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L’emozione di uno scavo

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L’emozione di uno scavo

Settembre 2011 è finalmente arrivato, la tanto estenuante attesa è giunta al termine e si può iniziare a “darci dentro”.

Nelle settimane precedenti, insieme ai miei collaboratori, ne abbiamo già parlato, inizieremo subito. Durante l’anno sono venute fuori numerose ipotesi e l’idea che si tratti di un pozzo votivo è sempre più giustificata. Una cisterna sarebbe troppo piccola, un pozzo sarebbe troppo in alto (40m sopra la prima falla).

Io, coadiuvato da altre due persone fisse fuori (sicurezza in primis), rientro nel pozzo, finalmente ci riuniamo, dopo 11 mesi di attesa e questa volta ho tutte le intenzioni di vincere.

Durante l’estate avevo sognato un possibile esito, ma su questo torneremo dopo.

 

Sì parte! Come l’anno precedente uno scavo attento, cercare di desumere ogni qualsiasi situazione e azione umana; stratigrafia al limite!

Purtroppo quest’anno il titolare della cooperativa, nonché mio insegnante di “corda” e grande amico, ha da lavorare, pagato, e dunque sarà poco presente e senza di lui non entro!

La sorpresa arriva però dopo il quarto giorno di scavo, davanti a me, c’è una situazione che sarà da li in avanti la più complicata possibile.

Finalmente un qualcosa, una testimonianza, niente di che all’apparenza, ma importante ai fini della soluzione dell’enigma: un piano di tegole.
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Piano di tegole non ancora del tutto scoperto

A ben 9 metri di profondità, un piano di tegole perfettamente ricostruibili in superficie (scopriremo poi), si presenta sotto i miei piedi e inizia una carrellata di fotografie al limite, appesi a metà pozzo per creare delle mappe di distribuzione e per definire le varie unità stratigrafiche.

L’emozione non tarda ad arrivare, sopratutto al momento nel quale le operazioni di estrazione iniziano. Ogni “cazzuolata” mi aspettavo di trovare un qualcosa, un qualcosa di importante…tolte tutte le tegole, sotto di me, una situazione ancora più paradossale.
Mi trovavo a camminare e sopratutto, circondato, da enormi pezzi di dolium, un orcio che abbiamo stimato in seguito essere alto 1,80m e largo al centro 1,10m.
La situazione era paradossale, quell’orcio sembrava come se fosse stato inserito intero, stavo trovando tutto l’orlo, e l’inizio della pancia. Come lo avevano inserito li dentro? Intero? Avevano dunque costruito il pozzo in concomitanza della deposizione di un qualcosa?
C’era da impazzire, finalmente stavo scavando qualcosa di reale, qualcosa che apparteneva realmente a quel pozzo.

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Frammenti di orcio che mi circondavano e mi facevano da pavimento

Le giornate andavano ora a rilento, adesso si richiedeva la massima attenzione e io già pensavo a come raccontarvi il tutto (in quei giorni lo spunto di questo Topic).
Iniziamo a togliere l’orcio, pezzo dopo pezzo, cercando di verificare che i pezzi a parete non fossero realmente rimasti a quella maniera perché in principio, intero.

Una mattina, come tutti i giorni, entro nel pozzo, inizio a scavare e intorno alle 10, mentre congetturavo fra me e me, in fondo al mio pozzo, la trowel passa su qualcosa di “morbido”, di tenero. Si scopre davanti a me un osso.
Durante i metri precedenti, frammenti di ossa animali erano stati trovati e per il momento decido di non dargli peso. Pochi minuti dopo ci ripenso, le ossa, avevo già visto essere in condizioni critiche e dunque prima di rovinarle decido di vedere cosa può essere. In silenzio, senza dire a nessuno cosa stavo facendo procedo con lo scoprire molto attentamente questo osso. Era un femore, ancora attaccato al bacino, spuntato pochi centimetri sotto.
Il mio battito cardiaco sale alle stelle, un mix di “paura” e gioia e stupore. Chiamo i miei compagni: “Ragazzi, mi sa che ho trovato un po’ di ossa”, “Che genere di ossa?” mi rispondono, “E’ un femore attaccato al bacino e a meno che gli etruschi non commerciassero gorilla mi sembra proprio di uomo!”….da sopra, il silenzio…
La troupe si mobilita, in pochi minuti sono tutti sopra di me a fare domande e soprattutto, mi dicono, stai fermo. Ebbene sì, io durante l’estate avevo pensato, sognato, al ritrovamento di un morto all’interno del pozzo. Io, per quanto possa dire che me la cavi piuttosto bene in quanto a stratigrafia e metodologia di scavo, un morto non l’ho mai scavato e dunque, pensai sin da subito di passare il testimone ad un altro mio grande amico della cooperativa, che di morti ne ha scavati a centinaia.
Pochi minuti dopo, arriva, lui soffre negli spazi chiusi e non vuole entrare ma è l’unico in grado di fare una cosa del genere.
Entra e in pochi secondi ci conferma che le ossa sono umane, adesso dobbiamo vedere di scoprirle.

Io, felice all’inverosimile, mi faccio da parte più che volentieri e assisto il compagno di squadra in tutto e per tutto.
Lui è un pignolo (sì lo siamo tutti in quella squadra) e munito di bisturi e cucchiaino si mette a scavare millimetro per millimetro queste ossa…..la sorpresa, con l’avanzare dei giorni è sempre più grande. Dopo una settimana di esaurimenti nervosi (non oso pensare cosa significhi scavare un morto a 10 metri di profondità in uno spazio di diametro 1,20m) la perfezione del suo lavoro si nota, eccome se si nota.
Io entravo ogni giorno a fine giornata, a vedere il lavoro come procedeva…e come stava il mio “nuovo amico”.

E’ un maschio, di età adulta, in posizione fetale ma con il busto rivolto verso il “pavimento”. Come potete vedere dalla foto, il braccio sinistro è a parete in una posizione non troppo “naturale”. Nessuna veste “importante”, nessuno spillone, nessuna fibula, niente di niente. Era legato? Era vivo o morto al momento della deposizione? Sacrificio? Tomba monumentale? Queste domande avranno una risposta probabilmente a fine pozzo…

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“Il Fondatore” per intero.

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Dettaglio della testa.

Il nostro amico, chiamato simpaticamente “Il fondatore” era privo di corredo, di vero corredo, ma stava insieme ad alcune forme di rituale, prime fra tutti, una serie di ceramiche, di vasi, ricostruibili per intero, con all’interno uno spesso strato di resina… :o
Ora, la resina era molto utilizzata, come impermeabilizzante, sopratutto per contenitori del vino e molti “fondi” dei vasi ritrovati erano in piano su tegole…

Il mio carissimo amico, scavatore del morto, una volta estratto tutto lo scheletro, mi cede il passo, dicendomi che adesso potevo divertirmi…lui aveva già visto cosa mi aspettava sotto il morto…

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Estrazione del cranio del mio “nuovo amico”…l’emozione di fargli rivedere dove aveva abitato è stata inspiegabile…

Insomma, dicevo, rientro nel pozzo e quello che mi trovo davanti mi fa lacrimare gli occhi…una distesa di ceramica che ricopriva tutto il fondo del pozzo.
Un lavoro maniacale mi stava aspettando…ogni singolo pezzo DOVEVA essere messo in pianta e quotato e mandato su in sacchetti singoli.

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Piano di ceramica iniziale

Inizio a togliere i vari pezzi e in alto, intanto, si cercava di dare un senso a tutto…i vasi erano ricostruibili! Avevo una sensazione addosso incommensurabile, era bellissimo…pian piano arrivarono il sindaco, l’assessore e la sopraintendente…
Un’altra settimana di lavoro e tutta la ceramica era fuori…

Sotto il piano di ceramica altre pietre, un altro tappo di pietre alto almeno 40 centimetri, che ci fa fermare, sicuri del fatto di non lasciare nient’altro a vista…purtroppo i cari amici della cooperativa, non essendo pagati, giustamente dissero che se si voleva continuare, qualcuno doveva pagare, perché di tempo ce ne sarà da perdere, sopratutto se incontrassimo un altro morto…
Il pozzo non è sicuramente finito, ho scavato fra le pietre per centimetri e ho trovato altra ceramica al di sotto e dunque, ancora, c’è da fare ;)

Le ceramiche ricostruite sono queste che potete vedere sotto…bellissime…ripeto, tutte rivestite di resina per vino…probabilmente un’offerta per il morto, un segno di rispetto, visto che dopo la sua deposizione è stato subito ricoperto…

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Contenitori in ceramica.

Insomma, anche per quest’anno, in attesa dei fondi necessari, dovremmo attendere, ma alle spalle abbiamo un grosso incarico, quello di scoprire chi fosse quell’uomo e perché era li e sopratutto, qual era il suo ruolo a Montereggi?

Lo scheletro è al momento sotto studio a Firenze e la resina della ceramica sarà studiata, probabilmente, a Barcellona, sempre che i fondi arrivino… :(

Più di 5000 fotografie hanno fatto sì che nulla si sia perso e questa bellissima esperienza, per ora ferma alla prima parte, rimanga con noi per sempre…
Perdonatemi se vi ho annoiato con questo racconto, che però, volevo condividere con voi…essendo comunque ritrovamenti unici nel mondo dell’etruria ed estremamente importanti per il nostro territorio.

Finisco dicendovi che entro Giugno l’area di Montereggi sarà completamente visitabile e in estate, l’attinente Museo Archeologico di Montelupo Fiorentino, conterrà i nuovi ritrovamenti. Per informazioni, contattatemi pure, anche per visite… :) merita davvero… :)

Io, dalla mia, mi ritengo soddisfattissimo…la chimica con il mio pozzo non è affatto peggiorata, anzi, adesso sono legato a lui da quell'”amico” che abbiamo in comune…
Vi ricordate i miei sogni a Luglio? Ebbene, la foto sottostante è un disegno che feci proprio in estate, 4 mesi prima l’inizio della campagna di scavo! Lasciando perdere i tesori :lol: disegnati in fondo, avevo intuito l’allargamento del pozzo e la presenza di un vaso enorme… :lol: nell’altro disegno, c’era anche il morto, strappato per scaramanzia… :P

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Disegno

Un grosso saluto, in attesa di comunicarvi la fine di questo mistero, lasciando per scaramanzia, un messaggio vuoto sotto di questo… :D

Mirko e il Fondatore… :)

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