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La riforma monetaria di Emanuele Filiberto, X Duca di Savoia.

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La riforma monetaria di Emanuele Filiberto, X Duca di Savoia.

Indice dei contenuti

2 Le tipologie monetarie

 

Di seguito vengono descritti i tipi monetari previsti dalla riforma ((La seguente descrizione ha lo scopo di illustrare brevemente le tipologie previste dalla riforma e quelle successive ma appartenenti allo stesso sistema monetario.

Anche dopo l’introduzione del nuovo sistema monetario verranno coniate tipologie “antiche” come ad es. il fiorino, ed ovviamente non vengono prese in considerazione, così come quelle precedenti il 1562.
Inoltre si sono omesse quelle tipologie che, pur appartenendo al nuovo sistema monetario non fossero elencate nell’Editto del 13 Marzo 1562, come i bianchi da quattro soldi e i mezzi quarti di soldo.
Si sorvola anche sulle varianti, che per alcune monete sono molto numerose, e sui gradi di rarità in quanto si vuol dare una visione d’insieme del sistema monetario.
Le legende, che nelle monete sono abbreviate, sono state completate, inserendo tra parentesi tonde le lettere mancanti, mentre le immagini sono state riprese dal volume secondo del Promis.)).

EF1. Doppio Filiberto d’oro

Immagine

 

EF1. Doppio Filiberto d’oro
D/:
Busti del duca e della sua consorte, di fronte, entro doppio cordoncino liscio.
Intorno “ + E(MMANVEL) PHILIBERT(VS) ET MARGARITA DD (DVCES) SAB(AVDIAE) PP(PRINCIPES) P(EDEMONTIS)”.
R/:
Serpe avvinta a cinque frecce disposte a ventaglio.
Intorno “ + HERCVLEO VINCTA NODO”.
Metallo:
Oro
Diametro:
37 mm
Peso:
sconosciuto
Rif: ((I riferimenti sono al testo di Elio Biaggi, indicato nella bibliografia, e al Corpus Nummorum Italicorum, opera che, nonostante sia datata e contenga errori ed omissioni, a mio parere resta un’opera fondamentale.))
Biaggi II pag. 649 n. 478;
C.N.I. I pag 246, n. 503 e tav XVI 7
Note:
Questa tipologia è nota solamente attraverso l’illustrazione che ne viene data nella Patente del 13 marzo 1562, nella quale viene anche riportato il suo valore, pari a 27 lire (motivo per cui viene indicata da alcuni autori come triplo filiberto), il peso (denari 21.21), la bontà (car. 23.15) e il numero di pezzi al marco (26.1/3). Non ci sono riscontri, nella documentazione delle zecche del Ducato, di una sua effettiva coniazione. La moneta commemora la pace di Cateau-Cambresis, della cui importanza per lo Stato sabaudo si è parlato nella biografie del Duca. La legenda del R/, si riferisce alla concordia ritrovata, “stretta da un erculeo [indissolubile] nodo”. Cfr. Mario Traina “Il linguaggio delle monete” pag. 182.

EF2. Filiberto da 9 lire

Immagine

 

D/:
Busto con corazza, volto a destra, entro cordoncino liscio.
Intorno, “- + E(MMANVEL) PHILIBERT(VS) DVX SAB(AVDIAE) PRIN(CEPS) PED(EMONTIS)”;
R/:
Elefante circondato da un gregge di pecore.
Intorno, “INFESTVS INFESTIS”.
Metallo:
Oro
Diametro:
30 mm.
Peso:
10 g.
Rif:
Biaggi II pag. 571 n. 411.
CNI I pag 234 n. 397 e tav. XXIV n. 34
Note:
Anche l’esistenza di questo pezzo, come il precedente, è giunta sino a noi tramite il disegno presente nell’’editto che sanciva la riforma monetaria. Fu coniata al titolo di carati 23, 15 al taglio di 8, 7/9 pezzi al marco, presumibilmente nella zecca di Vercelli.
L’impresa dell’elefante, che allontana con la proboscide le pecore che gli sbarrano la strada, presentata al R/, unitamente alla legenda (liberamente traducibile in “Nemico ai nemici”) ricorda un episodio accaduto a Hesdin nel 1533 quando, Emanuele Filiberto uccise il conte di Valdeck, il quale, redarguito per aver disobbedito a un ordine, osò ribellarsi al Duca. Cfr. Mario Traina “Il linguaggio delle monete” pag. 217.

EF 3.a Scudo d’oro del sole

Immagine

 

D/:
Stemma inquartato ((Lo stemma di Emanuele Filiberto, che compare sulle monete è inquartato: 1° e 4° stemmi di Westfalia, Sassonia e Angria; 2° quarto stemma del Chiablese; 3° quarto Aosta. Il tutto caricato dello stemma di Savoia. Cfr. Maurizio Carlo Albero Gorra, “Savoye, bonnes nouvelles!”, Quaderno n. 3 di Cronaca Numismatica n. 55, Luglio/Agosto 1994, pag VIII.)) sovrastato dalla corona ducale, ornato da cartocci, entro doppio cordoncino liscio.
Intorno “EM(MANVEL) FILIB(ERTVS) D(EI) G(RATIA) DVX SAB(AVDIAE) P(RINCEPS) PED(EMONTIS)”.
R/:
Croce mauriziana, ornata da una rosetta al centro, accantonata dal motto “FERT” ((Anche nelle monete di Emanuele Filiberto, come in tutta la numismatica e l’araldica dei Savoia, ricorrono il “nodo d’amore” o sabaudo e il motto “FERT”. Il primo deriva dall’Ordine dell’Annunziata, fondato da Amedeo VI, il “Conte Verde”. Il secondo, sempre collegato all’Ordine, essendone il motto, non ha trovato ancora una spiegazione univoca.

Potrebbe trattarsi di un acronimo, variamente interpretato:
-Fides Erit Robur Tuum (la Fede sarà la tua forza) ;
-Fortitudo Eius Rhodum Tenuit (il suo valore conservò Rodi);
-Foedere Et Religione Tenemur (siamo legati dalla fedeltà e dalla religione);
Un’altra possibilità vede il motto come la terza persona singolare del verbo latino “Ferre” (portare) alludendo al dovere di sopportare ogni cosa per devozione e in onore della Vergine.)), entro doppio cordoncino liscio.

Intorno, “ IN DOMINO CONFIDO data”. La legenda è preceduta da un sole stilizzato.

Metallo:
Oro
Diametro:
25 mm
Peso:
3,29/ 3,35 g.
Rif:
Biaggi II pag. 577 n. 417 (a-g);
CNI pag. 196 n. 81, pag. 198 n. 97-98, tav XIV n. 9, pag. 199 n. 108, pag 203 n. 142, pag. 209 n. 190, pag. 210 n. 191, pag. 213 n,. 218-219.
Note:
Coniato al valore di 3 lire, al titolo di carati 21,21 al taglio di 73,1/2 pezzi al marco nelle zecche di Chambéry, Torino e Vercelli. Esitono delle varianti nelle legende, in base alla data e al segno di zecca. Gli Scudi d’oro del sole furono coniati anche prima della riforma ma con bontà superiore. Questa tipologia trae il nome dal disegno stilizzato di un sole presente all’inizio della legenda del R/, che è tratta dai Salmi 10,1 , che appare spesso nella monetazione sabauda, allusiva della fiducia e della speranza nel Signore, che solo divino avrebbe potuto risollevare le sorti del Ducato. Cfr Mario Traina “Il linguaggio delle monete” pag. 202.

EF 3.b Scudo d’oro del sole

Immagine

 

D/:
Stemma inquartato sovrastato dalla corona ducale, ornato da cartocci, entro doppio cordoncino liscio.
Intorno “EM(MANVEL) FILIB(ERTVS) D(EI) G(RATIA) DVX SAB(AVDIAE) P(RINCEPS) PED(EMONTIS)”;
R/:
Croce mauriziana, ornata da una rosetta al centro, accantonata dal motto “FERT”, entro doppio cordoncino liscio.
Intorno, “ IN TE DOMINE CONFIDO”. La legenda è preceduta da un sole stilizzato.
Metallo:
Oro
Diametro:
25 mm
Peso:
3, 24/ 3, 36 g
Rif:
Biaggi II pag 578 e 579 n. 418 (a-r);
CNI I, pag 200, n. 109; pag 201 n. 120-122: pag 208 n. 176: pag 212-213 n. 216-217; pag 217 n. 248-250; pag 219 n. 270-271; pag 222 n. 295-297; pag. 226-227 n. 327-333; pag 229 n. 355-359; pag 232-233 n. 379-384.
Note:
Coniato al titolo di 21,21 carati, al taglio di 73,1/7 pezzi al marco nelle zecche di Bourg-en-Bresse, Chambéry, Nizza e Vercelli.
Si conoscono varianti nelle legende, in base alla data e alla zecca.

EF 3.c Scudo d’oro del sole

Immagine

 

D/:
Scudo inquartato, sormontato dalla corona ducale, entro doppio cordoncino liscio.
Introno “ EM(MANVEL) P(H)ILIB(ERTVS) D(EI) G(RATIA) DVX SAB(AVDIAE) P(RINCEPS) PED(EMONTIS)”.
R/:
Croce di San Lazzaro intersecata con una croce mauriziana , accantonate dalla scritta “FERT”, il tutto entro doppio cordoncino liscio.
Intorno “ M(AGISTER) MAG(NVS) ORD(INIS) SS(ANCTORVM) MAVR(ITII) ET LAZ(ARI)”. La legenda è preceduta da un sole stilizzato.
Metallo:
Oro
Diametro:
24 mm
Peso:
3, 13/ 3, 31 g
Rif:
Biaggi II pag 580 n. 420 (a-c);
CNI I pag 210 n. 192; pag 213 n. 220; pag. 215 n. 236-237; tav XV 2; pag 221 n. 272-273.
Note:
Coniato al titolo di 21,21 carati, al taglio 73,1/7 al marco nella zecca di Torino.
Esistono varianti nelle legende, in base alla data.
Al R/ si fa riferimento al titolo di Gran Maestro dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, che era nato dall’unione, voluta dal Duca il 22 gennaio 1573 tramite Magistrali Patenti, dell’Ordine Cavalleresco e Religioso di san Maurizio e dell’Ordine per l’Assistenza ai lebbrosi di San Lazzaro.
Poiché esistono monete di questo tipo, con data precedente al 1573, ritengo che siano state coniate in anni successivi (cosa avvalorata dal fatto che si conoscono gli ordini di battitura che sono tutti posteriori alla data in questione).

EF 3.d Scudo d’oro del sole

D/:
Scudo inquartato, sormontato dalla corona ducale, entro doppio cordoncino liscio.
Intorno “EM(MANVEL) FILIB(ERTVS) D(EI) G(RATIA) DVX SAB(AVDIAE) P(RINCEPS) PED(EMONTIS)”.
R/:
Croce di San Lazzaro intersecata con una croce mauriziana , accantonate dalla scritta “FERT”, il tutto entro doppio cordoncino liscio.
Intorno “IN TE DOMINE CONFIDO 1575 A”. La legenda è preceduta da un sole stilizzato.

Metallo:
Oro
Diametro:
24 mm
Peso:
3, 13g
Rif:
Biaggi II pag 581 n. 421- 421 a;
CNI I pag 217 n. 254.
Note:
Questa tipologia ci è nota in un unico esemplare, presso il Museo di Chambéry. Fu coniato nella zecca di Aosta, come indicato dalla lettera “A” nel R/.

EF4. Lira

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D/:
Busto con corazza, volto a destra.
Intorno “ + EM(MANVEL) FILIB(ERTVS) D(EI) G(RATIA) DVX SAB(AVDIAE) P(RINCEPS) PED(EMONTIS)”.
R/:
Orizzontalmente, su due righe “ INSTAR / OMNIVM”, entro corona di quercia. Sigla sotto la legatura dei nastri.
Metallo:
Argento
Diametro:
35 mm
Peso:
12,10 / 12, 77 g
Rif:
Biaggi II pag 586 – 588 n. 425 (a-m);
CNI I pag 196 n. 82; pag 198-199 n. 99-102; pag 200 n. 110; pag. 201 n. 123; pag 213 n. 221-222; pag. 215 n. 238-239.
Note:
Coniata al titolo di 21,21 carati, al taglio di 19 e 1/3 pezzi al marco, nelle zecche di Aosta, Asti, Bourg-en-Bresse, Chambèry, Moncalieri, Nizza, Torino e Vercelli. Si conoscono varianti in base alla data e alla zecca.. Il motto del R/ è una citazione di Cicerone (“Plato mihi unus instar est omnium”- Bruto, 191) e può essere tradotto liberamente come “Uguale per tutti”, alludendo alla riforma che unificava il sistema monetario dei territori al di qua e al di là delle Alpi. Incisore dei conii fu Alessandro Cesati, detto “Grechetto”, perché nato a Cipro; operante nella zecca dei Farnese, fu chiamato alla corte del Duca nel 1561.
Si conoscono esemplari datati 1561, senza segno di Zecca (ma coniate a Vercelli), ritenute delle prove, in quanto il corso della lira venne stabilita solo nel 1562.

EF5. Mezza lira

Immagine

 

D/:
Stemma inquartato con al centro lo stemma sabaudo, sormontato da corona ducale e ornato da cartocci, entro doppio cordoncino liscio.
Intorno “ EM(MANVEL) FILIB(ERTVS) D(EI) G(RATIA) DVX SAB(AVDIAE) P(RINCEPS) PED(EMONTIS)”.
R/:
Elefante tra gregge di pecore.
Circolarmente “INFESTVS INFESTIS”.
Metallo:
Argento
Diametro:
30 mm
Peso:
6, 03/ 6, 24 g
Rif:
Biaggi II pag 599 e 600 n. 433 (a-g);
CNI I pag 197 n. 87; pag 199 n. 103; pag 200 n. 111; pag 201-202 n. 124/125.
Note:
Coniata al titolo e al taglio in proporzione della lira, nelle zecche di Chambéry, Nizza, Torino e Vercelli.
Esistono varianti per la data e la zecca.
Per il significato dell’impresa presente al R/ si rimanda a quanto detto per “EF1”.

EF6. Quarto di lira

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D/:
Busto con corazza, volto a destra, entro doppio cordoncino liscio.
Intorno “+ EM(M)ANVEL PHIL(IBERTVS) D(VX) SAB(AVDIAE) P(RINCEPS) PED(EMONTIS)”.
R/:
Elefante tra gregge di pecore.
Intorno “INFESTVS INFESTIS”.
Metallo:
Argento
Diametro:
25 mm
Peso:
?
Rif:
Biaggi II pag 601 n. 435;
CNI I pag 235 n. 399.
Note:
Coniato al titolo di 10,18 denari, al taglio 77,1/3 al marco nelle zecche di Bourg-en-Bresse, Chambèry, Nizza, Torino e Vercelli. Questa tipologia, anche detta “Filiberto d’argento da 5 soldi”, si conosce solo per la raffigurazione presente nell’ editto del 13 marzo 1562 e la sua coniazione non è provata da nessun rendiconto di zecca.

EF 7. a Soldo

Immagine

 

D/:
Scudo inquartato, sormontato da corona ducale, con al centro lo stemma di Savoia.
Intorno “EM(MANVEL) FILIB(ERTVS) D(EI) G(RATIA)”.
R/:
Croce adorna, entro doppio cordoncino liscio.
Circolarmente “+ DVX SAB(AVDIAE) P(RINCEPS) PED(EMONTIS)”.
Metallo:
Mistura
Diametro:
21 mm
Peso:
0,81 / 1,33 g
Rif:
Biaggi II pag 623 n. 449 (a-e);
CNI I pag. 198 n.96; pag 199 n. 104-107, tav XIV 12; pag 200 n. 116.
Note:
Coniato al titolo di 5 denari , al taglio di 185 pezzi al marco nelle zecche di Bourg-en-Bresse, Chambéry e Vercelli.
Sono note varianti in base alla data e alla zecca.

EF 7.b Soldo

Immagine

 

D/:
Scudo inquartato, sormontato da corona ducale, con al centro lo stemma di Savoia, entro cordoncino liscio.
Intorno “EM(MANVEL) FILIB(ERTVS) D(EI) G(RATIA) DVX SAB(AVDIAE) P(RINCEPS) PED(EMONTIS)”.
R/:
Croce mauriziana in cornice quadrilobata, entro doppio cordoncino liscio.
Intorno “+ IN TE DOMINE CONFIDO”.
Metallo:
Mistura
Diametro:
24 mm
Peso:
1,05 / 2,45 g
Rif:
Biaggi II pag 624-627 n. 449 (a-z e a1-a10);
CNI I pag 201 n. 117-119; pag 202-203 n. 130-141; tav XIV 14; pag. 204 n. 144-150; pag 205 n. 152-154; pag 205-206 n. 156-166; pag. 207-208 n. 168-175; pag. 208-209 n- 178-188; pag 210-212 n.198-209; pag. 213-214 n. 223-

231; pag 215 n. 235; pag. 216 n. 245; pag. 217 n. 251-253; pag. 218 n. 259-268; pag 221 n. 283-288; pag. 225 n. 316-317; pag 227-228 n 337-348; pag 231 n. 367; pag 234 n. 396.
Note:
Questa tipologia fu coniata nelle zecche di Aosta, Bourg-en-Bresse, Chambéry, Nizza, Torino e Vercelli
Esistono numerose varianti in base alla data e alla zecca.
Il titolo e il numero di pezzi al marco varia in base all’ordinanza.

EF 7. c Soldo

Immagine

 

D/:
Campo inquartato, sormontato da scudo sabaudo, entro cordoncino liscio.
Intorno “+ EM(MANVEL) FILIB(ERTVS) D(EI) G(RATIA) DVX SAB(AVDIAE) P(RINCEPS) PED(EMONTIS)”.
R/:
Quattro nodi sabaudi, che formano una croce, affiancata dal motto FERT, entro cordoncino liscio.
Intorno “+ IN TE DOMINE CONFIDO”.
Metallo:
Mistura
Diametro:
23 mm
Peso:
1,38 / 1,95 g
Rif:
Biaggi II pag 628 451 (a-c);
CNI I pag 214 n. 232; pag. 222 n. 289-290; tav XV 6.
Note:
Coniato al titolo di 3,1 denari al taglio di 118 pezzi al marco nelle zecche di Torino e Vercelli.
Esistono varianti per la data e per il segno di zecca.

EF 7. d) Soldo

Immagine

 

D/:
Scudo inquartato, sormontato da corona ducale e affiancato da due globetti, entro doppio cordoncino liscio.
Intorno “+ E(MMANVEL) PHILIB(ERTVS) D(EI) G(RATIA) DVX (SABAVDI(A)E”.
R/:
Croce di San Maurizio, entro cornice, con globetti agli angoli, racchiusa da un doppio cordoncino liscio

Intorno “+ IN TE DOMINE CONFIDO”.
Metallo:
Mistura.
Diametro:
24 mm
Peso:
1,13 / 2,05 g
Rif:
Biaggi II pag. 629/639 n. 452 (a-l);
CNI I pag 225.226 n. 318-324; tav XV 8; pag 227 n. 343-348; pag 231 n. 368-371; pag 233 n 389-391; pag 234 n. 395.
Note:
Coniato al titolo di 2,22 denari al taglio di 129 pezzi al marco nelle zecche di Bourg-en-Bresse e Chambéry.
Esistono varianti per le legende, la data e il segno di zecca.

EF 8. a Quarto di soldo

Immagine

 

D/:
“E F”, sormontate da corona ducale e circondate da quattro rose”.
R/:
Croce di San Maurizio entro cornice quadrilobata.
Metallo:
Mistura
Diametro:
17 mm
Peso:
0,47 / 1,20 g
Rif:
Biaggi II pag 639-640 n. 461 (a-l);
CNI I pag 242-243 n 464-479.
Note:
Coniato nelle zecche di Aosta, Bourg-en-Bresse, Chambéry e Vercelli.
Il titolo e il numero di pezzi al marco differiscono a seconda della zecca. Esistono varianti per il segno di zecca. Le lettere “EF” al D/ sono le iniziali del Duca, e differenziano queste monete dalle imitazioni di Masserano, che riportano il monogramma “FF”.

EF 8. b Quarto di soldo

D/:
“E F”, sormontate da corona ducale e circondate de tre rose.
R/:
mauriziana entro doppia cornice quadrilobata.
Metallo:
Mistura
Diametro:
17 mm
Peso:
0,47 / 1,20 g
Rif:
Biaggi II pag. 641 n. 462;
CNI I pag 243 n. 480.
Note:
Coniato nelle zecche di Aosta, Bourg-en-Bresse, Chambéry e Vercelli.
Simonetti segnala l’esistenza di due esemplari, pubblicati nella R.I.N. del 1891 (in un articolo di Frédéric Marchand, intitolato “Les Monnaies de Confranchette” pag. 206-207) e quello battuto in asta Ratto 1965.

EF 8.c Quarto di soldo

Immagine

 

D/:
“E F”, sormontate da corona ducale.
R/:
Croce mauriziana, entro doppia cornice quadrilobata.
Metallo:
Mistura
Diametro:
17 mm
Peso:
0,90 / 1,10 g
Rif:
II pag. 641 n. 463 (a-c);
CNI I pag 243 n. 481.
Note:
Non è nota la zecca in cui vennero battuti questi pezzi

EF 9. a Denaro

Immagine

 

D/:
Nodo sabaudo tre il motto FE/RT, disposto su due righe.
R/:
Fiore con doppia corolla a cinque petali.
Metallo:
Mistura
Diametro:
13 mm
Peso:
0,65 / 0,85 g
Rif:
Biaggi II pag. 647 n. 474 (a-c);
CNI I pag 245 n. 495-496.
Note:
Coniato nelle zecche di Bourg-en-Bresse, Chambéry, Nizza e Vercelli
La bontà e il numero di pezzi al marco differiscono in base alla zecca.

EF 9.b Denaro

D/:
Nel campo, nodo sabaudo.
Intorno “+ E(MMANVEL) PHILIBERTVS”.
R/:
Monogramma “E” in campo.
Circolarmente “ DVX SABAVDI(A)E”.
Metallo:
Mistura
Diametro:
13 mm
Peso:
0,53 g
Rif:
Biaggi II pag. 648 n. 475 (a-b);
CNI I pag. 245 n. 497; indicato dubitativamente come denaro.
Note:
Non è conosciuta la zecca dove venne eseguita la battitura.

4 Bibliografia:

– Biaggi E. 1994, Otto secoli di storia delle monete sabaude, vol. II “I duchi del Rinascimento, da Carlo II a Carlo Emanuele I, 1504-1630”, Torino
– Buzzo-Margary P. 1964, Le lire dei Savoia, in “Bollettino Numismatico” n. 4, pag. 13
– Chiaudano M. 1928, La riforma monetaria di Emanuele Filiberto, in “Lo Stato sabaudo al tempo di Emanuele Filiberto”, vol. III.
– Cudazzo S. 2005, Monete italiane regionali: Casa Savoia, Edizioni numismatiche Varesi, Pavia
– Gianazza L. 2006, Uomini e monete delle zecche sabaude, in www.sibrium.org.
– Gorra M. C. A. 1994, Savoye, bonnes nouvelles!, in “Quaderno n. 3” di Cronaca Numismatica n. 55 Luglio/Agosto, pag VIII
– Leogrande M. 1968, La riforma monetaria di Emanuele Filiberto e il motto “FERT” dei Savoia, in “Italia Numismatica” n. 5, Maggio, p. 102
– Marchand F. 1891, Les Monnaies de Confranchette in “RIN” ,pag. 206-207
– Marini R. A. 1914, Motti ed imprese della Real Casa di Savoia, in “RIN”, pag. 87-89
– Oliva G. 1998, I Savoia, Milano
– Promis D. 1841, Le monete dei Reali di Savoia, Torino
– Savoia, V. E. III 1910, Corpus Nummorum Italicorum Vol. I Casa Savoia, Roma
– Simonetti L. 1967, Monete italiane medioevali e moderne Vol. I, parte I “Da Oddone a Carlo Emanuele I”, Firenze
– Traina M. 1999, Emanuele Filiberto e la sua riforma: una testa di ferro dai cento occhi, in “Dieci anni di monete, pag. 204
– Traina M. 2006, Il linguaggio delle monete, Firenze
– Traina M. 2008, Le monete dei Savoia, I Duchi, da Carlo II a Emanuele Filiberto, in “Speciale Cronaca Numismarica” n. 37.

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Dooney and ( Bourke handbags were once a staple of American quality and fashion, but like many other fashion designers, have went the way of cheaper manufacturing via Chinese labor. And this can create a lot of confusion for the buyer. The buyer purchases a Dooney handbag, takes it home, throws it over her shoulder and it looks great! Then she peaks inside and starts playing around with the interior zippers etc, and stumbles across a tiny tag that says those three little words: Made in China.

2. Surf the Internet. You may be surprised to find a number of sites that are dedicated in showcasing galleries of women with buzzed haircuts. The designers have to run and gather as much fabric as possible, and then take it back to the work room. Then here the catch: they must choose five fabrics out of all the ones they gathered and edit straight away. Object: show the judges what you can do.

Throughout the history of TV, cartoons have always been able to get away with a little more than their live action counterparts. That insulating shield of paint and ink seems to give the creators license to stretch, and sometimes to downright goatse, our notions of decency. The first show on TV to show a young boy spewing diarrhea onto his mother face was South Park, and there a reason for that.

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