Altrettanto importante è poi un passo di Cicerone che, se ben analizzato, tende a collimare con un indizio estrapolabile dalle due sole tipologie denariali ove compare il ritratto di Iuno Moneta, ovvero le emissioni di L. Plaetorius Cestianus e T. Carisius:
Marco Tullio Cicerone, De natura deorum
[quote_box_center]III, 47: Ea si dea est, di omnes illi, qui commemorabantur a te, Honos, Fides, Mens, Concordia, ergo etiam Spes, Moneta omniaque quae cogitatione nobismet ipsis possumus fingere[/quote_box_center]
Differentemente da altre rappresentazioni monetali di Giunone, ove il ritratto non risulta accompagnato da un esplicito riferimento al nome della dea, nel caso di Moneta vi è una chiara menzione del solo epiteto della divinità ed anche prendendo in esame le diffuse immagini denariali di Iuno Sospita Mater Regina mai si assiste alla menzione dei soli epiteti, essendo il soggetto monetale o accompagnato dall’abbreviazione dell’intero teonimo (I.S.M.R.) o, più comunemente ed analogamente a quanto avviene per i soggetti propriamente divini, ne risulta totalmente privo.
In tal senso il passo di Cicerone offre un ulteriore spunto di riflessione in quanto Moneta viene citata con Honos, Fides, Mens, Concordia e Spes, dunque non insieme a divinità vere e proprie ma a personificazioni divinizzate il cui ritratto monetale, nel periodo repubblicano, veniva usualmente accompagnato da una chiara legenda, costituita dal nome in forma estesa o abbreviata della figura rappresentata.
Alla luce di queste evidenze è dunque lecito far risalire al periodo tardo repubblicano l’inizio di quel processo che, nella successiva epoca imperiale, porterà Moneta a divenire una vera e propria personificazione della monetazione, come confermato da numerose testimonianze sia monetali che letterarie, su tutte Isidoro da Siviglia, che cita una figura chiamata in causa per prevenire frodi riguardanti bontà del metallo e peso: Moneta appellata est quia monet ne qua fraus in metallo vel in pondere fiat (( Isidoro da Siviglia, Etymologiae, XVI, 18, 8. )).
Il campo d’azione della personificazione di Moneta risulta tuttavia piuttosto preciso, limitato e soprattutto estraneo alle sfere d’influenza proprie di Giunone e per queste ragioni risulta fondamentale cercare ulteriori indizi in un contesto cronologico più antico rispetto a quello tardo repubblicano.
La più remota attestazione del teonimo Moneta è presente nella prima traduzione in latino dell’Odissea ad opera di Livio Andronico , databile alla fine del III secolo a.C., dove l’autore usa curiosamente questo nome per tradurre il termine greco Mnemosyne (Memoria) (( In commento di Aulo Gellio, Noctes Atticae, XIII, 8: “Usus me genuit, mater peperit Memoria. Sophiam vocant me Graii, vos Sapientiam“. )). Successivamente anche un Igino (Igino Astronomo o Gaio Giulio Igino, vi è incertezza sull’attribuzione dell’opera), tra le genealogie divine della prefazione delle Fabulae, scrive: Ex Ioue et Moneta, Musae (( Igino, Fabulae, Praefatio XXVII. )). Le Muse sarebbero quindi nate da Giove e Moneta, così come la tradizione greca le identifica quali figlie di Zeus e Mnemosine. Ecco dunque emergere un’associazione del tutto particolare, che tende a legare due figure apparentemente diverse e distinte: Moneta e Memoria.
Conservare e riprodurre ricordi, immagini e più in generale nozioni e conoscenze, questa è l’accezione di memoria, facoltà propria del singolo individuo ed anche della collettività e che può risiedere sia nella mente che su tangibili supporti di varia e diversa natura.
Alla luce di queste evidenze Andrew Meadows e Jonathan Williams hanno elaborato un particolare, puntuale ed esaustivo studio (( Andrew Meadows e Jonathan Williams, Moneta and the Monuments: Coinage and Politics in Republican Rome. )), dal quale è possibile estrapolare un ulteriore e fondamentale elemento.
Fondamentale risulta un altro passo di Livio:
Tito Livio, Ad Urbe condita
[quote_box_center]IV, 8, 11: qui si ea in re sit error quod tam ueteres annales quodque magistratuum libri, quos linteos in aede repositos Monetae Macer Licinius citat identidem auctores[/quote_box_center]