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Il tremisse con il busto battuto da Carlo Magno a Lucca: due nuovi esemplari

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Il tremisse con il busto battuto da Carlo Magno a Lucca: due nuovi esemplari

Cosı` dissimili pero` appaiono le forme di questo supposto ritratto con l’iconografia monetale conosciuta per Carlo, che non pochi autori, fra coloro che hanno approfondito questa emissione, si sono trovati spesso a disagio nel riconciliare la mancanza degli elementi classici della ritrattistica carolingia.

Massagli stesso parla di ‘‘piccolo busto rozzissimo’’ (( MASSAGLI 1870, p. 12 (nota 9). )); Travaini di ‘‘trattazione del busto particolarmente curiosa’’ (( TRAVAINI 1999, p. 309 (nota 1). )); Grierson, come detto, arriva a mettere in discussione l’originalita` dell’emissione: a bust occurs rarely and almost invariably in profile, the only facing bust being that on a unique tremissis of Charlemagne of doubtful authenticity struck at Lucca (( MEC 1, p. 200. )).

I busti frontali, all’epoca, erano utilizzati solo praticamente a Bisanzio, e dalle zecche bizantine, da dove furono mutuati dai duchi di Benevento e dai papi, questi ultimi pero` rappresentando San Pietro, e non il pontefice, come dimostrato da Arslan (( ARSLAN 2001, p. 287. )), pur riportando in legenda il nome del papa. Altre, rarissime, eccezioni sono rappresentate dal busto frontale su un tremisse di Ratchis (( ARSLAN 1993, pp. 337-345. )), probabilmente unico, e le quasi altrettanto rare emissioni ravennati di Astolfo (( MEC 1 (nota 11) n. 324. )), anch’esse con ritratto frontale di chiara ispirazione bizantina. La raffigurazione del busto in questione appare pero` maggiormente prossima alle forme stilizzate di alcune emissioni Visigote piuttosto che alle forme classicheggianti, rievocative della monetazione imperiale romana, ispiratrici dalla tradizione iconica monetale carolingia. Tale difformita` del busto rispetto all’iconografia tradizionale fa sorgere spontanea la domanda se esso sia veramente la raffigurazione del sovrano franco.

Se osserviamo attentamente la figura rappresentata sulla moneta, si nota innanzitutto come essa sia una raffigurazione di tre/quarti, piuttosto che un busto (( Non si dimentichi che quando si e` volutamente cercato di rappresentare un sovrano di modo che venisse identificato sulla monetazione prodotta, si e` ricorso alla sola raffigurazione della testa (vedi es. citati di Astolfo, o i soldi aurei, post-riforma, di Carlo Magno stesso, Lodovico il Pio, etc.), mentre una rappresentazione del busto o di una figura di tre/quarti difficilmente sarebbero servite allo scopo nel mezzo ristretto dei tondelli utilizzati per i tremissi. )). Alla base del collo, al posto delle spalle, si distinguono chiaramente due forme arrotondate che parrebbero essere delle ali, anche se non si puo` escludere che esse rappresentino un particolare tipo di ornamento di mantello regale o da parata.

Volendo cercare un raffigurazione similare a quella rappresentata sul tremisse lucchese di Carlo, si puo` trovare un parallelo con il rovescio di un solido emesso diversi anni piu` tardi, a Benevento, dal duca Sicone (817-832), che riporta al rovescio la figura frontale dell’Arcangelo Michele (Tav. III fig. 5). Osservando l’ingrandimento delle due figure (Tav. III fig. 6) si nota una forte somiglianza nel trattamento dei capelli e della barba resi tramite una serie di globetti; nello stile primitivo, quasi infantile, del volto; nella medesima staticita` della posa frontale; nel disegno delle ali dell’angelo sorprendentemente simili; e infine nella veste, che pur evidenziando un paludamento leggermente differente, rivela in entrambi i casi la presenza di perlinature ed ovuli che ritroviamo nelle testimonianze lapidee coeve dell’Arcangelo, come evidenziato dalla stele proveniente dalla Chiesa della Carita` dei Bianchi di Capua (Tav. III fig. 7), caratterizzata da una ieratica frontalita` con una forte valenza iconica di impatto visivo simile, pur nel limite del medio monetale, alle rappresentazioni dell’angelo citate. Le due raffigurazioni, lungi dall’essere identiche mostrano, tuttavia, diversi elementi di una possibile contiguita` stilistica, che sembrerebbero suggerire una familiarita` dell’incisore del solido ai tipi del tremisse lucchese. Resta comunque impossibile, alla luce delle conoscenze attuali, determinare se effettivamente la figura sul tremisse carolingio possa rappresentare l’Arcangelo Michele; ne´ una semplice somiglianza tipologica con un modello identificato puo` aiutare a sciogliere tale dubbio. Vale comunque la pena indagare la plausibilita` di una tale scelta da parte del sovrano franco.