La ricerca
Luglio 2008 – Il Ghetto Romano:
Ore 10,30, imboccai Via Portico d’Ottavia e mi apprestai ad entrare in un negozio per iniziare le mie ricerche.
Il negozio è uno dei più antichi del quartiere, è strutturato ancora nello stesso modo di quando ero bambina, sembra uno spaccio anni ’50 e vende un po’ di tutto. Parlai col proprietario che gentilmente mi ascoltò mentre raccontavo la storia del gettone; confessandomi di non averlo mai visto prima mi indirizzò al Museo della Sinagoga in quanto li avrei trovato persone interessate allo studio di oggetti legati all’Ebraismo.
Lo salutai ringraziando ed uscii dirigendomi verso la Grande Sinagoga.
Fig. 3 – La Sinagoga di Roma- foto di P. Di Monte
Arrivata chiesi informazioni alla Guardia preposta all’entrata del Tempio che chiamò la responsabile del Museo mentre io attendevo il permesso per entrare. Ricevuto il benestare, c’è molta prudenza e sorveglianza per la sicurezza, controllò la mia borsa e mi accompagnò all’entrata indicandomi la via da seguire.
Raggiunsi la sala d’ingresso del Museo, la responsabile mi accolse sorridendo e mi chiese notizie del gettone. Glielo porsi e le raccontai tutta la storia. Mi ascoltò interessata, poi mi chiese se ne potesse fare una scansione, acconsentii volentieri.
Mi spiegò che la Direttrice del Museo in quei giorni era molto impegnata per l’organizzazione della Giornata della Cultura Ebraica, che si sarebbe tenuta la domenica seguente; quindi mi avrebbe chiamata non appena possibile per un appuntamento. La ringraziai, contenta dell’insperato risultato seppur un po’ delusa per non aver potuto parlare subito con la Direttrice.
Tornando verso casa, arrivata a Via Portico d’Ottavia mi diressi verso la caratteristica pasticceria sita sulla Piazzetta.
Mentre parlavo con le proprietarie vidi seduta in un angolo una signora di una certa età, mi avvicinai a lei ed intavolai un interessante dialogo.
Mi raccontò dell’alba del 16 Ottobre 1943, quando avvenne il Rastrellamento da parte dei Tedeschi nel Ghetto, vi perse una sorella e sei nipoti, dopo due giorni, vicino alle Mura Vaticane, presero anche suo marito.
Sera, il silenzio è atroce,2
Portico d’Ottavia piange i suoi morti
nella solitudine dei suoi negozi,
per lungo tempo resteranno vuoti
in attesa di qualcuno che ritorni
ma torneranno in pochi
solo una donna e una decina di uomini
Le feci vedere il gettone, purtroppo non lo riconobbe però mi dette una nuova traccia da seguire. Mi disse che, dopo le leggi razziali del ’38, venivano dati gettoni ai poveri per poter prendere generi alimentari nei negozi; lei, in quanto proprietaria della pasticceria e quindi benestante, non rientrava nella categoria bisognosa, forse per quello non lo aveva mai visto, sempre che il mio gettone fosse uno di quelli.
In ogni modo una delle teorie stava prendendo corpo e continuai in seguito una parte delle mie ricerche su quella strada. Dopo qualche giorno parlai al telefono con la dott.ssa Di Castro3. Purtroppo non avendo nessuna notizia del gettone a sua volta mi indirizzò al CDEC, Centro di Documentazione Ebraica Contemporaneo, raccomandandomi di mettermi in contatto con il dott. Michele Sarfatti e la dott.ssa Nenet Haion.
Mandai quindi una mail, con allegate le foto del gettone, all’Archivio Storico dell’Associazione che si trova a Milano.
Aspettai qualche giorno ma non ebbi risposta. Quindi decisi di inoltrarla a tutte le sezioni del Centro finché non ricevetti risposta dalla dott.ssa Haion che mi invitò a scrivere ad un noto collezionista di oggetti Ebraici napoletano in quanto non le era possibile al momento aiutarmi. Mi suggerì inoltre di recarmi presso la loro sede di Milano per continuare le ricerche nella biblioteca pregandomi altresì di tenerla informata sugli sviluppi della mia ricerca.
Contattai il Sig. XXXXXX di Napoli inviandogli per posta anche le foto in un secondo tempo, purtroppo anche da lui ricevetti esito negativo, ma datò con una certa sicurezza il gettone attorno agli anni ’40, sia come stile che come materiale.
Inoltre mi disse che gettoni simili venivano usati nei Campi di Concentramento ed in piccole Comunità Ebraiche ed anche lui pensava che potesse essere una emissione degli Alleati in aiuto del Popolo Ebreo.
Allargai le ricerche anche agli aiuti Alleati del dopoguerra, la J poteva essere stata messa da uno Statunitense al posto della I, per errore linguistico, come era già stato ipotizzato da alcuni sul Forum.
Informai La Dott. Haion dell’accaduto pregandola di fare qualche ricerca nella Biblioteca, ma mi rispose che non le era possibile e che sarei dovuta andare di persona. Purtroppo per ragioni personali mi fu impossibile recarmi subito a Milano, ma continuai le ricerche all’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito a Roma.
Nel frattempo avevo contattato il Sig. Lorioli4, per sapere se il gettone facesse parte della loro produzione ma ricevetti un’altra risposta negativa, durante la nostra conversazione mi descrisse in modo affascinante il suo lavoro e mi regalò nuovi spunti di ricerca suggerendomi di contattare la rivista “Uniformi ed Armi”5, cosa che feci dopo qualche giorno, purtroppo senza risultati positivi.
2Tratta dalla mia poesia “16 Ottobre 1943”
3Direttrice del Museo della Sinagoga di Roma
4 Proprietario dell’omonima Ditta “Lorioli Medaglie” – http://www.lorioli.com/
5 Rivista specializzata in collezionismo militare – http://www.uniformiearmi.com/