGGIO DELLE MONETE" di Mario Traina
Moneta coniata a Firenze, Livorno non ebbe mai zecca.
Con questa impresa ( il motto venne ideato dal bibliotecario del granduca Francesco Rondinelli), Ferdinado II lanciò un messaggio ai suoi nemici: come la rosa,nonostante la sua grazia e bellezza (GRATIA OBVIA), ha le spine che la proteggono contro chi vuole rovinarla (VLTIO QVAESITA) cosi il granduca,pur essendo di animo buono,non avrebbe esitato a rintuzzare qualsiasi offesa( Galeotti 1930,P243) Altri con minor fondamento riferiscono il motto a Livorno.
Maiestate Securis in nastro
Leone accovacciato verso sinistra innanzi a corona su basamento in cui sono poste lettere G.A - in esergo 1686
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
MAIESTATE SECURUS ( Tranquillo nella Maestà)
Il simbolo del leone accovacciato a guardia di una base sulla quale sono la corona e lo scettro , simboli della regalità
Ci sono opinioni diverse in merito al conio , alcuni esperti lo attribuiscono a Giovanni Hamerani.
Rep. Genova - Dogi Biennali seconda fase 1541-1637
Argento
1557
gr. 9,30
0,32
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
l Salvatore rivolto a sinistra benedice il Doge inginocchiato col vessillo. Data in esergo tra due stelle cerchio lineare/ DUX . ET . GVBER' . REIPVB' . GENEVEN ( interpunzone a stellette )
Descrizione del rovescio
Croce ornata da 4 castelli / + CONRADVS . II . ROMANOR' . REX ( interpunzone a stellette )
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
C.N.I vol. III Liguria e Corsica 1912 pag. 260 - Le Monete Genovesi . Giovanni Pesce-Giuseppe Felloni 1985 pag 112 - Le Monete della Repubblica di Genova. G.Lunardi 1975 pag.235
I Testoni furono coniati di tre tipi ( I°- II°- III° ) accompagnati dai mezzi Testoni e vennero sostituiti dai Ducatoni della Benedizione.
Furono descritti per la prima volta da Vincenzo Promis nel 1871. Già allora circolavano dei falsi d'epoca del Testone del II tipo .
La moneta al dritto porta lo stemma del casato, elaboratissimo e caricato da vari cimieri, e la legenda: FRIDERIC . VLRIC . D . G : DVX : BRUNS : ET : LVN.
Descrizione del rovescio
Al rovescio il Wilder Mann, cioè il leggendario uomo selvaggio circondato da legenda: DEO * ET * PATRIAE * ANNO * 1630.
Ferdinando VI Re di Spagna e delle Indie - Zecca del Guatemala
Argento
1759
13,28 gr
31 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
Stemma coronato di Castilla y Leon, a sinistra lettera P ( zecchiere ) a destra il valore 4 FERDINAD.VI.D.G.HISPAN.ET IND.REX
Descrizione del rovescio
Colonne d' ercole su onde con il motto PLVS VLTRA, in mezzo due mondi sovrastati da corona imperiale VTRA QUE VNUM ( uno e l' altro sono uno, unificazione dei due mondi sotto la corona imperiale spagnola ) G ( Guatemala ) 1759 G
Era catalogato nel CNi come parpagliola da 10 quattrini, il Mir la reidentifica come ''Grosso con Lupa'' non e' indicato un nominale.
Battuto nella citta' di Siena, Armetta 88 Capitoli del 15 Giugno 1526
Argento
--------
1,82 g.
23 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
+ SENA . VETVS . CIVITAS . VIRGIN (questo mio esemplare e' una variante con il '' VIRGINI'' finale, nel Mir non e' ancora riportata questa variante per il grosso con lupa) nel campo la lupa a Sinistra con testa retrospiciente allatta gemelli.
Descrizione del rovescio
( Armetta 88 ) . A . ET . ω . PRINCIPIV . ET . FINIS
Descrizione del taglio
------
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
M.I.R Toscana Zecche minori n°542
La Repubblica di Siena nasce nel 1125, anno in cui viene deposto il vescovo, allora a capo della città e del contado attorno ad essa. Viene eletto un Governo Consolare per governare lo Stato Senese nei suoi primi anni di vita: nel 1125 viene nominato Manco, primo Consul Saenensis. Convenzionalmente viene indicato il 1186 come l'anno del riconoscimento ufficiale del nuovo Stato da parte del Sacro romano Impero, anno in cui l' Imperatore Federico Barbarossa concede la possibilità di battere moneta e di eleggere liberamente i consoli.
I gemelli Senio (o Seno) e Ascanio (o Aschio) erano secondo la leggenda i figli di Remo (fratello di Romolo). La leggenda vuole che i due fratelli siano scappati al di là del Tevere, per sfuggire allo zio, che dopo il fratello avrebbe voluto uccidere anche i nipoti. Inizialmente si sarebbero diretti verso il tempio del dio Giano, recandosi nella zona dell'odierno Gianicolo.
Sarebbero poi fuggiti da Roma e scappati a nord verso l'etruria avrebbero fondato la città di siena portandosi dietro il simbolo della lupa capitolina che per questo motivo rientra anche nello stemma di siena I due fratelli fondarono inizialmente tre fortificazioni sui tre colli che avrebbero poi in seguito formato la città, per potersi difendere dall'assedio di Montorio e Camelio emissari mandati da Roma dallo zio Romolo.
Il nome della città deriverebbe perciò da Senio, mentre il fratello avrebbe dato nome al vicino centro di Asciano.
Spesso facciamo l'errore di credere che sotto la lupa di ''siena'' ci siano Senio ed Ascanio, mentre invece la leggenda parla chiaro, quando fondarono siena portarono con se' lo stemma della lupa capitolina, quella cioe' che ha salvato Romolo e Remo. si, i gemelli sotto la lupa di siena non sono che Romolo e Remo. Ecco una copia della leggenda.
CARLO IV Re di Spagna (1788-1808) - ALTO PERU’ (PERU’ e BOLIVIA) Attuale BOLIVIA – Città di POTOSI’
Argento
1796
gr. 26,8
mm. 40
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
Carlo IV di profilo con corazza e corona d'alloro. CAROLUS IIII DEI GRATIA 1796
Descrizione del rovescio
Stemma spagnolo coronato tra colonne di Ercole con il motto PLVS VLTRA. HISPAN[IARUM] ET IND[IARUM] REX - 8 R[EALES] P. P.
Descrizione del taglio
Rigato
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Sotto questo monarca fu coniata l'ultima serie di "dollari spagnoli" prima che la United States Mint iniziasse la coniazione di quelli statunitensi nel 1794.
Carlo IV di Borbone (Portici, 11 novembre 1748 – Roma, 20 gennaio 1819) fu Principe delle Asturie dal 1759 e re di Spagna dal 14 dicembre 1788 al 19 marzo 1808 e dal 6 maggio al 6 giugno 1808. Dal 1808 Carlo IV fu prigioniero di Napoleone presso l'ambasciata spagnola di Roma fino alla sua disfatta finale nel 1814; però in quello stesso anno fu Ferdinando VII ad impossessarsi del Trono spagnolo, mantenendo suo padre esiliato per timore di doversi di nuovo disputare la Corona. Carlo e la sua moglie morirono esiliati nella Corte Papale (1819).
SEDE:VAC ANT:M:DCV: Stemma della famiglia Aldobrandini sormontato da Padiglione e chiavi decussate.
Descrizione del rovescio
. ALMA : ROMA . . S:PAVLVS l’apostolo stante di fronte con spada rivolta verso il basso; armetta della zecca di Roma a sinistra; stella tra due punti all’esergo.
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Il 1605 fù un anno che vide ben due Sedi Vacanti, entrambe presiedute dal Cardinale Camerlengo Ippolito Aldobrandini. come per i rarissimi testoni, non ci sono attribuzioni certe tra la 1° e la 2° emissione del 1605. I riferimenti di questo Giulio sono C.N.I. 5 e Muntoni 5.
Note Personali: Classificato dal catalogo Kunker “di grande rarità”, questo Giulio manca in molte prestigiose collezioni Papali del passato (K&M XXI, LEU N°36, "ALMA ROMA" 2000, Christie's 2011) e in tutte le aste specializzate per le monete Pontificie di NAC, Nomisma, Negrini e Varesi. Indubbiamente la miglior conservazione tra i tre esemplari che ho censito.
Provenienza: Asta Kunker N° 233 del 19/06/13 (collezione Ing. Calcagni), lotto N° 1336
Fosdinovo - Maria Maddalena Centurioni moglie di Pasquale Malaspina
Argento
1666
Non presente
20 mm circa
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
HEC EST VIRTVTIS IMAGO (Questa e' l'immagine della virtù) Busto femminile rivolto a destra, con ricco chignon, fiocco e pettorale.
Descrizione del rovescio
DEVS MEVS ET OMNIA (Mio Dio e (mio) tutto), Scudo con tre gigli e bisante, corona trigigliata. Ai lati dello stemma 16 66.
Descrizione del taglio
liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Cammarano n. 66a
Non mi dilungo in merito all'affare dei luigini bastera' qui classificare questo esemplare come Cammarano n. 66a,
al di la' delle numerosissime piccole varianti esistenti per questa tipologia e' da notare la rara e bella variante del busto. Il ritratto e' più fine ed elegante, la capigliatura e' più ricca ed elaborata e sulla spalla abbiamo un fiocco al posto del classico fermaglio a rosone.
Granducato di Toscana (1569 - 1859); Cosimo I De' Medici - Terzo periodo - I Granduca di Toscana (1569 - 1574)
argento
Non presente
2,51 g
27 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
COS.MED.FLOREN.ET.SENAR.DVX.II, al centro stemma ovale coronato
Descrizione del rovescio
SENA VETVS CIVITAS VIRGINIS; mezza figura della Beata Vergine nimbata e velata, sopra le nubi e con le braccia aperte, in atto di proteggere la città di Siena
Descrizione del taglio
liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
rif. MIR. 579; Gal. XLVI, 7; CNI. 19,25
Cosimo I De' Medici è figlio di Giovanni delle Bande Nere e di Maria Salviati e nasce nel 1519. Dopo la Morte di Alessandro viene nel 1536, appena diciottenne, chiamato alla signoria del Senato fiorentino. Sposa nel 1539 Eleonora di Toledo, della Casa dei Duchi d'Alba. Nel 1555 s'impradonisce di Siena e nel 1557 ne ottiene il dominio da Carlo V. Vedovo nel 1562, sposa nel 1570 Camilla Martelli, gia' sua concubina. Nel 1569 viene dichiarato Granduca di Toscana. Muore nel 1574.
Guglielmo V (o VI), Langravio di Assia-Kassel (Hessen-Kassel)
argento
1637
29 g. ca.
40 mm ca.
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
*WILHELM(US) D(EI) G(RATIA) LANDGRAVI(US) HASS(IAE) COM(ES) C(ATTIMELIBOCI) D(ECIAE) Z(IEGENHEINAE) E(T) N(IDDAE); leone coronato a strisce orizzontali bianche e rosse rampante a sinistra; ai lati del leone la data 16-37, le iniziali dello zecchiere G(eorg) K(ruckenberg) e tra le zampe due spade incrociate.
Descrizione del rovescio
*IEHOVA VOLENTE HUMILIS LEVABOR ("Se Dio lo vorrà, sarò consolato, innalzato sopra ogni miseria"); paesaggio rurale con un villaggio sotto la tempesta e, in primo piano, un salice colpito e piegato dal fulmine. Sulla destra in alto, in un sole raggiante compare il nome di Dio "JHWH" (retrogrado), ovvero il Tetragramma. Si noti come nella scritta sul giro, il grassetto su alcune lettere indichi il loro essere più grandi delle altre: insieme formano la sigla "VV. H. L.", ovvero "Wilhelmus Hassiae Landgravius".
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Davenport 3461, Schütz 919.
Zecca: Kassel (zecchiere Georg Kruckenberg)Si tratta di una delle più celebri e significative monete coniate negli stati tedeschi nel corso della guerra dei Trent'anni: la sua emissione, con diverse varianti, iniziò con il 1627. L'albero raffigurato è stato nel tempo presentato come un salice (pianta rustica che si adatta all'ambiente dalle spiccata proprietà medicinali), come in realtà è, ma talvolta come una palma (albero particolarmente resistente e simbolo di sicurezza); nell'immagine, la tempesta infuria sul paese e sull'albero, piegato dal vento forte e colpito da un fulmine. In questo clima avverso, brilla comunque in alto il nome di Dio (Tetragramma) all'interno di un sole raggiante. Sul giro la scritta IEHOVA (ci sono varianti antecedenti con DEO o UNO*), VOLENTE HUMILIS LEVABOR, indica la volontà e la fiducia del principe di superare tutte le più gravi difficoltà, potendo contare sul sostegno di Dio. In effetti in quegli anni il Langraviato ebbe a soffrire parecchio: il langravio Guglielmo V (Kassel 1602- Kassel 1637, l'anno della nostra moneta), divenne celebre per essere riuscito a ristabilire l'economia del proprio stato, che reggeva dal 1632, provato dalla guerra dei Trent'anni, nella quale era alleato del re Gustavo Adolfo di Svezia e per la riforma monetaria che introdusse. Ma alla firma della pace di Praga (30 maggio 1635), Guglielmo V strinse un patto d'alleanza con la Francia e pertanto l'Assia-Kassel venne invasa dalle truppe imperiali. Guglielmo V perdette parte dei propri domini e poté riacquistarli solo dopo il pagamento di 2,5 milioni di fiorini d'oro. Guglielmo V rimase comunque considerato come un nemico dell'Impero, nomea che colpì anche tutti i rami della famiglia. Terminò la propria vita in esilio e dal 1636 la reggenza passò alla moglie, prima in vece del marito e poi in quella del figlio Guglielmo VI.
*Una interessante teoria pone a dopo il tremendo saccheggio e il massacro perpetrato dalle truppe imperiali nella città di Magdeburgo (1632), capitale della riforma, la decisione di introdurre la parola IEHOVA, a intendere una ancora più convinta adesione alla lettera biblica professata dal Luteranesimo in contrapposizione all'Impero e al Cattolicesimo, ma anche quasi a considerare la distruzione di Magdeburgo un evento tragico per i Riformati quanto per gli Ebrei era stata la distruzione del Tempio nel 70 d.C.
Provenienza: Münzenhandlung Dirk Löbbers - Germania
Ivan IV, detto "Il Terribile", granduca di Mosca e zar di Russia (1530-1584)- zecca di Mosca
argento
Non presente
0,34 gr.
Non presente
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
Ivan IV a cavallo in posa da battaglia con in pugno la spada
Descrizione del rovescio
iscrizione in cirillico
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Dall'Enciclopedia Treccani on-line:
Ivan IV il Terribile (russo I. Vasil´evič Groznyj) granduca di Mosca e zar diRussia. - Succedette al padre, il granduca Vasilij III (1479-1533), a tre anni. Incoronato zar nel 1547 (primo a fregiarsi di tale titolo), riorganizzò il sistema militare e l'amministrazione, rafforzando il potere centrale a scapito di quello nobiliare (boiari). La conquista delle capitali tatare Kazan´ (1552) e Astrachan´ (1556) estese il dominio russo all'intero corso del Volga. Meno successo ebbero i tentativi espansionistici nel Baltico, dove I. fu sconfitto anche a causa del tradimento di alcuni boiari (1564). In seguito a ciò - servendosi dell'opričnina, guardia dello zar elevata a nobiltà territoriale - diede vita a una sanguinosa repressione contro i boiari.
CAR:D:G:REX . NEA: . HISP:INFANS &C. Stemma coronato con ai lati F: B: - .A.
Descrizione del rovescio
DE SOCIO PRINCEPS . Sebeto sdraiato reggente con la mano destra una anfora, con la sinistra una pala (o vanga o remo). Alle sue spalle, il golfo di Napoli sovrastato dal Vesuvio. In esergo incisore e data.
Descrizione del taglio
Trecce in rilievo
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Pannuti 22
Il motto "DE SOCIO PRINCEPS" ricorda l'indipendenza ottenuta di Carlo da parte del padre, Filippo V, sulla sovranità dei regni di Napoli e Sicilia.
Al centro monogramma della zarina, alla sua sinistra 17 e alla sua destra 78, il tutto racchiuso in una corona di alloro e felce.
Descrizione del rovescio
Aquila bicipite che regge in una zampa un globo crucifero e nell’altra una spada. Ai lati dell’aquila, in basso, le lettere dell’incisore E M . Sotto, la scritta in russo “cinque copechi”.
Descrizione del taglio
Liscio.
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
non presente
Caterina II Alekseevna di Russia, (Stettino, 21 aprile 1729 – Puškin, 6 novembre 1796), conosciuta come Caterina la Grande, fu imperatrice di Russia dal 1762 alla morte. Fu uno dei più significativi esempi di sovrano illuminato. Nata a Stettino, Sofia Federica Augusta di Anhalt-Zerbst, venne data in sposa nel 1764, sedicenne, all’erede dell’impero russo, il granduca Pietro Fëdorovič e cambiò il suo nome in "Caterina" (Ekaterina o Jekaterina) quando si convertì alla fede russo-ortodossa. Pietro salì al trono come Pietro III di Russia. Meno di sei mesi dopo la sua salita al trono, il 17 luglio 1762, Grigori Orlov, amante di Caterina, guidò una cospirazione per incoronarla. Pietro venne rinchiuso in carcere dove morì. Sotto il suo comando, l’impero russo divenne sempre più forte e visse uno dei periodi di maggior riconoscimento a livello europeo. da Wikipedia
REPUBBLICA DEL REGNO DI NAPOLI (Nome Ufficiale) – Enrico di Lorena
Rame
1648
2,35 gr.
21 mm.
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
HEN . DE . LOR . DVX . REI . N . Scudo coronato con SPQN
Descrizione del rovescio
LETIFICAT 1648 . Grappolo d'uva, a sinistra GA/C a destra simbolo coniatore O
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
MIR 284, PR 5
Strettamente legata alla repubblica napoletana è la figura di Tommaso Aniello d'Amalfi, detto Masaniello, il pescivendolo che iniziò la rivolta popolare che tra il 1647 e il 1648 portò alla nascita della repubblica. Nonostante la breve durata, la ribellione da lui guidata indebolì il secolare dominio spagnolo sulla città, riaprendo la strada alla contesa tra Spagna e Francia per il possesso della corona di Napoli.
Rodolfo Gonzaga, principe di Castiglione delle Stiviere (1586-1593)
Rame
-----------
0,54 gr
15/16 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
• • ROD • • GON •; Stemma ovale di Sisto V con leone rampante a sinistra, sormontato da chiavi decussate e triregno.
Descrizione del rovescio
• S • CVRIACVS • CAS •; San Ciriaco, mitrato e stante di fronte, nell'atto di benedire.
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Bignotti 18, CNI 122/125, MIR 163
Questa moneta, come la stragrande maggioranza emessa dalla zecca di Castiglione delle Stiviere sotto il principato di Rodolfo Gonzaga, è una contraffazione di una moneta di altro stato, nella fattispecie del quattrino pontificio emesso dalla zecca di Ancona per papa Sisto V.
Carlo I° Gonzaga Nevers Duca VIII ( la casata Nevers è un ramo cadetto della Fam. Gonzaga )
Rame
1609
gr. 3,9
mm.25
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
CARL. GONZ.D.NIV.ET RETH - Semibusto e testa nuda a destra con barba corta , gorgiera,armatura, mantello - in esergo Data 1609
Descrizione del rovescio
SVP.PRINCEPS ARCHENSIS - Stemma inquartato alle 4 aquile caricato da scudetto gonzaghesco ai leoni boemi e alle fasce con sbarra trasversale , il tutto sormontato da corona
al centro le sei palle medicee sormontate dalla corona granducale, nel giro QVATTRINI . II .
Descrizione del rovescio
croce pisana con ai lati la data (1681)
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente.
Nel 1679 a causa della scarsità di monete "buone" venne autorizzata la coniazione di queste monetine dal basso valore in rame da due quattrini (detti duetti) assieme a quelle da 3 quattrini (detti soldini),una sorta di monete di necessità con caratteristiche di peso e diametro molto variabili, probabilmente in quanto monete di necessità non si badò tanto a rispettare i parametri in fase di coniazione, tanto più che erano in vile metallo e non in metallo prezioso.
La loro circolazione fu comunque circoscritta alle sole città di Pisa e Livorno, e alle città che ne avevano fatto richiesta per penuria di monete spicciola, il resto del Granducato era esente dall'uso di questi nominali e molte altre città come ad esempio Siena per sopperire alla mancanza di monete fecero uso di spiccioli di periodi più antichi o di spiccioli degli stati confinanti benché l'uso non ne fosse autorizzato
Busto del duca corazzato, con i capelli sciolti, rivolto a destra, sotto la data 1701, intorno VIC . AM . II . D . G . DUX . SAB .
Descrizione del rovescio
Descrizione del rovescio : Scudo sabaudo coronato, con ai lati la scritta FE RT, in basso in cartella il valore S . 5, intorno PRIN . PEDE REX . CYPRI
Descrizione del taglio
liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Biaggi 742/b Cudazzo MIR 871/b Simonetti manca grado di rarità R 10 da ridurre probabilmente a R 8 ...
Nel Dicembre del 1700 viene ordinata una battitura di 5 Soldi per 175.000 lire con i coni preparati dal De Fontaine diversi dal tipo precedente, di questa tipologia risultano coniati sino al 1710 81.234 marchi, equivalenti a lire 1.046.437. Siamo negli anni precedenti all'assedio della città di Torino da parte dei francesi e pochi anni prima che lo stato sabaudo annetta prima la Sicilia e poi la Sardegna diventando un regno. Il 1701 è l'anno della guerra di Successione Spagnola ed è periodo di guerre e capovolgimenti di fronte. La moneta per la tipologia e il grado di rarità può considerarsi in ottima conservazione
Granducato di Toscana (1569 - 1859); Ferdinando III di Lorena, primo periodo (1790 - 1801)
mistura
1791
1,84 g
21 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
(da sinistra) FER • III • A • A M • D • ETR • 1791 stemma di forma cuoriforme coronato e partito Lorena, Austria e Toscana fra due rami d'alloro decussati
Descrizione del rovescio
in cartella ornata SOLDO
Descrizione del taglio
liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
rif. CNI tav. XXX, 17 id 7; GAL. X; MONT. 152; PUCCI 23; MIR 411
Ferdinando III di Lorena, figlio di Pietro Leopoldo e di Maria Luisa di Borbone, salí al trono del Granducato di Toscana nel 1790 quando il padre Pietro Leopoldo fu richiamato al trono dell'Impero Austriaco dopo la morte del fratello imperatore Giuseppe II. Il periodo in cui regnò fu abbastanza agitato politicamente, seguí le riforme portate avanti dal padre anche se cercò di limitarne alcuni eccessi malvoluti dal popolo. Cercò di restare neutrale alla tempesta succeduta alla Rivoluzione Francese ma fu costretto ad allearsi alla coalizione antirivoluzionaria dall'Inghilterra che minacciava di prendere Livorno, cosí l'8 ottobre del 1793 dichiarò guerra alla Repubblica Francese. Ciò non ebbe però effetti pratici ed anzi, il Granducato fu il primo stato a ristabilire le relazioni con Parigi nel 1795. Tutto questo però non tenne la Toscana fuori dall'invasione Napoleonica, nel 1796 le armate francesi occupavano Livorno e Napoleone entrò a Firenze nello stesso anno. Nel 1799 Ferdinando III fu quindi costretto all'esilio a Vienna e nel 1801 abdicò. Rientrò a Firenze nel 1814 dopo la caduta di Napoleone e dal Congresso di Vienna ottenne l'annessione al Granducato dei Reali Presidi e del Principato di Lucca e Piombino. Inizia quindi il suo secondo periodo al trono del Granducato di Toscana (Restaurazione del Granducato). Morí a Firenze il 18 Giugno 1824 a causa della malaria contratta durante la bonifica della Maremma e della Valdichiana nella quale si impegnò personalmente. Gli succedette al trono il secondogenito Leopoldo II.
CAR(OLVS) EM(MANVEL) D(EI) G(RATIA) DVX SABAVD(IAE). Scudo sabaudo sormontato da corona di cinque fioroni, entro cordoncino liscio
Descrizione del rovescio
PRINCEPS PED(EMONTIS) 1587. Cavallo retrospiciente rivolto a destra. All'esergo tra due punti, l'indicazione della zecca (N).
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Sim. 64/3 MIR 656 c
Battuto a Nizza nel 1587, venne prescritto con l'ordinanza del 15 giugno 1587 al taglio di 82 pz al marco al titolo di denari 3,1, correva per il valore di 3 grossi di Piemonte.
Stemma del Ducato di Milano arrichito di volute, inquartato con all' interno biscia e aquila con ali spiegate . MEDIO LANI. D.
Descrizione del rovescio
La provvidenza stante appoggiata con il braccio sx ad una colonna, la mano destra impugna una bacchetta che tocca il globo terrestre. In esergo .1608. .PROVIDENTIA
PHILPPVS IIII .R ... data nel giro - Dietro la testa sigle O/C
Descrizione del rovescio
Stemma coronato partito con lati a varie curve. Nel giro: ET HIER VSALEM
Descrizione del taglio
Tondello tosato
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
PR 62 - CNI 756 - Bovi 76 – 1635(?) - MIR 259 - Manca nei testi consultati.
Filippo IV di Spagna salì al trono a sedici anni. Fu poco incline e accorto agli affari di stato, infatti, affidò l'amministrazione del governo a delegati altrettanto disinteressati. La Spagna e i regni dipendenti furono colpiti da una crisi economica e politica senza precedenti. Il più penalizzato fu il Regno di Napoli dove nel 1647, a causa delle pesanti tasse ... persino sulla frutta, avvenne una violenta rivolta capeggiata da Tommaso Aniello (Masaniello).
Il periodo di Filippo IV fu il peggiore per Napoli che oltre al malgoverno, a scorrerie di pirati, all'eruzione del Vesuvio, ai terremoti, si aggiunse una terribile pestilenza che causò, nel 1656, il dimezzamento della popolazione della città che già contava mezzo milione di abitanti in un’epoca in cui città come Milano e Roma ne raggiungevano appena centomila.
Morì nel 1665 e la corona passò a Carlo II di appena quattro anni, figlio di un matrimonio tra consanguinei: Filippo IV e sua nipote Marianna d'Austria (moglie) alla quale fu affidata, con l'assistenza di sei funzionari, la reggenza del Regno.
C coronata con le armi di Vasa (dinastia reale svedese dal 1523 al 1654) ed un fascio di frumento all'interno di un cerchio. La scritta è: CHRISTINA D G D R S
Descrizione del rovescio
Ornamenti ed uno scudo con lo stemma della Livonia. La scritta è: SOLIDUS LIVONIA 52 (anno 1652)
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
KM#2, Standard Catalog of World Coins, 1601-1700, Edizione 2009.
La Livonia è una regione geografica che si estende attorno al golfo di Riga, compresa tra l'Estonia a nord e Lituania a sud. Facente parte della Confederazione Polacco - Lituana, la Livonia venne conquistata dall'impero svedese nel 1621, il quale battè moneta, tra cui questa proposta. Oggi la Livonia è la regione più importante della Lituania, comprendente la capitale Riga.
Carlo Emanuele III di Savoia Re di Sardegna, Torino 1701-1773. Figlio minore di Vittorio Amedeo II e di Anna di Francia, erede dal 1715 alla morte del fratello Vittorio Amedeo, salì al trono nel 1730 quando il padre abdicò. Al comando dell’esercito franco-piemonetese vinse gli austriaci a Guastalla nel 19 settembre 1734. Con la pace di Vienna ottenne Novara e Tortona, nel 1767 occupò l’isola della Maddalena.
La monetazione di Carlo Emanuele III si divide in due periodi : dal 1730 fino al 1755 anno in cui attuò un’importante riforma monetaria basata sul sistema duo-decimale; e dal 1755 fino alla morte nel 1773.
La riforma resterà in vigore fino alla Rivoluzione francese
Anonime dei Radicati ( 1581 - 1598 ) - zecca di Passerano
mistura
Non presente
gr. 1, 79
19 mm.
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
MONETA PASE . CC, stemma coronato ed inquartato con aquila e radice
Descrizione del rovescio
S: PRODENCIANV, la Provvidenza in piedi accanto a una colonna indica con un'asta un globo che è ai suoi piedi
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
MIR 907, CNI 17 - 18, Gamberini 289
è una bella contraffazione delle parpagliole milanesi fatta a Passerano ; moneta non facile a trovarsi, in particolare in buone condizioni.
Piccola variantina rispetto ai due tipi del CNI per il punto in più in leggenda al diritto e uno in meno al rovescio.
Da notare le radici in stemma, il PASE in leggenda al diritto e la Provvidenza che sembra quasi una vecchina....
Testa del Re volta a sinistra contornata dalla scritta: VITT • EM • III RE D'ITALIA, sotto la testa ramo di quercia che attraversa la Corona Ferrea. Ai lati della base del ramo le date 1900 e 1925.
Descrizione del rovescio
Fante vittorioso rivolto verso sinistra con Vittoriola nella mano destra e bandiera del Regno nella mano sinistra, sotto di esso una roccia che porta in incuso la scritta VETTA D'ITALIA su due righe e un fascio littorio. Ai lati della figura maschile in orizzontale indicazione del valore (LIRE 100), a destra verso il basso il segno di zecca R e ai lati della roccia le date 1915 e 1918 posizionate lungo il bordo, tra le due date si trova indicazione dell'incisore e dell'autore (A.M. INC. – MISTRUZZI).
Descrizione del taglio
Rigato
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Moneta coniata per commemorare il 25° anniversario della salita al trono di Vittorio Emanuele III prodotta grazie all'utilizzo dell'oro offerto alla patria durante la prima guerra mondiale, la maggiorparte degli esemplari furono sottoposti a sabbiatura per nascondere vari difetti di conio. La moneta non ebbe corso legale poichè di valore intrinseco superiore a quello nominale e venne riservata a privati che ne fecero richiesta pagando un corrispettivo superiore.
Testa del re rivolta a sinistra e contornata dalla scritta: VITTORIO EMANUELE III RE D'ITALIA. Nome dell'autore (A. Motti) sotto il collo del re
Descrizione del rovescio
Fascio littorio con la scure verso destra sormontata da testa di montone. A sinistra indicazione del valore (LIRE 100) su due righe, a destra, sempre su due righe, OTTOBRE 1922 • e, su una riga sotto, 1923. Alla sinistra della base del fascio il segno di zecca ®
Descrizione del taglio
rigato
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
moneta commemorativa del primo anniversario della marcia su Roma. Emessa con Regio Decreto n. 2267 del 21 ottobre 1923, che ne autorizzò la coniatura di 20.000 pezzi. La moneta, pur possedendo valore legale, fu offerta esclusivamente in vendita a privati dietro pagamento di un corrispettivo superiore al valore nominale (dato che il valore dell’oro contenuto era di gran lunga superiore al valore nominale). Per questa tipologia di moneta si decise di fare uso di un processo di sabbiatura per eliminare i difetti di conio dovuti alle difficoltà con gli alti rilievi.
valore nominale, rzeczpospolita polska 2010, aquila polacca posta sulle tre croci di danzica
Descrizione del rovescio
polski sierpien (agosto polacco), Solidarnosc, 1980
Descrizione del taglio
liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
tiratura 30.000 pezzi
Commemorativa per l'agosto 1980, anno particolarmente teso in Polonia caratterizzato da numerosi scioperi e la nascita di Solidarnosc.
Volto del Re a sinistra. In basso il millesimo. Alla base del collo il cognome dell'autore Speranza.
Descrizione del rovescio
Stemma Sabaudo contornato dal collare dell'Annunziata tra un ramo di quercia e un ramo di alloro. In basso il segno di zecca e in alto in posizione centrale la Stella d'Italia.
Busto del Re in uniforme volto a sinistra, attorno: VITT • EM • III • RE •. Sotto il collo del Re, lungo il bordo, i nomi dell'autore (G. ROMAGNOLI) e dell'incisore (A. MOTTI INC.).
Descrizione del rovescio
Littore con fascio littorio appoggiato sulla spalla sinistra che procede verso destra. A destra in basso indicazione del valore (L. 50) sotto al quale vi è l'indicazione del millesimo e dell'anno dell'Era Fascista, in corrispondenza a sinistra segno di zecca ( R ) .
al centro stemma della repubblica di cuba, sul giro in alto REPUBBLICA DE CUBA, sul giro in basso DOS PESOS, sui lati due punti
Descrizione del rovescio
al centro volto rivolto a destra di Jose Marti, sul giro in alto PATRIA Y LIBERTAD , sul giro in basso . 3,3436 G. . 1916 . 900 M .
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente.
José Julián Martí Pérez (L'Avana, 28 gennaio 1853 – Rio Cauto, 19 maggio 1895) è stato un politico, scrittore e rivoluzionario cubano. Fu un leader del movimento per l'indipendenza cubana; a Cuba è considerato uno dei più grandi eroi nazionali. (fonte Wikipedia)
Testa del Re a sinistra, sotto il millesimo 1860. Lungo il bordo: VICTORIUS EMANUEL II D.G.REX SARD.CYP.ET.HIER. - Sul taglio del collo il nome dell'autore F (Ferraris)
Descrizione del rovescio
Stemma con croce Sabauda sovrastato da Corona Reale e fregiato dal collare dell'Annunziata tra rami di lauro. Lungo il bordo: DVX SAB . GENVAE ET MONTISF . PRINC . PED . & - In basso segno del Direttore di Zecca P in scudetto (Giovanni Parodi), ancoretta, L . 20
Descrizione del taglio
rigato
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
E' l'ultima moneta coniata dalla Zecca di Genova che era in attività dal 1139 (ma molti studiosi sostengono che era funzionante, clandestinamente, anche prima e coniava "bruni e brunetti"). L'ultimo direttore della Zecca è stato Giovanni Parodi e nel suo monumento funebre ha voluto fosse rappresentato anche il "torchio" che utilizzava per la produzione monetaria.
La colomba dello Spirito Santo al centro, sopra il valore 10 EURO, sotto la scritta “VENI SANCTE SPIRITVS”; in alto sul giro “CITTA’ DEL VATICANO”; in esergo R, simbolo della zecca
Descrizione del rovescio
Lo stemma del Camerlengo sormontato dal simbolo della Camera Apostolica e dalla scritta “SEDE VACANTE MMXIII”
Descrizione del taglio
Zigrinato fine
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Questa moneta in versione fondo specchio (Proof), opera di Maria Grazia Urbani, coniata dalla IPZS (Italia) in 5.000 esemplari e con corso legale solo all’interno della Città del Vaticano, è stata emessa dal Vaticano per commemorare lo Stato di Sede Vacante nel 2013. II giorno 11 febbraio 2013 il Santo Padre Benedetto XVI annunciava la Sua decisione di rinunciare al ministero petrino dalle ore 20.00 del giorno 28 febbraio; il 13 marzo 2013 i Cardinali elettori, riuniti in Conclave, sceglievano Jorge Mario Bergoglio quale 266° successore di Pietro. Nel periodo di Sede Vacante il governo ordinario è stato assicurato dalla Camera Apostolica, presieduta dal Cardinale Camerlengo di Santa Romana Chiesa e composta dal suo vice e dai Prelati Chierici. Memoria della transizione di Santa Romana Chiesa e segno tangibile di continuità, l’esercizio della facoltà di coniare monete di Sede Vacante: una tradizione che ha radici storiche nel XIV secolo ma una consuetudine più recente a partire dalla morte di Leone X nel 1521. Questa moneta è una novità assoluta per la monetazione aurea in euro dello Stato della Città del Vaticano.
Testa del Re volto a destra contornato dalla scritta: VITTORIO EMANUELE III. Sotto il collo del Re, il nome dell'incisore SPERANZA.
Descrizione del rovescio
Aquila araldica con stemma di casa Savoia. Intorno la scritta: REGNO D'ITALIA, sotto l'indicazione del valore (L • 1), il segno di zecca ® tra due stelle a 5 punte e la data.
Descrizione del taglio
in incuso, il motto FERT alternato a nodi savoia e rosette.
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Il 14 luglio 1902 crollò il campanile di San Marco a Venezia.
San Giorgio a cavallo che combatte con drago sulla coperta della sella del cavallo lo stemma della città di Mansfeld, nella legenda: GOTT IST RAT UND TAT SEGEN - DES MANSFELDER BERGBAUES (In Dio vi è consiglio e azione - Benedizione dell'Industria mineraria di Mansfeld)
Descrizione del rovescio
Aquila dell' impero tedesco
Descrizione del taglio
GOT MIT UNS (Dio é con noi)
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Jaeger 115
Moneta commemorativa in occasione del centenario, del appartenenza del Mansfelf al regno della Prussia
Vittorio Emanuele III. Testa del Re rivolta a destra, firma SPERANZA sotto al collo
Descrizione del rovescio
Regno d'Italia L . 2 zecca R Aquila sabauda con ali spiegate e scudo sabaudo
Descrizione del taglio
FERT alternato da nodi e rosette
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
17 giugno 1905:Volo del primo dirigibile italiano: Circa 150mila lire, la cifra che occorse allo scienziato Almerico da Schio per mettere assieme i pezzi, fatti arrivare da varie parti d’Europa, con cui costruì l’Aeronave Italia, primo dirigibile italiano ad alzarsi in volo.
Un soldato in combattimento sulla spiaggia della Normandia durante il D-Day, il giorno dello sbarco, 6 giugno 1944. Sotto di lui altri soldati nell'atto di sbarcare, iscrizioni In God We Trust, D-Day June 6 1944, 1991-1995 e Liberty.
Descrizione del rovescio
Insegne del Quartier Generale Supremo Alleato della Forza di Spedizione. Citazione di Dwight D. Eisenhower, Comandante in Capo Alleato, poi Presidente degli Stati Uniti:
"Ho piena fiducia nel vostro coraggio, dedizione al dovere e abilità in battaglia. Non accetteremo niente di meno che la completa vittoria."
Completano il retro le iscrizioni E Pluribus Unum, One Dollar, United States of America, e il marchio di zecca, W.
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Incisore: Thomas D. Rogers Sr.
Moneta commemorativa emessa per il 50° Anniversario del coinvolgimento degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale. Per questo la moneta riporta le date 1991-1995, sebbene sia stata emessa nel 1993.
VITTORIO - EMANVELE - III - RE - E - IMPERATORE (Testa nuda verso destra)
Descrizione del rovescio
I T A L I A (L'Italia a destra con fascio littorio e Vittoriola, su prora di nave fregiata da stemma crociato e coronato con fasci ai lati, tra (data) // (anno f.) / R. Nell'esergo: L. 10 G - ROMAGNOLI.
Immagine dorata emblema di stato del Kazakhstan , numero 100 e scritta "TENGE" indicante valore facciale della
moneta, marchio della zecca Kazaka, immagine di un soldato che cavalca, ed anno 2012 di coniazione. Le iscrizioni
sono divise da punti.
Descrizione del rovescio
Immagine del grande comandante sultano Baybars su un cavallo , su uno sfondo di edifici in stile orientale
e soldati che combattono ; scritta sul contorno "Ag925" e "31,1g" che indica caratteristiche della moneta, poi numeri "1223-1277"
che indicano il periodo di vita del sultano . Le scitte sono divise da punti.
Descrizione del taglio
rigato fine
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Note : Quarta moneta della serie "Great military leaders"
Tiratura : 15.000 monete
Qualità : Proof
Aquila bicipite dell'Impero Austro-Ungarico con stemma degli Asburgo sul petto. Lungo il bordo, ARCHID • AUST • DUX • BURG • CO • TYR • 1780 • X.
Descrizione del rovescio
Busto velato di Maria Teresa d'Austria volto a destra. Intorno, M • THERESIA • D • G • R • IMP • HU • BO • REG •. Sotto il busto le iniziali (S • F •) dei responsabili della zecca di Günzburg.
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Questa moneta venne coniata anche dalla zecca di Roma per 25 anni, grazie all'accordo stipulato tra il governo italiano e quello austriaco il 9 luglio 1935. Questi talleri vennero coniati dal Regno d'Italia per la Colonia Eritrea in sostituzione del cosiddetto Tallero d'Italia. Nel 1961 l'Italia restituì una copia dei coni alla zecca di Vienna, mentre una seconda copia venne donata al Museo della Zecca a Roma. La tiratura indicata in questo periodo fu di 19.446.729 pezzi. Questi pezzi sono definiti "Nuovo Conio" per distinguerli dagli originali. I talleri coniati a Roma hanno le seguenti caratteristiche: titolo 835/..; diametro di 40 mm; la leggenda, sul contorno, maggiormente corposa ed in rilievo; bordo sfuggente e quindi senza orlo. La zecca italiana ha inoltre differenziato il nuovo conio apportando una differenza d'immagine, aggiungendo due piccoli fili sotto le grandi piume dell'aquila asburgica sul retro delle monete.
Giovanni Principe Reggente del Portogallo fino al 1816, poi Re del Portogallo con il nome di Giovanni VI
Argento
1816
14,00 gr.
35 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
Stemma coronato (a sinistra 400, a destra 1816) e contornato dalla scritta JOANNES.D.G.PORT.E.ALG.P.REGENS.
Descrizione del rovescio
Croce contornato dalla scritta IN.HOC.SIGNO.VINCES.
Descrizione del taglio
Rigato.
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Gigante 21
Giovanni VI era il secondo figlio di Maria I del Portogallo, decima Principessa del Brasile. La madre di Giovanni ascese al trono portoghese nel 1777. Nel 1788 Giovanni ricevette il titolo di principe ereditario e quello di Principe del Brasile. Nel 1799 Giovanni assunse il controllo dello Stato in nome della madre che era stata giudicata inadatta a governare. Egli mantenne questa posizione sino alla morte della madre, avvenuta nel 1816. Nel 1807 il Portogallo venne invaso dalla Francia. L'intera famiglia reale portoghese si trasferì in Brasile. La corte, in esilio, si stabilì a Rio de Janeiro. Nel 1816, alla morte della madre, Giovanni venne riconosciuto come Re del Portogallo, ma continuò a risiedere in Brasile, che aveva elevato allo status di regno il 16 dicembre 1815. La conseguente reazione del Portogallo si esplicò nella pacifica rivoluzione del 24 agosto 1820, e la proclamazione di un governo costituzionale, al quale Giovanni dovette giurare fedeltà al suo ritorno in Portogallo nel 1821. Giovanni morì a Lisbona il 26 marzo 1826, e gli successe il figlio Pietro (col nome di Pietro IV). Studi recenti realizzati sugli intestini di Giovanni, che erano stati sepolti in un vaso, hanno dimostrato la presenza di tracce di avvelenamento da arsenico. (da Wikipedia)
Figura femminile rappresentante il Guatemala con nella mano sx la bilancia della legge appoggiata a una colonna che ricorda la data della costituita Repubblica, ai piedi della colonna una catena spezzata. Nella mano dx una cornucopia. REPUBLICA DE GUATEMALA in esergo UN PESO
Descrizione del rovescio
Stemma della Repubblica del Guatemala, nel cartiglio la data dall' independenza spagnola. Sopra il cartiglio il simbolo del Guatemala, l' uccello sacro ai Maya: Il QUETZAL
LIBERTY, in God we trust, in esergo millesimo 1943. La Libertà cammina con il sole che sorge sullo sfondo, portando rami di alloro e quercia, avvolta nella bandiera degli Stati Uniti.
Descrizione del rovescio
United States of America, e pluribus unum, half dollas. Aquila posata su rupe di montagna, con ali spiegate. Da una spaccatura della roccia spunta un arboscello di pino mugo.
Testa del re rivolta a sinistra, circondata dalla scritta “VITTORIO • EMANUELE • III • RE • D'ITALIA • E • IMPERATORE •”
Descrizione del rovescio
Figura allegorica femminile simboleggiante l'Italia che porta con la destra la Vittoria e cinge con la sinistra un fascio su di un carro trainato da quattro cavalli con incedere lento verso destra. A sinistra millesimo e anno dell'Era Fascista su due righe. In esergo scudo crociato sabaudo ornato da fasci tra “L • 20”. Sotto la base della quadriga a sinistra il nome dell'autore “G • ROMAGNOLI” a destra segno di zecca “R”.
Descrizione del taglio
Rigato (1° tipo). Esistono due tipi di contorno rigato, chiamati di 1° e 2° tipo, non menzionati nei registri ufficiali e differenti per la geometria del profilo.
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Emessa per la celebrazione dell'Impero. Coniata in 10.000 esemplari. (Dal 1937 al 1941 venne coniata in poche decine di esemplari complessivamente e per soli numismatici).
al centro colomba dello spirito santo con a sx il valore 5 euro, in alto sul giro CITTA DEL VATICANO ed in basso sul giro il motto VENI SANCTE SPIRITUS
Descrizione del rovescio
al centro simbolo della sede vacante con stemma del cardinale Camerlendo Tarcisio Bertone, sul giro SEDE VACANTE MMXIII
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Davenport 3461, Schütz 919.
il giorno 11 febbraio 2013 il Santo Padre Benedetto XVI annunciava la sua decisione di rinuncia al ministero petrino a partire dalle ore 20.00 del giorno 28 febbraio scrivendo un importante capitolo storico nella storia moderna. Dal 28 febbraio si entrava quindi in Stato di Sede Vacante ed il governo ordinario fù assicurato dalla camera apostolica presieduta dal cardinale Camerlengo di Santa Romana Chiesa Tarcisio Bertone; il 13 marzo i Cardinali elettori riuniti in conclave eleggevano il 266° successore di Pietro, il cardinale Jorge Mario Bergoglio che prenderà il nome di Papa Francesco; In Stato di Sede Vacante la camera apostolica ha facoltà di battere moneta, una tradizione che ha radici storiche nel XIV secolo ma una consuetudine più recente a partire dalla morte di Leone X nel 1521.
37° FIERA DI MESSINA - L. 5.000 - F M dentro ruota alata - 2 punzoni (100AR)(800) 1976
Descrizione del rovescio
(Riproduzione Tetradramma di Messina - 461/396 a.C.)
Lepre in corsa e piccola testa - scritta: :Greek_Mu: :GreeK_Sigma: :GreeK_Sigma: :Greek_Alpha: :Greek_Nu: I :Greek_Omicron: :Greek_Nu:
UMBERTO I testa nuda volta a destra. Sotto al collo la firma dell'incisore (SPERANZA)
Descrizione del rovescio
Stemma sabaudo contornato da rami di alloro e dal valore (L • 2) e sormontato dalla stella d'Italia. In basso a ore destra il segno di zecca.
Descrizione del taglio
Il motto FERT per tre volte, alternato a rosette e nodi sabaudi.
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Gigante 28; MIR 1101 d
Tiratura: 4.500.000, Zecca di Roma. Emessa con Regio Decreto n. 4514 del 30 IX 1879 che ne stabilisce le impronte. L'anno in cui fu coniata questa moneta scoppiò un'epidemia di colera che si diffuse in tutta Italia, colpendo particolarmente la città di Napoli (più di 7000 decessi) che fu visitata dall'8 al 12 settembre dal Re e da alcuni ministri per portare conforto alla popolazione. Durante l'epidemia era a Napoli anche il medico svedese Axel Munthe che raccontò la sua esperienza nell'opera "Letters from a mourning city" (Lettere da una città dolente).
Dollaro per il commercio è stato progettato per l'uso nel commercio internazionale con l'Asia, specialmente in Cina.
Prodotto dal 1873 al 1885, il dollaro commercio 1875 è stato progettato da William Barber, incisore capo al momento.
Come molte altre monete, si fece del 90 per cento d'argento e 10% rame.
La moneta raffigura l'immagine della libertà seduta su una balla di cotone con una corona sul capo. Con la mano destra tiene un ramo d'ulivo. Il retro del dollaro commercio ha un'aquila con tre frecce negli artigli a sinistra e un ramo d'ulivo nella destra. Il bordo del dollaro commercio 1875 è zigrinato
Marocco, Abd al Aziz, sultano del Marocco dal 1894 AL 1908
argento
1313 (1896)
1,5 gr.
14,8 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
in legenda scritte in arabo ed arabeschi che delineano la legenda in quattro parti. Al centro, racchiusa in un cerchio, la Stella di David con al centro un punto.
Descrizione del rovescio
doppio bordo ornato da globetti intercalanti, scritte in arabo e frecce direzionate in modo tale da dividere i campi in cinque parti, in quella inferiore si trova la data: 1313. Al centro, racchiusa in un cerchio, la Stella di David con al centro un punto.
Descrizione del taglio
rigato
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente.
Abdelaziz del Marocco (24 febbraio 1878 - 10 giugno 1943. In arabo : عبد العزيز الرابع), noto anche come Mulai Abd al-Aziz IV, diventò Sultano del Marocco nel 1894, all'età di sedici anni, fu deposto nel 1908. Egli succedette al padre Hassan I Marocco . Faceva parte della dinastia alawita .
Testa del Re volto a destra contornato dalla scritta: VITTORIO EMANUELE III. Sotto il collo del Re, il nome dell'incisore SPERANZA.
Descrizione del rovescio
Aquila araldica con stemma di casa Savoia. Intorno la scritta: REGNO D'ITALIA, sotto l'indicazione del valore (L • 1), il segno di zecca ® tra due stelle a 5 punte e la data.
Descrizione del taglio
in incuso, il motto FERT alternato a nodi savoia e rosette
Testa del Re volto a destra contornato dalla scritta: VITTORIO EMANUELE III. Sotto il collo del Re, il nome dell'incisore SPERANZA.
Descrizione del rovescio
Aquila araldica con stemma di casa Savoia. Intorno la scritta: REGNO D'ITALIA, sotto l'indicazione del valore (L • 1), il segno di zecca ® tra due stelle a 5 punte e la data.
Descrizione del taglio
in incuso, il motto FERT alternato a nodi savoia e rosette
'' UMBERTO I RE D'ITALIA ''. Testa del Re volta a Destra, nel taglio del collo '' SPERANZA '' in basso data '' 1879 ''
Descrizione del rovescio
Stemma crociato e coronato, con il Collare dell'annunziata, tra L 5, tutto tra rami di liuto e di quercia, in alto una stella raggiante, in basso a destra, sdz R
Descrizione del taglio
In incuso il motto dei Savoia ''Fert '' e nodi Savoia e rosette
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Gigante 2013 n°24 - Montenegro n°33
Regio decreto n°4514, 30 settembre 1878, questa moneta e' stata ricavata fondendo il metallo derivante dalle piatre borboniche che furono fuse quando fu' annesso il Regno di Sardegna.
- A volte queste monete hanno la ''caratteristica'' di riportare degli errori sul taglio. Il Motto FERT FERT FERT puo' diventare anche, come in questo caso, ''FFRT - FERT - FEKT ''.
Nel cerchio interno viene raffigurata la volta celeste: è presente Saturno e alcune stelle di varie dimensione. Sul perimetro, nella parte superiore della moneta, è presente la scritta "2009 année mondiale de l'astronomie", sul fondo, i simboli dei dieci pianeti del sistema solare.
Descrizione del rovescio
Sulla parte sinistra della moneta viene rappresentata la Luna, sulla quale viene raffigurata la prima impronta sulla Luna. Nel settore a destra: valore facciale, anno di emissione, simbolo del direttore della zecca, simbolo della zecca di Parigi, lettere RF. A destra nel circolo esterno, è incisa la scritta "40 ANS DES PREMIERS PAS SUR LA LUNE"
Descrizione del taglio
liscio con numerazione progressiva da 001 a 500. (il mio esemplare è il numero 006)
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
La capsula della moneta è alloggiata in un cofanetto blu con certificato e cartone ufficiali della zecca. La capsula ha al suo interno 4 supporti perpendicolari per tenere ben ferma la moneta. Il certificato è firmato dall'ex Presidente della "La Monnaie de Paris" Christophe Beaux. La politica della Monnaie de Paris, consiste nel ritirare della vendita le monete ancora non easurite dopo alcuni anni (5 o 6 di solito) e pubblicare con una nota alcuni mesi dopo la tiratura definitiva, che dovrebbe consistere dei soli pezzi venduti (ciò spiega la tiratura di 371 esemplari). Esistono altre 3 versioni di questa moneta: una versione più piccola e leggera di questa moneta in argento, il 10€, e 2 monete d'oro, il 200€ e il 50€.
Stato di conservazione: Fondo Specchio, Proof.
Tiratura: 371 esemplari (ridefinita il 6 Maggio 2013 con nota da parte della Monnaie de Paris, tiratura inizialmente prevista: 500 esemplari)
Rarità: R2 o R3, negli ultimi 6 mesi ne sono stati venduti solo 2 esemplari, per questo tenderei a classificarla R3.
Prezzo d'emissione: 350 €
Data di emissione: 21 Giugno 2009
Testa nuda a sinistra con sotto l'iniziale F dell'autore Ferraris; attorno: VITTORIO EMANUELE II RE D'ITALIA
Descrizione del rovescio
nel campo il valore e la data in tre righe entro due rami, uno d'alloro e uno di quercia; in alto la stella d'Italia e in basso il segno della zecca di Milano M
Descrizione del taglio
liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
rif. Montenegro 2013 pag. 110 n° 264
Le monete per Milano e Napoli con millesimo 1867 vennero coniate in quelle zecche nel 1868. Emesse con R. Decreto del 2 maggio 1861 n° 17.
Testa nuda a sinistra con sotto l'iniziale S dell'autore Speranza; attorno: VITTORIO EMANUELE III RE D'ITALIA
Descrizione del rovescio
nel campo il valore e la data in tre righe entro due rami, uno d'alloro e uno di quercia; in alto la stella d'Italia e in basso il segno della zecca di Roma R
Vittorio Emanuele III. Testa del Re rivolta a destra, VITT . EM. III . RE. E . IMP
Descrizione del rovescio
ITALIA. Aquila ad ali spiegate su fascio. 1937 e sotto la data segno zecca R, stemma sabaudo tra C. e 5. A destra XV (anno fascista). Firma G: Romagnoli
1 kreutzer 1812 e scritta: scheidemünze der wiener waerung
Descrizione del rovescio
effige di Francesco I, segno della zecca B (Kremnitz) e scritta: Franz Kais.v.oest.kö.z.hu.bo.gal.u.lo
Descrizione del taglio
rigato obliquo
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Francesco I era imperato del Sacro Romano Impero con il nome di Francesco II. Fu il primo imperatore d’Austria (con il nome di Francesco I) dal 1804 per opporsi al primo impero francese e anche perché il Sacro Romano Impero durante le guerre napoleoniche stava per collassare (cosa che sarebbe successa nel 1806 quando fu sciolto) e non intendeva essere spogliato del prestigioso titolo di imperatore, né voleva essere da meno del suo rivale francese. Nel 1812, data dell’emissione della moneta, in Europa Napoleone, in tarda primavera, iniziò la tragica campagna di Russia. Più di 600'000 uomini erano al comando dell’imperatore francese, in realtà pensava che i russi attaccassero in questo modo sperava di annientarli in poco tempo, ma così non fu e il 20 giugno iniziò la marcia verso Mosca. 5 settembre ci fu la battaglia sulla Moscova, 14 dello stesso mese raggiunse Mosca ma il 18 di Ottobre decise la ritirata. Circa mezzo milione di soldati persero la vita o rimasero prigioniera in Russia.
NIEDEROSTERREICH 10 EURO della Serie "Province Federali"
Austria
Rame
Non presente
15 gr.
32 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
"REPUBLIK OSTERREICH" -- " WACHAU " , con veduta della città.
" 10 EURO "
Descrizione del rovescio
Ripartizione in quattro quadranti di tipiche scene legate alla vita della provincia.
Disegno realizzato da parte dei designer-incisori della zecca austrica basandosi sul disegno vincente
del concorso indetto (tra i ragazzi austriaci) per il verso della moneta .
Descrizione del taglio
20 settori (Liscio alternato a Rigato )
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Tiratura : 130.000 monete
coin Design :
Mag. Helmut Andexlinger / Herbert Wähner /
/ Vincitore competizione : Christian Kopf
effige di Francesco Giuseppe I verso destra e leggenda: FRANC.IOS.I.D.G.IMP.AVSTR.REX BOH.GAL.ILL.ETC.ET AP.REX HVNG.
Descrizione del rovescio
al centro due rami di olivo con sopra F(ranz)J(oseph)1, in alto la corona imperiale asburgica circondata dai raggi con ai lati le date 1848-1908, in basso il valore 1 COR e leggenda: DVODECIM LVSTRIS GLORIOSE PERACTIS
Descrizione del taglio
leggenda: VIRIBVS VNITIS
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Tiratura: 4'784'992.
La moneta fu coniata per commemorare il sessantesimo anno di regno di Francesco Giuseppe I d’Austria (1848-1908), il suo regno è al 16º posto nella classifica dei regni più lunghi della Storia e forse fu il più lungo regno di un regnante effettivo (Luigi XIV fu Re per settantadue anni, ma la reggenza della madre e del cardinale Mazarino durò sedici anni). Nato nel 1830 e incoronato nel 1848, morì nel 1916 nel mezzo della Prima Guerra Mondiale. Nel 1908 iniziò una crisi in Europa che porterà alla Grande Guerra. Nel sessantesimo anniversario del suo regno l’imperatore dovette affrontare, appunto, la crisi Bosniaca. L’Austria voleva annettersi le provincie della Bosnia e dell'Erzegovina che già amministrava dal 1879. L'Austria e la Russia si accordarono a cambio dell'apertura alla Russia dello stretto dei Dardanelli, ma l'Italia considerò tale azione un affronto e la Serbia una minaccia. In Russia poi la perentoria richiesta tedesca di riconoscere la legittimità dell'annessione sotto pena di un attacco austro-tedesco facilitò la mossa austriaca ma creò non pochi dissapori tra la Russia e le potenze centrali. Nel 1911 seconda crisi marocchina, 1912 e 1913 guerre balcaniche e, infine, nel 1914 Francesco Giuseppe firmò la dichiarazione di guerra esclamando: «La guerra! Lor signori non sanno cos'è la guerra! Io lo so... da Solferino.»
Figura allegorica simboleggiante l'Italia seduta su di un piedistallo e volta verso sinistra che regge con la destra un ramoscello di ulivo e con la sinistra una Vittoria alata. Sullo sfondo in orizzontale la scritta ITALIA. A destra del piedistallo i nomi degli autori G • ROMAGNOLI e A • MOTTI INC • su due righe. In esergo il millesimo.
Descrizione del rovescio
Indicazione del valore (BUONO DA L • 1) su due righe affiancata dallo stemma Sabaudo con corona Reale. Lungo il bordo corona di alloro posta in senso orario.
Descrizione del taglio
Rigato
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente.
Tiratura: 20.175.276 Pezzi coniati.
Prima moneta dal valore di 1 Lira non coniata in Argento ma in Nichelio, venne posta in circolazione per sostituire i biglietti di Stato.
Sul diritto busto del re volto a sinistra, la legenda recita VITTORIO EMANUELE RE D'ITALIA,
Descrizione del rovescio
Al rovescio Prua di una nave sulla quale vi è una figura femminile allegoricamente rappresentante l'italia, con veste palleggiata e aderente al corpo, regge nella mano destra un ramoscello d'ulivo in incuso sulla prua una R come segno di zecca e sul fianco le iniziali degli incisori, in alto riportato il nominale CENT. 2 e millesimo 1915.
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Con la probabilità di non riscuotere molto successo proponiamo questo 2 centesimi 1915 "tre braccia" a ben osservare la figura allegorica non ha due braccia ma ben tre ben definite, non è in questa sede che è importante definire il perchè basti il fatto ai più che ci sono diverse correnti di pensiero: Una ribattitura con movimento del tondello produce questo effetto di sdoppiamento...oppure utilizzo di conii scartati poichè tempi di guerra in cui le impressioni non erano coincidenti e hanno dato vita a quello che vedete, a voi il giudizio
Ritratto in divisa dell'Ammiraglio Miklós Horthy, Reggente del Regno d'Ungheria (1920-1944), di cui la moneta celebra il 75° compleanno.
Descrizione del rovescio
Stemma coronato dell'Ungheria sorretto da due angeli. In esergo valore e marchio di zecca (BP).
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Non lasciatevi ingannare dalla finitura proof, che fa sembrare la moneta più "preziosa" di quanto non sia. Si tratta, per questa finitura, di un restrike, un riconio della zecca di Budapest, ma la moneta identica a questa, tranne che per la finitura, è stata emessa (ben 2 milioni di pezzi) e ha circolato in Ungheria nel 1943.
La particolarità di questa moneta risiede anche nel fatto che un soggetto identico (tranne, ovviamente, per il riferimento al 75° compleanno dell'Ammiraglio) era stato utilizzato per la moneta da 5 pengo nel 1938 (solo specimen) e 1939 (tiratura 408.000 pezzi). Una moneta dello stesso diametro, ma di peso ben superiore, 25 grammi, invece che poco più di 6.
Perché quella moneta era in argento...di bassa lega (.640) ma pur sempre argento.
Ma nel 1943 la guerra mondiale era al suo culmine, e anche l'Ungheria, come tanti altri paesi, dovette rinunciare alle coniazioni in metalli pregiati, ripiegando sui più umili.
Lo avevano già fatto Germania e Francia, lo faranno nello stesso anno gli Stati Uniti col centesimo in ferro, altri, proprio nel 1943, smetteranno del tutto di coniare monete.
E' il caso dell'Italia che, quando riprenderà le coniazioni, userà anch'essa l'alluminio
Tiratura: 3.915.000.
La guerra civile americana (1861-65) ha portato al diffuso accaparramento di tutte le monete in metallo prezioso.
Le precedenti monete dello stesso taglio erano in argento, ma erano piccole, poco popolari, facili da perdere e poco maneggevoli in grandi quantità.
Questa moneta in rame/nickel la sostituisce proprio nel 1865, era più grande e fu la risposta al problema.
La sequenza "2 *" ripetuta sei volte alternativamente capovolta.
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
primo 2 euro cc sulla sede vacante dopo la raccomadazione della CE del 19 dicembre 2008 che vieta l'emissione di serie divisionali dedicate al periodo di vacanza. moneta da "rotolino" tiratura 125.000 pezzi
Stato della Città del Vaticano - Sede Vacante 2013
parte esterna Nichel-ottone, parte interna tre strati Nichel-ottone
2013
8,50 gr
25,75 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
Stemma di Sua Eminenza Tarcisio Bertone, Cardinale camerlengo di Santa Romana Chiesa, sormontato dal Padiglione della Camera Apostolica e aattraversato da chiavi decussate; a destra sotto la chiave il segno di zecca R; intorno la scritta "CITTA DEL VATICANO SEDE VACANTE MMXIII"; in basso le iniziali dello scultore Patrizio Daniele P:DANIELE e dell'incisore Maria Carmela Colaneri M.C.C. INC. Sul bordo esterno 12 stelle a cinque punte rappresentanti l'Unione Europea.
Descrizione del rovescio
Mappa dell'Europa sormontata dalla scritta del valore "2 EURO". 12 stelle
Descrizione del taglio: la sequenza "2 *" ripetuta sei volte alternativamente capovolta entro zigrinatura
Note storiche e numismatiche: Papa Benedetto XVI, 256° Romano Pontefice, nel Concistoro dell'11 febbraio 2013 ha annunciato la sua rinuncia al ministero petrino a decorrere dalle ore 20.00 del 28 dello stesso mese, divenendo così romano pontefice emerito. Prima di lui, l'ultimo pontefice ad abdicare fu Gregorio XII, nel 1415. All'atto della sua rinuncia, come consuetudine, viene istituita la sede vacante e il Cardinale Camerlengo assume di fatto le funzioni del governo ordinario della Chiesa.
Descrizione del taglio
La sequenza "2 *" ripetuta sei volte alternativamente capovolta entro zigrinatura
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
Papa Benedetto XVI, 256° Romano Pontefice, nel Concistoro dell'11 febbraio 2013 ha annunciato la sua rinuncia al ministero petrino a decorrere dalle ore 20.00 del 28 dello stesso mese, divenendo così romano pontefice emerito. Prima di lui, l'ultimo pontefice ad abdicare fu Gregorio XII, nel 1415. All'atto della sua rinuncia, come consuetudine, viene istituita la sede vacante e il Cardinale Camerlengo assume di fatto le funzioni del governo ordinario della Chiesa.
Gallo con scudo sopra contenente le lettere RF. Scritta: AFRIQUE EQUATORIALE FRANCAISE LIBRE
Descrizione del rovescio
Una doppia croce che divide la denominazione, con la data (1942) sotto. Scritta: LIBERTE. EGALITE. FRATERNITE.
1 Fc
1942
HONNEUR PATRIE
Descrizione del taglio
Liscio.
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
KM#2, Standard Catalog of World Coins, 1901-2000, Edizione 2009.
L'Africa Equatoriale Francese fu un possedimento coloniale della Francia istituito nel 1910. Nell'agosto del 1940, in piena seconda guerra mondiale, la federazione si unì alle Forze libere francesi guidate da Fèlix Ebouè, ad eccezione del Gabon che preferì schierarsi con la Repubblica di Vichy, diventandone un importante avamposto in Africa. Nel 1960 l'Africa Equatoriale Francese venne sciolta permettendo la nascita di quattro stati moderni: Repubblica del Congo, Gabon, Ciad e Repubblica Centrafricana.
DUCATO DI LUCCA, stemma coronato inquartato e caricato al centro dei tre gigli di Borbone, bordo perlinato
Descrizione del rovescio
5 SOLDI 1833 nel campo su tre righe, bordo perlinato
Descrizione del taglio
rigato obliquo
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
rif. Pagani 267a, variante datata 1833 con le cifre finali arrotondate
Figlio di Ludovico I di Borbone, duca di Parma, e di Maria Luisa, appartenente al ramo spagnolo della famiglia, Carlo Ludovico di Borbone fu nominato re d'Etruria, con il nome di Ludovico II, quando aveva poco piú di tre anni: la reggenza fu quindi assunta dalla giovane madre Maria Luisa. Nel 1807 viene cacciato dal Regno di Etruria da Napoleone (già causa della perdita del Ducato di Parma). Nel 1815, dopo la definitiva sconfitta di Napoleone, il Ducato di Parma viene però assegnato a Maria Luigia d'Asburgo e la Toscana torna ai suoi precedenti proprietari, gli Asburgo-Lorena. Carlo Ludovico viene compensato con il Ducato di Lucca che reggerà fino al 1847, data della morte di Maria Luigia. In questo anno infatti rientra in possesso del Ducato di Parma e il Ducato di Lucca diventa parte del Granducato di Toscana. Sebbene abbia promosso nel Ducato di Lucca lavori pubblici come la riorganizzazione del catasto, la costruzione di strade e acquedotti, non fu mai molto popolare, soprattutto per le eccessive spese per sé e per la corte, che portarono al deficit le casse del Ducato. Nel luglio 1847 un episodio di violenza fu la causa di un'insurrezione popolare, che portò alla richiesta della Guardia Civica e del ristabilimento della Costituzione del 1805.
La variante citata dal CNI 13 datata 1833 con la corona difforme dagli altri tipi e di dimensioni piú grandi, in cerchio di perline semplice anzichè doppio, in realtà non esiste. Tutte le monete da 5 Soldi sono state coniate con la doppia perlinatura al bordo, dipendeva solo dalle dimensioni del tondello che questa fosse visibile. Ad oggi non è mai comparso un esemplare del 5 soldi 1838, citato dal Pagani ed. 1982 p.259 n. 268. Questi lo desume dal Dotti e Rolla ed 1927. Si è propensi a pensare si tratti di un errore di lettura della data (1833 con cifre 33 arrotondate).
al centro stemma granducale coronato e sovrapposto alla croce di S.Stefano, sul giro LEOP . II . A . D'A . GRAND . DI TOSC , sotto simbolo incisore e zecchiere
Descrizione del rovescio
al centro su tre righe 10 QUATTRINI 1853
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
MIR 460/3
Leopoldo II di Lorena, secondogenito di Ferdinando III e Luisa Maria Amalia di Borbone, fu l'ultimo Granduca regnante di Toscana.
Divenne principe ereditario "in pectore" nel 1800 alla morte del fratello Francesco Leopoldo e salí al trono nel 1824 alla morte del padre Ferdinando III.
Diede subito prova della sua voglia di impegnarsi e di voler essere un sovrano indipendente con la riduzione delle tasse ed un piano di ampliamento delle opere pubbliche che prevedeva il proseguimento della bonifica della Maremma, l'ampliamento del porto di Livorno, la costruzione di nuove strade, lo sfruttamento delle miniere del Granducato e un primo sviluppo dell'attività turistica chiamata all'epoca "industria del forestiero".
Il Governo di Leopoldo II fu il piú mite e tollerante degli stati italiani, ciò permise anche a molti esponenti della cultura italiana malvoluti o perseguitati a trovare asilo proprio in Toscana. Questo governo mite fece altresí che in Toscana non vi fossero in quegli anni moti o attività cospirative se non in maniera limitata e di minima importanza.
Nel 1832 alla morte della Granduchessa, Leopoldo II si risposò con Maria Antonietta di Borbone per assicurare una successione e nel 1835 nacque Ferdinando IV, il sospirato erede.
Nel 1847 entrarono in vigore alcune clausole del Congresso di Vienna del 1815 e del trattato di Firenze del 1844 che assicuravano l'annessione al Granducato dell'ex Ducato di Lucca ma che prevedevano anche la cessione di vecchie "enclaves" toscane in Lunigiana ai Borbone di Parma ed agli Asburgo Este di Modena. Ciò provocò un malcontento nei cittadini, soprattutto dei territori ceduti, che chiedevano di dichiarare guerra ai due stati vicini.
Il 17 Febbraio 1848 Leopoldo II concedeva la Costituzione che si distingueva dalle altre per il concedere di pieni diritti a tutti i cittadini di tutte le religioni ed il 1 Marzo nasceva il primo governo costituzionale toscano. Pochi giorni dopo, mentre i duchi emiliani scappavano dalle insurrezioni, riannetteva al Granducato i territori della Lunigiana perduti, l'Alta Garfagnana Estense e il Ducato di Massa e Carrara.
Il 21 marzo del 1848 decise di inviare delle truppe a combattere a fianco dei sardi contro l'Austria e mentre il piccolo esercito si dirigeva verso Pietrasanta e San Marcello Pistoiese, Leopoldo II sostituiva la bandiera lorenese con il tricolore italiano sovrapposto dallo stemma granducale. Questo atteggiamento patriottico fu però ben presto calmato e nel Gennaio 1849 lasciò Firenze. L'esilio durò fino ad aprile quando Carlo Alberto fu sconfitto a Novara e Leopoldo II sbarcò a Viareggio accompagnato dalle truppe austriache. Fu l'inizio della fine delle simpatie del popolo toscano nei confronti del Granduca.
Nell'Aprile del 1859 Leopoldo II si dichiarò neutrale nell'imminente seconda guerra di indipendenza Italiana contro l'Austria e il 27 Aprile lasciò Firenze per la seconda volta.
Il municipio di Firenze alle ore 6 dello stesso giorno nominò il Governo Provvisorio.
Leopoldo II abdicò ufficialmente il 21 Luglio 1859.
Il 28 Gennaio 1870 Muore a Roma.
Al centro l’aquila bicipite, tutto intorno la leggende: .ÖSTERREICH. e in basso il valore: 50 G.
Descrizione del rovescio
Al centro il valore: 50, tutto intorno la leggende: GROSHEN e in basso la data 1935.
Descrizione del taglio
liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente.
La storia della prima repubblica austriaca inizia con la sconfitta dell'Impero Austro-Ungarico, nella Grande Guerra. L'imperatore Carlo I venne esiliato e si proclamò così la repubblica in Austria. La prima esperienza democratica austriaca fu segnata dalle difficoltà economiche e da continui conflitti politici interni. Questi conflitti nel 1933 portarono alla costruzione di uno stato autoritario e fascista guidato da Engelbert Dollfuss (Austrofascismo). Nel 1934 fu ucciso durante un tentativo di colpo di stato da parte di nazisti austriaci. La ferma reazione italiana (Mussolini inviò ben due armate sul Brennero per la difesa dell’Austria) impedì ad Hitler di incorporare l'Austria alla Germania nazista. La politica di Dollfuss fu portata avanti ancora dal suo collaboratore Kurt von Schuschnigg fino all'annessione (Anschluss, 1938) al Terzo Reich. Tale annessione fu resa in gran parte possibile dall'acquiescenza di Mussolini, legatosi nel frattempo ad Hitler ed alla sua politica a causa degli eventi seguiti alla Guerra d'Etiopia, e dall'inazione delle altre potenze europee.
Valore Nominale in grande al centro e Legenda lungo la circonferenza "Deutsches Reich 1887 * 20 Pfennig*. Incisore E. Weigand.
Descrizione del rovescio
Aquila Imperiale Tedesca racchiusa in una Corona di foglie di Quercia, ai lati della Coda dell'Aquila vi sono il segno di Zecca, in questo caso A, Berlino. Incisore W. Kullrich.
Descrizione del taglio
Liscio
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Grosser Deutscher Münzkatalog, pagina 520, n.9
Da notare la somiglianza al dritto con il 20 Centesimi di Umberto I del Regno d'Italia.
starterkit con monete da 2 Euro -1 Euro -50 Cent -20 Cent - 10 Cent - 5 Cent - 2 Cent - 1 Cent
zecca di Lettoina
Misto
2014
5 g
24,1 mm
Il dritto della moneta
Il rovescio della moneta
Descrizione del dritto
Non presente
Descrizione del rovescio
Non presente
Descrizione del taglio
Non presente
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente.
"I disegni della faccia nazionale delle future monete euro lettoni sono stati fatti da Laimonis Šēnbergs per i tagli da 1, 2, 5, 10, 20 e 50 centesimi e Guntars Sietiņš per i tagli da 1 e 2 euro; essi sono stati resi pubblici nel luglio 2006 sul sito della Banca Centrale della Lettonia[9]. Essi prevedevano il Monumento alla Libertà di Riga sulla moneta da 2 euro, il volto di una fanciulla lettone (già comparsa sulle monete da 5 Lati del 1929, prima della Seconda guerra mondiale) sulla moneta da 1 euro, lo stemma della Lettonia completo sulle monete da 10, 20 e 50 centesimi, e lo stemma in formato semplice sulle monete da 1, 2 e 5 centesimi. La faccia nazionale della moneta da 2 euro proposta inizialmente, il Monumento alla Libertà di Riga, è stata successivamente scartata per l'impossibilità di proporzionare adeguatamente l'immagine mantenendone la riconoscibilità.[10] La moneta da 2 euro riporterà quindi lo stesso volto di fanciulla lettone previsto per la moneta da 1 euro."
Aquila araldica coronata con scudo savoia sul petto, sulla legenda VITTORIO EMANUELE III RE D'ITALIA, tra due stellette il millesimo 1903
Descrizione del rovescio
In alto "CENTESIMI" al centro del tondello la dicitura del millesimo in numeri 25, intorno rami di alloro con legaccio e sotto segno di zecca ®
Descrizione del taglio
Rigato
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Non presente
La moneta ebbe poca fortuna per la analogia tra diritto e rovescio della Liretta Sabauda creando non poca confusione, questo fa si che la conservazione sia in media abbastanza alta, ricordiamo inoltre che l'aquila sabauda fu disegnata dallo stesso Vitt Em III e da lui fortemente voluta sui vari tagli in cui è presente ..dalle 100 lire a per l'appunto 25 centesimi, taglio ormai scomparso dal 1837.
''REGNO D'ITALIA''. Stemma sabaudo, crociato e coronato, tra un ramo ed uno di quercia intrecciati; in basso A.M
Descrizione del rovescio
Esagono contenente CENT. // 20 // (data) // R. Tutto entro una corona di lauro.
Descrizione del taglio
Contorno rigato
Catalogazione
Note storiche e numismatiche
Gigante 2012 n°214a
Regio decreto n°2111, 30 dicembre 191. Per la coniazione di queste monete furono utilizzate le monete da 20 centesimi, a basso contenuto di nichelio aventi il contorno rigato, coniate negli anni 1894 1895 sotto il Regno di Umberto I° e ritirate dalla circolazione dal 1909 al 1914. Su molti pezzi di questa moneta è possibile rilevare le tracce del conio precedente ed infatti alcuni esemplari risultano avere il contorno rigato o tracce di esso. La rigatura si può manifestare in modo più o meno evidente fino ad essere quasi impercettibile. Gli esemplari con contorno rigato devono presentare una rigatura nitida e ben definita (perfetta).
Le monete datate 1920, invece presentano solo il contorno liscio ed appartengono alla I° classe. Questo è dovuto probabilmente al fatto che sono stati usati tondelli nuovi e non quelli di Umberto I°.
Circola voce che, con questo millesimo, i tondelli aurei da lire 20 siano stati battuti anche successivamente al 1882 e addirittura durante il regno di V.E.III. Per vero, non è solo una voce che circola ma tale affermazione è riportata, tanto per fare un esempio, anche dal Catalogo Gigante 2012 in nota. Più precisamente, la nota citata così recita: 1882. Le monete di questo tipo con questa data sono state coniate per almeno vent’anni, quindi anche sotto V.E.III. A sostegno di questa affermazione, tuttavia, non viene riportata la fonte. Cosicché, salvo che qualcuno sia al corrente di detta circostanza (fondandola però su dati controllabili e non soltanto sulla “tradizione orale”), tale asserzione allo stato sembrerebbe indimostrata. Da un testo del 1866 (appartenente ad una collana giuridica intitolata Il Filangeri, noto filosofo e giurista del Settecento), emerge un documento, in francese, della Convenzione stipulata a Parigi il 23 dicembre 1865, istitutiva dell’Unione Monetaria Latina e che, come è noto, riuniva fin dal principio il Belgio, la Francia, l’Italia e la Svizzera all’interno di un unico sistema monetario regolato da norme comuni. Ebbene, l’articolo 10 della suddetta Convenzione che, è opportuno precisare, venne ratificata dal Parlamento del Regno d’Italia con Legge 21.7.1866 nr. 3087, divenendo pertanto legge dello Stato, nell’articolo 10 così stabilisce:
La Convenzione istitutiva dell’Unione subì nel tempo rinnovi e revisioni. In particolare, sempre a Parigi, si stipulò, il 5 novembre 1878, un ulteriore accordo correttivo (nel quale compare anche la Grecia, che era entrata nell’U.M.L. fin dal 26 settembre 1868), che venne ratificato dal Parlamento del Regno d’Italia con Legge 1.8.1879 nr. 5061. Nel testo ratificato della nuova convenzione (che, ricordo, è legge dello Stato), all’art. 11 si stabilisce ancora:
Tale Convenzione si mantenne fino alla successiva revisione, che ebbe luogo sempre a Parigi il 6 novembre 1885. Anche se abbiamo superato la data che ci interessa (1882), le cui emissioni sono pertanto regolate dalle norme convenzionali appena ricordate, mi pare opportuno riportare anche questo successivo accordo, che venne recepito nell’Ordinamento del Regno d’Italia con la Legge 30.12.1885 nr. 3590 e che, sempre con riferimento all’articolo 10, stabilisce ancora una volta:
Come vedete, la Convenzione istitutiva dell’U.M.L. nonchè i testi normativi dei successivi rinnovi, riportavano sempre l’obbligo per gli stati aderenti di riprodurre sulle monete il millesimo di coniazione. Va rilevato come la Convenzione vigente durante la battitura delle 20 lire del 1882, sia stata particolarmente rigorosa sul punto, stabilendo la conformità rigorosa con la data della monetazione. Non deve sorprendere, inoltre, che il 1882 sia risultato l’anno più prolifico dal punto di vista della coniazione aurea. Il motivo per cui nel 1882 si batterono monete d’oro per complessive £. 139.523.000 (1.129 esemplari da 100 lire e il resto in “marenghi”) era dovuto alla trasformazione di verghe d’oro e di monete auree non decimali, frutto del prestito di 644 milioni di lire richiesto e ottenuto dal governo italiano all’estero, per fronteggiare la conversione in moneta metallica della carta moneta, all’indomani della legge (7.4.1881 nr. 133) che aboliva il “corso forzoso”. Una cir- costanza certamente inusuale (e che non si ripeterà più nella storia del paese) che giustifica l’imponente coniazione di monete auree da lire 20 con quello specifico millesimo, scrupolosamente riportato in ossequio all’articolo 11 della Convenzione monetaria latina. Al prestito di 644 milioni e a cosa sarebbe servito, il Carboneri riserva un intero capitolo (pp. 354-361). Ecco due stralci significativi:
Il Magliani con questa nuova legge, scartando il metodo dell’ammortamento annuo proposto dai predecessori perchè troppo lungo, incerto e pericoloso, fece approvare un prestito all’estero di 644 milioni, di cui 400 in oro, coi quali provvedere al riscatto di 600 milioni di biglietti consorziali, ascendenti allora a 940 milioni, e pagare un debito di 44,334,975.22 in oro contratto dallo Stato colla Banca Nazionale il 1 giugno 1875, debito che doveva essere rimborsato tre mesi prima dell’abolizione del corso forzoso.
La sottoscrizione avvenne a Londra per opera specialmente dei signori Baring Brothers & C. e C.J. Hambro & Sons (la Banca d’Escompte di Parigi vi figura per minima parte) e l’Italia ricevette integralmente i 644 milioni, di cui 488 milioni in oro e 156 in scudi d’argento della Lega Latina, cedendo lire 36.487.250 di rendita 5 per cento corrispondente al capitale di lire 729.745.000. Questi ultimi servirono in gran parte a pagare le divisionarie italiane che, giusto l’atto internazionale del 1878, l’Italia doveva ricevere e cambiare agli alleati latini. Quel prestito veniva a rafforzare la circolazione metallica del Regno che da 520 milioni, quale appariva prima, aumentava ad oltre 1160 milioni, mentre diminui- vano in correlazione di altrettanto i biglietti consorziali e bancari, riducendosi ad un miliardo circa. Riguardo alla Convenzione monetaria latina del 23 dicembre 1865, così scrive il Carboneri:
Gli stati contraenti si obbligavano a non coniare o lasciare fabbricare con la loro im- pronta alcuna moneta d’oro e d’argento al di fuori di quelle autorizzate nella conferenza, che corrispondevano perfettamente alle specie italiane con limitazione delle divisionarie d’argento a L.6 per abitante, e ad accettare nelle pubbliche casse tutte le monete d’oro e gli scudi d’argento coniati dagli altri Stati contraenti secondo detto sistema, salvo la facoltà di escludere le monete d’oro, il cui peso fosse ridotto per logorio di 1/2 per cento al disotto delle tolleranze o che avessero le impronte cancellate e gli scudi calanti per logorio di 1% o con le impronte scomparse. Non si è parlato nella conferenza del corso legale delle monete d’oro e degli scudi d’argento fra privati, essendo allora queste monete tutte a valore effettivo e quindi generalmente accettate. Inoltre, nell’articolo 11: Si era invece stabilito che ciascun dei Governi contraenti dovesse comunicare ogni anno le notizie sul quantitativo delle emissioni d’oro e d’argento, sui ritiri avvenuti e sulle rifusioni di antiche monete, non chè le disposizioni e tutti i documenti amministrativi relativi alle monete e gli altri fatti che interessassero la circolazione delle specie d’oro e d’argento dell’Unione.
Leggendo tra le righe qualcosa in più sull’anno 1882, ci dice l’introduzione (p. 14) alla Relazione della R. Zecca 25 esercizi finanziari (1914-1939): Nel 1880 si ebbero solamente coniazioni d’oro in pezzi da 100 e 20 lire. Maggior attività dimostrò la zecca di Roma gestita sempre in economia nell’anno 1881 per importanti coniazioni d’oro in pezzi da L.20 e di argento divisionario in pezzi da L.2. La fabbricazione di dette valute fu eseguita con le monete non decimali provenienti dalle Tesorerie, con le paste preziose presentate al Cambio dal pubblico e con le prime spedizioni di valute in oro eseguite dalle Case assuntrici del prestito di 644 milioni di lire, per l’abolizione del corso forzoso. Intensa attività si ebbe poi nella zecca di Roma durante l’anno 1882 per la coniazione d’oro in pezzi da 100 e 20 lire e d’argento in pezzi da L.2 e così pure ma con attività diminuita, durante l’anno 1883, aggiungendosi anche per le monete di argento il taglio di 1 lira.
Fino a questo punto credo si possano ritenere ragionevolmente acquisite le seguenti certezze:
il contingente battuto con il detto millesimo di quasi 7 milioni di marenghi (che trova rispondenza “incrociata” attraverso la consultazione di diversi testi consultati e tabelle allegate):
Totale monete: 139.400.140 : 20 = 6.970.007 numero di 20 lire 1882;
la disponibilità del cospicuo metallo prezioso necessario alla suddetta coniazione (il famoso prestito europeo di 644 milioni di lire, in buona parte somministrato dai finanziatori in verghe e monete auree);
il riferimento al testo della vigente Convenzione della U.M.L.,che imponeva di riportare rigorosamente, sulle monete in oro e in argento, il millesimo di fabbricazione.
Premesso quanto sopra, le obiezioni sollevate a questa tesi, sono finora essenzial- mente due. La prima è che molti dei cataloghi attualmente in uso riportano (pur senza documentare l’affermazione) che i marenghi con il millesimo 1882 vennero battuti per molto tempo, addirittura durante il regno di V.E.III; la seconda, anch’essa però non sostenuta finora da dati concreti ma da semplici supposizioni, in base alla quale la zecca di Roma non sarebbe stata in grado, all’epoca, di produrre una così cospicua quantità di tondelli monetali.
Vorrei a questo punto aggiungere che dai cataloghi oggi in commercio, la zecca di Roma nel 1882 non avrebbe coniato soltanto il marengo ma anche altre tipologie monetali, che di seguito riporto nel loro complesso (i dati delle emissioni sono tratti dal Catalogo Gigante 2010):
Monete in oro da Lire 100 nr. di esemplari 1.229.
Monete in oro da Lire 20 nr. di esemplari 6.970,007.
Monete in argento da Lire 2 nr. di esemplari 2.859.206.-
Totale complessivo: 9.830.442 monete coniate con il millesimo 1882 nella zecca di Roma. Occorre dunque verificare se la zecca romana, nel 1882, fosse tecnicamente in grado di produrre una tale quantità di moneta. La fonte da cui, accidentalmente, ho tratto la risposta, è il testo di Luigi Repossi dal titolo Milano e la sua zecca, pubblicato dall’editore Loescher nel 1877 e che, a prima vista, non c’entrerebbe nulla con la zecca di Roma. Ma non è così.
L’autorevolezza dello scrittore ma, soprattutto, la data di pubblicazione del libro (avvenuta cinque anni prima della data che ci interessa), dovrebbero rendere le informazioni di questo testo particolarmente attendibili. Ma veniamo al dunque. Nella parte finale del libro, alla pagina 136, l’autore si lamenta della probabile pros- sima chiusura della zecca meneghina e coglie l’occasione per fare un confronto fra la produttività giornaliera di questa e la potenzialità produttiva di quella romana. Leggete di seguito cosa scrive in proposito il Repossi:
Scopriamo dunque che nel 1877 la zecca di Roma è in grado di produrre 30.000 monete al giorno (incredibile la capacità produttiva di quella milanese, con più di un milione di tondini al giorno).
Dunque, se moltiplichiamo 30.000 pezzi al giorno per 310 giorni lavorativi all’anno (ho tolto 52 domeniche e tre festività), la produzione che si ottiene è di 9.300.000 pezzi all’anno, quindi più o meno compatibile con il complesso delle coniazioni dell’anno 1882 riportate dai cataloghi, che abbiamo visto essere indicata in 9.830.442 (mancano all’appello meno di 15 giorni lavorativi, che potrebbero benissimo essere stati recuperati in altrettante domeniche di un anno particolar- mente produttivo).
Tutto il merito della scoperta va a Michele Cappellari di Cagliari, io mi sono limitato a sintetizzare e a organizzare tutto il materiale.
Bibliografia:
Giovanni Carboneri, La circolazione monetaria nei diversi stati. Monete e biglietti in Italia dalla Rivoluzione Francese ai nostri giorni. Tipografia dell’Unione Editrice, Roma 1915.
L N.3087 del 21 luglio 1866 GU n.209 del 30 luglio 1866: Legge che autorizza la piena esecuzione della Convenzione monetaria conchiusa tra l’Italia, il Belgio,la Francia e la Svizzera, e sottoscritta a Parigi il 23 dicembre 1865.
L N.2065 del 30 agosto 1874 GU n.221 del 16 settembre 1874: Piena ed intera esecuzione alla Convenzione monetaria tra l’Italia, il Belgio, la Francia e la Svizzera, sottoscritta a Parigi il 31 gennaio 1874 e le cui ratifiche furono scambiate il 7 agosto 1874.
L N.5061 del 1° agosto 1879 GU n.215 del 13 settembre 1879: Piena ed intera esecuzione alla Convenzione monetaria stipulata tra l’Italia, il Belgio,la Francia, la Grecia e la Svizzera, il 5 novembre 1878 nonchè all’atto addizionale firmato a Parigi il 20 giugno 1879.
L N.3590 del 30 dicembre 1885 GU n.316 del 31 dicembre 1885: Piena ed intera esecuzione alla Convenzione monetaria sottoscritta a Parigi il 6 novembre 1885 fra l’Italia, la Francia, la Grecia e la Svizzera, nonchè all’atto addizionale alla Convenzione sottoscritto il 12 dicembre 1885 fra gli Stati medesimi ed il Belgio, le ratifiche dei quali vennero scambiate a Parigi il 30 dicembre 1885.
L N.114 del 19 marzo 1894 GU n.78 del 2 aprile 1894: Legge che autorizza il Governo del Re a dare piena ed intera esecuzione all’accordo monetario sottoscritto a Parigi il 15 novembre 1893.
La circolazione metallica del Regno d’Italia (1862-1930). Renato Lafèvre.
Relazione sui servizi della Regia Zecca per l’esercizio finanziario 1910-1911. Ministero del Tesoro.
Sommario della Legislazione sulle Monete Decimali d’Oro, d’Argento, Eroso Misto di Rame, Bronzo e Nichelio. Ministero del Tesoro 1902.
Alfonso d’Aragona nel 1442 riesce nell’impresa di riunire le due parti del regno di Sicilia, sottraendo quella continentale alla secolare dinastia Angioina. Questo dopo un percorso di circa due secoli, iniziato dalla Casa di Aragona con la Guerra del Vespro. Ora si tratta di ottenere l’approvazione dal Papato, che fin dall’epoca Longobarda ha avuto un occhio di riguardo verso i francesi. Dopo la lotta per le investiture, Papato e Impero, si sono reciprocamente indeboliti a vantaggio dei vari Stati e Comuni, sempre più autonomi. Anche nell’istruzione la Chiesa perde il monopolio assoluto, pure se mantiene comunque una posizione privilegiata. La Dottrina Scolastica che per secoli ha dettato legge, comincia ad avere un concorrente nell’Umanesimo. Nelle diverse Corti italiane è di moda avere un accademico di grido da esibire, da “proteggere”, da impiegare per l’istruzione degli eredi. Alla corte di Napoli, Alfonso accoglie Lorenzo Valla, autore del saggio: “De falso credita et ementita Constantini donatione ”. La protezione di Alfonso è un chiaro messaggio di contestazione verso il Papato, che in base alla presunta donazione, si riserva il diritto di assegnare il feudo. Papa Eugenio IV intanto nutre un progetto ambizioso: ricomporre lo scisma d’Oriente e consolidare l’unione delle Chiese con un Concilio e una Crociata contro il Turco. Bisognoso di alleati forti, riconosce le pretese sulla corona di Napoli di Alfonso, il quale accettando l’investitura, smentisce nei fatti la tesi del suo protetto. Desideroso di dare al figlio illegittimo Ferdinando la corona di Napoli, Alfonso gli fa sposare Isabella di Taranto, parente di Ladislao I (già re di Napoli, Sicilia e Gerusalemme). Intanto gli eventi storici si susseguono. La crociata di Eugenio IV fallisce e pochi anni dopo la sua morte, nel 1453 cade Costantinopoli e un’ondata di panico si diffonde in Occidente. Numerosi filosofi greci per sfuggire ai turchi si rifugiano in Italia ed il prevedibile confronto culturale, contribuisce ulteriormente a formare una nuova élite di accademici. Dopo la morte di Alfonso avvenuta durante l’assedio di Genova nel 1458, la successione di Ferdinando I è contestata dal pontefice Callisto III Borjia, che rivendica il diritto di assegnare il feudo. Callisto III muore poco tempo dopo, e per la successione entra in lizza il cardinale senese Piccolomini che, ottenuto l’appoggio di Ferdinando, batte il favorito cardinale di Rouen. Divenuto pontefice Pio II, riconosce come sovrano di Napoli Ferdinando I, che viene incoronato re a Barletta nel 1459. Questo evento viene celebrato con grande rilievo e propagandato con un particolare carlinochiamato popolarmente Coronato. Su queste monete si può leggere: “CORONATVS:QA:LEGITIME:CERTA”.
Una frase che sottolinea la legittimità della sua nomina, per la consanguineità paterna, che però non è giudicata sufficiente da una parte della nobiltà. Infatti dopo la contestazione di Callisto III, si deve aggiungere una insurrezione armata di Giovanni d’Angiò, appoggiato dai baroni ostili a quello che considerano “mezzo sangue”. Solo nel 1464 Ferdinando riesce a ristabilire la sua autorità, ma nonostante la validità legale, l’illegittimità di sangue espone Ferdinando a pretestuose rivendicazioni. Questa partenza in salita del suo mandato induce Ferdinando alla ricerca del consenso, e come strumento di propaganda si affida alla moneta. Unifica il sistema monetario Aquilano con quello Napoletano e sono quindi ritirate monete tipiche come Bologninoe quattrino, mentre ne compaiono di nuove.
Oltre al Coronatofa battere un particolare mezzo carlino, l’Armellino(o Ermellino) per commemorare l’istituzione dell’Ordine Militare omonimo. Quindi per ingraziarsi il popolino, nel 1472 fa cessare la produzione di denari in mistura, ormai irrimediabilmente svalutati, sostituendoli con denari in rame di pari valore intrinseco: il cavallo.
Assieme al bagattino di Venezia emesso nello stesso anno per il doge Cristoforo Moro, è il primo esempio in Europa di denaro in puro rame.
Al diritto campeggia il profilo di Ferdinando circondato dal suo nome, FERDINANDVS o FERRANDVS e relative varianti. Al rovescio appare la leggenda “EQVITAS REGNI” e un cavallo. A tale proposito Arturo Sambon nel saggio “I cavalli di Ferdinando I d’Aragona” ipotizza l’influsso nell’iconografia da parte di Diomede Carafa, conte di Maddaloni, già aio di Ferdinando e appassionato collezionista di antiquariato. Passione che ha contagiato Ferdinando, anche per l’influenza di Antonio D’Alessandro, un eminente giurista napoletano di Dottrina Scolastica, che pur essendo di un casato filoangioino, è molto stimato. D’Alessandro è specializzato nel Diritto Romano e non a caso ritroviamo sulle monete di Ferdinando, leggende derivanti dal Diritto Romano, come è appunto EQVITAS REGNI. La scelta del cavallo come soggetto, conferma la passione per l’arte antica che accomuna sia gli aristotelici della Scolastica, sia i neoplatonici del movimento Umanistico. Questi, a differenza dei primi che si mantengono su posizioni teocentriche, prediligono una riflessione antropocentrica. Proprio questo mettere al centro l’uomo, con le sue esigenze spirituali e materiali, caratterizza l’aspetto laico della ricerca umanistica. Ciò si riflette sulle monete, veicoli culturali privilegiati. Di seguito alcuni esempi di monete antiche, possibili fonti ispiratrici degli incisori:
Conoscere il peso specifico di una moneta serve per la determinazione del titolo dell’oro e del”argento contenuto, utile informazione per poter scoprire alcuni falsi oppure per lo studio della la composizione di determinate monete. Partendo dal peso e dal volume si determina il peso specifico della moneta, da qui noti i componenti si possono determinare le composizioni relative. Nel caso in cui si intenda utilizzare la semplice misurazione del peso per individuare una moneta falsa, non è una procedura che possa essere sempre seguita, perché il peso è il parametro fisico più facile da misurare, e quindi quello che deve essere riprodotto con esattezza assoluta dai falsari.
Come si fa
L’esperimento sfrutta il principio fisico che un corpo immerso in un liquido fa aumentare la misura del volume del liquido di una quantità pari al volume del corpo. Se si conosce il peso specifico del liquido abbiamo determinato il volume del corpo e quindi il suo peso specifico. Prendiamo come cavia per il nostro esperimento uno scudo 1874 di Vittorio Emanuele II.
I passi da seguire sono i seguenti:
1 – tarare la bilancia (in questo caso è stata usata una 100g passo 0,01g)
2 – controllo della taratura (ok perfetta)
3 – per prima cosa bisogna pesare la moneta “asciutta” la moneta inoltre non presenta segni di incrostazioni evidenti, solo una leggera patina. peso misurato 24,89 grammi.
4 – costruzione del sistema di sospensione della moneta
Nelle immagini che seguono potete vedere il sistema di sospensione costruito con pezzi di una cassetta di frutta, il filo è un normalissimo filo da cucire, è importante che questo sia il più leggero possibile.
Ho provato a pesare il filo in acqua ma, dopo aver accuratamente immerso una porzione di filo 20 volte più grande di quella che andremo ad immergere con la moneta, non ho avuto una misura apprezzabile, per cui il filo immerso differisce in peso per meno del 5% di 1/100 di grammo. Possiamo considerare il suo peso davvero trascurabile.
Nelle immagini che seguono vedete il sistema di sospensione
A questo punto controlliamo il sistema di sospensione appena costruito e tariamo la lunghezza del filo. E’ necessario procurarsi una piccola ciotola di plastica trasparente (deve essere leggera e trasparente). In queste due immagini che seguono potete vedere la moneta sospesa dentro il barattolo e nella seconda in special modo la moneta che non tocca nessuna parete del barattolo
A questo punto proseguiamo con i seguenti passi:
5 – inserire acqua distillata nel barattolo (lavato e pulito possibilmente), è importante che sia acqua distillata in quanto è un liquido del quale conosciamo con esattezza la gravità specifica, si possono usare anche altri liquidi ma cambia anche il calcolo ovviamente.
6 – pesare il barattolo con l’acqua avendo cura di non sforare la capacità della bilancia.
7 – tarare la bilancia portandola a 0 (Figura sottostante)
8 – inserire il sistema di sospensione dentro il barattolo
in questa fase bisogna avere cura che non si formino delle bolle d’aria sotto la moneta, può essere un po laborioso perchè magari bisona cercare di annegarla un po inclinata avendo cura di non toccare mai con le dita l’acqua (pena il fallimento dell’esperimento)potete vedere nella figura seguente la la moneta immersa e la pesa.
L’immagine che segue è quella che preferisco, come potete vedere non ci sono bolle sotto la moneta
A questo punto siamo quasi arrivati! un po di matematica ci accompagnerà alla fine.
Dal peso della moneta immersa abbiamo ricavato: 2,41 grammi (è il peso del volume di acqua spostato dalla moneta (e dal filo) data la precisione della bilancia il peso effettivo possiamo supporre che sia fra 2,405 g e 2,415 g e lo stesso per il peso della moneta lo consideriamo fra 24,885 e 24,895 ci sarà utile per calcolare l’errore.
Attenzione: stiamo calcolando la gravità specifica, dato che si usa l’acqua distillata questa ha lo stesso valore della densità (gt/cm3), se si usa un altro liquido i calcoli sono differenti.
Risultato
Ebbene adesso facciamo semplicemente
Peso moneta asciutta/Peso in volume della moneta di acqua = 24,89 / 2,41
Abbiamo ottenuto un risultato davvero molto preciso:
differenza percentuale nella misura: 0,06%
Valutiamo l’errore massimo nel calcolo del peso: peso specifico minimo 10.3043 e massimo 10.3514 errore ±0,2%
Considerazioni sull’accuratezza
Il calcolo del peso specifico di una moneta di grandi dimensioni può essere effettuato, come abbiamo visto, con una bilancia che ha una precisione di 0,01 grammi.
Questo tipo di bilancia può andare bene al massimo per monete di peso superiore a 5 grammi.
Nella tabella sotto sono stati calcolati gli errori dovuti ad una bilancia con precisione 0,01 grammi nel calcolo di monete di argento di titolo 900 e che dovrebbero avere un peso specifico di 10,33 (vedi tabelle successive)
Peso Moneta
Pmin
Pmax
ERR
24,89
10,304
10,351
0,23%
12,45
10,281
10,375
0,45%
6,22
10,235
10,423
0,90%
3,11
10,143
10,519
1,79%
2,51
10,099
10,566
2,21%
1,25
9,880
10,814
4,34%
0,63
9,466
11,344
8,34%
Come si può vedere un errore del 1% mi può spostare il calcolo della purezza della lega di anche 10 punti percentuali!
Ossia prendendo esempio dalla tabella con una moneta da 6,22 grammi mi posso trovare titoli che vanno da 835 a 980: troppo impreciso.
Per completezza si riporta qui sotto il risultato di alcuni esperimenti condotti su monete da 5 lire di Vittorio Emanule III, aquilotti, che hanno un titolo di 835 e un peso di 5 grammi. Nel grafico i punti quadrati sono il risultato degli esperimenti condotti con una bilancia 0,01 grammi.
per cui se si vuole valutare il peso specifico di un denaro romano o di uno zecchino dobbiamo usare una bilancia con un passo da 0,001 grammi.
Nella tabella sotto sono stati calcolati gli errori dovuti ad una bilancia con precisione 0,001 nel calcolo di monete di argento di titolo 900 e che dovrebbero avere un peso specifico di 10,33 (vedi tabelle successive)
Peso misurato
Pmin
Pmax
ERR
24,89
10,3255
10,3302
0,02%
12,45
10,3231
10,3325
0,05%
6,22
10,3184
10,3372
0,09%
3,11
10,3090
10,3466
0,18%
2,51
10,3045
10,3512
0,23%
1,25
10,2814
10,3746
0,45%
0,63
10,2353
10,4218
0,90%
Come si può notare si ha grande accuratezza anche per monete “piccole”.
Peso specifico di alcune leghe
Peso specifico di alcuni metalli
Platinum
21.37
Silver
10.492 (10.40-10.53)
Gold
19.32
Copper
8.93
lead
11.24
Zinc
7.13 (7.04-7.16)
Tin
7.29
Nikel
8.02
Cadmium
8,648
peso specifico di alcune leghe, Valori calcolati (oro con rame, argento con rame, rame con zinco e rame con nikel)
Purity 100%
Purity98%
Purity 90%
Purity 835%
Purity 75%
Purity 50%
Gold
19.30
19.09
18.26
17.59
16.71
14.12
Silver
10.49
10.46
10.33
10.23
10.10
9.71
Copper
(+Zinc)
8.93
8.89
8.75
8.63
8.48
8.03
Copper
(+Tin)
8.93
8.93
Bronze
8.90
Bronze
-asses
8.77
Orichalcum -
Sestertii and
dupondii
8.52
White alloy
used for
many fakes
8.11
Utilizzo di un’altro liquido per la misura.
Per evitare la formazione di bolle per la misura del peso specifico si può utilizzare un liquido diverso dall’acqua distillata. Bisognerà tenere in conto del differente peso specifico del liquido utilizzato.
Con le seguenti notazioni
Pm peso della moneta
Vm volume della moneta = volume del liquido spostato dalla moneta
Pq peso del liquido di volume uguale a quello della moneta
Psq Peso specifico del liquido
nel caso di un liquido generico abbiamo che
Psm = Pm /Vm
misurando il peso in volume del liquido spostato dal corpo della moneta:
Vm = Pq / Psq
per cui
Psm = Pm * Psq / Pq
ecco perchè quando usiamo acqua distillata di peso specifico 1 la formula si riduce a Ps = Pm / Pq se per esempio usiamo alcool etilico al 95% che ha un peso specifico di 0,81 la formula da ultilizzare diventa la seguente:
Ps = Pm * 0,81 / Pq
Una soluzione ancora migliore è quella di bagnare la moneta in alcool e pesarla in acqua, l’alcool che aderisce alla moneta e molto meno del volume del filo che la appende. Inoltre le molecole di alcool si mischiano con l’acqua e non si ha aumento di volume del liquido apprezzabile (da verificare)
Si potrebbe usare come liquido anche l’etanolo ma c’è ilproblema che il liquido è fortemente temperatura dipendente.
In altro modo si potrebbe anche demineralizzare l’acqua con una goccia di tensioattivo, il migliore è dioctylsodiumsulfosuccinate (aerosol OT è un prodotto in commercio) ma non è così facilmente reperibile.
Infine si può semplicemente demineralizzare l’acqua con una goccia di detersivo per piatti.
Possibili Errori nell’esperimento
peso del filo:
abbiamo dimostrato che da un errore minore di 0,0005 grammi peso specifico acqua:
il peso specifico di un corpo cambia con la temperatura, il peso specifico dell’acqua distillata a 4 gradi è 1,0000 g/cm³ il peso specifico dell’acqua a 20 gradi è 0,9982 g/cm³ si ha pertanto un errore di circa ±0,18% correggibilissimo nel calcolo per avere la massima precisione la moneta dovrebbe essere pulita e sgrassata, per quanto sia fattibile senza grossi problemi sulle monete d’oro non lo è su quelle di argento che potrebbero rovinarsi se si togliesse la patina.
Il problema diventa difficilmente risolvibile matematicamente nel caso di leghe di tre o più metalli, l’unica soluzione praticabile è quella della spettrometria xrf (che però da indicazioni sulla composizione del metallo degli strarti più superficiali della moneta). Con una lega di tre metalli, se non si conosce nessuno dei tre rapporti bisognerebbe risolvere due equazioni in tre incognite e questo non è possibile, si potrebbe però assumere delle ipotesi e calcolare il possibile errore per vedere quanto questo potrebbe influire nel risultato.
Per molte monete antiche in argento quali antoniniani, tetradramme alessandrine, etc. ossia monete non in semplice lega binaria, il risultato sarebbe solo un numero da interpretare e quindi utilizzabile, al limite, per test comparativi.
Anche per i denari repubblicani ed imperiali, a volte, si potrebbe effettuare una misura errata. Pur tralasciando gli elementi in tracce, va considerato ad esempio che molti denari contengono oro in percentuali che possono arrivare allo 0.7-0.9 % ed in altri casi piombo anche oltre il 6%. Per esempio denarioA: Ag 90% – Cu 10% = peso specifico 10.334 g/cc (teorico) denarioB: Ag 80% – Cu 13% – Pb 7% = peso specifico 10.339 g/cc (teorico)
In pratica, i risultati devono essere sempre interpretati e non utilizzati come verdetti sulle monete analizzate.
Nel caso si analizzi monete d’oro e d’argento che abbiano un titolo alto, diciamo superiore al 95% allora i risultati possono essere precisi e possono darci una buona indicazione sulla lega della moneta. Via via che il titolo del metallo principale decresce i risultati sono sempre più imprecisi. Monete dal basso contenuto di oro per esempio non darebbero grandi indicazioni dal loro peso specifico in quanto non possiamo conoscere la proporzione degli altri metalli presenti nella lega.
Note
Nota: Utulizzo di un piattino per la misura: Si potrebbe utilizzare un piattino trasparente su cui adagiare la moneta ma bisogna sempre assicurarsi che non si formino bolle tra il piattino e la moneta, per le monete di piccola dimensione può essere utile immergere prima il piattino e poi “tuffarci” sopra la moneta stando attenti a non bagnarsi le dita.
Nota sul peso specifico di una lega
Si assume di calcolare erroneamente il peso specifico in volume considerando che il volume totale è pari al volume dei due metalli separati, il che non è sempre vero, nel caso in questione dove si usano due metalli l’errore è trascurabile.
Se supponiamo che una moneta è fatta di una lega di due metalli potremmo anche calcolare il titolo dei metalli che la compongono. Per esempio:
sia X il titlo dell’argento di una moneta composta di argento e rame sia P e V il suo peso e volume sia Ps il peso specifico, misurato con il nostro sistema, della moneta Parg e Pram i pesi rispettivmente dell’argento e del rame contenuti nella moneta.
Psarg e Psram i pesi specifici rispettivmente dell’argento e del rame. allora
P = Parg + Pram = Psarg * Varg + Psram * Vram = Parg * V * X + Psram * V * (1-X)
quaindi considerando che P/V =Ps
Psarg * X + Psram * (1-X) = Ps
che con semplici operazioni algebriche
X = (Ps-Psram)/(Psarg – Psram)
Dimostrazione come dal calcolo del diametro e spessore non si arriva al volume
Prendo uno degli scudi in mio possesso e misuro i seguenti dati:
Diametro: 37 mm
Spessore: 2,5 mm
Lo spessore è stato misurato al bordo con un calibro che apprezza il decimo di millimetro.
Purtroppo non riesco a misurare bene il fondo ma rilevo che lo spessore al fondo è di circa 2,35 mm
Ora la superficie della faccia della moneta è 3.14·D²/4 = 1075,21 mm² quindi Volume = 2688.03 mm³
Bene a questo punto riporto i pesi specifici dei metalli di cui è costituita la moneta:
Argento: 0.01049 g/mm³
Rame: 0.00893 g/mm³
Con un po di calcoli risolvendo due equazioni in due incognite (che vi risparmio)
Si ricorda comunque che per il peso specifico della lega la composizione e’ data in massa, non in volume. Cioè ogni 100 grammi di Ag900 90 sono di argento e 10 di rame. Se si calcolasse il peso specifico in volume su avrebbe una approssimazione data dal fatto che il volume totale è pari al volume dei due metalli separati, il che non è sempre vero, nel caso in questione comunque l’errore sarebbe ridotto. In ogni caso se facessi il calcolo con il titolo applicato direttamente al volume arriverei ad un risultato similissimo, infatti non è questo il punto dolente.
si arriva a:
Volume occupato dall’argento: 2377.69 mm³
Volume occupato dal rame: 310.34 mm³
Moltiplichiamo il peso specifico per il volume appena trovato:
PspecArg x Volume occup dall’argento = Peso di argento
Peso argento: 24.94 g
Peso rame: 2.77 g
La cui somma fa la bellezza di 27,71 grammi
Ok ok direte voi il problema sta semplicemente nella misura dello spessore della moneta. Probabile, però ho fatto il calcolo che per avere il valore corretto dovrei misurare uno spessore di 2.255 mm ma sarebbe davvero troppo, addirittura sotto la superficie del fondo, per riprova ho fatto questa analisi con il 5 lire aquilotto e il risultato è che dovrei avere uno spessore di 1,18 mm invece di 1,68 correttamente misurato (qui siamo moolto moolto fuori) quindi questa tecnica è SBAGLIATA e non può essere utilizzate per il calcolo del vlume di una moneta
Conclusioni
Il metodo proposto serve a calcolare con buona precisione il peso specifico di una moneta, si applica a monete antiche e moderne e non è per niente distruttivo. uno strumento davvero utile in mano di appassionati e professionisti per avere una buona indicazione del peso specifico della moneta che si vuole studiare!
Bibliografia
Books
Kowalski and Reimers, Analyse non-destructive de monnaies d'or médiévales (Brussels, 1971)
Luigi Vitiello, Oreficeria moderna (Hoepli Editore, 1995).
Web http://www.attilacoins.com/calcolo_peso_specifico_moneta.asp Moneta-L
List dedicated to the joys of ancient coin collecting.
http://www.lamoneta.it [ITA] / Network di numismatica e storia.
http://www.simetric.co.uk/si_metals.htm / The mass of over 30 different metals and alloys are listed
http://it.wikipedia.org/wiki/Gravità_specifica [ITA]
http://simple.wikipedia.org/wiki/Specific_gravity [ENG] / What is Specific Gravity (SG)
Alle persone che permettono al seme della conoscenza di maturare in te, affinché non si stanchino mai di insegnare e di indicare la via più giusta da seguire.
Desidero ringraziare Luca Gianazza, Mario Limido, Piergiorgio Bramante, Alberto Varesi, il paziente Giuseppe Girola e tutti coloro che mi hanno permesso di realizzare questo testo
1. CARLO EMANUELE I E IL DUCATO DI SAVOIA TRA LA FINE DEL XVI SECOLO E L’INIZIO DEL XVII.
Alla fine del XVI secolo era definitivamente scongiurato il pericolo di una cancellazione dello Stato Sabaudo.
Nel 1559, per dote della matura Margherita di Valois, Emanuele Filiberto era ritornato in possesso delle terre occupate dai francesi di Francesco I nel 1536 e con gli Accordi di Blois (1562) riottenne le piazze di Torino, Chivasso e Chieri.
Due anni più tardi, con il Trattato di Losanna del 1564 si era riconquistato il Genovois, lo Chablais e il Gex; nel 1574 venne restituita Pinerolo. Nel 1575, con il recupero di Asti e Santhià, ogni occupazione straniera, sia francese sia spagnola era definitivamente tolta.
…
C.E. fu uomo ambizioso e impulsivo, ma anche sfortunato.
Promis ((PROMIS 1841, pag. 218.)) così lo introduce:
[quote_box_center]Ad un principe, che per avere passato gran parte della sua vita spogliato di quello stato che i suoi antenati con fatica e prudenza avevano ingrandito, riavutolo, colla pace e con una buona amministrazione seppe ristaurarlo e migliorarlo, ne successe un altro d‟animo forse più elevato, ma troppo irrequieto, il quale, se fece conoscere all’Europa quanto sui destini d’Italia potesse influire la sua casa, co’ suoi troppo vasti desideri invece d’ingrandirlo, lasciollo spogliato ed in gran parte nelle mani de‟ suoi nemici.[/quote_box_center]
Egli nacque a Rivoli il 12 gennaio 1562, primogenito ed unico figlio di Emanuele Filiberto e Margherita di Valois.
Il 30 agosto 1580 successe al padre.
In politica interna continuò l‟opera paterna, governando con mitezza, favorendo le arti ed il commercio e perfezionando l‟apparato militare e industriale; in Europa si fece conoscere per la sua ambizione. Nel 1581, appena salito al trono, tentò di conquistare Ginevra; nel 1588 invase il marchesato di Saluzzo e nel 1589 la Provenza, rivendicando per sé la corona francese: ne derivò una sanguinosa guerra che terminò con il Trattato di Vervins nel 1598. Il conflitto, in seguito, riprese, fino a risolversi definitivamente nel 1601 con la pace di Lione, per cui C.E. ottenne il marchesato di Saluzzo in cambio delle terre della Bresse e del Bugey ed il paese di Gex .
Nel 1612 iniziarono le guerre per la successione del Monferrato: conclusasi dopo 5 anni la prima, con la pace di Pavia, nel dicembre del 1627 alla morte del duca di Mantova Ferdinando Gonzaga C.E. si alleò con l‟Austria e invase il Monferrato (1628 – II guerra del Monferrato). Morì il 26 luglio 1630, lasciando la Savoia, il saluzzese ed il Piemonte in mano francese.
2. IL FIORINO
All’inizio del XVI si diffuse l’uso di contare in fiorini “di 12 grossi ciascuno” ((PROMIS 1841)), i quali divennero moneta effettiva con Carlo II nel 1553, che ne coniò al titolo di 9.4 denari ((Dati ricavati da PROMIS 1841)) (v. tabella sottostante).
Ordini di battitura del fiorino da quando iniziò la sua coniazione negli stati sabaudi fino a C.E. I. ((V. tabella PROMIS 1842 relativa al Fiorino.))
Regnante
Epoca della battitura
Luogo
Pz. al marco
Titolo
Carlo II
15 VI 1553
Aosta
26
9.4
Emanuele Filiberto
1 V 1558
Aosta
27 1/2
9.5
14 I 1567
Torino
62
10.18
2 V 1578
“Di quà da monti” (Piemonte)
65
10.18
Carlo Emanuele I
18 XII 1610
Torino
69
7.12
7 VI 1629
Torino e Vercelli
55
6.21
Come si può notare dalla tabella si ha tra il 1567 ed il 1578, regnante Emanuele Filiberto si ebbe un leggera svalutazione dl nominale, con l‟aumento del numero di pezzi ricavati da un marco di lega. Per i pezzi ordinati per Torino nel 1567 (ordinanza successivamente estesa a tutto il Piemonte nel 1578), Cudazzo ((CUDAZZO 2005, nr. 516 pag. 280. SIMONETTI 1967, (Vol I, Parte I) per l’emissione di Carlo II riporta un peso di circa 9 grammi. In entrambi i testi il fiorino viene accomunato con il pezzo da 9 grossi, presumibilmente perché ne condivide le impronte, ma si tratterebbe di un‟imprecisione operata dai questi autori nell‟attribuire un nome alla moneta: infatti se si leggono gli ordini di battitura, si nota come già nel 1526 il pezzo da 9 grossi avesse un titolo di den. 6 e venisse battuto per 26 1/3 pezzi al marco. E‟ presumibile pensare quindi che il valore del fiorino nel 1553 corrispondesse a 12 grossi, come formalizzazione della moneta di conto e che non sia una nuova emissione del pezzo da 9 grossi)) nel primo volume del MIR, dedicato a Casa Savoia, riporta un peso di gr. 4,10 (non viene specificata l‟ordinanza, se quella del ‟67 o quella del „78) contro i 9,22/9,00 grammi dell‟emissione di Carlo II.
Nel 1629 i pezzi al marco battuti calano, da 69 a 55, il titolo cala, mentre il peso aumenta, con il risultato che il fino contenuto rimane pressoché invariato
Carlo Emanuele I
Nominale
Fiorino “I tipo” (al tipo del 2 fiorini)
Fiorino “II tipo”
Peso
g 3,15
g. 4,45/2,93
Diametro
26 mm
25 mm
Metallo
Argento
Argento/Mistura
Dati da MIR Savoia (ai nr. 651; 652).
Simonetti ((SIMONETTI 1967)) riporta, per il fiorino del “I tipo”, l’ordine di batterne 25.000 marchi; quantitativo che , sempre secondo Simonetti, venne ridotto a 12000, di cui però se ne sarebbero coniati solo 158 marchi. Questo quantitativo sarebbe però da considerarsi relativo ai 2 fiorini con cui condivide le impronte.
Per quanto riguarda il fiorino del “II tipo”, la coniazione fu certamente più copiosa. (v. SIMONETTI pag. 467; 468).
3. INTRODUZIONE DEI MULTIPLI DEL FIORINO ED ANALISI DEL PEZZO DA 9.
Fu C.E. I ad introdurre i multipli del fiorino, dal valore di 9, 8, 3, 2 ½ e 2 fiorini ((Non ho trovato evidenza di battiture di pezzi da 8 e 2 ½ fiorini. Il MIR vol. I riporta, invece, al nr. 626 un pezzo del valore di 6 fiorini (in cartella, nella parte bassa del R/ “ff. 6”) per la zecca di Vercelli.)). Queste monete vennero coniate a partire dal 1610 ((Lo stesso Promis si contraddice, quando, a pagina 219 del Vol. I della sua opera sulle monete dei Savoia, parla del contratto di appalto del Mazzola del 18 XII 1610, il quale prevedeva una battitura di “m.25,000 di fiorini e doppi fiorini”. Simonetti riporta la data di cui sopra come prima ordinanza di battitura dei doppi fiorini. (SIMONETTI 1967, nr. 60 pagina 466).)).
L‟emissione di questi nominali va inquadrata in un‟ottica di forte aumento dei corsi in quegli anni: dal Liquidario De Facis possiamo vedere come il ducatone nel 1609 (dal 1° ottobre in poi) ((PROMIS 1842, Vol.II, dati sui corsi delle monete))valesse fiorini 13, mentre all‟inizio del 1610 il suo valore si attestava già a 13.9 fiorini.
Il valore del ducatone, quindi, aumentò in maniera sempre maggiore, a causa dell‟infelice situazione in cui i singoli stati si sarebbero trovati modificando i dati di una moneta che serviva anche per i commerci internazionali e doveva essere accettata indistintamente da chiunque.
Il multiplo da 9 fiorini fu in parte una risposta a questo aumento del corso del ducatone. Il 12 luglio 1614 venivano prescritti da un’ordinanza per Torino:
Regnante
Epoca e luogo della battitura
Pz. al marco
Titolo
Peso
Fino
C.E.I
12 VII 1614 Torino
9 1/5
8.12
20.20.20.20/23
14.18.18.18/23
Al R/. di quest‟emissione troviamo una raffigurazione di San Carlo Borromeo (in esergo: S(ANCTVS)• CAROLVS•), che Carlo Emanuele I aveva personalmente incontrato 36 anni prima, nel 1578, in occasione dell‟ostensione della S. Sindone a Torino. ((TRAINA 2006, pag. 103, alla voce “DISCERNE CAVSAM MEAM”.))
La leggenda (DISCERNE CAVSAM MEAM), tutt‟intorno al Santo, alluderebbe – secondo numerosi autori, tra cui lo stesso Traina – alla “giusta causa” dei Savoia nei riguardi dei diritti sul Monferrato, che Carlo Emanuele I, sfidando la Spagna, aveva occupato dopo la morte dell’ultimo duca della linea diretta dei Gonzaga. ((Tratto da TRAINA 2006, pag. 103, voce “DISCERNE CAVSAM MEAM”.)).
Al D/. capeggia il busto del duca rivolto a destra. In basso, la data e tutt‟intorno: CAROLVS•EM• D:G•DVX•SAB• ((CUDAZZO 2005, nr. 617, pag. 339.)).
Secondo Cudazzo il pezzo col San Carlo sarebbe stato coniato nel 1614, 1615 e 1618.
Il Liquidario De Facis (o Promis?) riporta la denominazione di “Beato Amedeo” per l‟ordinanza del 12 luglio del 1614: con tutta probabilità un errore. La classificazione corretta, secondo un criterio storico e iconografico, organizzato per emissione dovrebbe essere il seguente:
I tipo
“San Carlo”
g. 26,71/23,60
II tipo
“Beato Amedeo” II tipo
g. 26,80/26,38
III tipo
“Beato Amedeo” I tipo
g. 23,50/21,50
IV tipo
“Beato Amedeo” III tipo
g. 23,45/20,55
V tipo
“Beato Amedeo” IV tipo
g. 23,60/22,90
dati da MIR Savoia (ai nr. 613, 614, 615, 616, 617).
L‟equivalenza, come riportato dallo stesso Ordine di Battitura, era fissata inizialmente in ff. 9.
Il Liquidario De Facis ((v. PROMIS 1842, vol. II.)) riporta per il febbraio 1618 il pezzo denominato “San Carlo”, con più probabilità quello da noi definito (tabella di cui sopra) “Beato Amedeo del II – o III – tipo”, fissando per esso il valore di fiorini 9. Nel marzo del 1618 il valore del sopraccitato “Beato Amedeo” (o “San Carlo” secondo il Liquidario) era giunto a ff. 9.3 e nel luglio/agosto dello stesso anno la moneta valeva fiorini 9.9, quando il ducatone valeva fiorini 15.6. Nell‟ottobre il “9 fiorini” tornò a valere ff. 9.3, mentre toccò di nuovo i ff. 9.9 nel dicembre dello stesso anno.
Nel 1614 valeva 9.6 fiorini.
Si potrebbe ipotizzare persino, data la somiglianza stilistica, che il tipo II del “Beato Amedeo” sia immediatamente successivo o antecedente al “San Carlo”, ma che, per essi non ci sia giunta una ordinanza (per il San Carlo o per il Beato Amedeo del II tipo – più probabilmente per il Beato Amedeo, in accordo anche con quanto riportato da Promis ((PROMIS 1841, vol. I.)) nel suo I volume).
Regnante
Epoca della battitura
Luogo della battitura
Pz. al marco
Titolo
C. E. I
10 X 1618
Torino
10 ½
7.-
Il 10 X 1618 venne emessa l‟ordinanza per Torino per la coniazione di 9 fiorini al tipo del “Beato Amedeo”, probabilmente quello definito da noi come “III tipo” (come riportato anche da Simonetti ((SIMONETTI 1967, op.cit., pagina 462, nota 37.)), che però lo definisce come “I tipo”):
D/ CAROLVS•EM•D:G•DVX•SAB• Busto del duca a destra. Sotto, data e sigle di zecca.
R/ BENEDIC HAEREDITATI TVAE (con AE in nesso). Il Beato Amedeo con la testa volta a sinistra, che, con la mano destra si tiene il mantello, mentre con la sinistra regge una tavoletta appoggiata a terra (?) ((CUDAZZO 2005, pagina 336, nr. 613.)). Nell‟esergo: (fiore) ff. (fiore) 9 (fiore).
Secondo Traina ((TRAINA 2006, op. cit., pagina 42, 43 alla voce “BENEDIC HAEREDITATI TUAE”.)) l‟interpretazione della leggenda del R/ è “benedici la tua eredità” (da Salmi, 27,9).
Altre ordinanze riportate da Promis per il “9 fiorini”:
Mentre catalogavo alcune monete Islamiche prese dalla collezione del mio amico Stefano Campagna, trovai tra loro un gettone che attirò subito la mia attenzione per un particolare simbolo che portava in effige: la Stella di David.
Il gettone è in bronzo, misura circa 2,3 cm di diametro e pesa 3,5 g. Sul diritto presenta la stella di david contornata dalla scritta jmpresa viveri contenuta in un bordo a lineette parallele, in basso, quasi a separare la J dalla I finale, due globetti con in mezzo una stellina a 5 punte; sul rovescio il numero 20 circondato da una perlinatura regolare. Il contorno è liscio.
Mi incuriosii molto e mi domandai subito quale fosse stato il suo uso e la sua provenienza, decisi quindi di postare il gettone sul sito La Moneta1 in modo che qualche utente me ne potesse facilitare l’identificazione e soddisfare le mie curiosità.
Passarono diversi giorni senza che nessuno rispondesse alle mie domande, poi improvvisi iniziarono l’analisi e il dibattito sul gettone che dopo circa un anno e mezzo ancora perdurano.
Fig. 1 – gettone Jmpresa Viveri dritto- foto di P. Di Monte
Fig. 2 – gettone Jmpresa Viveri rovescio- foto di P. Di Monte
Prime ipotesi
Furono analizzati tutti gli elementi del gettone ed espresse varie ipotesi che per cronaca riporto, principalmente perché poi da queste congetture ho sviluppato la mia ricerca orientandomi anche nelle direzioni suggeritemi dai partecipanti alla discussione.
Premesso che il gettone come epoca venne collocato a partire dalla fine del’800 fino ad arrivare agli anni ’40, le ipotesi iniziali furono:
Usato in Kibbutz Israeliani all’inizio della costituzione dello Stato come moneta di scambio da una comunità Italiana, visto che la scritta è in questa lingua e non in Israeliano
Emesso in altre Nazioni, come il Marocco ad esempio, che ha su alcune sue monete la Stella di David e la Stellina a 5 punte. Visto che la Stella di David viene usata anche in monete non Israeliane la provenienza potrebbe non essere Ebraica
Usato da un reparto speciale del Regio Esercito nel periodo postunitario collegato agli appalti dei rifornimenti alimentari militari del vecchio Ministero della Guerra
In un romanzo del’800 “L’Imperio” di Federico De Roberto, si parla esplicitamente di una “impresa-viveri del XII° Corpo d’Esercito”
Possibilità che venisse usato anche nelle colonie Africane, in quanto erano presenti nel territorio campi di concentramento per ebrei residenti
Usato nei Ghetti Italiani, particolarmente in quello Romano, negli anni 1930-1940, per sussistenza agli Ebrei bisognosi
Usato in mense Caritatevoli in comunità miste Islamiche-Ebraiche, a Gerusalemme ad esempio gestite da sacerdoti Italiani
Usato da una Ditta o uno Spaccio di generi alimentari riservato agli Ebrei o gestito da Ebrei
La J potrebbe essere un errore di conio fatto da un lavorante non Italiano o comunque poco padrone della lingua Madre
La J iniziale, elemento di spicco e di analisi approfondita del gettone, potrebbe essere solo una I maiuscola stilizzata
La mia ipotesi personale fu che fosse un gettone usato nel Ghetto Romano, nel periodo pre-bellico (anni 30-40) come forma di sussistenza agli Ebrei Romani, probabilmente dopo le leggi razziali del ’38, che purtroppo limitarono di molto la libertà di movimento e di commercio della popolazione Ebraica rendendola più bisognosa di aiuti esterni ed interni alla comunità.
La J veniva molto usata nel dialetto Romanesco, questa usanza mi fece venire in mente che forse a coniare il Gettone fosse stato un ragazzo del popolo, non molto istruito sulla lingua Italiana.
Il Corpo dell’Esercito, Impresa Viveri, potrebbe aver distribuito i gettoni alle famiglie più bisognose, con i quali potevano richiedere quantità prefissate di alimenti presso gli spacci oppure ottenere sconti, ad esempio il 20% come indicato sul gettone (20), su alcune derrate alimentari indispensabili, come il pane o la pasta.
Ma in seguito questa mia ipotesi è stata del tutto accantonata e leggerete il perché. Dopo vari dibattiti un utente mi suggerì di iniziare le ricerche nel Ghetto di Roma, presso i negozianti della zona.
Visto che sono Romana mi sembrò un ottimo e semplice inizio per approfondire la ricerca sul gettone, quindi mi misi in moto sperando in una risoluzione veloce del mistero.
The article provides a brief outline of the still little known and researched issue of gold tremissis with a facing bust struck under Charlemagne for the mint of Lucca, following his proclamation as king of the Lombards after the defeat of Desiderius in 774. An alternative interpretation of the type is suggested, bearing on the similarities of the facing bust with the St. Michael shown on a solidus struck by Sico (817-832) in Benevento, and two new specimens, previously unpublished, are presented.
Il tremisse con il busto frontale battuto da Carlo Magno per la zecca di Lucca rappresenta un’emissione iconograficamente interessante e particolare nota gia` dalla seconda meta` dell’800 (( CORDERO DI SAN QUINTINO 1860, tav. III n. 11. )). Lo scopo di questo articolo e` quello di analizzarne le principali caratteristiche, formulare alcune ipotesi di interpretazione del tipo e pubblicarne due esemplari finora inediti.
La storia di questa emissione negli studi numismatici e` stata ripercorsa approfonditamente da Lucia Travaini (( TRAVAINI 1999, pp. 305-310. )) al cui articolo si rimanda per un excursus dei saggi che hanno trattato dell’unico esemplare (( CNI XI, p. 58 n. 1 (Massagli) e n. 2 (Engel-Serrure) erroneamente ritenuti dal compilatore due esemplari diversi. )), allora conosciuto ed oggi conservato presso lo Staatliche Museen di Berlino (( MENADIER 1911, pp. 262-282, in particolare p. 267, fig. 153; KLUGE 1999, pp. 34-37. )), cui l’autrice aggiunge, nell’articolo citato, un secondo esemplare, inedito (( TRAVAINI 1999, p. 306 e Tav. I, 2. )), successivamente incluso da Bellesia (( BELLESIA 2007, pp. 32-33, n. 1/B. )) nella sua monografia sulla zecca di Lucca. In questo articolo vengono presentati un terzo esemplare, parzialmente inedito passato recentemente sul mercato numismatico (( CNG (Classical Numismatic Group), Lancaster, Pennsylvania, vendita a trattativa privata. )), ed un nuovo esemplare del tutto inedito che porta il numero dei pezzi, pubblicati finora, a quattro. L’esiguo numero di esemplari conosciuti, ancora in epoca recente, e l’inconsueta tipologia di questa emissione, ne hanno determinato vicende alterne nella critica numismatica. Morrison e Grunthal (( MORRISON, GRUNTHAL 1967, p. 419. )) rigettano l’emissione come non carolingia, e Grierson (( GRIERSON 1986, p. 200 (nota 11). )) arriva persino a metterne in dubbio l’autenticita`. La moneta, in realta`, presenta precipue caratteristiche della monetazione longobarda ed ha assai poco della posteriore monetazione carolingia che assumera`, successivamente alla riforma, connotazioni ben diverse. L’emissione appartiene alla piu` vasta tipologia delle Flavie, ovvero dei tremissi ove compare il nome della citta` emittente preceduto dall’appellativo ‘‘Flavia’’, che rappresenta una delle creazioni piu` originali e politicamente significative della monetazione longobarda.
Le Flavie fanno la loro comparsa negli ultimi anni del VII secolo (( PARDI 2003, p. 51. )), dapprima come emissioni autonome da parte di diverse citta` (Lucca, Pisa, Pistoia ed altri centri non ancora identificati con certezza) per diffondersi ampiamente nei territori della Longobardia Maior, durante tutto l’VIII secolo, come emissioni regie a nome di Aistolfo, Desiderio e, in seguito, di Carlo Magno.
L’appellativo Flavia, riferito a citta`, si incontra per la prima volta sotto il regno di Liutprando (712-744) nella cosiddetta monetazione autonoma. Nella tradizione longobarda solo i re a partire da Autari (584-591) possono godere del titolo di Flavius, titolo mutuato probabilmente dal gentilizio della seconda dinastia imperiale romana Flavia, quella dell’imperatore Costantino. L’appellativo Flavia riferito a citta` ne determinerebbe la qualifica di regia, non a caso nelle citta` Flavie e` sempre presente un centro amministrativo, giudiziario e fiscale, facente capo alla figura del sovrano.
Quella che viene presentata è una sintesi della storia del colonialismo tedesco in Africa Orientale, con un occhio agli eventi più rilevanti per lo sviluppo della sua monetazione, inframmezzata dalle schede e dai capitoli relativi alle monete emesse per questo territorio.
I. Il cancelliere di ferro
La storia dell’impero coloniale tedesco mostra singolari affinità ed intrecci con le analoghe imprese italiane e britanniche ma, allo stesso tempo, specificità uniche, soprattutto nelle sue tempistiche. La sua breve avventura si intreccerà spesso (non sempre in maniera pacifica) proprio con gli stabilimenti coloniali degli altri due paesi, cioè i più giovani ed i più grandi… Giunta tardi all’unificazione nazionale sotto la spinta della Prussia e, soprattutto, del suo cancelliere Otto Von Bismarck, la Germania rimase a lungo fuori dalla grande corsa per la spartizione dell’Africa che, proprio a partire dagli anni ’70 del XIX secolo, avrebbe portato il continente nero a subire la colonizzazione europea, con la scomparsa dei preesistenti regni africani ed islamici (seppur con celebri eccezioni). I piccoli e sostanzialmente pacifici stati tedeschi non erano stati in grado di sviluppare una flotta che potesse rivaleggiare con i principali concorrenti europei e la Prussia stessa aveva privilegiato l’unificazione nazionale, rispetto alle imprese d’oltremare. Le piccole basi commerciali costituite da Austria, Prussia e Curlandia in America Meridionale ed in Africa erano state abbandonate (perse o vendute); la Compagnia Brandeburghese-Africana e la Compagnia di Ostenda avevano avuto vita breve. Il cancelliere di ferro, poi, considerava l’impegno nel continente nero uno spreco di forze e di risorse, ai danni dello sviluppo interno; questo, però, per ciò che riguardava la Germania… Allo stesso tempo, infatti, incoraggiò la terza repubblica francese ad espandersi oltremare, per placarne lo spirito di rivalsa, seguito alla perdita dell’Alsazia e della Lorena e per distoglierne le attenzioni dai problemi europei. Le cose iniziarono a mutare per due ragioni principali: la spartizione dell’Africa stava iniziando a creare attriti che rischiavano di mettere in crisi il nuovo equilibrio europeo, grazie al quale la Germania si era, faticosamente, guadagnata una posizione favorevole e poi… la politica segue l’economia… Come accadde per il rinato interesse britannico nei confronti dell’espansione coloniale, anche per la Germania furono mercanti ed avventurieri a “forzare” i propri governi ad intervenire, per proteggere e potenziare gli investimenti privati in terre così lontane.
Il cancelliere Otto Von Bismarck (foto dal Bundesarchiv, da Wikipedia)
Come per il Regno Unito, che acquisì il governo indiano dopo l’amministrazione della Compagnia Britannica delle Indie Orientali o come per l’Italia che con il quarto governo Deprestis acquistò la Baia di Assab (primo nucleo dell’espansione italiana in Africa orientale), anche per la Germania furono le imprese dei singoli ad aprire la strada allo sviluppo coloniale.
Monumento a Otto Von Bismack, al Tiergarten, Berlino
Nell’asta Varesi “Vicenza Numismatica” del 29 settembre 2012, al lotto n°323, è stata messa all’ incanto una moneta da 4 soldi coniata nel 1868, nel XXII anno di pontificato di Pio IX (Figura 1).
Figura 1
4 soldi 1868 anno XXII di pontificato – zecca di Roma (?)
Anni di conio
Materiale
Peso
anno XXII di pontificato
lega di rame
18,75 g
Diametro
Contorno
Segno di zecca
non indicato
non indicato
zecca di Roma (?)
Descrizione dritto
PIVS ∙ IX ∙ PONT ∙ MAX ∙ ANN *XXII * 1868 busto del papa volto a sinistra.
Sul rovescio
STATO PONTIFICIO CENTESIMI nel campo, su due righe, 4 SOLDI.
Valore nominale
4 soldi
CNI XVII: manca
D’Incerti: manca
Muntoni: manca
Gigante: in nota al n°319
La descrizione della moneta (“4 Soldi 1868 A. XXII, Roma. CNI e Pag. mancante come variante Cu g 18,75 • Variante con due stelle per parte ai lati della data e mancante del segno di zecca al rovescio. Esemplare corredato di perizia fotografica di Orlando. Colpi sul taglio”) mette in risalto la variante inedita1 per via della presenza di due stelle ai lati della data, anziché una sola, e della mancanza del segno di zecca. Ci ricolleghiamo all’esemplare sopra illustrato per segnalare come una moneta con le stesse caratteristiche fosse già in fase di studio da parte nostra; questo passaggio in asta pubblica, il primo in assoluto a nostra conoscenza, porta a tre il numero totale di esemplari censiti e tende a rafforzare la nostra opinione che si tratti di una moneta prodotta in zecca. Vogliamo sottolineare che nel seguente studio vengono proposte delle ipotesi le quali, seppur basate su dati oggettivi, non pretendono di avere valore definitivo, anzi aprono nuovi scenari ed ipotesi riguardanti l’esistenza e la circolazione di questa moneta. Auspichiamo infatti, a completamento della presente pubblicazione, l’intervento di qualche esperto del settore che possa fornire notizie o dati aggiuntivi riguardanti la sua coniazione e circolazione. Durante il pontificato di Pio IX si decise di adeguare la circolazione monetaria dello Stato Pontificio, ormai ridotto alla sola provincia romana, a quella con sistema metrico decimale adottata dalla lega monetaria tra Francia, Belgio ed Italia già dal 23 dicembre 18652. Con editto del 18 giugno 1866, a firma del segretario di Stato, cardinale Antonelli, vennero istituite le nuove monete e le condizioni di cambio delle vecchie, che man mano sarebbero state ritirate dalla circolazione applicando le tariffe di cambio secondo la seguente tabella3.
Oro
Scudi dieci
=
Lire
53,75
Oro
Scudi cinque
=
Lire
26,875
Oro
Scudi due e mezzo
=
Lire
13,4375
Oro
Scudi uno
=
Lire
5,375
Argento
Scudi uno
=
Lire
5,375
Argento
Mezzo scudo
=
Lire
2,6875
Argento
Testone (tre Paoli)
=
Lire
1,6125
Argento
Doppio Giulio (Papetto)
=
Lire
1,075
Argento
Giulio (Paolo)
=
Lire
0,5375
Argento
½ Giulio (Grosso)
=
Lire
0,26875
Rame
Baiocchi tre4 (sic!)
=
Soldi
2
Rame
Baiocchi uno
=
Soldi
1
Rame
Mezzo Baiocco
=
Soldi
1/2
Rame
Quattrino uno
=
Centesimo
1
Per la nuova monetazione furono coniati pezzi da cento, cinquanta, venti, dieci e cinque lire in oro; cinque, due e cinquanta, due, una lira e cinquanta centesimi in argento. In bronzo furono ordinate monete da dieci, cinque, due e mezzo ed un centesimo. La lega di quest’ultime venne stabilita in novantacinque parti in rame, quattro di stagno ed una di zinco. Successivamente, nel settembre 1866 fu ordinata anche la coniazione del 20 centesimi5. Con il nuovo numerario, sostanzialmente uniformato a quello del Regno d’Italia almeno per quanto riguarda le monete a valore reale, l’autorità emittente intendeva ottenere benefici per l’economia dello Stato, soprattutto dal punto di vista commerciale, oltre che risparmiare sui costi di produzione grazie all’utilizzo di metodi di produzione più moderni. Le nuove monete sarebbero dovute entrare in circolazione in tempi brevi6; si decise quindi di affidare la preparazione dei conii a tre incisori, Filippo Speranza, Giuseppe Bianchi e Karl Friedrich Voigt. Per il conio del pezzo da 4 soldi (come per le altre monete in bronzo) l’incarico fu dato a Filippo Speranza e, sempre per “far economia”, per il conio del dritto fu utilizzata una precedente incisione del busto del papa ridotta con il pantografo7. Di questa moneta conosciamo la composizione della lega metallica8, come detto sopra, ed il quantitativo coniato nei vari anni: 2.645.000 pezzi nel 1866; 2.039.000 pezzi nel 1867; 5.522.000 pezzi nel 1868; 2.760.000 pezzi nel 18699. Per il 1868, anno di pontificato XXII (data della moneta in oggetto), ne furono coniati 2.473.000 esemplari10.
La moneta che presentiamo è un 4 soldi emesso nel 1868, XXII anno di pontificato di Pio IX, variante dalla tipologia finora nota (Figura 2). Le prime impressioni sulla moneta, scaturite attraverso la visione di una semplice foto, sono state discordanti: alcuni l’hanno ritenuta un falso d’epoca (anche se di ottima fattura), altri l’hanno reputata autentica11. L’osservazione diretta del tondello ha portato a ritenere che l’esemplare sia stato originato dai conii di zecca, anche se presenta evidenti “anomalie” rispetto agli esemplari originali destinati alla circolazione. Si tenga presente che questo studio è basato sul presupposto che la moneta sia coeva al 4 soldi ufficiale in quanto essa appartiene alla collezione del possessore da diverse generazioni (un arco di tempo che permette di risalire fino al periodo stesso di utilizzo); la moneta inoltre mostra inequivocabili segni di usura da circolazione, decisamente pronunciati nel nostro esemplare ma presenti anche in quello apparso in Asta Varesi.
1 Escludendo la nota riportata sul catalogo Gigante (vedi infra). 2 Lo Stato Pontificio adeguò la sua monetazione a quella della Lega monetaria Latina, ma non entrò mai ufficialmente. 3 “Le attuali monete pontificie d’oro e d’argento, circolanti nello Stato pontificio, continueranno ad avere corso legale insieme alle Lire fino a che sarà gradatamente eseguito il totale ritiro al loro valore nominale; quelle di rame da Baiocchi due, uno e mezzo, ed il Quattrino avranno corso da oggi in appresso per il valore di Soldi due, uno, mezzo e di un centesimo, ecc.” da Giornale di Roma, 19 giugno 1866 in MARTINORI 1922, pag. 132. 4 Si tratta chiaramente di un refuso del Martinori, da correggere in “baiocchi due”. 5 Ivi pag. 133-134. 6 SCERNI 1972, pag. 221. 7 Ibidem. 8 Sarà opportuno tenere presente il dato sulla composizione della lega metallica durante il successivo confronto con i risultati dell’analisi XRF (v. infra). 9 MARTINORI 1922, pag. 133-134. 10 SCERNI 1972, pag. 228. 11 Si legga a riguardo la discussione postata sul forum Lamoneta.it al link http://www.lamoneta.it/topic/8046-pio-ix-4-soldi.