La Deputazione Ebraica
Questa è la prima conferma che ho avuto del racconto della Sig. Graziella, la proprietaria della pasticceria, che mi aveva parlato di questa associazione che distribuiva gettoni per gli alimenti. La Deputazione Ebraica di Assistenza e Servizio Sociale di Roma è un’antica istituzione nata con un Regio decreto del 1885, che aveva ed ha compiti di assistenza e beneficenza per la Comunità Ebraica di Roma. Si fusero diverse Confraternite per darle vita, si trattava di piccole organizzazioni che non riuscivano a fare molto da sole, ma da quando le leggi razziali avevano limitato la libertà del Ghetto avevano sempre cercato di aiutare e dare sostegno alle famiglie bisognose. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la Deputazione ha ampliato i suoi compiti ed anche la sua area operativa cercando di aiutare il numero più alto possibile di persone. Nel 1980 cambiò Status Giuridico in Ente Ebraico Civilmente Riconosciuto.
Ai nostri giorni agisce ancora ed è divisa in 6 settori:
- Servizio Sociale
- Assistenza economica ordinaria e straordinaria
- Consulenza psicologica per differenti fasce di età
- Assistenza domiciliare, sociale e psicologica, per anziani soli e ultrasettantenni
- Ufficio di Lavoro per Attività di Orientamento, Consulenza e Collocamento
- Promozione del Volontariato
Tutto questo per tutti i cittadini Italiani e non solo per quelli Ebrei, di questo sono testimone in prima persona come chiarirò più avanti.
Contattata telefonicamente la Sede Storica della Deputazione a Roma, sita in Viale Trastevere, sono stata indirizzata al Centro Bibliografico dove previo appuntamento mi sono recata a Luglio 2009 . Alcuni documenti non erano consultabili in quanto ancora in via di riorganizzazione, ma ho potuto visionare un voluminoso fascicolo dove ho trovato notizie storiche interessanti anche se non inerenti alla mia ricerca.
Passai la giornata cercando tra vecchi e polverosi documenti senza grandi esiti. Tuttavia ho trovato conferme della partecipazione degli Alleati agli aiuti per gli Ebrei nel dopoguerra: avevano costituito un’associazione che si sarebbe occupata della distribuzione di denaro per la popolazione bisognosa e delle derrate alimentari.
Ho trovato anche documenti sulle guarnigioni in Etiopia, su buoni di generi alimentari e relazioni di sovvenzioni ad Imprese Azzime: cooperative che si occupavano della produzione del Pane Azzimo, dalla scelta della farina alla distribuzione.
Questo ci riporta all’ipotesi di un utente della Moneta.it il quale pensava all’Jmpresa Viveri come ad una possibile ditta che si occupasse della produzione di cibo koscher.
Dopo esser uscita dal Centro Bibliografico mi sono diretta verso la casa di una mia amica che abita li vicino. Ad occuparsi della madre inferma c’è un’assistente che fa parte della Cooperativa che opera per l’Ospedale Israelitico e quindi per la Deputazione Ebraica.
Le ho raccontato la storia del gettone, e lei mi ha parlato delle migrazioni dalla Libia verso Israele da parte di persone Ebraiche ivi residenti alle quali vennero dati buoni per viveri ed indumenti. Ho già fatto ricerche sull’Etiopia come possibile Nazione legata al gettone, ma mai sulla Libia per cui ecco aprirsi un altro scenario di possibili indagini.
Circa due mesi fa il mio amico Stefano Campagna, proprietario del gettone, me ne richiese alcune riproduzioni fotografiche perchè era in procinto di intervistare la dott.ssa Grazia De Veroli, conosciuta esponente e storica del mondo Ebraico.
La dottoressa le inoltrò a sua volta ad un suo collega ed amico che le confermò che gettoni simili venivano usati nei Campi di Concentramento e di Raccolta in Italia per gli Ebrei stranieri ed anche in alcuni Campi di Concentramento dell’Est Europa.
La studiosa mi suggerì quindi di fare ricerche sul Campo di Ferramonti, dato che erano molto impegnati per il momento non potevano aiutarmi di più. La potrò risentire a Gennaio dopo le festività.
Ho contattato il Direttore del Campo, il dott. Spartaco Capogreco, ma anche stavolta non ho potuto concludere le ricerche con esiti positivi.
Il dott. Capogreco è d’accordo sull’affermazione che gettoni simili venissero usati in quei luoghi ed aggiunge che nel campo di Ferramonti, di cui ha scritto la storia nel 1987, lo spaccio era gestito dall’Impresa romana “Eugenio Parrini e Figli” che faceva buoni affari sulla pelle degli ebrei ivi internati.
Dopo queste affermazioni la mia ipotesi sul Ghetto Romano può essere scartata con sicurezza. Le mie ricerche sono ferme qui, ma solo per il momento.
Mi riprometto infatti, non appena mi sarà possibile, di continuare nella mia indagine:
- recandomi presso il Ministero dell’Interno, per cercare l’Jmpresa Viveri come Ditta della Regia Marina e dell’Esercito
- facendo ricerche sull’associazione Americana AMERICAN JOINT DISTRIBUTION COMMITEE (AJDC)
- rivisitando il Centro Bibliografico quando anche gli altri fascicoli saranno tornati al loro posto
- continuando infine a cercare notizie sui cinquanta e passa Campi di Concentramento Italiani.
Nel frattempo il mistero del gettone si infittisce sempre di più …
Nepi 29 Dicembre 2009