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Origine della Moneta

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Origine della Moneta

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Premessa 

Parlare di origine della monetazione implica fare una distinzione tra il termine denaro (ovvero quello che in inglese si definisce con la parola money) e il termine moneta (quello che gli inglesi chiamano coin ). Il primo, ovvero uno strumento che potesse servire come mezzo di pagamento oppure come riserva di valore, nasce prima della moneta che ne rappresenterà la naturale evoluzione.

Prima di passare ad una breve trattazione sull’origine della moneta, nell’aspetto quale noi la conosciamo, vale la pena studiare il contesto culturale che precedette la sua introduzione, indagando gli elementi che portarono all’introduzione e all’utilizzo del denaro, strumento economico fondamentale dal quale la moneta trasse origine divenendone perfetto complemento.

 

Circolazione Metallica nel III millennio aC

Il denaro, nella sua accezione di strumento, riserva di valore e misurazione di valore, è comparso molto prima della moneta e quantunque un’eccessiva precisione non sia possibile in un contesto storico molto antico, possiamo individuare delle aree e dei periodi in cui tale strumento abbia cominciato ad affermarsi.

Se non si puó affermare con assoluta certezza che la storia finanziaria sia nata nel Vicino Oriente, è certo che Mesopotamia e Siria ne rappresentano (forse con la sola esclusione della Cina) il primo e più conosciuto esempio.

evt101113011600457La fine del IV millennio aC vede la formazione di cittá-stato indipendenti caratterizzate da istituzioni pubbliche fortemente accentrate (tempio e palazzo) che si dotano di strumenti contabili espressi in modo progressivamente più elaborato, attraverso l’introduzione e l’uso della scrittura (da alcuni considerata come

l’evoluzione primaria indotta dalla necessità di rappresentare graficamente dei concetti contabili).

In epoca cosí remota le necessità commerciali creano lo sviluppo della contabilità e addirittura dei primi bilanci, soprattutto per quanto atteneva il controllo delle entrate e delle uscite, della casa reale.

Il terzo millennio vede l’impero di Ur (Mesopotamia) procedere alla importantissima standardizzazione di pesi e misure che sarà funzionale alla dimensione raggiunta dal commercio e alle esigenze di un sistema centralizzato di tassazione.

Soprattutto si assiste alla selezione e all’adozione di alcuni beni definiti (orzo, rame, argento, etc.) che vengono utilizzati, nelle pratiche di contabilità amministrativa come standard con funzione di misura di valore.

È proprio l’introduzione di questo uso che testimonia l’individuazione di strumenti finanziari ante litteram che, pur non assolvendo alle funzioni prerogative della moneta, ne prefigurano i prodromi che porteranno alla sua concezione e introduzione.

Tra le funzioni di questi strumenti troviamo l’uso di metallo prezioso, argento nella fattispecie sotto forma di anelli o lingotti, come forma di pagamento. Vale la pena far rilevare come, a differenza di quanto succedeva per le monete, questi lingotti venivano continuamente ripesati ad ogni transazione e che proprio la determinazione ponderale era l’elemento principale che ne implicava l’obbligo di accettazione come mezzo di pagamento.

E qui troviamo uno degli elementi distintivi che separano la moneta, che, di peso predeterminato e recante il sigillo dell’autorità emittente, per queste caratteristiche gode della circolazione fiduciaria, ovvero, a differenza dei lingotti di metallo nobile usati per i pagamenti e gli scambi, non deve essere ripesata ad ogni transazione e la sua accettazione è obbligatoria nei pagamenti con potere liberatorio.

In pratica è il denaro che evolve nella figura di moneta che rappresenta un perfezionamento dello strumento finanziario.

 

Testimonianze contabili

Dalla Mesopotamia ci sono pervenute numerosi testi di contratti di compravendita (di case, di terreni, etc.) in cui il prezzo dei beni oggetto della transazione viene espresso in sicli , in misure di orzo e in metalli (principalmente argento e rame). È l’impero di Ur a imporre l’adozione di valori standard :

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1 talento (26.7Kg d’argento puro) = 60 mine (gr.500 ca.)

1 mina = 60 sicli (8.3 gr. Ca.)

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Ma è singolare che fin dall’inizio della documentazione scritta (tavolette con caratteri cuneiformi risalenti al 3200 aC) risulti presente nella contabilitá una limitata serie di beni o prodotti (orzo, rame, argento, etc.) che vengono utilizzati come standard con funzione equivalente di valore.

Abbiamo evidenza che quantunque l’argento, ad esempio, fosse uno dei valori standard più ricorrenti nei testi di contratto che ci sono pervenuti, tuttavia molto raramente una transazione si concludeva con il passaggio effettivo del metallo su cui era parametrato il valore del bene scambiato.

Un’altra interessante osservazione riguarda l’uso dell’argento (molto più raramente dell’oro) quale standard di riferimento per i prezzi che i vari contratti, o i codici, elencano, il che fa supporre un valore in un certo qual modo costante del metallo.

OrzoMa l’argento doveva essere importato da Sumeri e Babilonesi, non essendocene in abbondanza nelle terre autoctone, in questo modo il suo potere d’acquisto restava elevato e relativamente stabile. All’interno dello Stato però vi era la necessità di adottare un sistema di pagamento in naturalia che poteva essere sostituito, per ragioni di praticità a quello basato sull’argento. Il bene prescelto per questo scopo fu l’orzo e il rapporto, fissato una volta per tutte, fu di 300 litri d’orzo per 1 siclo (questo rapporto ricorre sia nei codici di Hammurabi che nei contratti e nei testi economici sumerici e paleo-babilonesi). Dai documenti giuridici e da quelli contabili a noi pervenuti risulta sufficiente evidenza che nel periodo sumerico e paleo-babilonese, argento e orzo venivano utilizzati come :

a) unità di valore (nella quale erano calcolati prezzi, noleggi, crediti)

b) mezzo di scambio (dall’argento al rame, all’orzo, etc.)

c) modo di pagamento (per acquisti, ma anche per investimenti) e che tra i due esistesse un rapporto fisso di scambio in modo che entrambi i beni fossero parte di un unico sistema economico- monetario.

L’argento, in particolare, costituiva l’inizio e la fine di tutto il ciclo commerciale e svolgeva gran parte delle funzione della moneta.

E l’oro ? Sorprendentemente (ma non troppo) l’oro ricorre soprattutto come materia prima negli oggetti dedicati alle divinità; non è invece menzionato nei contratti, fatta eccezione per alcuni contratti di prestito e per le divisioni ereditarie. L’oro esibisce inoltre una forte fluttuazione della sua parità rispetto all’argento, passando da un rapporto di 1 a 10 fino addirittura ad 1 a 3 (regno di Hammurabi), tale fenomeno, piuttosto raro nella storia, fu probabilmente determinato da un maggiore afflusso del metallo giallo di quasi certa provenienza egiziana, terminato il quale il rapporto con l’argento si ristabilí sui livelli storici cui, in antichità si è normalmente attestato (tra 1:10 e 1:12).

 

Il I millennio aC

Successivamente allo sviluppo dei grandi sistemi di potere medio- orientali, ovvero l’impero Assiro prima, il regno caldeo e neo- babilonese poi e infine il dominio Achemenide, si assiste alla sostituzione del dominio delle cittá-stato (come era avvenuto in epoca sumerica e babilonese) a sistemi più complessi ove coesistevano genti, culture e comunitá tra loro anche assai diverse che si trovavano ad essere dominate da un singolo, spesso assai lontano, sovrano. Anche in questo, più evoluto e complesso, sistema di divisione del territorio, l’argento rappresenta lo strumento monetario per eccellenza. Il sistema metrologico di base per la pesatura dei metalli è sempre quello tradizionale, a base sessagesimale, in cui 1 talento equivale a 60 mine e ciascuna mina a 60 sicli.

In questi secoli si assiste ad un processo di razionalizzazione progressiva, nei modi di produzione come nella formazione dei prezzi e nello sviluppo dei mercati, oltre ad una crescita dell’amministrazione statale e alla conseguente evoluzione dei rapporti tra lo Stato e i suoi sudditi.

È possibile che l’intensificazione delle transazioni, lo sviluppo del sistema tributario e la crescita dell’apparato statale abbiano determinato la conseguente necessitá di un riferimento più standard,

razionale e ordinato rispetto a quello garantito dalla circolazione puramente metallica.

E che, in ultima analisi, questo abbia portato all’introduzione della moneta.

 

Le ragioni della nascita della moneta

Ma quali sono le ragioni che portarono una polis ad introdurre una propria monetazione ?

aristoteleAristotele ci presenta due teorie sulla nascita della moneta, una commerciale ed una socio-politica. La prima (Politica I,9 1257a-b) considera la moneta come uno strumento imposto dalle necessitá dello sviluppo del commercio.

Nell’Etica Nicomachea (V,5,6-7, 1132b) si vede nella moneta, invece, uno strumento di giustizia e un correttivo degli equilibri all’interno di una comunitá sociale. La moneta fornisce istanza di mediazione poiché con essa tutto è misurabile. Non a caso la parola greca che definisce la moneta è nomisma che deriva da nomos che significa legge, poiché è dalle leggi che la moneta viene resa valida, in quanto la moneta esiste non per sua natura ma perché discende da un provvedimento dello Stato.

Un’obiezione alla teoria dell’introduzione della moneta per ragioni di scambio e di mercato deriva dalla constatazione che quasi tutte le serie monetali introdotte al principio della monetazione sono cominciate con denominazioni di grande valore, non utilizzabili nelle spese giornaliere (comprese le piccole e piccolissime frazioni di statere in elettro giá presenti sul finire del VII secolo).

Parrebbe che le monete introdotte fossero destinate alla tesaurizzazione o utilizzate per i grandi pagamenti statali (opere edilizie, costruzione di templi, etc.), o ancora per le spese di guerra.

Il proliferare delle zecche, ovvero delle cittá che, soprattutto nella Grecia settentrionale, vollero subito emettere moneta, puó essere visto come il legittimo desiderio di autodeterminazione di una poleis l’orgoglio ad essere riconosciuta e a farsi riconoscere attraverso un simbolo tangibile e circolante come la moneta (vedi esempio

dell’emissione del primo tetradramma di Naxos dopo la liberazione della cittá dalla dominazione siracusana).

 

Altre teorie sulla nascita della moneta

Esistono, naturalmente altre teorie che tentano di spiegare il fenomeno moneta. Secondo una vecchia, e in parte superata, teoria di B. Laum (Heiliges Geld. Ein historische Untersuchung über den sakralen Ursprung des Geldes, Tübingen 1924) la moneta nasce nel momento in cui si avverte la necessità di sostituire alle offerte umane o animali un oggetto inanimato, in primo luogo gli strumenti per il sacrificio o per l’arrostimento delle carni (spiedi: un bue = tot spiedi; invece di offrire la carne del bue si offre la quantità di strumenti necessari al suo arrostimento). Laum vedeva peró solo l’aspetto religioso della nascita della moneta, trascurando l’aspetto sociale ed economico. Di questo avviso anche il noto studioso Panvini Rosati (Lineamenti di preistoria monetaria greca, in La moneta greca e romana, a cura di F. PANVINI ROSATI, Roma 2000) secondo il quale la moneta nasce come sostituto degli oggetti (doni) che servivano per creare obbligazioni fra gli uomini e fra gli uomini e gli dei.

 

La nascita della moneta : primato greco o lidio ?

Anche i cronisti antichi non sono d’accordo in merito a chi spettasse il primato di aver introdotto per primo la moneta.

Giulio Polluce, grammatico greco del II secolo dC, nel suo Onomasticon menziona i vari pretendenti :

Fidone di Argo, Demodice moglie del re frigio Mida, gli ateniesi Erittonio e Lico, oppure (secondo Senofane) i Lidi.

Emerge subito una contrapposizione evidente tra un’origine occidentale greca ed una orientale sulle coste dell’Asia Minore.

Non mancavano, tra gli studiosi, i fautori dell’uno o dell’altro partito. Chi considerava la moneta come un prodotto della regolamentazione legislativo-amministrativa propendeva per un’origine greca, chi invece la intendeva come innovazione tecnica ed evoluzione di una precedente circolazione metallica propugnava un’origine orientale e in particolare lidia, regione che deteneva il controllo dei più importanti distretti minerari dell’Asia Minore.

 

 Il ritrovamento dell’Artemision

Il ritrovamento del tempio dell’Artemision di Efeso ha successivamente consentito di individuare in Asia Minore i primi centri di produzione della moneta.

Gli scavi inglesi del 1904-5 hanno infatti recuperato, in livelli anteriori all’etá di Creso (560-546 aC) 93 esemplari in elettro che testimoniano in modo evidente (attraverso modificazioni tipologiche e tecniche) del passaggio tra la circolazione metallica a quella monetaria, ovvero dall’uso di gocce di metallo di peso e forma definiti e dalla superficie liscia o striata e punzonata, all’uso di monete con rappresentazione figurativa.

Le prime fasi del passaggio dal metallo pesato al metallo monetato sono attestate dai 19 esemplari rinvenuti in gruzzolo all’interno di una brocca di tradizione subgeometrica. Alla base centrale del tempio furono rinvenuti, oltre a globetti lisci, striati e punzonati, una molteplicitá di tipi, dei quali solo poche serie sono con sicurezza attribuibili ad Efeso :

– i pezzi con la testa di leone

– quelli con le legenda Valvel (riferiti alla Lidia)

– un esemplare con la testa di foca

di ancora incerta attribuzione risulta la famosa serie con legenda Phaneos(/Phanos emi sema) di cui si discute se debba essere attribuita ad Efeso o Alicarnasso.

Sono purtroppo ancora insufficienti gli elementi per assegnare con certezza una serie, o l’altra, ad una determinata cittá.

A complicare le cose è stato inoltre riscontrato un discreto numero di legami di conio per tipologie anche diverse che hanno consentito di riferire ad un unico centro di emissione monete caratterizzate da tipi diversi.

Tali conclusioni sembrano essere suffragate anche dai risultati delle analisi metallografiche.

Barclay Head (The Coins in : D.G. Hogarth “Excavations at Ephesus. The Archaic Artemision” Londra 1908), il primo a descrivere il rinvenimento dell’Artemision, aveva considerato il ripostiglio come un’unica offerta votiva composta di vecchie e nuove monete che

circolavano in Efeso ai tempi di Alyattes (617 – 560 aC), dalle “gocce” monetiformi risalenti all’etá di Gige (685-657 aC) agli esemplari contemporanei di Alyattes. Ma in seguito ad una revisione dei contesti archeologici del ritrovamento, la datazione più antica venne spostata in avanti al 640-630aC. Le più recenti indagini hanno concluso che i pezzi rinvenuti all’Artemision non facessero parte né di un’unica offerta votiva, né di un deposito di fondazione, ma che le monete erano state interrate ai tempi dell’edificazione del tempio dell’etá di Creso (560-546aC).

 

Ripostiglio di Asyut

Un altro ripostiglio, quello di Asyut (M. Price, N. Waggoner, Archaic Greek Coinage. The Asyut Hoard, Londra 1975), fondamentale per la cronologia delle prime emissioni, ha mostrato che, con ragionevole probabilitá, il passaggio dal metallo pesato alla moneta sia avvenuto nell’ultimo quarto del VII secolo o nei primi decenni del regno di Alyattes (617-560 aC). Concorderebbe altresí con tale datazione il tipo di brocca nella quale è stato rinvenuto il gruzzolo dell’Artemision. Un fenomeno sembra provato con ragionevole certezza: ovvero che la transizione dalle “gocce” di metallo alle prime monete, contrassegnate da un’immagine figurata, sia stato assai rapido. Tuttora incerta peró permane, ai nostri occhi, questa fase creativa che deve essere stata caratterizzata dallo sviluppo di esperienze molteplici non ancora comprese a fondo nella dinamica degli eventi.

 

 Diffusione della moneta

Ammettendo (con riserva) che la moneta sia nata in Oriente, dalle coste dell’Asia Minore l’uso del metallo monetato si estende progressivamente verso l’Occidente, attraverso le isole egee, arrivando in Grecia durante il secondo quarto del VI secolo. Il metallo usato peró non è più elettro bensí argento. Il taglio dei pezzi si fa sulla base del piede eginetico (6.26gr.) e di quello euboico (8.72gr.). I primi centri ad emettere moneta sono : Egina, Corinto e Atene.

Le missioni cicladiche : Sifnos, Paros, Delos, Melos, Naxos, Ceos. Successivamente : Calcide ed Eretria (Eubea), Tebe (Beozia).

A partire dal 540aC la pratica della coniazione si estende alle colonie della magna Grecia : Metaponto, Sibari, Crotone, Paulonia, , Poseidonia, Velia. Successivamente ancora batteranno moneta Lao, Taranto e Reggio.

In Sicilia sará Naxos a battere leprime monete, seguita da Imera, Zancle, Selinunte, Agrigento, Gela e infine, nel 520 Siracusa.

La pratica della coniazione si estende poi progressivamente a tutti i principali centri mediterranei dell’epoca (Cirene, Marsiglia).

Conclusioni

Molto resta da indagare e molte pagine ancora da scrivere in merito alla comparsa delle prime monete, nella forma in cui le conosciamo. Nuovi ritrovamenti, in assenza di fonti letterarie o documenti originali diretti, potranno gettare maggiore luce sulle dinamiche che hanno portato all’adozione di questo di un’ invenzione che ha rivoluzionato l’organizzazione sociale ed economica delle nostre società.

Di seguito vengono riportati alcuni testi e articoli utili per approfondire l’argomento ed una selezione di foto di alcuni esemplari arcaici per illustrare l’evoluzione tipologica e artistica delle prime monete conosciute.

 

BIBLIOGRAFIA

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Del Mar, Alexander. HISTORY OF MONETARY SYSTEMS; A HISTORY OF ACTUAL EXPERIMENTS IN MONEY MADE BY VARIOUS STATES OF THE ANCIENT AND MODERN WORLD., 1836-1926 (1969).

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Ederer, Rupert J. THE EVOLUTION OF MONEY (1964).

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Galbraith, John Kenneth. MONEY, WHENCE IT CAME, WHERE IT WENT (1975).

Grierson, Philip. THE ORIGINS OF MONEY (1977).

Lubbock, John, Sir. A SHORT HISTORY OF COINS AND CURRENCY (1902).

Melitz, Jacques. PRIMITIVE AND MODERN MONEY: AN INTERDISCIPLINARY APPROACH (1974).

Quiggin, A. Hingston. A SURVEY OF PRIMITIVE MONEY; THE BEGINNING OF CURRENCY (1949).

Quiggin, A. Hingston. THE STORY OF MONEY (1952).

 

Fotografie non in scala

FOTOGRAFIE

Ionia – zecca incerta prima metà VII sec. aC EL Trite
Ionia – zecca incerta prima metà VII sec. aC EL Trite
Ionia – zecca incerta 650 aC EL Trite
Ionia – zecca incerta 650 aC EL Trite
 Atene – Wappenmünzen – AG obolo 550 aC
Atene – Wappenmünzen – AG obolo 550 aC
Tenedos – AG di dracma 550 – 470 aC
Tenedos – AG di dracma 550 – 470 aC
Atene – Wappenmünzen – AG didramma 520 aC
Atene – Wappenmünzen – AG didramma 520 aC
Thraco – Macedonian – zecca incerta – 500-480 aC EL Statere
Thraco – Macedonian – zecca incerta – 500-480 aC EL Statere
 Thracia – zecca incerta – AG stater 530-480 aC
Thracia – zecca incerta – AG stater 530-480 aC
Asia Minore – zecca incerta – 500 – 480 aC
Asia Minore – zecca incerta – 500 – 480 aC EL Statere
Asia Minore – zecca incerta – 500-480 aC
Asia Minore – zecca incerta – 500-480 aC EL Statere
 Ionia – Phokaia - 492 aC EL Hekte
Ionia – Phokaia – 492 aC EL Hekte
 Attica – Isola di Aegina – AG statere 550-530 aC
Attica – Isola di Aegina – AG statere 550-530 aC
 Ionia – Phokaia – EL stater 625 aC
Ionia – Phokaia – EL stater 625 aC
Ionia – zecca incerta 625 – 600 aC EL Trite
Ionia – zecca incerta 625 – 600 aC EL Trite
Ionia – Ephesos – Phanes EL 625-600aC
Ionia – Ephesos – Phanes EL 625-600aC
Ionia – zecca incerta – EL statere 650-600 aC
Ionia – zecca incerta – EL statere 650-600 aC
Ionia – Phokaia – EL Hekte ca. 525 aC
Ionia – Phokaia – EL Hekte ca. 525 aC

Schermata 2013-11-26 alle 18.44.05

Esempi di gocce arcaiche di elettro : la fase monetale immediatamente successiva alle gocce di elettro lisce Ionia – zecca incerta - 650 – 600 aC EL Hekte e Hemihekte
Esempi di gocce arcaiche di elettro : la fase monetale immediatamente successiva alle gocce di elettro lisce
Ionia – zecca incerta – 650 – 600 aC EL Hekte e Hemihekte
Lydia – Croisos – AU stater 560-546 aC
Lydia – Croisos – AU stater 560-546 aC
 Ionia – Miletos – EL stater 560-545aC
Ionia – Miletos – EL stater 560-545aC
Ionia – zecca incerta – 650 – 600 aC EL statere (Samian standard)
Ionia – zecca incerta – 650 – 600 aC EL statere (Samian standard)
Ionia - Phokaia EL Stater 620 – 600aC
Ionia – Phokaia EL Stater 620 – 600aC