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Un Cavallo Teatino Inedito

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Un Cavallo Teatino Inedito

di Santone Realino

Dedico questo breve articolo
alla memoria di Mario Rasile

La città di Chieti secondo Strabone venne fondata dai greci provenienti dall’Arcadia che la chiamarono Tegeate.
Una legenda narra che fu fondata da Achille  eroe della guerra di Troia e chiamata Teate in onore di sua madre.
Abitata dal popolo italico dei Marruccini che guidati dal condottiero Asinio Herio parteciparono con altre tribù locali alla guerra sociale 90-88 a.C..
Nel 91 A.C.  fu eretta a municipio romano,chiamata Teate Marroccinorum divenne un importante centro economico della regione, di questo periodo rimangono i resti del teatro  e delle terme.
Dopo la caduta dell’impero romano venne devastata dai Visigoti guidati da Alarico e dagli Eruli guidati da Odoacre.
I Longobardi la fecero gastaldato.
Roberto il Guiscardo la proclamò nel 1094 capitale degli Abruzzi.
Seguirono le dominazioni dei Normanni,Svevi e Angioni. Alfonso I D’Aragona cambiò il nome da Teate a Chieti e gli conferi il titolo di  Metropoli degli Abruzzi, e residenza del Vicerè.
Proprio nel periodo aragonese a Chieti si batterono monete, un doppio bolognino con S. Giustino e un bolognino che riportano entrambi uno scudetto aragonese, dette anche monete autonome,un bolognino coniato sotto Matteo Di Capua, un denaro di Ferdinando I conosciuto in un unico esemplare e di dubbia autenticità.
Con l’arrivo di Carlo VIII nel 1495 si coniarono un carlino in argento, un unicum ,presente nella collezione Signorini-Corsi, e molti cavalli in rame.

Indice dei contenuti

Descrizione della Moneta

Questo cavallo al rovescio presenta le rosette nei quarti della croce e quelle nella legenda grandi .

cavallo teatino

D/ KROLUS . D .G .R. FR. SI ; scudo di Francia coronato.
R/ * CIVITAS * TEATINA ; croce patente tripartita cantonata da quattro rosette grandi.

Epoca: 1495
Zecca: Chieti
Metallo: rame
Peso: 1,00 g
Diametro: 18 mm
Rarità: RRRR
Manca in tutti i testi consultati.

Cavalli a Confronto

A B
A                                                   B

A) rosette grandi  che occupano quasi interamente i quarti della croce,
B) rosette normali, tipo D.A. 28

Bibliografia

[1] CNI, vol. XVIII – Corpus Nummorum Italicorum, Italia continentale, zecche minori.
[2] Alberto D’Andrea e Christian Andreani, Le monete dell’Abruzzo e del Molise, Mosciano 2007.
[3] Mario Rasile, I cavalli delle zecche napoletane nel periodo aragonese, Cassino 2002.